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Roberto Carlos, 'l'uomo proiettile': il leggendario terzino sinistro del Real Madrid e del Brasile

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È stato uno dei terzini sinistri più forti ed efficaci del calcio moderno, ma anche uno straordinario specialista dei calci piazzati. Roberto Carlos è il degno erede della tradizione brasiliana degli esterni mancini e dei grandi specialisti dei calci di punizione.

Calciando con le tre dita sulla valvola del pallone, sapreva imprimere a quest'ultimo traiettorie ad effetto sorprendenti, dandogli al contempo una notevole forza, anche grazie ad una muscolatura importante negli arti inferiori. Per questa sua capacità sarà soprannominato 'El hombre bala', ovvero 'L'uomo proiettilie'.

Nonostante le sue indubbie qualità, al suo arrivo in Europa non riuscì ad affermarsi nell'Inter, venendo messo sul mercato dopo appena una stagione. Saprà riscattarsi e vincere tanto con il Real Madrid, la squadra più importante della sua carriera, e con la Nazionale brasiliana, con cui si è laureato anche campione del Mondo nel 2002.

DAGLI ESORDI IN BRASILE ALL'ITALIA

Roberto Carlos da Silva, per tutti semplicemente Roberto Carlos, nasce il 10 aprile 1973 a Garça, nello Stato di San Paolo, in Brasile, in una famiglia di umili origini. A 12 anni, per portare soldi a casa, inizia così a lavorare in una fabbrica tessile.

"Mi pagavano 200 euro al mese - ricorderà nel 2014 in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' - ma ne valeva la pena, anche perché quello stabilimento assumeva le ragazze più belle della città".

Fin da giovane si innamora però del calcio, che come tanti connazionali, pratica giocando in strada con gli amici. Qui è notato da un osservatore dell'Atletico Mineiro, che ne resta colpito e, nell'ottica di un possibile futuro tesseramento, lo fa entrare nel Settore giovanile dell'União São João all'età di 15 anni.

Il giovane calciatore compie tutta la trafila fino ad approdare nella Prima squadra del club della città di Araras nel 1991, anno del suo debutto da professionista all'età di 18 anni. Nell'estate del 1992 passa all'Atletico Mineiro per una tournée in Spagna. Gioca 3 amichevoli ma, incredibilmente per quella che sarà poi la sua carriera, viene bocciato.

Tornato dunque all'União São João, disputa poco meno di 70 gare in due anni, realizzando i primi goal da professionista. Lo nota il Palmeiras, che nel 1993 decide di portarlo in Serie A e ne acquista il cartellino per 500 mila dollari, circa 420 mila euro. È la svolta nella carriera di Roberto Carlos, che con il Verdão si impone come promessa del calcio brasiliano nel ruolo di terzino sinistro.

Roberto Carlos Palmeiras 1994Web

Allenato da Vanderlei Luxemburgo, vince, oltre a un Torneo Rio-San Paolo, 2 volte il Campionato paulista e il Campionato brasiliano, venendo premiato due volte anche con la Bola de Prata, che spetta ai calciatori inseriti nella top 11 del torneo nazionale. In due anni e mezzo al Palmeiras disputa complessivamente, conteggiando anche le amichevoli, 185 partite con 17 goal realizzati (162 presenze e 16 reti in gare ufficiali), alcuni dei quali su calcio di punizione, la specialità in cui inizia ad affermarsi, carpendone i segreti da Branco, suo compagno per alcuni anni in Nazionale.

Nonostante sia basso di statura e abba un fisico tarchiato  (un metro e 68 centimetri per 70 chilogrammi di peso forma) madre natura lo dota di fianchi larghi e due gambe muscolarmente molto sviluppate e potenti , che già da giovane gli consentono di correre i 100 metri piani in meno di 11 secondi.

I suoi quadricipiti erano letteralmente impressionanti: quello della gamba sinistra misurava 66 centimetri di circonferenza, quello della gamba destra, che usava per bilanciare e imprimere effetto nelle conclusioni in porta, addirittura 68.

Nell'estate del 1995, a soli 22 anni, il nuovo presidente dell' Inter, Massimo Moratti, investe 10 miliardi di Lire per portare l'emergente terzino sinistro brasiliano in Italia. Il patron è convinto che possa scrivere la storia del club. In nerazzurro, però, Roberto Carlos resta una sola stagione: 34 presenze e 7 goal, pur giocandola prevalentemente fuori ruolo. Dopo l'esonero di Ottavio Bianchi e l'arrivo di Roy Hodgson, infatti, il brasiliano è bocciato sul piano tattico e impiegato da ala e non da terzino.

L'Inter arriva 7ª in campionato, il tecnico inglese decide di puntare su Pistone e autorizza la cessione del talento brasiliano nell'estate successiva: se ne pentirà per tutta la durata della sua permanenza alla guida del club nerazzurro.

Caio Ribeiro Deoussau Roberto Carlos Inter Serie AWikipedia

LE GRANDI VITTORIE CON IL REAL MADRID

È l'estate 1996 e Roberto Carlos passa al Real Madrid su richiesta di Fabio Capello. Con il tecnico friulano il brasiliano diventa il terzino sinistro più forte al Mondo assieme a Paolo Maldini. Velocissimo, spinge avanti e indietro sulla fascia sinistra per tutta la partita, mantenendo una qualità altissima. Serve assist spettacolari per i compagni o va spesso alla conclusione personale, continua a far goal su punizione e al contempo cresce notevolmente nella fase difensiva.

In 11 anni con la camiseta blanca colleziona 527 partite e 69 goal, diventa una leggenda del club e nel gennaio 2006 supera Alfredo Di Stefano (329 gare), diventando il calciatore non nato in Spagna con più presenze nella storia del club.

"Sono molto grato all’Inter. - dichiarerà - Lorenzo Sanz mi ha acquistato. È stato terribile, non c’erano soldi per pagare i giocatori. Poi arrivò Florentino Pérez e riorganizzò il club. Ha pagato tutto ciò che era in ritardo. Ha preso Figo, Beckham, Ronaldo, Zidane". 

È il Real dei Galacticos, con stagioni caratterizzate da magie in campo e vizi ed eccessi fuori dal rettangolo verde.

"Quando finivamo le partite - ricorderà in un'intervista a 'Canal 11' - era tutta una questione di aerei privati. Ci incontravamo nel terminal di Barajas e Beckham andava non so dove, Figo da un'altra parte, Zidane da un'altra, e stessa storia per me e Ronaldo. Il problema era che avremmo dovuto allenarci due giorni dopo. Personalmente pregavo che le partite fossero il sabato per andare la domenica a vedere la Formula 1. Voli privati ovunque, una vera follia".

Lo spogliatoio detta legge, e per questo tecnici come Camacho e Luxemburgo, colui che lo aveva lanciato da giovane, durano molto poco.

"Camacho arrivò negli spogliatoi e salutò tutti molto serio, - racconta Roberto Carlos - forte della sua storia nel Real Madrid. Io osservavo, in attesa di sentire cosa avrebbe detto. Prese la parola: 'Vi voglio tutti domani alle 7 di mattina puntuali'. Normalmente ci allenavamo alle 10.30. Parlammo con lui per fargli modificare l'orario, perché avevamo le nostre abitudini. Durò 10 giorni...".

"Avevamo l'abitudine di lasciare le borse nelle nostre stanze, - ricorda ancora il brasiliano - e, prima di cena, bere la nostra birra e il nostro vino. Sul tavolo c'erano sempre due bottiglie di vino. Quando arrivò Luxemburgo io e Ronaldo prima della seconda partita di Liga andammo da lui e gli dicemmo: 'Professore, le persone qui hanno i loro costumi, lo vedrà, cerchi di non cambiarli. Non tolga le bottiglie di vino dal tavolo e la birra prima di cena, perché altrimenti avrà problemi con i giocatori'. E lui cosa fece? Ci levò prima le birre, poi le bottiglie di vino. Anche lui durò tre mesi...".

Roberto Carlos Real MadridGetty

Gli anni migliori sono quelli con Vicente Del Bosque in panchina.

"Più che un allenatore il mister era un amico. - dirà l'ex terzino sinistro - Ci capiva perfettamente e non c'era bisogno di regole. Sarebbe stato un po' pericoloso... Lunedì e martedì ci metteva gli allenamenti alle 5 del pomeriggio perché sapeva che la mattina alle 11 non si sarebbe presentato nessuno...".

Speciale fu soprattutto il suo rapporto con 'Il Fenomeno' Ronaldo, dentro e fuori dal campo.

"Ci siamo conosciuti nel 1993. - racconterà Roberto Carlos a 'Canal 11' -  E sono sempre stato nella stessa stanza con lui. Ho dormito più con lui che con mia moglie".

Nonostante gli eccessi fuori dal campo non manchino, in Spagna il brasiliano vince praticamente tutto quello che c'è da vincere: 4 Campionati, 3 Supercoppe spagnole, 3 Champions League (1997/98, 1999/00, 2001/02), una Supercoppa europea (2002) e due Coppe Intercontinentali (1998 e 2002). 

Al palmarés da urlo Roberto Carlos aggiunge naturalmente alcune giocate fenomenali. Il 21 febbraio 1998, ad esempio, segna un goal impossibile per i più, scagliando una saetta di controbalzo con il suo mancino da posizione molto defilata sulla sinistra, nei pressi della riga di fondo, nella gara della Liga persa 4-3 in trasferta contro il Tenerife.

Il brasiliano è poi uno dei grandi protagonisti della finale di Champions League del 15 maggio 2002 contro il Bayer Leverkusen. Prima lancia Raúl nell'azione del goal dell'1-0 con una lunga rimessa laterale che si trasforma in un assist per il compagno, poi, al termine di una discesa devastante lungo la fascia sinistra, fornisce l'assist per il goal di Zidane, che sarà ricordato come uno dei più belli di tutti i tempi in una finale. Per due anni consecutivi, nel 2002 e nel 2003, è votato miglior difensore della Champions League ed entra nella top 11 del torneo.

Il rapporto con il Real Madrid si incrina nel marzo del 2007, quando un suo errore contro il Bayern Monaco porta alla precoce eliminazione dei Blancos negli ottavi di finale del torneo. In quell'occasione il brasiliano annuncia l'addio a fine stagione. Il 17 giugno 2007 Roberto Carlos disputa contro il Maiorca la sua ultima gara con i Galacticos (successo per 3-1) che collima anche con la conquista del 5° titolo spagnolo.

Ronaldo Roberto Carlos BrazilGetty

CAMPIONE DEL MONDO COL BRASILE

Vincente è anche l'avventura di Roberto Carlos con la Nazionale brasiliana. Il terzino sinistro debutta con la Seleçao a soli 18 anni il 26 febbraio 1992 in un'amichevole giocata a Fortaleza contro gli Stati Uniti (3-0). Proprio con i verdeoro apprende da Branco l'arte di calciare le punizioni con le ultime tre dita del piede.

Dopo l'eliminazione ai quarti di finale della Copa America 1993 nel Superclasico con l'Argentina (perso 7-6 ai rigori) esce tuttavia dal giro delle convocazioni per un anno e mezzo, e perde i Mondiali del 1994 negli Stati Uniti, proprio a vantaggio dell'ex giocatore del Genoa, che sarà uno dei protagonisti del trionfo degli uomini di Carlos Alberto Parreira. 

Roberto Carlos indossa nuovamente la casacca del Brasile a partire dal maggio del 1995, con Mario Zagallo C.t., e con campioni come Ronaldo 'Il Fenomeno', Cafu, Rivaldo e successivamente Ronaldinho, scrive pagine indelebili della storia del calcio mondiale.

Con la Seleçao Under 23 il classe 1973 conquista la medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, poi tornato in Nazionale maggiore domina in due successive edizioni della Copa America (1997 e 1999), intervallate dal successo in Confederations Cup nel dicembre del 1997.

Per il Brasile è un momento magico, e il 3 giugno 1997, al Torneo di Tolone, contro la Francia, Roberto Carlos calcia quella che ancora oggi è considerata la punizione perfetta: un tiro ad effetto con le tre dita, da oltre 30 metri, con la palla che viaggia a 137 chilometri orari e sembra destinata ad uscire e invece curva all'ultimo momento e si infila alle spalle di uno sbigottito Barthez. Una prodezza balistica incredibile, che fa balzare tutti i telespettatori sulla sedia e sarà studiata dai fisici, che proveranno a dare una spiegazione scientifica alla traiettoria magica seguita dalla palla.

Ai verdeoro non va bene invece nel 1998 ai Mondiali di Francia, quando, complici le condizioni non buone di Ronaldo, perdono la finale contro la Francia padrone di casa.

"Sono stato il primo a vedere la crisi di Ronaldo, sul letto dell'hotel prima della finale. - rivelerà a 'La Gazzetta dello Sport' - Per me era un attacco epilettico. Ho ancora paura: tremava, era rigido, tutto bloccato. Non aveva il fisico per giocare ma avevamo mezz'ora per decidere. E Ronnie in Brasile è come un Dio, doveva esserci".

Roberto Carlos e compagni si rifaranno con gli interessi nel 2002 in Corea e Giappone, edizione che li vedrà trionfatori con una vittoria in finale contro la Germania (2-0).

"Eravamo la famiglia Scolari: tutti amici. - afferma l'ex terzino - Cafu e Ronaldo i leader, io un clown. Il bambino della famiglia".

Il terzino sinistro, che in 5 occasioni avrà modo di indossare la fascia da capitano, giocherà anche i Mondiali 2006 in Germania, i terzi della sua carriera, ma i brasiliani sono prematuramente eliminati ai quarti di finale dalla Francia.

Dopo 17 presenze e un goal nella fase finale dei Mondiali, il 1° luglio 2006 la sconfitta di misura con la Francia è anche la sua ultima partita con la maglia del Brasile. Con 125 presenze e 11 goal totali, è ancora oggi il 2° giocatore più presente di sempre nella Seleçao alle spalle dell'alfiere all-time, Cafu. 

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I SUCCESSI IN TURCHIA, IL CORINTHIANS E IL FLOP ALL'ANZHI

Nel giugno 2007, mantenendo fede alla parola data, Roberto Carlos lascia il Real Madrid e approda in forza al Fenerbahçe, in Turchia, dopo aver firmato un biennale prorogabile di un altro anno. In due anni e mezzo con la formazione di Istanbul, 'l'uomo proiettile' vince ancora, conquistando due Supercoppe nazionali.

Il 17 dicembre 2009 saluta il club gialloblù disputando l'ultima di 104 gare, condite da 10 goal, in Europa League, avversario lo Sheriff Tiraspol. Il brasiliano entra in campo nei minuti finali e al fischio finale viene celebrato da compagni e tifosi. 

Nel gennaio 2010, a 36 anni, rescinde il contratto con la società turca e fa quindi ritorno in patria per giocare assieme a Ronaldo nel Corinthians. La prima stagione al Timão è positiva, la squadra arriva terza nel Brasileirão e il terzino sinistro mette insieme 57 presenze complessive e 3 goal. 

Nel 2011 inizia bene, con un goal incredibile direttamente su calcio d'angolo nella sfida con la Portuguesa del campionato paulista, ma via via le sue prestazioni calano e l'ex nerazzurro finisce oggetto di dure contestazioni da parte dei tifosi brasiliani.

Così nel febbraio 2011, poco prima di compiere 38 anni, sposa il progetto ambizioso del magnate russo Kerimov e firma un contratto da sogno da 2 anni e mezzo a 9 milioni di euro a stagione con l'Anzhi.

"Kerimov aveva il sogno di lavorare con me e mi ha fatto quel supercontratto. - racconterà - È una persona come noi ma se vai a casa sua e suoni, ti aprono 15 guardie del corpo. Lì è pericoloso...".

A fronte di investimenti ingenti, i risultati ottenuti dalla squadra russa sono modesti. Dopo l'esonero di Gadziev, Roberto Carlos ricopre per un breve periodo anche il ruolo di assistente allenatore di Gordeev, continuando comunque a giocare. Il 1° agosto 2012, all'età di 39 anni, il terzino annuncia una prima volta il suo ritiro dalle scene, ma continua a lavorare con l'Anzhi come Team's director, per poi lasciare definitivamente la Russia nell'estate 2013.

Roberto Carlos 09012017Getty

INDIA E RITIRO

Ma Roberto Carlos ha ancora voglia di giocare, e dopo esser stato ingaggiato in India come tecnico dal Delhi Dynamos, annuncia di voler tornare in campo. Per il campione del Mondo del 2002 sarà l'ultima esperienza. Disputa appena 3 gare nell'Indian Super League, ultima tappa di una carriera lunga e ricca di successi, prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo a 42 anni. 

Nella ristretta cerchia dei giocatori che hanno superato le mille partite in gare ufficiali in carriera, nel 2004 è stato inserito da Pelé nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi. Nel 2002, dopo i Mondiali vinti in Asia, si è classificato al 2° posto nella graduatoria del Pallone d'Oro alle spalle del suo compagno di squadra e amico Ronaldo. Sei anni dopo si è aggiudicato il Golden Foot.

Ma il brasiliano ha collezionato grandi numeri anche nella sua vita privata: due matrimoni e ben 9 figli, 8 naturali e uno adottivo, avuti da 7 donne diverse. Attualmente è legato a Marianna Luccon, sposata nel 2009, che gli ha dato due bambine, Manuela e Marina.

LE ESPERIENZE DA ALLENATORE

Una volta ritiratosi, Roberto Carlos intraprende per alcuni anni la carriera da allenatore. Dopo la parentesi da vice all'Anzhi, guida in Turchia Sivasspor e Akhisar Belediyespor, squadre con cui ottiene piazzamenti modesti: un 5° e un 12° posto in campionato.

Nel 2015 va in Qatar per allenare per un breve periodo l'Al-Arabi, quindi arriva l'esperienza da allenatore-calciatore in India con il Delhi Dynamos, che è anche la sua ultima in panchina. Dal 2016 è un collaboratore della Cantera del Real Madrid e un ambasciatore del club nel continente asiatico, mentre l'anno seguente è diventato un consulente degli australiani del South Melbourne.

Terzino sinistro leggendario, ancora oggi, benché la sua forma fisica non sia più quella ottimale, ogni tanto si cimenta nel tiro con le tre dita che lo ha reso celebre, dimostrando che quella di Lione non fu una rete casuale. Più delle tante vittorie e dei trofei vinti, a renderlo eternamente popolare sarà del resto quell'incredibile calcio di punizione contro la Francia del 1997. Prima di lui e dopo di lui nessuno, infatti, è mai riuscito a ripetere una simile prodezza.

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