NXGN 2024: i 50 migliori talenti under 19 del mondo

Se parliamo di pressioni, Jobe Bellingham sa cosa vuol dover reggere il peso delle aspettative, avendo davanti a sé una figura ingombrante, seppur di grande ispirazione, come il fratello Jude. In tanti sono convinti che Jobe possa raggiungere livelli simili a quelli della stella del Real Madrid.

Come Jude, anche lui ha debuttato nel Birmingham City a soli 16 anni, prima di trasferirsi a sorpresa al Sunderland nell’estate del 2023. A suo agio sia nel ruolo di punta centrale che di guastatore box-to-box, Jobe ha collezionato oltre 30 presenze da titolare in Championship da quando gioca allo Stadium of Light e anche se non ha ancora trovato una continuità realizzativa ha già attratto l’interesse di diversi grandi club europei.

Da quando si è ritirato Tim Cahill gli appassionati di calcio in Australia non hanno una vera e propria superstar da idolatrare ma la situazione potrebbe presto cambiare vista l’esplosione di Nestory Irankunda. Il futuro dell’attaccante dell’Adelaide United è già scritto: dalla prossima estate vestirà la maglia del Bayern Monaco, che lo ha bloccato con largo anticipo con un investimento da record per la A-League.

Non è difficile capire perché i tedeschi hanno deciso di puntare forte su questo ragazzo nato in Tanzania ma cresciuto a Perth: il suo sinistro, dinamite pura, ha permesso a Irankunda di raggiungere la doppia cifra tra i professionisti prima di aver compiuto 18 anni e gli è valso la prima convocazione con l’Australia nel 2023. Abile a destreggiarsi su entrambe le fasce, si è fatto notare anche per le sue doti sulle palle inattive, attirando l’interesse del Chelsea prima della firma col Bayern. 

La maggior parte dei giovani calciatori può solo sognare di allenarsi quotidianamente con Lionel Messi: un privilegio raro per un ragazzino in rampa di lancio come Benjamin Cremaschi, compagno di squadra dell’otto volte Pallone d’Oro nell’Inter Miami.

Quando Messi è arrivato in Florida Cremaschi era già un perno del centrocampo di Miami ma la sua crescita nella seconda parte della MLS 2023 è strettamente correlata alla forte affinità creatasi con Leo sul campo. Un rapporto che potrebbe proseguire anche a livello internazionale visto che Cremaschi potrebbe decidere di rappresentare l’Argentina anche se la sua preferenza dovrebbe ricadere sulla Nazionale statunitense, con la quale ha già esordito in un’amichevole contro Oman nel settembre del 2023.

L’unico bagliore nella stagione più grigia per il Rosenborg degli ultimi 30 anni: Sverre Nypan è riuscito a sbocciare tra mille difficoltà, assurgendo al ruolo di leader tecnico nonostante la giovanissima età. Oggi, tagliato il traguardo dei 17 anni, si ripresenta ai nastri di partenza dell’Eliteserien 2024 con lo status di attrazione principale non solo del glorioso club di Trondheim ma dell’intero campionato. 

Il paragone con Odegaard, immediato e inflazionato, non sembra scalfire la tranquillità del ragazzo cresciuto nelle giovanili del Rosenborg fino a diventare nel 2022 il più giovane esordiente della storia dei Troillongan. Praticamente ambidestro, per visione di gioco e qualità nel palleggio è destinato a ben altri palcoscenici. Per informazioni rivolgersi a Rafaela Pimenta, che dopo Haaland ha tra le mani un altro gioiello made in Norvegia.

Se Claudio Echeverri è Batman, il suo Robin è senza ombra di dubbio Agustin Ruberto, l’altra metà della dolcissima mela raccolta dal River Plate. Partner in-crime del Diablito anche con l’Argentina Under 17, vincitore del premio Golden Boot agli ultimi Mondiali di categoria in Indonesia con 8 goal, Ruberto è un centravanti rapido ed opportunista, che ha nell’area di rigore il suo habitat naturale. 

Le porte della prima squadra si sono schiuse ad inizio 2024, per un anno di apprendistato alle spalle di Miguel Borja. Il River lo ha già blindato con una clausola da 30 milioni di euro: un monito perentorio per i tanti club europei che hanno segnato il suo nome in agenda.

Il settore giovanile dell’Ajax è rinomato per la sua capacità di coltivare centrocampisti dal grande tasso tecnico ed esterni offensivi fantasiosi, non per la produzione di prime punte. Un trend che potrebbe cambiare con l’ascesa di Julian Rijkhoff, la cui crescita però è stata agevolata anche dall’esperienza al Borussia Dortmund.

Rijkhoff ha lasciato Amsterdam per trasferirsi nel club giallonero nel gennaio del 2021, dopo aver messo a ferro e fuoco le difese avversarie in Olanda giocando costantemente sotto età. Ha continuato a segnare con regolarità anche in Germania, firmando 65 goal in 79 partite con le giovanili del BVB, senza però riuscire ad affacciarsi in prima squadra. Da qui la decisione di tornare all’Ajax ad inizio 2024: il suo debutto in Eredivisie è ormai solo questione di tempo..

Dal Senegal alla Spagna, da Ndongane a Badajoz, un viaggio in cerca di una vita migliore reso possibile grazie ad una vincita alla lotteria: è l’incipit della favola di Assane, trasferitosi in Europa a soli tre anni per seguire papà Mossa. Il calcio gli ha permesso di costruirsi un futuro luminoso, arrivando a indossare la maglia del Betis: l’impatto con la Liga, due goal nelle prime due gare da titolare, è stato scintillante, tanto che il Brentford sembrava pronto già a gennaio a pagare i 30 milioni della sua clausola rescissoria.

L’appuntamento con la Premier League sembra solo rinviato: un’ala con le sue doti, sia dal punto di vista atletico che tecnico, sembra perfetta per un football veloce e dinamico come quello inglese.

Per Archie Gray giocare nel Leeds United è un affare di famiglia: suo padre, suo nonno e il suo prozio hanno tutti indossato la maglia dei Whites ma la sensazione è che il 18enne supererà ben presto i suoi parenti in termini di successi.

Archie aveva solo 15 anni quando Bielsa lo ha portato per la prima volta in panchina in Premier League ma ha dovuto attendere fino all’inizio di questa stagione per fare il suo esordio in prima squadra. Con Daniel Farke è diventato un pilastro del Leeds, giocando sia nel suo ruolo naturale, da centrocampista centrale, sia da terzino destro, mostrando grandissima duttilità. Le sue prestazioni hanno spinto Liverpool e Manchester United a muovere i primi passi per accaparrarsi il suo cartellino, anche se potrebbero non bastare 40 milioni di sterline per convincere il Leeds a privarsi del suo wonderkid.

Nel 2022, quando a Vincent Kompany fu chiesto chi, oltre Mbappe e Haaland, avrebbe potuto ambire al Pallone d’Oro in futuro, l’ex leggenda del Manchester City fece due nomi: il già lanciatissimo Gavi e l’allora semi-sconosciuto Julien Duranville, baby promessa dell’Anderlecht. Un endorsement che non può passare inosservato.

Kompany ha lanciato Duranville in prima squadra nel suo ultimo match alla guida dell’Anderlecht a maggio del 2022, e nella stagione successiva Julien è diventato il secondo più giovane marcatore della storia del club, alle spalle solo di Romelu Lukaku. A gennaio del 2023 il Borussia Dortmund, stregato dal suo potenziale, è arrivato a investire 8.5 milioni di euro per il suo cartellino e solo gli infortuni finora hanno frenato la sua ascesa. Ala esplosiva, imprendibile nell’uno contro uno, Duranville è considerato uno dei talenti più luminosi della nuova generazione in Belgio.

Diventare il più giovane esordiente di sempre in Premier League non è garanzia di successo ai massimi livelli, ma Ethan Nwaneri, attuale detentore del record, ha certamente tutte le credenziali per diventare molto più di una risposta da quiz.

Primo giocatore con meno di 16 anni a scendere in campo in Premier League nel giorno del suo debutto in Brentford-Arsenal nel settembre del 2022, Nwaneri ha le qualità per imporsi e ritagliarsi uno spazio importante nei Gunners nei prossimi anni. L’Arsenal ha dovuto difendersi dagli assalti di Manchester City e Chelsea la scorsa estate per trattenere il suo enfant prodige, che nell’ultimo periodo è stato inserito con maggior regolarità da Mikel Arteta nella lista dei convocati.

Nato a Londra da genitori di origini nigeriane, tecnicamente Ethan è uno di quei giocatori tecnici e fantasiosi che rubano l’occhio, incisivo sia da trequartista che da attaccante esterno.

Youssoufa Moukoko non è ancora riuscito ad imporsi nel modo in cui tanti avevano pronosticato quando ha fatto irruzione in prima squadra nel Borussia Dortmund dopo aver dominato a livello giovanile, ma al Signal Iduna Park sono convinti che il “nuovo Moukoko”, Paris Brunner, sarà in grado di mantenere anche tra i grandi le impressionanti medie realizzative garantite in questi anni a livello giovanile.

Il 18enne attaccante ha vissuto un 2023 da ricordare, vincendo Europei e Mondiali Under 17 con la Germania e portandosi a casa il premio di Miglior Giocatore del Torneo di entrambe le competizioni. 

In attesa che arrivi la sua chance in prima squadra, tanti top club europei stanno monitorando la posizione di Brunner a Dortmund: un talento purissimo che ha bisogno di evitare i problemi disciplinari che hanno condizionato la sua stagione se ha intenzione di non sprecare il suo enorme potenziale.

Se non avesse patito un infortunio al ginocchio a dicembre Ben Doak avrebbe trovato grande spazio nel Liverpool, visti i tantissimi problemi fisici con cui ha dovuto fare i conti Jurgen Klopp nella sua ultima stagione con i Reds. Ad ogni modo ciò che Doak ha lasciato intravedere sin dal suo arrivo nel 2022 ha creato grandi aspettative sul potenziale dell’ex ala del Celtic.

Più giovane scozzese ad aver mai giocato in Premier League, per il suo stile di gioco Doak è stato paragonato a Wayne Rooney e sono in molti a credere che il 18enne contribuirà a colmare il vuoto lasciato da Mohamed Salah, la cui partenza appare sempre più probabile a breve-medio termine.

L’ennesimo, straordinario prodotto del settore giovanile del Más Grande, un altro talento destinato a seguire il percorso di Echeverri verso il Vecchio Continente: la grande novità del 2024 in casa River Plate è l’esplosione di Franco Mastantuono, classe 2007, enganche adattato ad ala destra per ragioni tattiche. Un mancino fantasioso, estremamente dotato nell’uno contro uno, illuminante nell’ultimo passaggio.

E pensare che all’età di 8 anni aveva rifiutato la proposta del River Plate per continuare a giocare a tennis, il suo primo amore: d’altronde Franco era una promessa assoluta anche con la racchetta, tanto da essere nella top 10 del ranking nazionale di categoria. 

Se il presente è con i Millonarios, il futuro potrebbe essere in Spagna, visto che il Barcellona sembra essersi innamorato di lui.

Come guadagnare mezzo milione di followers su Instagram nel giro di poche ore? Basta debuttare a soli 17 anni col Barcellona e segnare al primo pallone toccato, come ha fatto Marc Guiu nell’ottobre del 2023. Una notte da sogno per il canterano nato a Granollers e cresciuto a La Masia. Non il classico predestinato, ma un ragazzo che con tanto lavoro e una buona dose di opportunismo è riuscito a scalare le gerarchie fino a diventare una risorsa per Xavi, che lo ha lanciato anche in Champions League venendo ripagato con un goal (seppur ininfluente ai fini del risultato) contro l’Anversa. 

Centravanti strutturato, veloce e potente, imperioso nel gioco aereo, dall’efficacia sempre più costante sotto porta: ha tutto per poter sfidare Vitor Roque e candidarsi ad ereditare un giorno lo scettro di Lewandowski.

Piccoli Lukaku crescono ad Anversa, ma in questo caso il Belgio non è terra natia: scorre sangue nigeriano nelle vene di George Ilenkihena, centravanti classe 2006 che il Royal Antwerp ha prelevato in estate dall’Amiens per 6,5 milioni di euro. In Francia dall’età di 3 anni, George ha doppia nazionalità, tanto da essere stato anche convocato per l’Under 16 transalpina. 

Nativo di Lagos come Osimhen, si ispira a Cristiano Ronaldo e Mbappé ma per la potenza sprigionata in accelerazione e per il mancino affilato ricorda principalmente il primo Lukaku. Nonostante le poche presenze da titolare, vista la concorrenza di un senatore come Vincent Janssen, è già arrivato in doppia cifra in stagione. La personalità non gli manca, il suo mantra, come raccontato a ‘Onze Mondial’, è “O vinco o imparo”.

“Un talento straordinario”: con questa parole Julian Nagelsmann nel gennaio del 2023 celebrò il battesimo da professionista, a 16 anni e 15 giorni, di Paul Wanner, il più giovane giocatore della storia del Bayern Monaco. D’altronde per arrivare così in alto a quell’età devi essere per forza speciale. Dal punto di vista tecnico parliamo di un 10 da far strabuzzare gli occhi: palla sempre incollata al piede, una padronanza nello stretto da capogiro, un mancino in grado di disegnare traiettorie poetiche. E l’esperienza in prestito all’Elversberg, in Zweite Bundesliga, gli sta permettendo di fortificarsi anche dal punto di vista atletico.

Il ct Ralf Rangnick sta facendo di tutto per convincerlo a scegliere l’Austria, lui che è nato a Dornbirn, praticamente al confine, ma ha percorso finora tutta la trafila delle nazionali giovanili tedesche fino all’Under 20. 

Il PSV ha fatto di tutto per difendersi dagli assalti del Feyenoord e dei tanti club europei interessati a questo trequartista classe 2005 con contratto in scadenza a giugno 2024. Considerato uno dei più promettenti talenti sfornati dall’incredibile settore giovanile del club di Eindhoven, Babadi è un giocatore estremamente tecnico, dal dribbling irriverente ma talvolta lezioso e discontinuo. Predilige le zolle interne del campo, da qui la tendenza a rientrare sul destro quando impiegato da ala sinistra.

Nato a Nijmegen ma originario della Sierra Leone, ha già raggiunto l’Under 21 olandese, segnando anche al debutto contro la Moldavia. Nonostante il grande traffico sulla trequarti sta riuscendo a ritagliarsi minuti importanti anche nel PSV, forte della stima di Peter Bosz.

Due infortuni seri, uno muscolare e uno alla spalla, hanno rallentato l’ascesa dell’estroso fantasista nato a Saint-Tropez da genitori di origini marocchine. Rivelazione della Ligue 1 2022/23, dopo aver superato i problemi fisici è pronto a vivere un 2024 da protagonista. 

Cresciuto nell’academy de La Diagonale divorando  video di Ronaldinho e Messi, Eliesse può occupare praticamente tutti i ruoli a sostegno della prima punta, sia partendo da sinistra che da zone centrali.

Veloce, dribblomane, imprevedibile, a volte ancora troppo leggero: sul suo profilo Instagram fino a qualche mese  fa si definiva “un artista”, a sottolineare come il calcio per lui sia pura forma di espressione del suo talento innato.

In termini di talento assoluto, Simone Pafundi è indubbiamente uno dei prospetti più importanti prodotti dal calcio italiano negli ultimi anni. Ma per avere l’occasione di dimostrarlo il golden boy di Monfalcone ha dovuto decidere di lasciare, almeno momentaneamente, lo Stivale. Lui che era stato ritenuto da Mancini pronto per esordire con la Nazionale maggiore nel novembre del 2022 (diventando il più giovane debuttante dal 1911 ad oggi) ma non da Sottil e Cioffi per entrare nelle rotazioni dell’Udinese 2023/24. Un paradosso risolto a gennaio col passaggio in prestito al Lausanne-Sport, dove ha già iniziato a far intravedere le sue innate doti tecniche.

Il sinistro è il pennello con il quale dipinge calcio, galleggiando tra le linee da trequartista o rientrando da destra per sprigionare il suo talento. Il tempo è dalla sua parte, gli esempi di Dimarco e Calafiori, tornati maturati dalle esperienze in Svizzera, lasciano ben sperare.

Il Brighton è considerato una delle società europee più attente e coraggiose per quanto riguarda gli investimenti nei giovani talenti e lo sviluppo di potenziali stelle da rivendere a cifre esorbitanti. Ma in questa stagione è uno dei suoi ragazzi cresciuti in casa, Jack Hinshelwood, ad aver catturato maggiormente l’attenzione,

A soli 18 anni Jack, che proviene da una famiglia di calciatori, ha impressionato nel centrocampo di De Zerbi, dimostrando anche grande duttilità e versatilità quando il tecnico italiano lo ha adattato al ruolo di terzino destro. Hinshelwood ha confermato anche tra i grandi di avere un discreto senso del goal e se riuscirà a proseguire nella sua crescita potrebbe sicuramente ambire a un posto nel centrocampo dell’Inghilterra del futuro.

Figlio d’arte - il papà Élie, attaccante della Nazionale ivoriana, ha girovagato tra Ligue 1 e Ligue 2 per anni, vantando anche un’esperienza in Italia nell’Arezzo - Tiémoué Bakayoko, suo compagno di squadra al Lorient, lo ha paragonato a Kylian Mbappé per la sua maturità, definendolo semplicemente “un fenomeno”.

A soli 17 anni, nonostante un fisico esile e ancora in fase di sviluppo, è già un punto di riferimento per la fase offensiva de Les Merlus, nonostante qualche inevitabile passaggio a vuoto, fisiologico per un ragazzo così giovane alla sua prima vera esperienza tra i professionisti dopo il debutto alla fine della scorsa stagione.

Trequartista, seconda punta o anche falso nove, il suo idolo è Neymar, per tecnica e creatività, ma ha ammesso di studiare anche i movimenti e la capacità di finalizzazione di Benzema.

Il futuro pilastro della difesa della Juventus, un progetto di campione: aspettative altissime accompagnano la crescita di Dean Huijsen, che i bianconeri hanno girato in prestito alla Roma a gennaio per trovare minuti importanti. 

E ora De Rossi si è letteralmente innamorato di lui. “Dove può arrivare Huijsen? Non ci sono limiti, perché ha un livello di conoscenza, di lettura, di gioco, che difficilmente insegni a un giocatore in prima squadra. Sembra un giocatore di 30 anni. Per me potrebbe fare il centrocampista”.

Nato ad Amsterdam, trasferitosi a soli 5 anni in Spagna, Dean è cresciuto nella cantera del Malaga prima dell’approdo in Italia. A febbraio ha scelto di cambiare Nazionale per indossare la maglia delle Furie Rosse.

Salvo sorprese, un giorno la maglia numero 9 del Milan sarà sua: Francesco Camarda, centravanti classe 2008, il più giovane esordiente della storia della Serie A e del Milan, record quest’ultimo sottratto a una leggenda come Paolo Maldini. Un’autentica macchina da goal, capace di realizzare oltre 500 goal nelle varie competizioni giovanili con i rossoneri, sempre bruciando le tappe, tanto da giocare costantemente sotto età. 

Il profilo è quello dell’attaccante moderno, strutturato fisicamente ma in possesso di un’ottima tecnica di base e, ovviamente, di uno spiccato senso del goal. I suoi modelli? Ronaldo Il Fenomeno, Suarez, Benzema e ovviamente Marco Van Basten: d’altronde Francesco è sempre stato tifosissimo del Milan, tanto da essere stato immortalato in Curva Sud a seguire l’ultimo Milan-Bologna. Non è ancora arrivata la tanto attesa firma sul primo contratto da professionista ma il club rossonero conta di blindarlo nelle prossime settimane, nonostante il forte pressing del Borussia Dortmund.

In Argentina un soprannome può segnarti a vita: e per chi gioca a calcio ai giorni d’oggi non esiste appellativo più ingombrante di “Pulga”, Pulce. Anche per Gianluca Prestianni, folletto classe 2006 che il Velez ha lanciato tra i grandi a soli 16 anni, non deve essere facile reggere il peso dei paragoni: di Messi ce n’è e ce ne sarà solo uno, ma il ragazzo nativo di Ciudadela vuole scrivere la sua storia a suon di dribbling e guizzi. 

A gennaio per lui si sono aperte le porte del Vecchio Continente, con il Benfica che ha deciso di investire circa 11 milioni di euro (bonus compresi) per portarlo in Europa, blindando subito il suo nuovo gioiello con una clausola-monstre da 100 milioni di euro. Tra i suoi estimatori anche Roberto Mancini, che ha cercato invano lo scorso anno di convincerlo a vestire la maglia dell’Italia. 

Giugno 2023, Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, al galà di apertura del calciomercato indica un nome come possibile rivelazione della Serie A: “Prendete Valentin Carboni al fantacalcio”. E il giovanissimo trequartista argentino, prestato al Monza, sta dimostrando di avere le carte in regola per lasciare il segno nella massima serie. 

Figlio e fratello d’arte (il papà Ezequiel lo abbiamo visto in Europa con le maglie di Catania e Salisburgo, il fratello Franco è attualmente alla Ternana), Valentin è una mezzapunta elegante, dal sinistro educatissimo e dalle buone doti balistiche. Il ct Scaloni, che lo aveva inserito anche nella lista dei pre-convocati per il Mondiale in Qatar, lo considera già oggi una risorsa per la Nazionale Campione del Mondo.

Un autentico fenomeno di precocità: a 15 anni e 94 giorni Amara Diouf, subentrando a Cheikh Sabaly durante la sfida contro Ruanda nel Settembre del 2023, è diventato il più giovane debuttante di sempre della Nazionale senegalese. Pochi mesi prima aveva superato il record di Osimhen chiudendo la Coppa d’Africa Under 17 a quota 5 goal, uno in più del nigeriano. 

Attaccante esterno o seconda punta, velocissimo e dal dribbling ubriacante, In patria lo considerano l’erede naturale di Sadio Mané, che come lui ha mosso i suoi primi passi nella Generation Foot, a Dakar. Il suo futuro, nonostante l’interesse di squadre come Real Madrid, Barcellona, Manchester City e Arsenal, sarà in Ligue 1: dal 1 luglio 2026 vestirà la maglia del Metz, che vanta un canale preferenziale con il club senegalese.

Dall’alto dei suoi 191 centimetri, con quelle leve lunghe e il passo elegante, è difficile che possa passare inosservato: Assan Ouedraogo, tedesco di origini burkinabé, è probabilmente l’unico raggio di sole che ha illuminato Gelsenkirchen in questa stagione, almeno finché un grave infortunio alla caviglia non lo ha costretto a fermarsi, costringendolo a saltare anche i Mondiali Under 17.

Centrocampista box-to-box dotato di fisico e tecnica, lo Schalke è consapevole che la Zweite Bundesliga non può che stargli stretta: per lui c’è già la fila, con le milanesi che hanno preso informazioni nei mesi scorsi, il Lipsia, sempre attento ai giovani talenti, ma anche diversi club inglesi. 

Il calcio svedese non sta attraversando certo il suo momento migliore dopo la cocente eliminazione nelle qualificazioni a Euro 2024 ma la speranza è che la nuova generazione, con Lucas Bergvall come potenziale leader, possa riportare la Svezia ad alti livelli.

Il diciottenne, che qualche anno fa aveva sostenuto anche un provino con il Manchester United, ha bruciato le tappe: dal debutto nella seconda divisione svedese con il Brommapojkarna al Djurgarden, con il quale ha ben impressionato nella sua prima esperienza nella massima serie, fino al trasferimento milionario al Tottenham, che ha versato 8.5 milioni di sterline per mettere le mani sul giovane centrocampista centrale dei Blåränderna.

Le sue caratteristiche sembrano sposarsi alla perfezione con lo stile di gioco veloce e propositivo di Ange Postecoglu: un matrimonio che Lucas ha fortemente voluto, tanto da rifiutare le avances del Barcellona. 

Il Rennes si conferma un serbatoio incredibile per il calcio francese e, più in generale, per il panorama europeo: l’uomo-copertina ora è Désiré Doué, prodotto del vivaio del club bretone, che a soli 18 anni vanta già quasi 70 presenze in prima squadra in gare ufficiali. Nato in Francia da genitori di origini ivoriane, è un centrocampista offensivo che ha forza nelle gambe e un ottimo controllo con entrambi i piedi nella conduzione palla, spiccata creatività e ottime doti balistiche. 

Il Bayer Leverkusen a gennaio era pronto a sborsare 20 milioni di euro per portarlo subito in Bundesliga ma Florian Maurice, direttore sportivo del Rennes, ha subito rispedito al mittente l’offerta.

Désiré non è l’unico calciatore della famiglia Doué: anche suo fratello maggiore Guéla gioca nel Rennes, mentre suo cugino Yann Gboho milita nel Tolosa.

Il prototipo dell’ala brasiliana, brevilineo, sgusciante, imprendibile in campo aperto: i riflettori su Estevão Willian, classe 2007, si sono accesi ben presto, sin da quando Nike lo ha messo sotto contratto a soli 10 anni.

Il soprannome di ‘Messinho’ lo ha accompagnato nella sua scalata verso il calcio professionistico ma oggi vuole farsi conoscere solo con il suo nome e per le sue doti. “Preferisce Estevão - ha spiegato Joao Paulo Sampaio, coordinatore dell’incredibile settore giovanile del Palmeiras - La questione Messinho è accantonata, ma il suo modo di giocare è molto simile a quello dell’argentino”.

Dopo aver fatto il suo debutto in prima squadra lo scorso dicembre, Estevão si candida ad essere una delle grandi attrazioni del prossimo Brasileirão.

Altro gioiello della Generazione d’Oro del Palmeiras, cresciuto al fianco di Endrick, Luis Guilherme è uno di quei giocatori che rubano l’occhio: tutto mancino, velocissimo con e senza palla (è arrivato a superare i 36km/h in partita), dotato di un tiro potente e preciso, dice di ispirarsi a Messi e Neymar ma in patria lo hanno accostato a Rivaldo. Un 10 che spesso viene impiegato sulla fascia destra, con libertà di tagliare in due le difese e convergere sul piede forte.

Ormai inserito in pianta stabile in prima squadra, Luis Guilherme, come Estevão Willian, sarà uno dei talenti più osservati del prossimo campionato brasiliano, anche se si parla con insistenza di un forte interesse del Liverpool per questo classe 2006 seguito in passato con grande attenzione anche da Manchester United, Chelsea, Real Madrid e Barcellona.

Che Lewis Miley fosse speciale era cosa nota per chiunque avesse avuto modo di visionare le squadre giovanili del Newcastle negli ultimi anni, ma probabilmente nessuno o quasi avrebbe potuto immaginare un impatto così immediato in prima squadra per questo 17enne che Eddie Howe ha deciso di lanciare in questa stagione vista anche la squalifica di Sandro Tonali.

Elogiato dal manager dei Magpies per la sua innata intelligenza calcistica e l’impressionante tranquillità sul rettangolo di gioco nonostante la giovanissima età, Miley è diventato un titolare inamovibile del centrocampo di Howe, ripagando la fiducia del tecnico con un paio di performance di altissimo livello in Champions League, contro Milan e PSG. Più giovane marcatore della storia del club in Premier League, dopo aver firmato a gennaio un rinnovo pluriennale Miley è destinato ad essere uno dei pilastri del Newcastle del futuro.

Anche se gli anni migliori sembrano ormai alle spalle per la generazione d’oro del Belgio, il futuro dei Diavoli Rossi sembra destinato ad essere ancora decisamente luminoso, visti i tanti ragazzi emersi in quest’ultimo periodo. Uno dei più impressionanti è sicuramente Arthur Vermeeren, centrocampista che l’Atletico Madrid ha strappato a gennaio alla concorrenza di Manchester United e Barcellona versando 18 milioni nelle casse dell’Anversa.

Protagonista nel double conquistato dal club belga nella stagione 2022/23, Vermeeren è stato il punto di riferimento della mediana della squadra allenata da Mark Van Bommel sin dalla sua prima presenza tra i grandi.

Vertice basso o regista in un centrocampo a due, Vermeeren riesce ad abbinare quantità e qualità: un profilo che sembra avere tutte le carte in regola per diventare un titolare della Nazionale belga e dei Colchoneros.

“Franz Beckenbauer Cubarsí”: il commento su Instagram da parte di João Cancelo, dopo la strabiliante prestazione contro il Getafe, ha contribuito ad alzare l’attenzione a livello internazionale sulla crescita spaventosa dell’ennesimo baby-prodigio made in La Masia. Pau nel giro di poche settimane è diventato un autentico pilastro del Barcellona di Xavi, che stravede per le doti tecniche di questo ragazzo catalano che gioca con la personalità e la tranquillità di un veterano: “È il miglior difensore palla al piede che abbiamo. È fantastico vederlo giocare e ha solo 17 anni. Raramente sbaglia un passaggio”.

Ronald Araujo lo ha paragonato a una leggenda come Gerard Piqué, anche se Pau ha avuto modo di studiare da un’altra icona blaugrana come Rafa Marquez, suo allenatore nel Barcellona Atlètic. Dopo aver annullato Osimhen in Champions League è arrivata anche, a furor di popolo, la prima convocazione con la Nazionale spagnola.

L’equilibratore che ogni allenatore vorrebbe in squadra: Gabriel Moscardo, ‘volante’ del Corinthians, non è mai stato un giocatore appariscente, non è un talento da  “Goals&Skills” su YouTube, ma è probabilmente l’ingrediente segreto nella ricetta per costruire una squadra vincente. Lo hanno definito il “Rice brasiliano”, per alcuni è l’erede designato di Casemiro nella Seleçao: un mediano d’ordine, con un incredibile QI calcistico, che gli permette di avere letture non comuni per un ragazzo con sole 25 presenze tra i professionisti alle spalle.  

Nonostante un serio infortunio al piede, il PSG a gennaio ha investito 20 milioni di euro per il suo cartellino, lasciandolo in prestito al Timão fino a giugno. Al calcio Gabriel ha affiancato gli studi in economia aziendale: “Ho studiato anche inglese per 5 anni, sono certo che a luglio parlerò anche francese”, ha assicurato ai canali ufficiali del PSG.

"Guillaume, è calmo. Ho l'impressione che abbia 200 partite in Ligue 1. Mi ricorda Fabien Barthez, da giovane, era calmo. Commetterà degli errori, come tutti, ma ha questa grande maturità”. Parole importanti quelle spese da una leggenda come Thierry Henry, ct dell’Under 21 francese, nei confronti di Restes, scelto come numero uno della sua Nazionale. Una decisione che evidenzia ulteriormente la straordinaria stagione del giovanissimo portiere del Tolosa, uno dei migliori della Ligue 1 nonostante abbia appena compiuto 19 anni.

Nato e cresciuto nel capoluogo dell’Occitania, Guillaume è un portiere moderno, reattivo ed esplosivo tra i pali, estremamente dotato con i piedi e, come sottolineato da Henry, incredibilmente maturo per la sua età. I paragoni si sprecano: da Barthez a Bernard Lama (uno dei suoi soprannomi è Béber, in onore dell’ex numero 1 del PSG), da Alban Lafont (prodotto del vivaio biancomalva come lui) a Mike Maignan. Il futuro della Francia è anche nelle sue mani.

Il Chelsea ha dimostrato di non aver paura di investire grandi cifre per accaparrarsi le stelle del futuro e se parliamo di Kendry Paez ci troviamo davanti a una vera e propria gemma.

Il baby fenomeno ecuadoriano si unirà ai Blues nell’estate del 2025: 17 milioni di sterline la cifra stanziata dal club londinese per portare a Stamford Bridge il sedicenne fantasista dell’Independiente del Valle. 

Paez è considerato potenzialmente la prima superstar globale del calcio ecuadoriano e i primi passi nel calcio professionistico sono stati assolutamente in linea con le aspettative. Ha esordito in Nazionale a 16 anni e 131 giorni, diventando il secondo più giovane di sempre di una nazionale sudamericana dopo Diego Maradona, e nell’ottobre 2023 è diventato il più giovane marcatore della storia delle qualificazioni mondiali della CONMEBOL. 

Un talento generazionale, dotato di un sinistro celestiale. Il suo idolo è Lionel Messi ma niente paragoni: “Io sono Kendry e voglio farmi un nome qui in Ecuador, continuando ad essere chi sono”.

Pochi giocatori possono vantare di avere nel proprio curriculum un goal-vittoria contro il Manchester United in Champions League segnato prima di compiere 18 anni: un momento memorabile che Roony Bardghji ha vissuto lo scorso novembre quando con un suo tiro nel finale ha piegato i Red Devils.

Una prodezza che ha permesso a Roony di farsi conoscere dal grande pubblico, dopo aver fatto breccia già da diversi anni nel cuore degli appassionati sia in Danimarca che in Svezia, la sua terra natìa.

Nel 2021 è diventato il giovane marcatore della storia della Superliga danese e in questa stagione ha già raggiunto, per la prima volta in carriera, la doppia cifra in termini di goal.

Non stupisce che Manchester United, Chelsea e diversi altri top club stiano monitorando i suoi progressi: un trasferimento nella prossima estate sembra ormai inevitabile.

Anche per un club come l’Ajax, la cui filosofia è sempre stata quella di sviluppare e lanciare in prima squadra i ragazzi delle giovanili, vedere un diciassettenne con la fascia di capitano in un match europeo è qualcosa di straordinario. Un traguardo che la dice lunga sull’incredibile maturità e personalità dimostrata da Jorrel Hato, destinato a diventare la prossima superstar prodotta dalla strepitosa academy dell’Ajax.

Pochi giorni dopo aver compiuto 18 anni il club lo ha blindato con un rinnovo fino al 2028, una decisione inevitabile visto il rendimento del ragazzo, tra i pochi raggi di luce in una stagione fin qui decisamente complicata. Hato è diventato un titolare insostituibile, meritandosi anche la chiamata di Koeman, che lo ha fatto esordire a novembre con la Nazionale maggiore.

Nonostante non sia fisicamente imponente, la sua capacità di leggere il gioco e la sua sicurezza in fase di costruzione gli hanno permesso di affermarsi come difensore centrale, anche se può giocare anche come terzino sinistro. Versatilità che lo rende ancora più appetibile per i grandi club, con l’Arsenal saldamente in prima fila.

Il soprannome di “Neymar norvegese” è piuttosto impegnativo ma Antonio Nusa sembra poter seguire le orme di Haaland e Odegaard e affermarsi come uno dei nuovi volti del calcio scandinavo. Finte, dribbling a mille all’ora, l’innata predisposizione ad accentrarsi da sinistra per rientrare sul piede forte: caratteristiche messe in mostra sin dai tempi dello Stabaek ed evidenziate ulteriormente nei suoi anni al Club Brugge, che dopo tre stagioni è pronto a far fruttare l’investimento fatto nel 2021.

La sua partenza in estate sembra inevitabile: il Tottenham è stato vicinissimo al suo acquisto in gennaio, offrendo 25 milioni di sterline, ma in estate la fila sarà numerosa. Nusa, che non ha trovato grande continuità quest’anno anche a causa di qualche problema fisico, a settembre ha debuttato anche nella Nazionale norvegese, segnando un goal e fornendo un assist nella sfida contro la Giordania.

“Leny Yoro è straordinario. Nella mia carriera non ho mai visto un giovane così maturo”: Paulo Fonseca, nell’intervista concessa a The Athletic, ha espresso tutta la sua ammirazione per il giovanissimo difensore, pilastro del suo Lille. 

Leny, nato in Francia a Saint-Maurice, sobborgo di Parigi, da genitori di origini ivoriane, è cresciuto in maniera esponenziale con l’allenatore portoghese, fino a diventare uno dei più corteggiati centrali difensivi d’Europa.Real Madrid e Liverpool lo hanno messo nel mirino già da mesi, affascinati dalle qualità di questo difensore che sembra avere tutte le carte in regola per avvicinarsi ai livelli d’eccellenza raggiunti da Varane e Saliba, giocatori simili a lui come caratteristiche fisiche e tecniche.

Leve lunghe, fisico slanciato e un’insospettabile qualità nel palleggio lo rendono un prospetto estremamente interessante per qualsiasi top team, soprattutto per chi cerca un centrale capace di costruire dal basso scegliendo linee di passaggio non banali. Nonostante la statura (190 centimetri) deve migliorare nel gioco aereo per poter diventare un giocatore dominante nel suo ruolo. 

Molti giovani talenti argentini hanno dovuto reggere la pressione di essere etichettati i “nuovi Lionel Messi” ma Claudio Echeverri sembra avere il talento e la personalità per poter tener fede alle aspettative.

La corsa al nuovo fenomeno del calcio argentino è stata vinta dal Manchester City, che ha perfezionato il suo acquisto a gennaio, lasciandolo libero di continuare il suo percorso nel River Plate fino alla fine del 2024. Sul ‘Diablito’ si erano mossi in maniera convinta anche Barcellona, PSG. Real Madrid e Juventus ma il City ha battuto la concorrenza versando 12.5 milioni di sterline nelle casse del club argentino.

Un talento che emoziona, un 10 d’altri tempi adattato al calcio moderno, in grado di giocare anche come esterno: le sue incredibili doti nell’uno contro uno e il suo innato senso del goal gli hanno permesso di dominare la scena a livello giovanile, come in occasione della tripletta realizzata contro il Brasile nell’ultimo Mondiale Under 17.

L’allenatore del River Plate Demichelis sembra intenzionato a puntare forte su di lui in questa stagione, che potrebbe spalancargli anche le porte della Nazionale maggiore in vista della Copa America. Intanto è già arrivato il primo goal in prima squadra, nella sfida contro il Gimnasia.

Quando lo scorso 23 dicembre, segnando al debutto da titolare con la maglia della Juventus contro il Frosinone, Kenan Yildiz ha esultato spalancando le braccia e mostrando la lingua il popolo bianconero ha eletto il suo nuovo idolo, una nuova speranza per un ritorno ai fasti del passato. “Del Piero è una leggenda, l’esultanza era ispirata a lui”, ha subito ammesso il gioiellino turco, che con Alex ha stretto amicizia tanto da sentirlo regolarmente al telefono dopo le partite della Juve. Un modello a cui ispirarsi, un esempio di classe e stile, in campo e fuori, da seguire con attenzione e rispetto. 

Allegri ha capito ben presto di avere tra le mani un potenziale fenomeno: lo ha coccolato in questi mesi, dandogli spazio e fiducia, ma lo ha anche bacchettato quando necessario. Kenan sarà uno dei volti della Juventus del futuro, uno dei talenti sui quali costruire un nuovo ciclo vincente. Un’intuizione geniale di Matteo Tognozzi, ex Scouting Manager del club bianconero, che nell’estate del 2022 ha convinto Kenan, allora baby prodigio in rottura col Bayern Monaco, a firmare con la Juve a parametro zero. Un affare che potrebbe rivelarsi epocale.

Trovare dei centrocampisti centrali affidabili è stato uno dei maggiori problemi del Manchester United nell’ultima decade ma l’esplosione di Kobbie Mainoo potrebbe essere finalmente la soluzione del rebus. Il modo in cui il diciottenne di Stockport è riuscito a inserirsi nell’undici di ten Hag, conquistando rapidamente una maglia da titolare, consolida senza dubbio la sua candidatura al ruolo di futuro leader del centrocampo dei Red Devils.

Cresciuto nel leggendario settore giovanile dello United, Mainoo ha scalato le gerarchie in questa stagione dopo aver messo alle spalle un infortunio alla caviglia che lo ha tenuto ai box per circa tre mesi. Ma da dicembre è diventato una pedina irrinunciabile per ten Hag, che lo ha scelto come partner ideale di Casemiro. 

Di Kobbie colpisce la grande tranquillità con la quale controlla e gestisce il pallone, sempre in maniera lucida ed efficace, ma si è fatto apprezzare anche per le doti balistiche, come in occasione dello splendido goal allo scadere contro il Wolverhampton.

Southgate lo sta monitorando anche se ha già fatto sapere di non voler bruciare le tappe: anche se non dovesse essere convocato per Euro 2024 l’attesa non sarà poi così lunga…

Da quando si è ritirato Ronaldo il Brasile non ha mai avuto un numero 9 affidabile e consacrato a livello internazionale, ma in Vitor Roque la Seleçao potrebbe aver finalmente trovato un possibile erede del ‘Fenomeno’. Una percezione dovuta in parte ai loro stili di gioco e in parte a i loro percorsi di carriera, ma senza dubbio il diciannovenne ha tutte le carte in regola per diventare un attaccante d’elite.

Come Ronaldo, Vitor è cresciuto nelle giovanili del Cruzeiro, ma poco dopo il suo esordio in prima squadra in Serie B si è trasferito all’Athletico Paranense, step che gli ha permesso di giocare nella massima divisione brasiliana. La crescita nel 2023 è stata impressionante e la raffica di goal segnati nelle varie competizioni (saranno 21 a fine anno) hanno spinto in estate il Barcellona a sborsare 35 milioni di euro, programmando l’arrivo del giovane centravanti per gennaio 2024.

Rapido, dinamico, implacabile nei sedici metri: di Vitor colpisce l’istinto da predatore dell’area di rigore, caratteristica già confermata nelle prime presenze con il Barcellona. Data la carta d’identità non più verdissima di Robert Lewandowski, ci si aspetta che Vitor possa raccogliere l’eredità del polacco nei prossimi anni. E vestire la maglia numero 9 del Brasile, ovviamente…

Il Real Madrid negli ultimi anni si è specializzato nell’acquisto di giovani, potenziali superstar e per questo non è stata una sorpresa vedere il club madrileno aggiudicarsi la corsa al cartellino di Arda Guler nell’estate del 2023. Il talento turco era stato corteggiato da mezza Europa nei precedenti 18 mesi ed è facile intuire il perchè.

Sin dalla stagione 2021/22, la sua prima tra i professionisti con il Fenerbahce, nel corso della quale è diventato anche il più giovane marcatore di sempre del club, Arda è stato ripetutamente accostato a Mesut Ozil, anche se c’è chi è andato oltre, definendolo il “Messi turco”, vista la sua classe cristallina, le sue doti nel dribbling e la sua capacità di fornire assist illuminanti anche in spazi strettissimi.

Nonostante non sia mai stato considerato un titolare fisso Guler è riuscito a segnare 9 goal e fornire 12 assist nelle sue due stagioni in prima squadra, partecipando di fatto a un goal ogni 91 minuti in campo. Efficacia che ha convinto il Real Madrid a pagare 20 milioni di euro per portarlo al Santiago Bernabeu.

I tifosi del Real hanno visto finora solo sprazzi del suo potenziale a causa della serie di infortuni che ha condizionato i primi sei mesi di Guler in Spagna. Ma adesso che ha ritrovato la forma sta iniziando a ritagliarsi il suo spazio nelle rotazioni di Ancelotti, che lo considera al momento un’arma da giocarsi a gara in corso più che un’opzione per l’undici titolare. Più centrale il suo ruolo nella Turchia, con Montella che sembra pronto ad affidargli le chiavi della Nazionale in vista di Euro 2024.

La stagione 2023-24 del Bayern non sta andando secondo i piani della dirigenza bavarese. Ma una delle note positive di questa annata all’Allianz Arena è stata la crescita continua di Mathys Tel, che ha inanellato una serie di prestazioni decisive pur senza essere ancora riuscito a convincere Tuchel ad affidargli una maglia da titolare.

Dopo aver trascorso i primi anni nelle giovanili del Rennes giocando da difensore centrale, Tel ha cambiato ruolo durante l’adolescenza e da allora non ha più abbandonato gli ultimi metri di campo. A 16 anni ha infranto il record di Eduardo Camavinga diventando il più giovane esordiente di sempre con il club francese: sono bastate 7 presenze per convincere il Bayern a sborsare 20 milioni di euro per portarlo in Germania nell’estate del 2022.

Nelle sue prime due stagioni in Baviera Tel è stato utilizzato principalmente come arma dalla panchina ma si è sempre fatto trovare pronto, risultando spesso decisivo: dati alla mano ha partecipato di media a un goal ogni 90 minuti col Bayern e anche se per alcuni un prestito sarebbe stato più utile per la sua crescita non c’è dubbio che Tel possa diventare un giocatore chiave per il Bayern nella rifondazione che verrà guidata dal successore di Thomas Tuchel.

A suo agio sia da attaccante esterno che da punta centrale, per il suo dinamismo e le sue doti nel dribbling Tel è stato paragonato a Kylian Mbappé, ma per alcuni la sua incredibile freddezza sotto porta ricorda quella di Karim Benzema. Ha guidato la Nazionale francese alla gloria negli Europei Under 17 del 2022 e nonostante la folta concorrenza il suo destino sembra quello di essere il partner designato di Mbappé nell’attacco del futuro della Francia, un duo che promette di seminare il panico a livello internazionale.

Ben presto Kylian Mbappé non giocherà più nel Paris Saint-Germain e per questo i Campioni di Francia saranno chiamati a trovare nuove stelle per guidare la squadra nella prossima era al Parco dei Principi. Il volto del PSG del futuro però è già in casa: Warren Zaire-Emery è destinato a diventare il go-to-guy del club parigino nella prossima decade.

Non sono molti i giovani talenti cresciuti in casa che hanno trovato spazio nel PSG in questi ultimi anni ma da quando Zaire-Emery, che all’epoca aveva solo 15 anni, ha dominato la scena in UEFA Youth League nel 2021, la sua ascesa è stata inarrestabile. Più giovane debuttante e marcatore della storia del club parigino, Zaire-Emery è diventato inamovibile con Luis Enrique in questa stagione, secondo solo a Mbappé per importanza all’interno della rosa. 

Le prestazioni in Champions League di Zaire-Emery hanno cancellato i dubbi sulla sua mancanza di esperienza internazionale: Warren è stato uno dei migliori sia nella fase a gironi che nella doppia sfida con la Real Sociedad. Ed è proprio grazie alle sue performance nella massima competizione europea che Didier Deschamps ha deciso di farlo esordire con la Nazionale maggiore a novembre, e il talento del PSG ha ripagato la fiducia del ct andando subito a segno.

Centrocampista completo, Zaire Emery è in grado di dettare il gioco giostrando davanti alla difesa ma ha dimostrato di avere gamba e tempi di inserimento per rendersi pericoloso anche in zone più offensive. Già oggi è uno dei migliori passatori d’Europa: non a caso Pep Guardiola, suo estimatore sin da tempi non sospetti, ha cercato di portarlo al Manchester City negli anni scorsi. E se il PSG non dovesse riuscire a riconfermarsi ai massimi livelli dopo la partenza di Mbappé non è da escludere che il City possa tornare alla carica per Zaire-Emery nei prossimi anni.

Un entusiasmo come quello attorno ad Endrick in Brasile non si vedeva dai tempi dell’esplosione di Neymar al Santos: l’attaccante del Palmeiras viene considerato ormai da due anni come la prossima superstar del calcio brasiliano. Giudizio condiviso anche dal Real Madrid, che a gennaio del 2023 ha deciso di pagare i 60 milioni di euro della clausola per mettere le mani sul ragazzo.

Il suo passaggio in Europa non si completerà prima dell’estate prossima, ma l’attesa dei madridisti per l’arrivo del diciassettenne è spasmodica, specialmente dopo aver visto Endrick spingere il Palmeiras al titolo con i suoi goal. Dopo una partenza a rilento, il giovane prodigio nato a Taguatinga ha trascinato la sua squadra nel momento cruciale, chiudendo il Brasileirao con un bottino di 11 reti.

Più giovane giocatore della storia del Palmeiras, Endrick ha fatto ammattire le difese avversarie: può superare qualsiasi difesa con le sue doti nell’uno contro uno e il suo innato senso del goal, che lo porta inevitabilmente a rendere al meglio quando impiegato da punta centrale.

A novembre del 2023 Endrick è diventato il più giovane giocatore ad essere convocato dalla Seleçao sin dai tempi di Ronaldo e nonostante le tante alternative offensive appare scontato che il suo ruolo nella nazionale brasiliana diventerà sempre più centrale negli anni a venire. 

Crescendo al fianco di giocatori come Jude Bellingham, Vinicius Jr e, potenzialmente, Kylian Mbappé, Endrick avrà la possibilità di trasformarsi ben presto in un vero Galactico.

Nonostante abbia solo 16 anni, il nome di Lamine Yamal risuona in casa Barcellona da diverso tempo. Ed è probabilmente la prima volta che La Masia è riuscita a sfornare un giocatore con il potenziale per diventare per davvero l’erede di Lionel Messi. 

Raggiungere i livelli dell’otto volte Pallone d’Oro sembra un traguardo impossibile per chiunque ma non ci sono dubbi sul fatto che Yamal possa essere un talento generazionale per il calcio spagnolo e internazionale.

La lista dei record stracciati da Yamal, a soli 16 anni, è chilometrica: più giovane titolare della storia del Barcellona, il più giovane marcatore della storia del club e della Liga, il più giovane a giocare dal primo minuto un match di Champions League e il più giovane debuttante e marcatore della storia della Nazionale spagnola. Semplicemente impressionante.

Per il suo stile di gioco Yamal non può che ricordare Messi: come lui ama partire da destra per tagliare e rientrare sul piede forte, il mancino, con cui è capace di disegnare traiettorie poetiche. Baricentro basso, predisposizione innata all’uno contro uno, visione di gioco e doti balistiche fuori dal comune: il goal messo a segno contro il Mallorca, tremendamente simili a uno dei tanti realizzati da Messi in carriera, è solo un assaggio delle sue incredibili qualità. 

La strada sembra spianata: Lamine Yamal è la superstar sulla quale il Barcellona può costruire la prossima era di successi. Ovviamente i blaugrana dovranno essere attenti alla gestione del ragazzo, per evitare che un eccessivo utilizzo possa portarlo ad avere problemi fisici come accaduto con altri talenti negli ultimi anni, su tutti Pedri. 

Ma allo stato attuale nessuna giovane promessa ha il potenziale di Lamine Yamal: un talento unico, il vincitore indiscusso di NXGN 2024.