Robert Lewandowski Borussia Dortmund Real Madrid 24042013Getty

Quando Lewandowski demolì Mourinho e il Real Madrid in semifinale di Champions

Fino al 24 aprile 2013, mai nessuno era riuscito a segnare quattro goal in una semifinale della Champions League. Poi è arrivato un attaccante polacco, che aveva sfiorato l’approdo in Italia ed era invece diventato la punta di diamante del Borussia Dortmund di Jürgen Klopp che stava stupendo la Germania e il mondo. Aveva bisogno di un’occasione speciale per vivere una delle notti più incredibili della sua carriera. Una notte iniziata con i colori del Muro Giallo, terminata con le quattro dita al cielo di Robert Lewandowski , mattatore del Real Madrid di José Mourinho con un poker rimasto nella storia.

Una di quelle notti perfette, dall’inizio alla fine. Quattro goal in 66 minuti, una tripletta nello spazio di 17 nel secondo tempo. Certo, rispetto ai famosissimi cinque in 9 minuti contro il Wolfsburg di un paio d’anni più tardi sembra quasi un gioco da ragazzi. Affatto. Il BVB era la sorpresa della competizione, veniva dal goal di Felipe Santana che aveva eliminato il Málaga in extremis nel recupero dei quarti. Il Real Madrid, invece, era alla caccia di quella maledetta décima, diventata una vera e propria ossessione, un tabù sfatato un anno più tardi da Carlo Ancelotti. Il 2013 sembrava l’anno buono. Non lo fu.

In un decennio dominato dal calcio spagnolo - con sporadiche eccezioni e apparizioni italiane o inglesi in finale - il 2013 fu l’anno di grazia del calcio tedesco. Il 23 aprile 2013 il Bayern Monaco aveva ridicolizzato il Barcellona all’Allianz Arena. Il giorno dopo, al Westfalenstadion, sarebbe toccato al Real Madrid fare la stessa fine dei poco amati rivali.

Quattro goal incassati senza riuscire a capirci nulla. Nel giro di un battito di mani. Subito Lewandowski, dopo 8 minuti, in allungo sul suggerimento di Götze. Di nuovo lui, a inizio ripresa, abbandonato in area. Poi il terzo, spostandosi la palla con la suola in area per eludere, prima di completare l’opera dal dischetto. Tutti goal diversi, come lui stesso ha voluto sottolineare nei giorni seguenti la partita. Il terzo, però, ha avuto qualcosa di speciale. E fu lo stesso Klopp a sottolinearlo.

“Non ho mai visto un goal così bello , assolutamente incredibile”.

Robert Lewandowski Borussia Dortmund - Real Madrid 04242013 Champions LeagueGetty Images

II Real Madrid le provò tutte o quasi, ma non riuscì a capirci quasi nulla. Mourinho, prima della gara di ritorno, sottolineò un aspetto in particolare: zero falli commessi su di lui.

“Non gli abbiamo mai fatto nemmeno un fallo, siamo stati troppo delicati”.

Non lo prendevano mai, non lo trovavano mai. La difesa provò ad aggrapparsi anche a delle proteste verso l’arbitro Kuipers e il guardalinee dopo il 2-1, in sospetto fuorigioco. Neanche la fortuna fu clemente con Ramos, Varane e Pepe. Lo stesso Pepe che aveva quasi pregato Lewandowski di smettere di segnare a fine partita, come rivelò il polacco. Perché quattro, per uno con la sua fame, non bastavano.

“Durante uno degli ultimi calci d’angolo, Pepe si avvicinò e mi disse che quattro goal erano già abbastanza”.

Quattro, come le dita alzate al cielo dopo aver trafitto un incolpevole Diego Lopez con l’ultimo rigore. L’anno prima, all’Olympiastadion, aveva mostrato il ‘tre’ per una tripletta in un’altra grande occasione, la finale di DFB-Pokal. Un’abitudine per il “Mago giallonero”, come lo definì ‘Der Spiegel’ sulla sua apertura dopo aver annichilito i Merengues.

Digitando ‘Lewandowski best game ever’ su Google, il primo risultato è il video dei cinque in 9 minuti. A Madrid, però, la pensano diversamente. Tanto che per provare a neutralizzarlo negli anni scorsi hanno pure pensato di acquistarlo. Missione fallita. Pochi mesi dopo quel poker, Klopp annunciò la cessione del polacco al Bayern Monaco a parametro zero. L’addio non gli è mai stato perdonato dai tifosi gialloneri, che ogni volta lo riaccolgono tra i fischi. E lui, puntualmente, segna. Come ha fatto in quattro anni sotto il ‘Muro Giallo’ e in quella notte indimenticabile.

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