Jose Chilavert Paraguay 1998Getty Images

José Luís Chilavert, il portiere specialista dei calci piazzati candidato a presidente

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Non si accontentava di effettuare strepitose parate, ma spesso le partite le decideva anche segnando goal decisivi su rigore o su calcio di punizione, di cui divenne uno specialista. Tanto amato nel suo Paese, il Paraguay, era spesso 'odiato' sportivamente dai suoi avversari, che affrontava sempre a muso duro, quasi azzannandoli come un 'bulldog', il soprannome che gli venne dato, e talvolta sopportato a fatica persino dai suoi stessi compagni, cui non risparmiava rimproveri in caso di errori.

José Luís Chilavert era così, un duro dei pali capace di diventare il secondo portiere più prolifico della storia del calcio e al contempo di essere eletto per 3 volte negli Anni '90 del secolo scorso miglior portiere al mondo.

DALL'INFANZIA DIFFICILE ALLO SBARCO IN SPAGNA

Chilavert nasce a Luque, sobborgo di Asunción, la capitale del Paraguay, da cui dista circa 15 chilometri, il 27 luglio del 1965. La sua è una famiglia molto povera, e già all'età di 5 anni il piccolo José Luís aiuta la sua famiglia mungendo le mucche e poi vendendo il latte ricavato nel quartiere di Ñu Guazú, un sobborgo rurale di Luque. Può permettersi il primo paio di scarpe soltanto all'età di 7 anni.

L'unico modo per evadere da un'infanzia difficile e dalla povertà è allora giocare a calcio. Il fratello maggiore lo porta con sé e José Luís può confrontarsi con i ragazzi più grandi di lui, a patto che stia in porta. Lui accetta di buon grado ed è qui che inizia a sviluppare quella sensibilità nel piede mancino che gli consentirà di diventare un vero specialista dei calci piazzati.

La vita dura che conduce ne forgia il carattere, facendolo crescere in fretta. Nel 1980 entra a far parte delle Giovanili dello Sportivo Luqueño, club della sua città, ma ha già un fisico imponente e una qualità fra i pali fuori dall'ordinario. Alto un metro e 90 centimetri per 88 chilogrammi, a soli 15 anni debutta in Seconda divisione con la Prima squadra. Nel 1984 viene acquistato dal Guaraní di Asunción e si trasferisce nella capitale, facendo il suo esordio in Prima Divisione.

L'esperienza con gli Aurinegros è breve ma intensa, visto che Chilavert, che gioca in squadra assieme al fratello Rolando, vince subito il campionato del suo Paese. Dopo un'altra stagione, i confini nazionali iniziano a stargli stretti e il portierone paraguayano si trasferisce in Argentina con il San Lorenzo. Con 'El Ciclón' matura ulteriormente, piazzandosi due volte di seguito al 7° posto, e ottenendo successivamente un 2° e un 5° posto. 

Le prestazioni in costante ascesa attirano su di lui le attenzioni dei club europei. A puntarci nel 1988 dopo 122 presenze con i rossoblù sono gli spagnoli del Real Saragozza. A soli 23 anni l'impatto con il calcio europeo non è semplice ma Chilavert riesce a imporsi con personalità, e, nonostante non parta titolare, disputa una stagione più che positiva e si guadagna la convocazione nella Nazionale paraguayana.

José Luis ChilavertGetty

IL DEBUTTO IN NAZIONALE E I PRIMI GOAL

L'esordio con la Albirroja per il portierone è memorabile. Il 27 agosto 1989 si gioca la sfida di qualificazione ai Mondiali di Italia '90 contro la Colombia di René Higuita. E contro il portiere che con la sua interpretazione aveva rivoluzionato il ruolo del portiere, 'El Bulldog' sfodera una grande prestazione. Al Defensores del Chaco la partita è equilibrata e sembra destinata a concludersi sul punteggio di 1-1. Ma nel finale accade l'inaspettato. L'arbitro concede infatti un rigore al Paraguay per un'uscita fuori tempo di Higuita su un attaccante avversario.

Chilavert non si lascia sfuggire l'occasione di mettere in mostra le qualità che fino a quel momento non aveva mostrato da professionista e si porta sul dischetto. Ha soli 24 anni, ma con grande freddezza con il mancino spiazza Higuita, non uno qualunque, e regala alla sua Nazionale la vittoria per 2-1. Il successo non consente però all'Albirroja di conquistare il pass per Italia '90, visto che ai Mondiali ci vanno proprio i Cafeteros dopo aver vinto lo spareggio con Israele.

In quel momento nasce la leggenda del portiere goleador, con Chilavert che inizia a calciare regolarmente rigori e calci di punizione in qualsiasi squadra militi, con la rincorsa ritmata ad arrivare dalla porta al pallone che lo accompagnerà in ogni campo in cui sarà di scena. Nella seconda stagione in Spagna diventa titolare e trova anche la sua prima rete con squadre di club. È il 28 gennaio 1990 e Chilavert realizza dal dischetto contro la Real Sociedad il goal della vittoria per 2-1.

SUL TETTO DEL MONDO CON IL VELEZ

José Luís in Europa si sente comunque limitato nel suo estro, e per questo nel 1991 sposa il progetto degli argentini del Velez Sarsfield, desiderosi di tornare competitivi nel giro di qualche stagione. L'anno seguente alla divisione del campionato argentino in Torneo di Apertura e Torneo di Clausura, il Fortín ottiene un 4° e un 2° posto, così la società decide di cambiare guida tecnica.

Arriva l'ex bomber Carlos Bianchi, che fa di Chilavert il leader della sua squadra e apre un ciclo di grandi successi. Il Velez si aggiudica infatti, fra il 1993 e il 1998, 4 campionati nazionali, una Copa Libertadores, una Coppa Intercontinentale, una Copa Interamericana, una Supercoppa Sudamericana e una Recopa Sudamericana. Per 3 volte è nominato dalla IFFHS miglior portiere dell'anno (1995, 1997, 1998) e nel 1996 è premiato come miglior giocatore del campionato argentino e vince, cosa rara per un portiere, il Pallone d'Oro sudamericano.

Nella partita contro il Deportivo Español del 2 ottobre 1994 realizza il primo dei 15 goal su calcio di punizione che segnerà in carriera. Sempre in quella stagione, il portiere paraguayano è grande protagonista nella finale di ritorno di Copa Libertadores. All'andata gli argentini vincono 1-0, mentre al ritorno in Brasile il San Paolo si impone con lo stesso punteggio. Sono necessari i tempi supplementari e poi i rigori. Qui Chilavert si esalta, perché prima neutralizza la prima conclusione della squadra avversaria, quindi segna il secondo penalty. Finisce 5-3 ai rigori per il Velez e per la squadra argentina è festa grande.

Il 1° dicembre 1994 il forte portiere paraguayano incrocia nella sua strada il Milan di Fabio Capello, reduce dal successo col Barcellona in Champions League. Il Diavolo a Tokyo incappa in una partita no, subendo la maggior carica agonistica degli argentini. Chilavert fa il suo: con un lancio di 70 metri col sinistro serve Basualdo, che centra per Flores, cinturato in area da Costacurta. È rigore, che un po' a sorpresa il portiere lascia trasformare a capitan Trotta. 

Sebastiano Rossi intuisce, ma il pallone gli passa vicino ai piedi e si insacca. Chilavert, che già in precedenza aveva detto no a Massaro, si ripete poco dopo, deviando in angolo una conclusione del numero 11 rossonero, servito da una sponda di Savicevic. Siamo a inizio ripresa, e al 57' Costacurta completa 'la frittata' con un retropassaggio troppo lento a Rossi, che 'Il Tuco' Asad intuisce depositando in rete il pallone del 2-0. Con quel punteggio si chiude la partita, primo serio segnale della fine del ciclo del Milan degli invincibili.

Vélez-Boca, 16/06/95. Maradona, Chilavert, Castrilli

Nel 1996 segna quello che è considerato il suo goal più bello contro il River Plate: dopo un calcio di punzione assegnato dall'arbitro a metà campo, i Millonarios fanno l'errore di lasciare la palla scoperta. Chilavert arriva dalle retrovie di gran carriera e calcia in porta da distanza siderale, sorprendendo la squadra avversaria e il portiere Burgos con una rete spettacolare. Nel Torneo di Apertura del 1997, invece, compie quella che è considerata la sua parata più bella, volando a togliere dall'incrocio dei pali una punizione di Maradona.

Il fuoriclasse argentino si complimenta con lui, ma il portiere paraguayano non sarà mai troppo tenero nei suoi confronti.

"Maradona non ha vinto neppure l’1% di quello che ha vinto Messi in carriera. - ha dichiarato nel giugno 2020 a 'Marca' - Gli argentini dovrebbero ringraziare Messi per aver scelto l’Argentina come sua Nazionale e non la Spagna. È bello vederlo giocare. Quando segnai su punizione al Boca Juniors (Clausura 1996, ndr), dissi a Maradona che c'era il controllo antidoping e lo feci arrabbiare. Allora mi ha mancato di rispetto e io gli ho risposto".

Duro sempre e comunque, in maglia Velez Chilavert entra anche nel Guinness dei primati, diventando nel 1999 l'unico portiere capace di segnare una tripletta (nella sfida contro il Ferro Carril Oeste, finita 6-1, con tutte e 3 le reti su calcio di rigore). Primato che il numero 1 festeggia a modo suo.

"Ho fatto esattamente come Palermo. - dichiara ironico dopo la gara - solo che lui invece di segnarli li ha sbagliati".

Non è comunque tutto rosa e fiori. Il suo carattere da duro lo porta spesso nei guai. Come quando nel 1994 picchia un impiegato del Gimnasia y Esgrima La Plata negli scontri fra i componenti dei due club. Per questo nel 1997 è condannato in appello a 3 mesi di carcere con la condizionale.

Faustino Asprilla golpea a Chilavert de Paraguay 1997RCN

GLI SCONTRI CON ASPRILLA E ROBERTO CARLOS E I MONDIALI 

In Nazionale Chilavert partecipa ai Mondiali di Francia '98 e successivamente di Corea e Giappone 2002. In terra transalpina il Paraguay vola dopo aver dominato le qualificazioni sudamericane, con l'iconico portiere protagonista assoluto. Una delle gare più combattute per l'Albirroja è quella giocata in casa al Defensores del Chaco di Asunción il 2 aprile 1997 contro la Colombia.

I padroni di casa si impongono 2-1 con 2 reti, quelle del provvisorio pareggio dei Cafeteros e del goal vittoria di Soto, che arrivano nei minuti finali. Gli animi in campo sono caldissimi e all'85' Asprilla, dopo aver ricevuto uno sputo da Chilavert, lo colpisce alla bocca. L'arbitro espelle entrambi i contendenti ma il numero uno paraguayano non ci sta e mentre i due calciatori si dirigono verso gli spogliatoi colpisce l'ex attaccante del Parma con un pugno. 

Asprilla è tornato su quell'episodio nel 2019, raccontando che dopo l'accaduto un narcotrafficante avrebbe voluto uccidere Chilavert. 

"Non appena l’incontro finisce ricevo una telefonata e qualcuno mi dice: ‘Sono Julio Fierro, puoi venire qui al mio hotel?’. Sono arrivato e quell’uomo era con altre dieci persone, tutte ubriache e accompagnate da donne paraguayane. Sono andato con Aristizábal e ci hanno detto: ‘Abbiamo bisogno che tu dia l’autorizzazione perché questi due uomini rimarranno qui ad Asunción, vogliono uccidere quel ciccione di Chilavert”.

Incredulo e spaventato, il giocatore della Colombia avrebbe risposto:

"Ma sei pazzo? Quel che succede in campo finisce in campo. Finisce lì", salvando di fatto la vita al suo avversario. Questo, almeno, secondo il racconto di Tino.

Ad 'odiare' Chilavert erano tuttavia talvolta anche i suoi stessi compagni di squadra. Come raccontato da 'El Bulldog', la sua fame di risultati lo portava a pretendere dagli altri la massima professionalità. Questo accadde ad esempio nel ritiro prima dei Mondiali 1998.

"Prima della Coppa del Mondo i giocatori si allenavano alle 10 del mattino perché in questo modo la notte si poteva anche andare a letto tardi. In estate, però, alle 10 del mattino in Paraguay puoi fare un barbecue senza carbonella. Per questo quando ci siamo incontrati il primo giorno, abbiamo scelto che la squadra si sarebbe allenata dalle 7 alle 9. Alcuni colleghi mi hanno odiato, ma ritengo di essere stato io a cambiare la mentalità dei calciatori paraguaiani in Nazionale.  A chi si rifiutava, ho detto di non venire, in modo che solo chi avesse voluto il massimo per il Paraguay sarebbe stato del gruppo. E infatti lavorammo sodo e giocammo un gran bel mondiale nel 1998".

La Albirroja si qualifica agli ottavi di finale come 2ª nel girone D dietro alla Nigeria, ed elimina la Spagna. Chilavert, che contro la Bulgaria sfiora la rete che l'avrebbe reso il primo portiere a far goal nei Mondiali, sfodera grandi prestazioni. Con la Francia padrona di casa cede soltanto a un golden goal di Blanc, dopo aver salvato tutto il salvabile per i suoi. Mentre i compagni vanno a terra fra le lacrime, il capitano li rialza uno a uno e la squadra esce a testa alta.

2018-03-11 2002 ChilavertGetty Images

Il Paraguay e l'iconico portiere ci riprovano nel 2002 sotto la guida di Cesare Maldini, diventato loro Ct. Il rapporto con il leader incontrastato dell'Albirroja non è semplice, tanto più che l'allenatore italiano gli vieta di battere i calci di punizione.

"Comando io - assicura a 'La Repubblica' il tecnico triestino - È vero, però, che in Sudamerica contano molto le gerarchie tra giocatori. Prima di accettare l' incarico, andai a parlare con Chilavert, Gamarra e Paredes. Volevo sapere se erano favorevoli a un allenatore italiano: il loro assenso è stato decisivo. Chilavert ha peso e personalità, non accetta compromessi. Però quando voleva battere le punizioni, gli ho detto alt. Per ora sta in porta, poi vedremo. Io mi adatto un po' a loro, nei limiti del possibile".

"Ci tolse carne, zuppe, cocomeri e meloni - ricorderà recentemente Chilavert - Disse che pasta e riso andavano meglio. La cosa peggiore fu che mi tolse pure le punizioni".

Nelle qualificazioni ancora una volta il portiere del Paraguay è protagonista di un brutto episodio nella sconfitta in trasferta contro il Brasile. 

"Era il mese di agosto del 2001 - racconta Chilavert a 'ESPN' - L’arbitro era tedesco (Krug, ndr) e ci derubò. Il Paraguay perse, ma eravamo già qualificati. Roberto Carlos calciò da ogni posizione e non riuscì a segnare, alla fine mi ha fatto alcuni gestacci e abbiamo litigato, avemmo un battibecco. Il Brasile poco dopo segnò il secondo goal. Alla fine della partita Roberto Carlos venne da me e mi disse: ‘Indio, vi abbiamo battuti 2-0′. E io gli ho sputato".

Il portiere è squalificato per 3 giornate, l'Albirroja si qualifica ai Mondiali come quarta e, inserita nel Gruppo B, si qualifica nuovamente alla fase a eliminazione diretta piazzandosi seconda dietro alla Spagna. Ma gli ottavi le sono nuovamente fatali, con la Germania che si impone 1-0. Di quella partita Chilavert ricorda però un aneddoto relativo a Ballack.

"Non potevi stargli vicino - ricorda il portiere - l'odore di capra che aveva era terribile. Usava un deodorante, o il limone, insomma usava qualcosa, ma era tremendo. Non so se fosse una strategia". 

Chilavert chiude la sua avventura in Nazionale con un totale di 78 presenze e ben 8 goal.

Chilavert Cumpleaños (Paraguay) 27-07-20 (1)@JoseLChilavert_

GLI ULTIMI ANNI E IL RITIRO

Quando gioca i Mondiali in Corea e Giappone, ha già salutato il Velez, facendo ritorno in Europa allo Strasburgo, in Ligue 1. Con i francesi viene però spesso relegato in panchina, anche se è protagonista della conquista della Coppa di Francia. Il successo arriva ai rigori e Chilavert trasforma l'ultimo e decisivo penalty. Conclusa l'esperienza nippo-coreana, tuttavia, produce un falso certificato medico per rescindere senza penali il suo contratto con i francesi e far ritorno in Sudamerica con il Peñarol. Qui vince il campionato uruguayano, ultimo trofeo del suo personale palmarès.

Tornato al Velez per un breve periodo, l'11 novembre 2004 si ritira all'età di 39 anni, dopo aver segnato in tutto 62 goal (54 nei club e 8 in Nazionale) di cui 45 su calcio di rigore, 15 su calcio di punizione e 2 su ribattuta dopo essersi fatto parare un rigore.

"Ho detto a mia moglie ed a mia figlia che quando morirò voglio essere cremato, e le ceneri vengano disperse davanti alle porte del terreno di gioco del José Amalfitani, così da poter stare sempre con la gente del Vélez".

Per la falsificazione del certificato medico, nel 2005 è condannato al pagamento di una pena pecuniaria e sei mesi di carcere per illecito, mai scontati. Dopo aver appeso i guantoni al chiodo, si è proposto prima come Ct. della Nazionale del Paraguay, poi come Presidente della Repubblica, senza successo. Diventato negli ultimi anni opinionista televisivo, le ultime foto che lo riguardano lo ritraggono in evidente sovrappeso e hanno scatenato l'ironia dei suoi avversari e di coloro che non l'hanno mai amato.

"L'essere un professionista ti porta a non essere amico di tutti - ha ammesso 'El Bulldog' - C'è sempre una sana competizione ma anche invidia perché non tutti hanno vinto e raggiunto traguardi e guadagni come me. E qualcuno potrebbe guardarti in modo diverso. Conoscevo solo un modo di coinvolgere tutti. Parlare seriamente, essere il primo ad arrivare all’allenamento e l’ultimo ad andarsene, correggere i difetti e parlare con un compagno se si commettono errori: è l’unico modo per avere successo".

Recentemente ha fatto parlare di sé per essersi candidato alle presidenziali in Paraguay, con l'obiettivo di prendersi la carica alle elezioni del 2023, con lo slogan "Chila presidente", con lo scopo di combattere la corruzione: risultato? Un flop colossale. Ben più complicato di ogni tipo di goal.

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