Vryzas gfxGoal/Getty Images

Il paradosso di Vryzas: nella storia con un goal che non ha evitato una sconfitta

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Sono pressappoco le 16.00 del 5 luglio 2004 quando all’aeroporto internazionale Eleftherios Venizelos di Atene atterra un aereo proveniente da Lisbona. A bordo ci sono il primo ministro Kostas Karamanlis, ma soprattutto Otto Rehhagel e i giocatori che, contro ogni possibile pronostico, hanno catapultato la Grecia sul tetto d’Europa.

Solo poche ore prima la Nazionale ellenica, imponendosi per 1-0 grazie ad un goal di Charisteas contro il Portogallo padrone di casa di Cristiano Ronaldo, Deco, Figo e Rui Costa nella drammatica finale di Euro 2004, ha sollevato al cielo il primo e sin qui unico trofeo della sua storia.

Ad accogliere in Patria gli eroi vestiti di biancazzurro, ci sono centinaia di migliaia di persone riversate per le strade. In cinquemila sono riusciti a fare il loro ingresso in aeroporto, gli altri hanno deciso di scortare la Nazionale per tutti i trentadue chilometri che la separano dallo stadio Stadio Panathinaiko, dove ad attenderla ci saranno il Presidente della Repubblica Kostis Stefanopoulos, le più importanti autorità politiche e religiose del Paese ed oltre centomila tifosi assiepati sugli spalti. Sono tutti lì per rendere omaggio a chi ha reso possibile l’impossibile.

Per compiere quel breve tragitto saranno necessarie oltre tre ore, ma non potrebbe essere altrimenti. La Grecia, che di lì a poco ospiterà le Olimpiadi, si riscopre al centro del mondo e l’evento va celebrato a dovere, soprattutto da chi da troppo tempo si sente ai margini dalle grandi vicende.

Saranno quelli giorni che resteranno scolpiti per sempre nella storia non solo sportiva del Paese, giorni di festa e di unità, giorni che sono resi ancor più speciali dal fatto che nessuno avrebbe immaginato di viverli. Giorni che non ci sarebbero mai stati se non fosse stato per un goal che, e la cosa è in un certo senso paradossale, non è servito per evitare una sconfitta.

E’ il 20 giugno 2004 quando la Grecia scende in campo a Faro per la sua ultima partita della fase a gironi contro la Russia. Gli ellenici sono reduci da una sorprendente vittoria all’esordio contro quello stesso Portogallo che poi stenderanno in finale e da un pareggio contro la Spagna. Basta quindi poco per il passaggio del turno e la possibile vittoria del Gruppo A e a rendere il tutto ancor più in discesa c’è un particolare non da poco: gli avversari non hanno più nulla da chiedere al torneo.

La Russia di Georgij Jarcev è reduce da due sconfitte di fila e il tutto può quindi essere catalogato alla voce ‘semplice formalità’, ma le cose non vanno secondo i piani. Al 2’ la Russia passa con Kirichenko e poi al 17’ raddoppia con Bulykin. Stando così le cose la Grecia è virtualmente eliminata, ma al 44’ Zisis Vryzas segna il goal che varrà il 2-1 finale. E’ sconfitta, ma anche passaggio del turno ai danni della Spagna in virtù della differenza reti.

Zisis Vryzas Greece Russia Euro 2004Getty

Senza quella marcatura quindi, la Grecia avrebbe visto interrompersi lì il suo cammino e non avrebbe mai proseguito quella cavalcata poi diventata storica. Sarà quello l’unico goal di Vryzas nel corso dell’intera competizione. Anche perché il centravanti greco non è mai stato un grande bomber, ma nella sua carriera si è specializzato nelle reti pesanti.

Zisis gioca nella Serie B italiana, e tra l’altro non propriamente da titolare inamovibile, nel momento stesso in cui si guadagna un posto nella storia del calcio greco e il destino vuole che nel giorno in cui consente alla sua Nazionale di guadagnarsi i quarti di Euro 2004, la sua Fiorentina è in campo a Firenze contro il Perugia , ovvero quella che fino a pochi mesi prima era stata la sua squadra, per sfidarla nel ritorno di uno spareggio che mette in palio l’ultimo posto per il successivo campionato di Serie A.

Vryzas quella partita l’avrebbe certamente giocata, da grande ex, visto il contemporaneo infortunio di Riganò , ma una serie di coincidenze farà sì che sarà Fantini a riportare con un goal i viola in massima serie, regalandosi la serata più importante della sua carriera.

Il cammino nel mondo del calcio che conta dell’attaccante di Kavala era iniziato tredici anni prima, quando giovanissimo aveva esordito con la maglia dello Skoda Xanthi. Nel 1996 si è poi trasferito a Salonicco, al PAOK, e quattro anni dopo è poi sbarcato in Italia, dove si è affermato come punta non esattamente prolifica, ma preziosa, per caratteristiche, per ogni allenatore.

Ad attenderlo c’è il Perugia di Luciano Gaucci, una squadra che già da qualche anno milita in Serie A e che da tempo è diventata meta privilegiata di giocatori esotici. Nelle stagioni precedenti, sono arrivati a vestire la maglia con il Grifone sul petto ragazzi giapponesi, finlandesi, ecuadoriani, paraguaiani, cileni, cinesi e coreani ed anche lo stesso fatto di essere greco all’epoca non rappresenta una ‘normalità’ nel massimo campionato nostrano. Per tanti calciatori che si riveleranno delle semplici ‘meteore’ però ci sarà anche chi, proprio come Vryzas, riuscirà a farsi apprezzare e a ritagliarsi un posto alla luce del sole.

Nel corso della annate che vivrà in Umbria, sarà sempre un punto fermo dell’undici titolare. Mentre attorno a lui ruoteranno i vari Bucchi, Saudati, Bazzani, Amoruso e Miccoli, il greco resterà un punto di riferimento nel reparto offensivo e questo per un motivo molto semplice: con il suo fisico, i suoi movimenti, il suo modo di giocare, valorizza al meglio chi gli sta a fianco. Se insomma non segna caterve di goal, li fa segnare a chi condivide con lui la stessa porzione di campo.

Vryzas è insomma il prototipo del giocatore utile, così utile che nell’inverno del 2001 il suo nome verrà accostato addirittura a quello della Juventus. Piace infatti a Lippi che intanto, a causa di un infortunio occorso a Salas, si ritrova a disposizione i soli Trezeguet, Amoruso e Pericard. Il centravanti ellenico rappresenterebbe quindi un innesto prezioso e si parla anche di cifre importanti messe sul tavolo, ma il Perugia è ambizioso e Gaucci ha un sogno: vedere la sua squadra in Europa.

Zisis Vryzas PerugiaGetty

Il Perugia cosmico, ovvero quello dello straordinario ciclo Cosmi, nell’Europa che conta ci arriverà realmente nell’estate del 2003 vincendo la Coppa Intertoto. Vryzas sarà ovviamente al centro dell’attacco di quella squadra che nel corso degli anni è cambiata tantissimo: per tanti campioni lanciati e ceduti, tanti altri ragazzi sono arrivati ed il suo nuovo compagno di reparto è l’inglese Jay Bothroyd.

Le continue rivoluzioni messe in atto da Gaucci non risparmieranno nemmeno lui e nel dicembre di quello stesso anno abbandonerà l’Umbria per trasferirsi in B alla Fiorentina. Quando lascerà il Perugia lo farà, con i suoi 25 goal messi a segno in tre anni e mezzo, da miglior marcatore in Serie A dell’intera storia del club, oltre che da straniero più prolifico di sempre.

“Ci sono state annate in cui abbiamo fatto più punti, altre in cui ci siamo salvati all’ultimo - ha raccontato tempo dopo Serse Cosmi a ‘La Gazzetta dello Sport’ - se oggi l’undici ideale di quegli anni potesse venir schierato avrebbe Mazzantini o Kalac in porta, Materazzi, Di Loreto e Milanese difensori, Grosso e Ze Maria esterni, Liverani, Baiocco, Tedesco, Blasi e Obodo a centrocampo, in attacco Vryzas, Bazzani e Miccoli”.

Quando la Fiorentina nell’inverno del 2003 si assicura Vryzas, lo fa con il chiaro intento di mettere a disposizione di Alberto Cavasin un rinforzo fondamentale. I viola, che in estate erano stati ripescati dalla C1, non avevano avuto modo di preparare al meglio la stagione e quindi in quella sessione di mercato la squadra venne letteralmente stravolta. Nello stesso giorno, oltre all’attaccante ellenico, verranno presentati anche Roccati, Savini, Piangerelli, Viali, Fantini e Fontana, tutti uomini grazie ai quali ci si sarebbe dovuti allontanare dalle zone roventi di classifica e avvicinarsi a quelle che valevano l’approdo in Serie A.

Vryzas segna all’esordio in casa con il Catania, poi si ripete sul campo del Torino. Due reti in due partite che fanno sognare, ma di lì in poi ad attenderlo ci sarà un lungo digiuno. Riuscirà ad interromperlo solo il 12 marzo 2004, e la sua sarà la rete che cambierà il volto della stagione dei gigliati.

Al Franchi arriva la corazzata Palermo. Gli uomini guidati da Guidolin sono primi in classifica e al 20’ passano con Toni. I gigliati riescono a pareggiare con Di Livio al 34’ e, quando ormai la gara sembra destinata ad uno di quei pareggi che lascia inalterate le cose, proprio Vryzas, che è entrato in campo da pochi minuti, al 92’ segna il goal che vale il 2-1 finale. E’ un tripudio e i tre punti sono di quelli pesantissimi. Da quel momento in poi la Fiorentina, che intanto è stata affidata a Emiliano Mondonico, cambierà marcia e scalerà la classifica fino a risalire a quel sesto posto che varrà i playoff.

Senza quel goal dell’attaccante greco, che poi salterà le ultime partite del torneo per giocare gli Europei, probabilmente la svolta non sarebbe mai arrivata e la stagione dei gigliati si sarebbe chiusa con un esito molto meno esaltante.

Vryzas ripartirà poi dal Celta Vigo, squadra con la quale segnerà sette goal in Liga da Campione d’Europa, prima di fare ritorno a Firenze. In viola non troverà spazio in quella Serie A che aveva pesantemente contribuito a raggiungere e nell’inverno del 2006 si trasferirà quindi al Torino, per un’ultima tappa italiana che culminerà con una nuova promozione in massima serie.

Alla soglia dei trentatré anni tornerà in Grecia per chiudere la sua lunga carriera lì dove era iniziata: vestendo cioè prima le maglie dello Xanthi e poi del PAOK.

Vryzas non era appariscente, ma aveva il pregio di farsi trovare pronto quando più contava. E ha avuto la capacità di entrare nell’Olimpo dei moderni eroi greci con un goal… che non è servito ad evitare una sconfitta.

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