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Quando Scarpi salvò la vita a Grassadonia con la respirazione bocca a bocca

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Alessio Scarpi e Gianluca Grassadonia erano compagni di squadra nel Cagliari di Giampiero Ventura che affrontava il campionato di Serie A 1998/99. I rossoblù tornavano nel massimo campionato dopo la promozione dalla Serie B nella stagione 1997/98, chiusa con il 3° posto finale e sempre con il tecnico genovese al timone. Dopo aver condiviso la cavalcata dalla B alla A, i due giocatori erano stati confermati titolari nelle scelte del tecnico: il primo fra i pali, il secondo come prima scelta per il ruolo di difensore centrale nella linea a tre con due fra Zanoncelli, Villa e Zebina. L'obiettivo è una salvezza possibilmente tranquilla, da conquistare attraverso il bel gioco. 

Dopo 10 giornate gli isolani hanno una classifica che va al di là delle più rosee aspettative: si trovano infatti in piena zona UEFA, visto che dividono la 6ª posizione con l'Inter di Gigi Simoni a quota 14 punti. L'undicesima giornata di campionato, che si gioca il 29 novembre 1998, li mette di fronte all'Udinese di Francesco Guidolin, appena dietro ai rossoblù in classifica con 13 punti.

La partita, diretta dal signor Bolognino della sezione di Milano, si annuncia particolarmente combattuta ma piacevole. E così sarà. Ma nessuno può prevedere i momenti drammatici del secondo tempo con protagonisti i due giocatori del Cagliari. 

Guidolin si affida al 3-4-1-2, con Thomas Locatelli alle spalle delle due punte Amoroso e Poggi, Ventura risponde con il 3-5-2, suo marchio di fabbrica. Davanti a Scarpi, la difesa è formata da Villa, Grassadonia e Zebina. In mediana Vasari e Macellari sono i due esterni, mentre in mezzo al campo giostrano le due mezzali Cavezzi e Berretta e il playmaker Fabian O'Neill. Davanti Kallon e Muzzi compongono il tandem offensivo.

Si gioca allo Stadio Friuli, il predecessore dell'attuale Dacia Arena. L'Udinese attacca con maggiore insistenza, e al 10' prima Locatelli costringe Scarpi a un grande intervento, poi Poggi lo chiama alla parata da posizione defilata. Dall'altra parte Cavezzi pesca in area Muzzi con il lancio lungo, l'attaccante anticipa l'uscita di Turci e tenta il pallonetto, ma Gargo salva prima che la palla possa entrare in porta.

La gara si mette in discesa per i padroni di casa: sinistro al volo di Poggi che si stampa sulla traversa, il pallone torna in gioco, Gargo rimette in area e da distanza ravvicianta Bachini trafigge Scarpi. A inizio ripresa la gara prosegue con continui capovolgimenti di fronte: prima Poggi spreca calciando alto da buona posizione, poi è Muzzi a fallire il pareggio calciando di poco a lato dopo aver superato anche Turci in contropiede.

Al 58', però, allo Stadio Friuli rischia di verificarsi una tragedia. Locatelli, lanciato in contropiede, punta verso l'area del Cagliari ma Grassadonia interviene in scivolata nel tentativo di fermarlo. Il difensore tocca il pallone ma il giocatore dell'Udinese, in caduta, colpisce involontariamente con il ginocchio sinistro il giocatore avversario nella parte posteriore della testa. L'impatto è tremendo e Grassadonia resta a terra totalmente privo di sensi per un arresto cardio-circolatorio.

L'arbitro Bolognino inizialmente non si accorge della gravità della situazione, e fa proseguire il gioco. I tifosi sugli spalti e i telespettatori da casa sono con il fiato sospeso. Scarpi, però, ha visto tutto, si precipita di corsa verso il suo compagno e inizia a praticargli la respirazione bocca a bocca per alcuni secondi. Giusto il tempo necessario per l'arrivo sul posto del Dottor Indovina, il medico sociale dell'Udinese, che prontamente esegue il massaggio cardiaco. Dopo qualche secondo, fortunatamente, Grassadonia riprende a respirare e muove le gambe. Caricato su una barella, è poi trasportato in ospedale. Al suo posto Ventura manda in campo Centurioni.

Quando si riprenderà, il difensore del Cagliari non ricorderà più nulla della partita. La prontezza del suo compagno di squadra Alessio Scarpi gli aveva salvato la vita, evitando che al Friuli si verificasse una tragedia come quella di Renato Curi a Perugia nel 1977 o quella di Piermario Morosini a Pescara nel 2012.

"Ho un dolore impressionante alla nuca, - dichiara in serata Grassadonia dall'ospedale, intervistato al telefono dall'emittente locale 'Sardegna Uno' - mentre il medico dell'Udinese diceva che avevo preso una botta forte al petto. Invece no, sul petto non ho dolore, mentre dietro la testa ho un dolore fortissimo". 

Grassadonia sarà dimesso dal nosocomio la mattina seguente e si riprenderà in tempi brevi, ma il nobile gesto di Scarpi resterà nella storia del calcio italiano.

"Gianluca fece un contrasto e prese una violenta botta in testa, - ha ricordato l'ex portiere in una recente intervista rilasciata a 'gp.report.it' - lo vidi sdraiato in terra che non respirava, mi sono spaventato e mi venne istintivo fargli la respirazione bocca a bocca. Poi dopo 10 secondi per fortuna venne il dottore. Quell'istante lì mi è venuto istintivo. Non so se poi sia servito a qualcosa, so che oggi sta bene e fa l'allenatore".

"Non ho calcolato niente, mi sono solamente attivato per fare qualcosa per lui, un amico, che era in stato di ghiaccio. - disse in un'altra intervista - Non so che cosa sarebbe potuto succedere... Non avevo seguito alcun corso, sì, avevo visto o letto qualcosa, ma quella era la prima volta che lo facevo". 

Con l'ingresso in campo di Centurioni, la partita prosegue e proprio un'uscita a vuoto di Scarpi propizia il goal del 2-0 di Marcio Amoroso al 64'.

"Dopo quanto successo eravamo tutti scioccati - ha sottolineato Scarpi - non era certamente roba da tutti giorni quello che abbiamo visto e tutti non c’eravamo con la testa".

Nel finale Tiziano De Patre accorcia le distanze insaccando con un sinistro al volo e fissando il risultato sul 2-1 per l'Udinese. Per Scarpi, nonostante l'errore sulla seconda rete, il giorno dopo arriva la sorpresa del 10 in pagella concesso dalla 'Gazzetta dello Sport'.

"L'intervento fondamentale - scrive il quotidiano sportivo milanese - è il bocca a bocca su Grassadonia che non respira. Salva una vita, mica un goal!".

È il primo 10 dato dalla 'Gazzetta' a un giocatore in Serie A, anni dopo arriveranno quelli per Totti e Higuain.

"È stato bellissimo - afferma Scarpi - ma la cosa più importante per me è che per Grassadonia sia andato tutto bene". 

Impossibile non essere d'accordo con lui.

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