Marco Landucci gfxGetty Images/GOAL

Marco Landucci, il portiere volante: al Parma con Sacchi, gli anni d'oro alla Fiorentina, riserva di Pagliuca all'Inter

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Spettacolare nei tuffi, istintivo, reattivo e dotato di una forte personalità. Tutto questo era Marco Landucci, oggi vice-Allegri alla Juventus, quando di mestiere faceva il portiere.

Nato a Lucca il 25 marzo 1964, all'età di 14 anni entra a far parte del Settore giovanile della Fiorentina, vestendo per la prima volta la maglia che più di tutte indosserà nella sua carriera da estremo difensore.

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"Ho iniziato a 14 anni con i Giovanissimi - ricorda in un'intervista a 'Corriere Fiorentino tv' - Con me c'erano giocatori come Antonio Strano e Stefano Carobbi".

Il portiere toscano fa tutta la trafila fino ad approdare in Primavera, con la quale, nel 1982/83, sotto la guida di Vincenzo Guerini, si laurea Campione d'Italia della categoria.

"Siamo stati gli ultimi a vincere con la Fiorentina lo Scudetto Primavera - sottolinea Landucci -, ogni tanto ci vediamo tutti insieme a cena".
"Dal 1982 ho iniziato ad allenarmi anche con la Prima squadra, con mister De Sisti. Ero praticamente il terzo portiere. Ricordo che c'erano Giovanni Galli e Alessandrelli come dodicesimo".

Già l'anno precedente, tuttavia, il portiere di Lucca aveva avuto modo di debuttare precocemente fra i grandi disputando 7 gare in prestito con il Viareggio in Interregionale.

Resta con la Primavera viola fino al 1984, poi inizia la consueta girandola dei prestiti: Landucci difende prima i pali della Rondinella Marzocco, poi del Parma. In Emilia, richiesto da un certo Arrigo Sacchi, avviene la sua esplosione definitiva.

"La società mi mandò in giro per 'farmi le ossa' - racconterà il portiere a 'Corriere Fiorentino tv' -. Feci allora un campionato in C1 con la Rondinella, e ci salvammo, poi Sacchi, che avevo avuto nella Primavera viola, mi volle con lui al Parma. Con gli emiliani vincemmo il campionato e fu una bella stagione".

Proprio le parate del portiere di Lucca sono fondamentali per una stagione straordinaria in cui subisce appena 14 goal in 34 partite, dopo le 34 gare disputate anche l'anno prima con la Rondinella Marzocco Firenze.

Nel 1986 la Fiorentina lo considera pronto a tornare in viola e il tecnico dei toscani, Eugenio Bersellini, gli dà fiducia fin dall'inizio della stagione, preferendolo all'esperto Paolo Conti, e lo lancia come titolare. L'emozione per Marco è tanta e l'esordio assoluto, che arriva in Coppa Italia il 24 agosto allo Stadio Pinto di Caserta, gli gioca un brutto scherzo.

Nel secondo tempo, al 57', il portiere viola si fa sorprendere da un tiro dalla distanza che passa sotto le sue gambe e si infila in porta. La Casertana vince così a sorpresa 1-0. L'esordio di Landucci in Serie A avviene poco dopo, il 14 settembre al Partenio con l'Avellino.

Stavolta non basta una grande prestazione del portiere lucchese a fermare gli irpini, vittoriosi 2-1 grazie a due bolidi del brasiliano Dirceu su calcio di punizione, sui quali l'estremo difensore viola non può farci nulla.

"Con la Casertana presi un gollonzo, un goal da bischero - ammetterà -, la palla mi passò fra le gambe e si infilò in rete. Il povero Pier Cesare Baretti (presidente della Fiorentina, ndr) e i miei compagni mi aiutarono a risollevarmi. Poi ci fu l'esordio in Serie A ad Avellino insieme a Rocchigiani. Dirceu mi fece 2 goal su punizione, era impressionante, calciava di collo sopra la barriera. Ma contro la Sampdoria, nella seconda giornata, vincemmo e feci un'ottima gara".

Grandi parate, voli plastici a dire di no a conclusioni angolate degli avversari, respinte, salvataggi con i piedi e indiscutibili doti di leadership, l'ampio repertorio di Landucci lo porta presto nella ristretta elite dei migliori portieri italiani in circolazione.

"I primi tre campionati giocati a Firenze - dirà - sono stati i migliori della mia carriera".

Al primo anno, chiuso con 30 presenze su 30, 35 reti subite e un 9° posto finale, cui vanno sommate 2 presenze in Coppa UEFA e 5 in Coppa Italia, segue una stagione 1987/88 da protagonista del massimo campionato.

Nel suo miglior anno in carriera, sotto la guida tecnica di Sven-Goran Eriksson, Landucci si supera alla seconda giornata, quando, a San Siro, contro il Milan del suo ex maestro Sacchi, para tutto e di più. Il portiere viola neutralizza diverse conclusioni di Gullit, Van Basten e Virdis, e nella ripresa ci pensano Diaz e Baggio, autore di una splendida rete dopo aver saltato in dribbling mezza difesa rossonera, a fissare il risultato sul 2-0 ospite.

Di lì a poco la squadra milanese spiccherà il volo fino a duellare con il Napoli di Maradona per il titolo di Campione d'Italia e ad aggiudicarsi, infine, lo Scudetto. La Fiorentina invece deve accontentarsi di migliorare il piazzamento della stagione precedente, cogliendo un 8° posto.

A maggio però i viola superano 2-1 a Torino la Juventus, con Landucci sugli scudi, che ha doppi motivi per festeggiare.

"Il 15 maggio vincemmo 2-1 a Torino e, quasi contemporaneamente, nacque la mia prima figlia, Eleonora - ricorda Marco a Corriere Fiorentino tv - . Essere diventato padre e poi la domenica battere la Juve a Torino fu una doppia gioia. Indimenticabile".

Ma è tutta la stagione di Landucci ad essere super: ancora 30 presenze su 30 in campionato, con appena 33 goal presi e ben 9 clean sheet, dato che costituirà il suo personale record in carriera in Serie A. In Coppa Italia la squadra viola è invece eliminata agli ottavi di finale dal Napoli (7 apparizioni per l'estremo difensore toscano).

Impossibile anche per il Commissario tecnico azzurro non accorgersene. Azeglio Vicini convoca più volte Landucci nella Nazionale maggiore, ma il portiere della Fiorentina si ritrova di fatto come terzo incomodo, chiuso da Walter Zenga e Stefano Tacconi. Così non riesce mai a fare il debutto ufficiale. Parteciperebbe anche alla spedizione di Euro '88, se non fosse che all'epoca agli Europei si portavano soltanto due portieri.

"Ero il terzo portiere dietro Zenga e Tacconi - dirà -, in Nazionale ho fatto anche qualche amichevole non ufficiale. Ricordo che nell'estate del 1988 ero in vacanza a Lido di Camaiore, ma se fosse successo qualcosa a Tacconi o Zenga dovevo essere pronto a fare le valigie e raggiungere la squadra in Germania. Vicini mi convocò fino al 1990, poi non fui più considerato".

Il 1988/89 è caratterizzato dall'arrivo in squadra di Stefano Borgonovo, che forma con Roberto Baggio una delle coppie goal più forti dell'intera Serie A. La "B2" realizza 29 goal, la squadra di Eriksson, anche grazie al proprio portiere (35 goal subiti in 25 presenze).

Il coraggioso portiere volante si fa male al ginocchio ad Ascoli a febbraio, vittima di un violento scontro con Antonio Dell'Oglio, ed è costretto a stare fuori 2 mesi, lasciando spazio per la prima volta al suo dodicesimo Pellicanò per 9 gare. La Fiorentina lotta per un piazzamento europeo, anche se alla fine serve lo spareggio di Perugia, vinto contro la Roma, a portarla in Europa.

Il 1989/90 è l'ultima stagione da titolarissimo in viola. Se in campionato i toscani, guidati da Bruno Giorgi (sostituito all'ultima giornata da Ciccio Graziani), arrivano dodicesimi (42 goal presi in 34 partite per il portiere di Lucca), sono invece protagonisti in Coppa UEFA, competizione in cui, al termine di una splendida cavalcata (12 presenze, 6 reti subite e ben 8 clean sheet per Landucci) raggiungono la Juventus in finale.

Il derby italiano delle polemiche se lo aggiudicano i bianconeri, che il 2 maggio vincono 3-1 al Comunale di Torino e in seguito pareggiano 0-0 nel neutro di Avellino (scelto per i disordini in semifinale con il Werder Brema), dove in realtà sono tanti i tifosi che parteggiano per la Vecchia Signora. Per Landucci e tutti i fiorentini una delusione cocente e una ferita che resta aperta.

L'anno seguente, con l'arrivo in panchina del brasiliano Sebastião Lazaroni, complice qualche errore iniziale, Landucci dopo 7 giornate perde il posto da titolare a vantaggio di Gianmatteo Mareggini. Da quel momento fino al termine della stagione, chiusa ancora al 12° posto, diventa la sua riserva e a fine anno saluta la Fiorentina dopo 5 indimenticabili stagioni e 171 presenze complessive. Per lui solo 194 goal subiti con 52 clean sheet.

"Posso dire di aver giocato con Antognoni e con Baggio - dichiarerà a 'Corriere Fiorentino tv' - e di aver sfiorato Batistuta, i tre grandi della storia viola".

A 27 anni Landucci fa un passo indietro e scende in Serie B con la sua Lucchese, guidata da un certo Marcello Lippi. Landucci sfodera una grande stagione, e con sole 29 reti subite in 32 gare, condite da 11 clean sheet (suo record per la Serie B) dà un grosso contributo al piazzamento della squadra all'8° posto finale.

La carriera dell'estremo difensore toscano prosegue poi al Brescia, dove si alterna in porta con Nello Aldo Cusin, torna a giocare in Serie A ma retrocede allo spareggio e in seguito contribuisce all'immediata promozione della squadra. Colleziona 47 presenze in due anni e poi scende ancora di categoria, passando nel 1994/95 all'Avellino in Serie C1.

"Mi convinse il presidente Sibilia - rivelerà -. Il progetto era quello di vincere il campionato. Sibilia puntò su di me e su uomini di esperienza come Provitali, Fioretti e Carannante. Mi intrigò e accettai. Fu un bel campionato anche se dovemmo fare i conti con la Reggina di Aglietti. Finimmo il campionato secondi ma tra l’Avellino, la Reggina e la terza classificata c’era un abisso".

Il pubblico del Sud lo entusiasma e ne nasce una nuova stagione da protagonista. Trascinati dalle parate del portiere lucchese e dai goal di Provitali, gli irpini, guidati da Giuseppe Papadopulo, sostituito a fine stagione da Zbigniew Boniek, chiudono al 2° posto la stagione regolare, qualificandosi ai playoff.

"Ho impressa l'immagine del presidente Sibilia che entra negli spogliatoi con la sigaretta al lato della bocca. - rivelerà Landucci - Era simpatico ma parecchio autoritario e dopo un errore a Casarano, causato dal sole, stetti in panchina un paio di domeniche e ci fu il suo zampino".

Qui eliminano al primo turno il Siracusa, dovendo poi confrontarsi con il Gualdo in finale. La partita è tirata, e i tempi regolamentari si chiudono sull'1-1. Ai supplementari il risultato non cambia e tutto si decide ai calci di rigore.

La tensione è altissima, e dopo 2 errori per parte si va ad oltranza. L'ex Napoli Carannante non fallisce per i biancoverdi, e quando Landucci respinge la conclusione centrale di Costantini, e para il 2° rigore della serata, diventa l'eroe dei Lupi, che si impongono 6-5 e tornano in Serie B dopo tre stagioni.

"Ricordo un tripudio di bandiere biancoverdi - dirà Landucci -. Un intero popolo che si mise in viaggio per vedere quella partita. Quello che ricorderò sempre di Avellino è il pubblico. Non ricordo una trasferta di quella stagione senza i tifosi. Venivano sempre ed in casa, nonostante giocassimo, in Serie C, il Partenio offriva sempre un colpo d’occhio di tutto rispetto. L’affetto era palpabile sia in campo che in settimana vivendo la città. Pescara fu il giusto premio ad una stagione incredibile".

La promozione da protagonista, la seconda in carriera dalla C1 alla B, lo porta dritto all'Inter per fare il dodicesimo di Gianluca Pagliuca. In nerazzurro però, prima con Ottavio Bianchi, poi con Suarez ed Hodgson, Landucci non gioca mai, e a gennaio passa al Venezia, in Serie B (2 presenze).

Le ultime stagioni lo vedono di nuovo in Serie A al Verona, con cui colleziona l'ultima presenza nel massimo campionato il 1° giugno 1997 contro il Parma (2-1 per i ducali), per poi rivestire la divisa della Lucchese. Dopo un anno fra i Dilettanti con la Cuoiopelli, chiude la sua onorata carriera nel 2000, a 36 anni, facendo nuovamente il portiere di riserva dei rossoneri senza mai scendere in campo.

In tutto sono 40 le presenze con la squadra della sua città nelle diverse esperienze. Il 17 maggio 1998, praticamente due anni prima del ritiro, aveva disputato al Sant'Elia, contro il Cagliari (3-1 per i rossoblù) la sua ultima partita fra i professionisti.

Pochi anni dopo aver appeso i guanti al chiodo, a metà anni Duemila Pantaleo Corvino lo sceglie come preparatore dei portieri delle Giovanili della Fiorentina. Per Landucci inizia una nuova carriera da tecnico che lo porterà da lì a poco a incrociare un altro toscano, Massimiliano Allegri, con cui, dopo l'esperienza di Cagliari, stabilirà un binomio vincente prima al Milan e successivamente, per diversi anni, alla Juventus.

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