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La vita da film di Ismail H'Maidat: la Roma, il carcere da innocente e la rinascita

A volte la distanza fra una carriera da stella nel calcio alla prigione può essere molto labile, soprattutto se hai un carattere ribelle e spaccone come quello che aveva Ismail H'Maidat. Aveva, sì. Oggi non più, perché i mesi di detenzione fatti da innocente in Belgio dal marocchino di passaporto olandese, lo hanno inevitabilmente cambiato.

La sua vicenda umana e calcistica sembra presa in prestito dalla trama di un film drammatico. Il talento belga, dopo essere esploso in Italia con il Brescia ed essere stato acquistato dalla Roma, ha intrapreso un vortice autodistruttivo che ha rischiato di costargli la carriera ma soprattutto di compromettere la sua stessa vita. Nel 2018, durante la sua militanza con il Westerlo, quando ha appena 22 anni, è prima arrestato e poi condannato a 46 mesi di carcere con l'accusa di aver preso parte ad una serie di rapine a mano armata.

Contro di lui vengono utilizzate prove poco convincenti, che soltanto dopo approfondite indagini condotte dagli inquirenti cadono e lo scagionano quando ormai ha già trascorso diversi mesi di dentenzione in prigione. Una volta riottenuta la liberta, l'Italia gli offre una possibilità per redimersi: H'Maidat, dopo un periodo di prova, convince infatti il Como a puntare su di lui. E poi, a fine aprile, conquista con il Sudtirol una storica promozione in Serie B. Il marocchino si lascia così alle spalle il periodo più buio della sua esistenza, ripartendo da dove aveva smesso qualche anno prima: il campo di calcio.

L'ESPLOSIONE CON l'ANDERLECHT E IL BOOM CON IL BRESCIA

Che H'Maidat abbia un carattere un po' particolare lo si capisce già osservando la sua carriera nelle Giovanili. Fin dalle prime battute, infatti, il suo essere ribelle e inquieto gli comporterà dei problemi. Nato a Enschede, città olandese confinante con la Germania, da genitori immigrati dal Marocco, il 16 giugno 1995, Ismail comincia il suo percorso nel calcio prima nello Sport Club Enschede, poi nelle fila del Twente, entrambe squadre della sua città. 

A portarlo nel prestigioso club olandese è Renè Sterken, che su di lui non ha dubbi.

"Ismail è il più bravo di tutti per la tecnica, il modo di trattare la palla. Se ben seguito, potrebbe fare molta strada".

Ma l'esperienza dura pochi mesi perché il Twente decide di tagliarlo per cattiva condotta.

"Si comportarono male con me. - dirà H'Maidat anni dopo - Lo ammetto: non ero un ragazzo facile e ho commesso degli errori. Ma chi a 12 anni non ne fa? La realtà è che non avevano fiducia in me. Io sono un bravo ragazzo".

Con il padre che gli fa da agente al suo fianco, gira allora ben 8 squadre in 6 anni. Nel 2013/14 passa anche dal Crystal Palace, in Inghilterra. Anche qui però non dura, con la fama di 'ragazzo ingestibile' che sembra accompagnarlo inesorabilmente, e la svolta arriva soltanto nel 2014 con l'Anderlecht.

Il talento di H'Maidat brilla al Torneo di Viareggio di quell'anno, dove con 3 presenze dà un contributo importante ai biancoviola per raggiungere la finale, nella quale vengono sconfitti dal Milan nei tempi supplementari. Qui viene notato dal Brescia, che decide di portarlo in Italia nell'estate 2014.

Quando approda alle Rondinelle, H'Maidat ha soltanto 19 anni ma già un figlio. Mancino molto tecnico, può giocare indifferentemente da trequartista offensivo o da interno di centrocampo. Il suo rendimento sarà notevole. In due stagioni mette insieme 43 presenze e un goal in Serie B, distinguendosi come giocatore di qualità.

In quel momento il calcio sembra tenerlo lontano dai guai, tanto che ancora oggi nella città lombarda lo ricordano come un ragazzo tutto casa-allenamenti-casa e grande amico di Ahmad Benali. Agli allenamenti arriva in taxi per non fare tardi. Ma le insidie della fama e della notorietà sono dietro l'angolo e si materializzano quando al giovane marocchino si interessa la Roma.

RAIOLA, L'ARRIVO ALLA ROMA E LA NAZIONALE MAROCCHINA

Il super agente, Mino Raiola, assume intanto la procura del ragazzo e anche grazie a quest'ultimo l'interesse giallorosso per il ragazzo si concretizza con una proposta concreta al Brescia: 150 mila euro più i cartellini di Ndoj e Somma, per un totale di 3 milioni e 150 mila euro di valutazione.

H'Maidat si illude di poter giocare subito in Serie A ma così non sarà. Il club giallorosso, probabilmente avendo appreso del carattere difficile del ragazzo, lo manda in prestito prima ad Ascoli e poi a Vicenza, con l'intento di farlo maturare. Intanto nell'ottobre 2016 arriva la chiamata del Marocco, che lo fa esordire in Nazionale maggiore 

LA DELUSIONE, I FLOP E L'ARRESTO IN BELGIO

Profondamente deluso dal comportamento della società capitolina, il giovane marocchino va in tilt, non c'è con la testa e di fatto non gioca mai. In Veneto si dice addirittura che siano stati i sui compagni di squadra a fargli trovare la brosa fuori dagli spogliatoi. Così nel gennaio del 2017 lascia l'Italia per trasferirsi, sempre a titolo temporaneo, con i portoghesi dell'Olhanense. 

Colleziona 8 presenze e segna un goal in Segunda Liga prima di cambiare nuovamente casacca e giocare in Belgio con il Westerlo, dove lo allena il suo vecchio mister, anche in questo caso in Serie B. Va in campo appena 3 volte, ma il ragazzo sembra essersi perso in un vortice autodistruttivo inesorabile.

Inizia anche a fare cattive frequentazioni, e il 10 febbraio 2018 arriva la mazzata che lascia increduli tutti: il ventiduenne H'Maidat è arrestato dalla polizia belga.

LA GRAVE ACCUSA E IL CARCERE

L'accusa all'indirizzo del giovane centrocampista offensivo è molto pesante: aver partecipato a cinque rapine a mano armata effettuate ai danni di un casinò, di una stazione di servizio, di un supermercato e di due agenzie di scommesse tra il 25 dicembre 2017 e il 25 gennaio 2018 nell’area attorno a Turnhout, nella provincia di Anversa.

La notizia si diffonde in Italia e in Olanda soltanto un mese più tardi e lascia molti sgomenti e perplessi. A cominciare dal bottino delle rapine, qualche migliaio di euro, non tale all'apparenza da ingolosire uno come H'Maidat, che sotto contratto con la Roma, fino a giugno 2018, riceveva dalla Lupa un assegno mensile.

"Non aveva debiti di gioco né problemi economici, - obietta ai giudici il legale del calciatore, senza scalfire però la posizione dell'accusa - fino a giugno percepiva 10 mila euro al mese dalla Roma".

Ma per gli inquirenti c'erano prove che inchiodavano il marocchino: analizzando le celle telefoniche e i video di sorveglianza, infatti, si era scoperto che l'auto del calciatore sarebbe stata sempre nelle vicinanze dei luoghi delle rapine. Durante una perquisizione nella casa del calciatore, erano stati trovati un cappotto e un paio di scarpe compatibili con quelli di uno dei rapinatori.

Solo indizi, insomma, ma che per l'accusa erano molto forti. L'avvocato del calciatore, però, inizia a sollevare delle obiezioni.

"Sui luoghi delle rapine non sono stati trovati il DNA o le impronte digitali del mio assistito. E non si trovano neppure arma e bottino. Non ha commesso lui quei reati, è capitato che in passato abbia prestato la sua macchina e questo particolare lo sta incastrando".

Durante una delle udienze, inoltre, uno degli arrestati, Alexandre D.C., si autoaccusa dei reati e scagiona H'Maidat, ma non viene ascoltato dai giudici: "Lui non c'era".

Il Tribunale correzionale di Turnhout lo giudica colpevole dei reati di cui è imputato, e viene condannato a 46 mesi di carcere, quasi quattro anni di galera, di cui almeno 26 da scontare prima che possa essere concessa la libertà vigilata. La sua vita sembra segnata e la sua carriera definitivamente compromessa.

L'INNOCENZA E LA SECONDA VITA IN ITALIA

Le indagini degli inquirenti però vanno avanti e dopo 10 mesi ai giudici si presenta l'evidenza: H'Maidat con quelle rapine non c'entra nulla. Proclamato innocente il marocchino di passaporto olandese, vittima di un incredibile e clamoroso errore giudiziario, viene dunque scarcerato. 

Cambiato nel carattere e nello spirito da quanto accadutogli, nell'estate 2019 H'Maidat prova a ripartire con il calcio, anche se dopo la sua condanna la Roma aveva rescisso il contratto. A dargli fiducia è il Como, neopromosso in Serie C, che gli offre un periodo di prova. H'Maidat si allena bene e si guadagna la conferma dei lariani, con un ingaggio annuale con opzione per il secondo anno.

Il marocchino, dopo quasi un anno e mezzo senza giocare, torna a giocare una partita ufficiale l'11 agosto 2019 nella sfida di Coppa Italia Serie C contro il Gozzano. E nel 2021 festeggia con i lariani la promozione in Serie B. Una gioia bissata 12 mesi più tardi con il Sudtirol, dov'è arrivato in prestito a gennaio. È la definitiva rinascita dopo la brutta vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto e che rischiava di condizionare la sua stessa vita.

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