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L'unica volta del Bologna in Champions League: quando i felsinei furono eliminati dalla monetina

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IlBologna, sotto la guida di Thiago Motta, ha ottenuto uno storico approdo in Champions League. Un traguardo meritato, fatto di bel gioco e vittorie: l'ultima quella di Napoli, che combinata con la sconfitta della Roma a Bergamo ha decretato l'aritmetica a due giornate dalla fine del campionato.

Non tutti sanno però che, pur trattandosi di un grande risultato, per i felsinei non sarà la prima volta. C'è infatti un precedente, risalente a 60 anni fa, quello del Bologna di Fulvio Bernardini, che dopo aver vinto lo Scudetto 1963/64 allo spareggio battendo l'Inter di Helenio Herrera, partecipò all'edizione 1964/65 della Coppa dei Campioni.

In quell'occasione i rossoblù emiliani furono particolarmente sfortunati: abbinati all'Anderlecht nel sorteggio del primo turno, furonoeliminati dopo 3 gare molto combattute soltanto in seguito al lancio della monetina (all'epoca non esistevano i tiri di rigore) che premiò la squadra belga.

  • UN SORTEGGIO SFORTUNATO

    Dopo i festeggiamenti per lo storico settimo Scudetto, vinto per l'unica volta nella storia del calcio italiano nello spareggio di Roma contro l'Inter, svoltisi in tono minore perché appena 4 giorni prima era morto, stroncato da un infarto, lo storico presidente Renato Dall'Ara, e trascorse le vacanze estive, il Bologna di Fulvio Bernardini si ritrova a Pievepelago per il tradizionale ritiro estivo.

    Il rischio che la squadra accusi un calo per appagamento sono concreti, e arrivano una serie di prestazioni poco convincenti nelle amichevoli precampionato. Ma a tener motivato il gruppo ci pensa la prima partecipazione alla Coppa dei Campioni, quella che oggi è chiamata Champions League.

    Ai nastri di partenza dell'edizione 1964/65 ci sono due squadre italiane: oltre al Bologna campione d'Italia anche l'Inter di Herrera, ostica avversaria dei felsinei e campione d'Europa in carica. Ma se i nerazzurri entreranno nella competizione direttamente negli ottavi di finale, ai felsinei tocca lo scoglio del primo turno. Il sorteggio è particolarmente sfortunato per i rossoblù, che pescano i belgi dell'Anderlecht.

    La squadra bianco-malva, guidata dal corso Pierre Sinibaldi, tecnico rivoluzionario che gioca a zona con i quattro difensori in linea dietro, precursore del calcio moderno, ha nella mezzala sinistra Paul Van Himst il suo giocatore di maggior classe ed è fresco della vittoria del decimo Scudetto e di un cammino eccellente nella competizione nella stagione precedente, quando ha raggiunto i quarti di finale.

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  • SCONFITTA DI MISURA A BRUXELLES DAVANTI AL PRINCIPE

    La gara di andata si gioca nell'allora Stadio Emile Versé (oggi Lotto Park) di Bruxelles, la casa dei bianco-malva mercoledì 9 settembre 1964, pochi giorni prima dell'inizio del nuovo campionato di Serie A. E per il tecnico Bernardini i problemi non mancano.

    Il terzino Bruno "Johnny" Capra e l'ala destra Angelo Perani, entrambi uomini chiave dello spareggio contro l'Inter, regolarmente convocati dal Dottore, non partono inizialmente con la squadra per l'aeroporto di Linate, causa problemi con la società per il reingaggio, come riporta il quotidiano torinese 'Stampa sera'.

    Ma le trattative proseguono e, se con Capra servirà più tempo, ma alla fine sarà anche lui confermato in rosa, l'intesa con Perani viene raggiunta in extremis, cosicché l'azzurro raggiunge all'ultimo i compagni in aeroporto. Di sicuro il clima non è dei migliori prima di una partita così delicata, tanto che Bernardini dice apertamente:

    "È una gara difficile, mi andrebbe bene anche il pareggio".

    Grande è invece l'ottimismo nelle fila belghe, dove c'è chi pensa ad una facile vittoria. La verità starà, come spesso accade, nel mezzo. Gli emiliani giocano con Perani all'ala destra, Pascutti ala sinistra, Bulgarelli e Haller mezzali e il danese Nielsen centravanti. La cornice di pubblico è notevole: alla gara assistono 70 mila persone, fra cui, in tribuna d'onore, anche il principe Alberto II (futuro re) e l'ambasciatore italiano. Gli italiani sono circa 20 mila.

    Ai rossoblù sta bene il pareggio, e per questo impostano la gara sulla difensiva, e per l'Anderlecht, nonostante sia più avanti di condizione, non è semplice venire a capo di Bulgarelli e compagni. La tattica di contenimento di Bernardini è efficace nella prima frazione, chiusa dagli emiliani sullo 0-0.

    "Il Bologna ha lottato in modo diverso nei due tempi - scrive l'inviato d'eccezione de 'La Stampa', il grande Vittorio Pozzo -. Nel primo si è essenzialmente difeso. Ha giocato, cioè, a tenere, ed è riuscito in questa prima parte dell'incontro a bloccare l'avversario. Ne ha subito invero la superiorità, la prevalenza territoriale, ma facendo barriera davanti alla propria porta ha fatto sì che l'oppositore, pure nettamente dominando, non arrivasse a sfondare".
    "A metà campo facevano quello che volevano i belgi- prosegue Pozzo nel suo racconto -, ma giunti all'altezza dell'area di rigore venivano bruscamente e anche un po' duramente fermati. Così si giungeva al riposo di metà tempo senza segnatura alcuna, con uno zero su tutta la linea".

    Il Bologna va all'intervallo con qualche speranza, ma la partita di Bruxelles cambia nella ripresa.

    "Invece proprio alla ripresa, nello spazio fra il terzo e il quarto minuto di gioco - annota con precisione Pozzo su 'La Stampa' - la squadra, che era di gran lunga la più meritevole, rompeva l'incantesimo. Puis, la veloce ala sinistra belga, filava via come un treno, e terminava la sua gran corsa con un preciso centro alto".
    "La mezzala sinistra Van Himst, che si era prodigata in modo straordinario fino ad allora, si portava in avanti come una catapulta, colpiva la palla di testa e la spediva violentemente in rete sulla sinistra di Negri, senza lasciare al portiere la possibilità di abbozzare parata alcuna".

    La rete della stella dell'Anderlecht decide la sfida di andata, con il Bologna, in palese difficoltà, bravo comunque a contenere i danni, e i belgi che sprecano le occasioni per raddoppiare.

    "... L'Anderlecht poteva segnare ancora - scrive Pozzo - ma per puro caso non riusciva più a realizzare. Ci limitiamo ad elencare due delle occasioni... Nella prima di esse Stockman, ala destra, piombava a metà campo, batteva nettamente Janich, facendogli passare la palla in mezzo alle gambe, poi, per evitare l'uscita del portiere, sospingeva la sfera un po' troppo avanti e a porta vuota non riusciva a riprenderla prima che essa varcasse la linea di fondo...".
    "Più tardi il ragazzo della squadra, De Vriendt, in ottima posizione davanti al portiere, coglieva al volo un bel centro proveniente dalla sinistra, prendeva accuratamente la mira e poi sbagliava in modo madornale la direzione del tiro".

    Sventato il pericolo, nel finale il Bologna prova il forcing per raggiungere il pareggio, ma senza riuscirci.

    "... Riusciva anche ad impegnare il portiere belga con qualche tiro forte, specialmente ad opera di Perani, ala destra. Nielsen spediva due volte la palla in rete ma in ambo le occasioni l'arbitro - oculato e severissimo - aveva già fermato chiaramente il gioco per essersi il danese liberato di un avversario con una spinta delle mani...".

    L'1-0 finale per l'Anderlecht lascia la qualificazione apertissima in vista del ritorno in Italia, e nonostante Pozzo non creda nel riscatto rossoblù, quella del Comunale sarà tutta un'altra partita.

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  • IL BOLOGNA VINCE 2-1 IN CASA: SI VA ALLO SPAREGGIO

    La gara di ritorno si gioca al Comunale di Bologna, l'attuale Stadio Renato Dall'Ara, mercoledì 7 ottobre 1964. Il campionato di Serie A è iniziato e i campioni d'Italia sono in una condizione nettamente superiore rispetto alla partita di andata in terra belga.

    Il primo tempo, come riportano le cronache, è una vera battaglia sul piano agonistico. A farne le spese sono i belgi, che ripropongono il loro gioco moderno fatto di tecnica, palleggio e difesa a zona. Van Himst incanta per mezzora ma esce malconcio da una mischia nell'area emiliana e non riuscirà più a incidere con continuità. Poco prima Hanon si fa male in uno scontro con Nielsen e di fatto l'Anderlecht giocherà per oltre un'ora con dieci uomini, non esistendo ancora, all'epoca, le sostituzioni.

    Il Bologna è bravo a lottare nel primo tempo, fatto più di calci e risse che di calcio, e a far valere poi la sua legge nella ripresa, passando al 57'.

    "... Nielsen lanciava Perani - scrive l'inviato speciale Giulio Accatino su 'La Stampa' -, che attirava il terzino Cornelis. L'ala bolognese, giunta a fondo campo, centrava, Nielsen non riusciva a prendere la palla, che Pascutti di testa buttava in rete...".

    Poco dopo Negri è bravo a dire di no ad un'iniziativa personale del redivivo Van Himst, liberatosi alla conclusione con una pregevole azione.

    Il raddoppio porta la firma del combattivo centravanti danese, detto "Dondolo" per il suo modo di muoversi in campo.

    "... Il Bologna cominciava a dominare il campo e segnava ancora al 30' con Nielsen, che sfruttava unpassaggio di Pascutti...", riporta il cronista.

    Sul 2-0 sembra fatta, e il Bologna pregusta il passaggio del turno e la prestigiosa sfida degli ottavi di finale con il Liverpool. Invece i petroniani pagheranno a caro prezzo una disattenzione difensiva in Zona Cesarini.

    "I rossoblù erano racchiusi in area per difendere il risultato - racconta l'inviato de 'La Stampa' -, e questa azione troppo prudente è stata forse l'errore più grave. Nielsen atterrava Jurion nei pressi dell'area di rigore e lo stesso Jurion tirava alto: Janich respingeva di testa proprio sui piedi dell'ala Stockman, che al volo saettava in rete: 2-1".

    Poco dopo la ripresa del gioco il fischio finale dell'arbitro ungherese Horvath pone fine alla contesa: tutto si deciderà sette giorni dopo nella "bella" di Barcellona.

    Nello spogliatoio del Bologna gli animi sono surriscaldati.

    "Negri su quello spiovente poteva uscire - dice Pavinato - invece è rimasto immobile sulla linea di porta".
    "È vero - la replica di Pascutti - ma tu potevi stare più vicino a Stockman...".
  • "LA BELLA" DI BARCELLONA E LA VITTORIA BELGA CON LA MONETINA

    La qualificazione agli ottavi di finale della Coppa dei Campioni 1964/65 fra Anderlecht e Bologna si decide mercoledì 14 ottobre 1964 al Camp Nou di Barcellona. Data l'importanza della partita, Bernardini ha tenuto a riposo cinque titolari in campionato, compromettendo l'esito della gara con la Sampdoria, pur di avere i giocatori freschi per il match in terra catalana.

    Si gioca alle 16 del pomeriggio, davanti ad appena cinquemila spettatori, e per problemi tecnici l'importante partita non è teletrasmessa in Italia. Fra i giocatori del Bologna c'è grande fiducia sulle possibilità di passare il turno, e i felsinei scendono in campo in formazione tipo. Fra i belgi debutta invece il mediano spagnolo Cayuela II.

    La partita sarà però caratterizzata dagli errori clamorosi e dalla sfortuna per i colori rossoblù. Primo tempo di marca belga, con il solito Van Himst in evidenza, ma Tumburus e Janich non concedono nulla, e nella ripresa i rossoblù cambiano passo e cingono d'assedio l'area bianco-malva.

    Bulgarelli e Haller salgono in cattedra e qui entra in gioco la cattiva sorte: al 49' una staffilata di Pascutti si infrange sul palo a portiere battuto, poi è Nielsen a mettersi in evidenza in senso negativo con due errori clamorosi davanti alla porta. Lo 0-0 si trascina fino al 90' e sono necessari i tempi supplementari, ma il risultato non cambia nemmeno dopo 120 minuti, con una traversa colpita nel finale da Pascutti.

    La squadra qualificata agli ottavi di Coppa dei Campioni, non esistendo ancora i tiri di rigore, sarà decisa dal lancio della monetina. L’arbitro spagnolo di Pamplona, Zariquiegui al centro del campo scaglia una moneta da 5 pesetas, che strappa un sorriso isterico ai due capitani Pavinato e Lippens perché incredibilmente si conficca al suolo, un po' fangoso, esattamente in posizione verticale, non cadendo su nessuna delle due facce.

    Occorre un secondo lancio. Se esce croce (l’aquila) passa il Bologna, se esce testa, l'effigie di Francisco Franco, passano i belgi. La fortuna bacia l'Anderlecht e il Bologna deve dire addio alla sua prima (e finora unica) partecipazione alla Champions League nel modo più clamoroso e beffardo.

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  • I TABELLINI DELLE GARE

    1 - ANDATA

    Bruxelles, 9 settembre 1964, Stadio Emile Versé

    ANDERLECHT-BOLOGNA 1-0

    RETE: 49' Van Himst

    ANDERLECHT: Trappeniers; Heylens, Cornelis; Hanon, Verbiest, Plaske; Stockman, Jurion, Devriendt, Van Himst, Puis. All. Sinibaldi

    BOLOGNA: Negri; Furlanis, Pavinato; Tumburus, Janich, Fogli; Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti. All. Bernardini.

    ARBITRO: Kreitlen (Germania Est).

    2 - RITORNO

    Bologna, 7 ottobre 1964, Stadio Comunale

    BOLOGNA-ANDERLECHT 2-1

    RETI: 57’ Pascutti (B), 75' Nielsen (B), 89’ Stockman (A)

    BOLOGNA: Negri; Furlanis, Pavinato; Tumburus, Janich, Fogli; Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti. All. Bernardini.

    ANDERLECHT: Trappeniers; Heylens, Cornelis; Hanon, Verbiest, Plaske; Stockman, Jurion, Devriendt, Van Himst, Puis. All. Sinibaldi

    ARBITRO: Horvath (Ungheria)

    3 - SPAREGGIO

    Barcellona, 14 ottobre 1964, Stadio Camp Nou

    ANDERLECHT-BOLOGNA 0-0 dts

    ANDERLECHT: Trappeniers; Heylens, Cornelis; Cayuela, Plaske, Lippiens; Stockman, Jurion, Devriendt, Van Himst, Puis. All. Sinibaldi

    BOLOGNA: Negri; Furlanis, Pavinato; Tumburus, Janich, Fogli; Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti. All. Bernardini.

    ARBITRO:Zariquiegui (Spagna)

    Anderlecht qualificato attraverso il sorteggio effettuato lanciando una monetina.