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Rey Manaj, l'ex talento dell'Inter finito al Barcellona quasi per caso: ora è svincolato

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La carriera di un giocatore è fatta di occasioni, di scelte giuste al momento giusto, in grado di far svoltare in senso positivo una storia all'apparenza anonima. Rey Manaj rientra in questa categoria: ectoplasma in Italia, chance del tutto improvvisa in Spagna dove si sta costruendo un futuro quantomeno dignitoso e all'altezza dei buoni propositi che gli addetti ai lavori nutrivano nei suoi confronti quando, ancora minorenne, era un ragazzino di belle speranze. Col potere - per nulla banale - di scomodare due big del nostro calcio come Inter e Juventus, protagoniste di una battaglia di mercato vinta con un sorpasso degno del miglior Michael Schumacher dal club nerazzurro.

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L'epoca dei fatti è il 2015, un contesto sportivo allora favorevole alla 'Vecchia Signora', reduce dalla conquista del suo 31esimo Scudetto: chiaro che Manaj non rimanga indifferente ad un pedigree così prestigioso, nonostante anche i rivali milanesi possano contare su un blasone per nulla inferiore.

Ma qualcosa non va per il verso giusto nella parte finale della trattativa, che vede l'Inter sorpassare all'ultima curva di un Gran Premio mozzafiato: la Cremonese - con cui Manaj aveva realizzato due reti in Serie C - accetta il prestito con diritto di riscatto fissato a 500mila euro, più i trasferimenti temporanei in grigiorosso dei giovani Fabio Eguelfi e Francesco Forte. Il merito di quel blitz è del compianto Pierluigi Casiraghi, per anni punto di riferimento dello scout giovanile interista e scopritore di talenti - poi diventati campioni - come Pandev, Balotelli e Coutinho.

La presenza di gente come Icardi, Perisic e Jovetic tarpa però le ali al promettente attaccante albanese, sempre convocato in prima squadra da Roberto Mancini che lo fa esordire il 23 agosto 2015 negli ultimi cinque minuti di Inter-Atalanta, lasso di tempo in cui arriva il goal della vittoria del montenegrino: per Manaj le opportunità di farsi notare sono praticamente nulle, se si eccettua un cartellino giallo rimediato sul gong che non sposta l'ago dei giudizi in un verso o nell'altro. Davvero troppo poco per potersi esprimere e il prosieguo non dà una mano: Manaj colleziona solo panchine, fino al 4 ottobre 2015 e ai 20 minuti concessigli da Mancini nell'assalto finale al fortino della Sampdoria, non andato a buon fine.

L'albanese, che fino a quel momento era la carta da giocare nei momenti di difficoltà e di tutto per tutto, diventa un corpo estraneo dell'undici nerazzurro: altra serie di esclusioni, con il 2015 che si chiude con il minuto collezionato a Udine sul risultato di 0-4 in favore dei meneghini. Lo spazio si fa improvvisamente stretto e l'ipotesi di una cessione nel mercato di gennaio è più che fattibile: dalla Sampdoria arriva Eder, il che non fa altro che far scivolare Manaj ancora più indietro nelle gerarchie offensive. Nonostante il nuovo innesto, l'albanese concluderà la stagione a Milano facendo in tempo a subentrare nel finale di Roma-Inter, senza riuscire a lasciare il segno come sperato. Nel computo totale anche due apparizioni in Coppa Italia, di cui una dal primo minuto nel 3-0 inflitto al Cagliari agli ottavi di finale.

Le soddisfazioni migliori arrivano con la Primavera nerazzurra che lo 'acquista' per la fase finale del campionato: l'impatto di Manaj con una realtà a lui più consona è semplicemente devastante e i quattro goal segnati nelle due partite contro Palermo e Roma lo dimostrano. Purtroppo per lui il cammino dell'Inter si arresta in semifinale, ad un passo dalla finalissima, ma ad indorare la pillola ci pensa la Coppa Italia di categoria: il ritorno dell'ultimo atto contro la Juventus si gioca a San Siro il 13 aprile 2016 e Manaj - che aveva punito la Lazio con una doppietta nel ritorno della semifinale - sigla il momentaneo 1-1 dopo aver messo a sedere due difensori e aver superato il portiere. Zonta segna il definitivo 2-1 che, unito allo 0-1 di Torino, consegna all'Inter il trofeo.

Manaj PescaraGetty Images

Sembra la nascita di una nuova storia, ma è soltanto l'inizio di una serie di prestiti che, nelle intenzioni dell'Inter, hanno l'intento di permettere a Manaj di crescere e farsi le ossa altrove: al Pescara rimane fino al gennaio 2017, facendo in tempo a mettere a referto due reti, le prime nella massima serie. La numero uno la rifila al Sassuolo il 28 agosto 2016, conteggiata dagli almanacchi nonostante la successiva decisione del Giudice Sportivo che assegna lo 0-3 a tavolino agli abruzzesi a causa della presenza in campo tra i padroni di casa di Antonino Ragusa, non inserito nella lista depositata alla FIGC. Il bis è datato 25 settembre, nell'1-1 imposto al Genoa al 'Ferraris': si tratta di una delle poche soddisfazioni per la squadra biancazzurra, fanalino di coda della classifica al culmine di una stagione disgraziata.

La sessione invernale è quella della discesa in B - sempre in prestito - al Pisa ma, anche in Toscana, le cose non vanno per il meglio: la squadra allenata da Gennaro Gattuso termina la sua corsa all'ultimo posto, sfortunata costante dell'annata di Manaj che fa ritorno all'Inter. Il tempo di un fugace saluto, prima di fare nuovamente le valigie per trasferirsi in Spagna al Granada: nulla di eccezionale nemmeno qui, tanto che il solo goal messo a referto nel 2017/2018 non basta per il riscatto del cartellino. A credere in lui è un'altra spagnola militante in Segunda Division, l'Albacete, che accetta l'inserimento dell'obbligo di riscatto nella trattativa per il prestito: dettaglio non da poco che, effettivamente, si concretizza dopo un anno in cui Manaj timbra il cartellino in sette circostanze. Nulla di clamoroso, quanto basta per indurre il Barcellona a piombare sulle sue tracce nel gennaio 2020.

Sì avete capito bene, proprio il Barcellona di Lionel Messi, che pensa a lui per rinforzare la seconda squadra militante nella Segunda B, la terza divisione del calcio spagnolo. Non il massimo della vita in quanto a livello del campionato, ma il fascino dei blaugrana alla fine prevale su qualsivoglia perplessità: l'Albacete ricava 700mila euro - più eventuali due milioni di bonus - dalla cessione di Manaj che firma un contratto fino al 30 giugno 2023, in cui viene inserita una clausola rescissoria di 50 milioni di euro, cifra spropositata se si considera l'andamento della carriera dell'albanese. Ma poco importa a Manaj che, il giorno della presentazione, è felice come un bambino a Natale.

"Credo che questo sia uno dei giorni più importanti della mia vita. Ho firmato per il club migliore della storia. Quando mi è arrivata la proposta del Barcellona non ho voluto prenderne in considerazione altre, volevo solo giocare qui: spero di regalare qualcosa alla squadra sotto l'aspetto dell'esperienza e del gioco".

Il sogno ad occhi aperti di Manaj rischia di tramutarsi in qualcosa di ancora più bello il 15 febbraio 2020 quando, per far fronte all'emergenza che ha colpito l'attacco, Quique Setien lo convoca con la prima squadra per la sfida casalinga col Getafe, vinta per 2-1: il classe 1997 resta in panchina per tutto l'incontro ma, ciò che gli resta di quella giornata, è l'aver potuto ammirare la stella di Messi dal vivo, a pochi passi da lui per giunta.

Non riuscirà mai ad esordire in prima squadra, trasferendosi allo Spezia nel 2021/2022 e dunque al Watford. Dal febbraio 2023 è svincolato. Ricordi e rammarico.

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