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Prandelli al Valencia: "Non erano questi i patti, promesse non mantenute"

Dopo le dimissioni, arrivate a sorpresa nella giornata di venerdì, continua il botta e risposta tra Cesare Prandelli ed il Valencia. Il tecnico italiano, in particolar modo, ha voluto rispondere al direttore esecutivo del club iberico Murthy, che lo ha accusato di essersi arreso presto e di aver trovato delle scuse per andare via, in primis quelle riguardanti il calciomercato.

Gli sono state fatte delle promesse che non sono state mantenute: "Sono molto triste perchè finisce un sogno per me, avevo accettato questa nuova sfida con grande piacere ed entusiasmo. Per il rispetto nei confronti dei tifosi non me ne potevo andare senza fornire le ragioni della mia decisione. Ho lavorato senza fare riferimento al mercato, mi era stato detto che a gennaio avremmo rinforzato la squadra".

Nonostante l'incontro con il patron Lim, le cose sono cambiate da un giorno all'altro. "Sono tornato da Singapore con l'approvazione da parte di Lim per acquistare diversi giocatori nella sessione di mercato di gennaio. Era fatta con Zaza dopo aver parlato sia con il giocatore, che non era convinto, che con il suo padre-agente. Successivamente mi è però stato detto che avremmo dovuto ridurre ad uno il progetto iniziale dell'acquisto di 4 giocatori".

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Da qui la decisione delle dimissioni. "Ho espresso il mio disappunto per questa situazione, ed ho quindi detto che con questa situazione avrei risolto il mio contratto, non ero venuto con questi presupposti. Rispetto la città ed i tifosi andando via, e Garcia Pitarch mi ha detto che se lo avessi fatto io lo avrebbe fatto pure lui".

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