Pedri Spain Costa Rica 2022Getty

Pedri all'esame Mondiale: dal Real sfiorato al sogno Barça realizzato

Un destino già scritto, sin dalla tenera età. E una fitta nevicata tra le più classiche 'sliding doors' a cambiare la storia.

"Sono un tifoso del Barcellona da prima che nascessi, mio nonno ha fondato il fan club qui (a Tegueste, ndr) - ha raccontato ai microfoni ufficiali del club catalano a metà anni 2000, in occasione di un evento organizzato -. Possedevo tutto del Barcellona: i cuscini, i piatti...".

E pensare che Pedri fu vicinissimo a vestire la maglia del Real Madrid. Ci pensò la neve a far realizzare il sogno di una vita al giovane canario, cresciuto con i colori 'azulgrana'. Una tradizione di famiglia, tramandata di generazione in generazione, che ha visto Pedro Gonzalez Lopez realizzare il suo sogno di essere protagonista con la maglia del Barça.

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PedriGetty Images

Nelle Canarie - tra Oceano Atlantico, panorami mozzafiato e spiagge -, il classe 2002 ha coltivato il desiderio, giorno dopo giorno, non solo di diventare un calciatore professionista ma farlo con la maglia del club catalano.

Sulla scia del suo omonimo, Pedro Rodríguez Ledesma, oggi alla Lazio dopo aver vinto tutto tra club e nazionale con Barcellona, Chelsea e Spagna. Proprio come lui, dall'isola di Tenerife, con l'obiettivo di salire sul tetto del mondo grazie al 'futbol'.

Nella cittadina di Bajamar viene alla luce Pedri. Ci resterà poco, prima di spostare a Tegueste insieme alla famiglia, che gestisce un ristorante – il Tasca Fernando – vicino alle montagne. Il Camp Nou e la Catalogna sono distanti oltre 2.500 chilometri, ma mentalmente vicinissimi grazie alla passione del piccolo Pedro, tramandata da suo papà Fernando, un ex calciatore dilettante che ha ereditato a sua volta il fan club dei 'blaugrana' da suo padre.

Uno studente nella media in grado di trasformarsi con il pallone tra i piedi. Così viene ricordato Pedri dagli insegnanti della scuola 'Maria del Carmen Fernandez Melian'.

Il locale a gestione familiare - con papà Fernando al bar e mamma Maria Rosaria in cucina - è il primo palcoscenico della vita di Pedro. Insieme a suo fratello, più grande di due anni, il classe 2002 si dilettava a giocare con la palla, finendo per essere rimproverato a cadenza regolare.

I due entrano a far parte del Tegueste quando Pedri ha appena 6 anni. Inizialmente viene schierato dietro, in difesa, ma poco dopo viene avanzato di qualche metro. Il talento è evidente fin da bambino.

Nel 2015, all'età di 13 anni, Pedri entra a far parte del settore giovanile del Laguna. Il leggero gap fisico rispetto ai coetanei, per quel fisico esile, viene colmato - con gli 'interessi' - da una qualità tecnica nettamente al di sopra della media.

"Pedri amava la palla - ha raccontato Ayoze Hernandez, il suo ultimo allenatore alla Juventud Laguna prima del passaggio al Las Palmas a GOAL -. Adorava averla tra i piedi sempre: prima, durante e dopo l’allenamento. Giocava sempre al centro".

Qualità tecnica e sacrificio. Gli ingredienti giusti per la scalata in tempi rapidissimi. Senza cedere davanti alle tentazioni, nemmeno le più banali.

Con la Juventud, Pedri svolgeva un allenamento speciale - in compagnia del resto della squadra durante la preparazione pre-campionato in montagna, La Esperanza, per lavorare sulla resistenza. Un fuoristrada tracciava il percorso e lui lo inseguiva per tutti i sette chilometri, tenendo il passo a differenza dei suoi compagni.

"Alla fine, chiedevamo a Pedri ‘Vuoi un Refresco (bevanda analcolica, ndr)?' - ricorda Ayoze - Lui rifiutava perché diceva che faceva male ai muscoli. Aveva già chiaro il suo obiettivo: voleva diventare un calciatore professionista".

Cresciuto tra i video di Laudrup e piatti con il logo del Barcellona, la vita di Pedri cambia a meno di 16 anni, tra febbraio e maggio 2018.

Uno scout del Real Madrid si presenta al Tasca Fernando, dai genitori di Pedri, e li convince con un vero e proprio blitz a far fare un provino al ragazzo con i 'Blancos'. Il giovane vola nella capitale, ma è costretto a rimanere due giorni chiuso in hotel a causa di una nevicata fitta che si abbatte su Madrid. Scenderà in campo solamente due volte, non abbastanza per convincere lo staff delle 'Merengues'.

"Mi hanno detto che non ero di un livello adeguato - ha raccontato Pedri alla trasmissione radiofonica El Larguero - Ringrazio chi mi ha detto che non ce l’avrei fatta; ora sono nel club che ho sempre amato. Indossare la maglia del Real Madrid era strano, sono sempre stato un tifoso del Barcellona".

Tre mesi più tardi lo acquista il Las Palmas e lo aggrega alla formazione Under 18. Passerà poco più di anno, prima della promozione in prima squadra grazie a José Mel Perez e la firma sul primo contratto.

"Nel calcio non c’è età: è uguale se ne hai 16 o 36 anni. Quello che conta è il tuo livello. E Pedri aveva il livello, ovviamente dal punto di vista fisico si doveva formare, avendo 16 anni, ma ha giocato fin dalla prima giornata di campionato".

Primato e record. In quella stagione, Pedri è il calciatore di movimento del Las Palmas a giocare più di qualsiasi altro compagno con 2.833 minuti in 36 partite e diventa il più giovane marcatore della storia del club, a 16 anni, 9 mesi e 23 giorni.

Pedri 2022-23Getty

Pedri viene contattato nuovamente dal Real Madrid, ma non solo. A rivelarlo è proprio Mel Perez, cresciuto nel settore giovanile del club madrileno:

"Ho fatto una chiacchierata con Emilio Butragueno, un mio vecchio compagno di squadra. Gli ho spiegato cosa stava accadendo con Pedri. Ho parlato anche con il presidente del Real Betis. Alla fine, Pedri è fortunato: è nel club in cui ha sempre sognato di essere. Il Barcellona è stata l’unica squadra ad aver davvero spinto per averlo".

5 milioni sul piatto e bonus fino a 30 milioni di euro complessivi. Un affare se si considera la clausola da un miliardo di euro inserita dal Barcellona nell'ultimo rinnovo.

Sulle sue tracce c’era anche il Milan, come svelato a ‘Sky Sport’ dal direttore sportivo di quel Las Palmas Rocco Maiorino:

"C’era l’Atletico Madrid, più defilato il Real. Io ne ho parlato col Milan con cui avevo mantenuto un ottimo rapporto. Sono venuti a vederlo, a Malaga, ma non sono stati abbastanza veloci nel chiudere il cerchio e io avevo bisogno di monetizzare per far quadrare i conti della mia società. Gli dissi: 'Ho qualcosa di incredibile tra le mani'".

Oggi, a soli 20 anni, è un pilastro del Barça e della Spagna di Luis Enrique, che da quando ha deciso di convocarlo a marzo 2021 non ha più fatto a meno di lui. Da lì in poi lo ha schierato praticamente sempre titolare, anche in partite importanti come quelle di Euro 2020, relegando in panchina calciatori più esperti con Rodri e Thiago Alcantara.

Sulla scia del suo idolo Andres Iniesta, con Pedri che non ha mai nascosto la sua ammirazione:

"Ho sempre visto video di Iniesta, è sempre stato il mio idolo".

Proprio come 'Don Andrés', Pedri mostra una capacità sublime di giocare a testa alta e vedere il gioco in anticipo. Quella che lo ha reso intoccabile già in giovane età.

"Pedri è fortissimo, ha grande qualità e sono sicuro che farà la storia".

Qualche mese fa è arrivata anche la benedizione di un'altra leggendo del Barcellona, Ronaldinho, che ha parlato del classe 2002 ai microfoni di 'Radio Marca'.

Dopo un avvio difficile con Koeman, che inizialmente ha riscontrato qualche difficoltà nella collocazione tattica, Pedri si è preso il Barcellona e lo ha fatto in poche settimane.

"Ha una virtù importante nel calcio, una virtù che aveva anche Iniesta - ha aggiunto Mel -. La capacità di mettere a proprio agio tutti i giocatori intorno a lui, di farli sentire meglio. Quindi non avevo dubbi, dopo che lo fece al Las Palmas, che sarebbe stato in grado di farlo con Griezmann, Leo (Messi, ndr), Busquets, e tutti gli altri giocatori. Lo volevano in squadra con loro: non volevano che andasse nel Barcellona B".

Curioso l'episodio del lapsus di Laporta nel 2021, quando chiamò Pedri "Messi" nella conferenza stampa relativa al rinnovo del giovane di Bajamar:

"Quando ero presidente del Barcellona durante il primo mandato ricordo di aver incontrato Pedri a Tegueste. Ti autografai una maglia, ora sei tu a firmarne tante altre. Come cambiano le cose! Per prendere tempo andammo a La Candelaria e c'era una messa, anche il prete era del Barça. Non c'è da stupirsi, Messi… scusa, Pedri, se sei sempre stato tifoso del Barça, tutti in quell'ambiente lo sono".

Da quel 27 settembre 2020 e la sfida contro il Villarreal, vinta per 4-0, Pedri è diventato un pilastro dei catalani. Al termine di quella stagione è arrivato anche il primo trofeo, la Coppa del Re, con il poker a Siviglia contro l'Athletic Bilbao.

Quest'anno il classe 2002 si sta confermando una colonna portante del Barcellona. Pedri ha saltato solo il match dell'ultimo turno della fase a gironi di Champions League, ormai ininfluente, sul campo del Viktoria Plzen. Poi sempre titolare nelle prime cinque gare in Europa contro i cechi, Bayern Monaco e Inter, e dal 1' in ben dodici occasioni su 14 in Liga, subentrando nella ripresa contro Cadice e Maiorca.

Nel 4-3-3 di Xavi viene schierato praticamente sempre nel ruolo di mezzala, con compiti di inserimento. Tre goal recita il bottino della prima parte di stagione, tutti in Liga, contro Real Valladolid, Celta Vigo e Osasuna, nella gara che ha chiuso il 2022 del club catalano.

Pedri SpainGetty Images

In vista dei Mondiali in Qatar, Luis Enrique non ha voluto rinunciare al suo pupillo e lo ha inserito nella lista dei 26 convocati. La prima Coppa del Mondo per Pedri, che dopo aver saltare un solo minuto tra fase a gironi e gare a eliminazione diretta fino alla semifinale a Euro 2020 ora vuole confermarsi.

Schierato titolare contro la Costa Rica, ha partecipato alla goleada della 'Roja' con il 7-0 nella gara d'esordio in Qatar firmato dalla doppietta di Ferran Torres e dai goal di Morata, Soler, Asensio, Dani Olmo e Gavi.

Quale occasione migliore rispetto alla competizione iridata, il palcoscenico ideale per mostrare il talento cristallino di quel ragazzino che giocava sui campi accanto alle spiagge dell'Oceano Atlantico e ha che realizzato il suo sogno di diventare un 'culé'. Un destino segnato e un progetto completato anche grazie a una fitta nevicata.

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