Amoroso Udinese BrazilGetty Images

Marcio Amoroso, l'ultimo capocannoniere brasiliano della Serie A: ora auricolari ed edilizia

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Quiz al volo: chi è l'ultimo capocannoniere brasiliano della nostra Serie A? Risposta apparentemente semplice: Ronaldo, magari Adriano. E invece no: Marcio Amoroso, l'ex attaccante dell'Udinese, ma anche del Parma e del Milan. Re dei bomber, ormai più di 20 anni fa, nel campionato delle Sette Sorelle.

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In quegli anni l' Udinese di Amoroso non appartiene all'élite come la Juventus, il Milan, l'Inter, la Roma, la Lazio, il Parma e la Fiorentina.

Le Sette Sorelle di fine Novanta, appunto. Eppure, nel 1998/99 si presenta ai nastri di partenza da rivelazione dell'annata precedente, chiusa incredibilmente al terzo posto dietro alla Juventus e all'Inter. Solo il regolamento dell'epoca, che promuove solo le prime due, esclude i friulani dalla prima, storica partecipazione alla Champions League.

Alberto Zaccheroni non c'è più: se n'è andato al Milan assieme a Thomas Helveg e, soprattutto, a Oliver Bierhoff, capocannoniere in carica con 27 reti. Amoroso sì, c'è ancora. Ma al proprio fianco ora ha il Pampa Sosa, semisconosciuto centravanti argentino pescato nel Gimnasia La Plata, e in panchina ecco Francesco Guidolin, arrivato dal Vicenza dei miracoli. Nella stagione precedente, poi, Marcio di goal ne ha messi a segno appena 5. Pochi. Pochissimi, per uno nel giro della Nazionale brasiliana.

Che per lui possa essere una stagione da ricordare, però, si capisce già dalle prime giornate: una rete all'esordio contro la Sampdoria, un altro paio a Bologna, ancora due contro la neopromossa Salernitana. Rieccolo, l'Amoroso capace di mantenere medie realizzative altissime sia in Giappone che in Brasile, ma fin lì costretto a sacrificare la propria vena per far spazio all'ariete Bierhoff.

Alla fine, le realizzazioni complessive di Amoroso in campionato saranno 22. Una sola in più rispetto a Gabriel Batistuta, uomo simbolo della Fiorentina che, con Giovanni Trapattoni in panchina, arriva a sognare concretamente lo Scudetto fino all'arrivo della primavera. Altre due il brasiliano le mette a segno in Coppa Italia: percorso concluso ai quarti di finale contro il Parma.

Quell'Udinese, alla fine, chiude il campionato al sesto posto assieme a Roma e Juventus. E si guadagna nuovamente il diritto di disputare la Coppa UEFA grazie a un doppio spareggio contro la Juventus: 0-0 al Friuli, 1-1 al Delle Alpi. Friulani in Europa, Signora costretta a ripartire addirittura dall'Intertoto.

Ma come è nata la strepitosa stagione di Amoroso? A raccontarlo a 'Sportitalia', qualche anno fa, è stato il suo ex capitano Alessandro Calori. Con un retroscena piuttosto gustoso:

"Si vedeva che era un campione, però era un po' indolente. Giocavamo con la Fiorentina e lui mi disse: 'Sandro, ti devo parlare: io lunedì vado via: me ne torno con mia moglie in Brasile'. Non l'ho fatto nemmeno finire e l'ho letteralmente alzato di peso, dicendogli: 'Se oggi non ci fai vincere la partita ti ci porto io in Brasile'. Lui era scuro di pelle, ma è diventato bianco... In quella partita ha segnato due goal. E da lì è diventato capocannoniere".

Altro episodio da raccontare: ve lo immaginate Guidolin e la moglie che cenano con addosso la maglia di Amoroso? Bene: accadde veramente in quel 1998/99, in una serata a quattro, serena, senza pensieri, a casa dell'allora tecnico bianconero. Lui aveva quella del Brasile, lei quella dell'Udinese. Invitarono il brasiliano e consorte vestiti così e così trascorsero le ore seguenti.

Marcio Amoroso Parma

Numeri alla mano, la terza e ultima in Friuli rimane la miglior stagione italiana di Amoroso. Le due stagioni di Parma, la prima delle quali a formare una coppia dal potenziale devastante con Hernan Crespo, si riveleranno sorprendentemente un flop: appena 11 reti totali. Benissimo invece al Borussia Dortmund, con tanto di titolo tedesco e Coppa UEFA persa solo in finale contro il Feyenoord a Rotterdam. Quindi la comparsata al Milan, una spruzzata di Grecia, la chiusura in patria.

Oggi si è dedicato a tutt'altro nella vita, come raccontato a 'Tuttomercatoweb' in un'intervista.

"Ho investito nell'edilizia, considerato che è un settore in cui ci sarà sempre domanda. Poi nella tecnologia con l'azienda Younnect: ci occupiamo di accessori per smartphone, caricatori, batterie. Eravamo una ditta piccola, ora siamo a 500 punti vendita in Brasile. E ho investito anche nel pet food (Tibii Nutriçao Pet), considerando che tantissime famiglie ormai hanno un animale domestico. Stiamo crescendo tantissimo nel mercato brasiliano e adesso valutiamo di espanderci nel continente americano. La parte legata all'abbigliamento, il marchio Revero, lo gestisce mio figlio Giovanni. Ci occupiamo di vendita online, che è ormai il presente e il futuro dello shopping".

Le stagioni più belle di Amoroso, però, sono e rimangono quelle di Udine. Il terzo posto del '98, il titolo di re dei bomber conquistato 12 mesi più tardi. L'ultimo capocannoniere brasiliano della Serie A resta lui, folletto rapido, difficilissimo da leggere, indolente quanto mortale con la porta davanti a sé. Più di 20 anni dopo, tra ricordi e nostalgia, c'è ancora del Marcio a Udine.

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