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La storia di Papiss Cissé: da autista di ambulanze a bomber in Premier

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C'è vita oltre al calcio. Vero. Ma per qualcuno che sul calcio ci ha costruito la propria, prima ve n'era un'altra ancora. Completamente diversa. Radicalmente opposta.

Un fulgido esempio è quello di Jamie Vardy, passato dal lavoro in fabbrica ai grandi palcoscenici internazionali. Senza dimenticare Dimitri Payet, stella del Marsiglia con trascorsi da commesso. In terra nostrana abbiamo conosciuto la favola di Messias, fresco di Scudetto con il Milan, che fino ad una manciata di anni fa trasportava frigoriferi in quel di Torino.

Una raccolta di storie nella quale si colloca anche quella di Papis Cissé, attaccante senegalese reduce da una stagione 2021/2022 in Turchia con la maglia del Çaykur Rizespor. Ultima tappa di un percorso iniziato oltre vent'anni fa in Senegal, dove è nato il 3 giugno 1985.

I primi passi, calcisticamente parlando, li muove prima con l'AS Génération Foot e successivamente con l'AS Dounaes. La prima grande svolta, però, è datata estate 2005 quando il Metz gli schiude le porte del Vecchio Continente, facendolo esordire in Ligue 1 prima di parcheggiarlo in prestito al Cherbourg. Ed è proprio sulla vetrina della Terza Serie francese che Cissé inizia a familiarizzare con il goal. A fine stagione torna al Metz - che nel frattempo fa la spola tra Ligue 1 e Ligue 2 - e non perde il vizio: segna 36 goal in 101 partite, di cui 35 in Ligue 2 e nessuno in Ligue 1. Nel mezzo, ci infila anche un altro prestito al Châteauroux.

cissé metzGetty Images

Estate 2009, svolta numero due. Il Metz affronta in amichevole i tedeschi del Friburgo e si impone per 2-1. Cissé, anche in questo caso, è il mattatore di giornata con un goal e un assist. E' soltanto un'amichevole, sì, ma cambia la storia. Da quel momento il giocatore diventa un obiettivo di mercato dei vertici tedeschi e l'affare si concretizza giusto qualche mese più tardi all'imbocco della sessione invernale.

I primi sei mesi in Germania sono un buon mix di belle prestazioni e prolificità sotto porta che fanno da prologo alla fragorosa esplosione dell'annata successiva, la 2010/2011: con 22 goal alla sua prima stagione completa in Bundesliga, chiude secondo in classifica marcatori alle spalle di Mario Gomez, ma fa registrare due primati: oltre a diventare il miglior realizzatore del Friburgo in una singola stagione, diviene anche il giocatore africano ad aver segnato di più in un'unica stagione del massimo torneo tedesco.

cissé freiburgGetty Images

Musica per le orecchie del Newcastle, da diverso tempo alla ricerca di un riferimento offensivo che possa cogliere la pesantissima eredità di Alan Shearer. La stagione 2011/2012, Cissé la inizia ancora con la maglia del Friburgo viaggiando ad un ritmo di un goal ogni due partite, confermando che quello dell'annata precedente fosse qualcosa di più di un semplice exploit.

Per i Magpies non ci sono più dubbi che tengano e a gennaio affondano il colpo staccando un assegno da 12 milioni di euro. E al giocatore? Un contratto di cinque anni e mezzo e la maglia numero 9. Non una qualunque dalle parti del St. James' Park.

Quella di Papiss è un'ascesa apparentemente inarrestabile. Il coronamento di un percorso che lo ha condotto dall'anonimato sino ad uno dei palcoscenici più prestigiosi che ci siano. Decisamente niente male per chi, prima di sbarcare in Europa, faceva l'autista di ambulanze.

Proprio così. Lo stesso calciatore ha raccontato quella che era la sua vita antecedente al calcio in un'intervista esclusiva rilasciata alla 'BBC' nella primavera del 2013:

"Vedevo la gente morire a 15 anni, guidavo le ambulanze. Ho smesso di andare a scuola per lavorare. Avevo pochi soldi e li davo ai miei genitori: erano tempi duri".

In Senegal, quando il calcio era ancora un mondo troppo lontano, Cissé si guadagnava da vivere in maniera differente rispetto ad oggi. E i momenti difficili non sono di certo mancati:

"A volte riuscivo a mettere via un po' di soldi che davo ai miei genitori. È stato difficile per me, è stato molto difficile per me perché ero molto giovane. La prima volta che ho fatto questo lavoro ho visto persone morire e ho pianto, ma questo mi ha reso forte".

Una situazione che lo ha costretto a crescere in fretta in un contesto assai complicato. Un passato rimasto traccia indelebile nel suo cuore e nella sua mente:

"Il Senegal è il mio paese e la mia città è Sedhiou, ma la città è piccola e la gente non ha soldi e l'ospedale non è buono. Il mio obiettivo è comprare un'ambulanza. Questo è stato il mio primo lavoro alla guida di un'ambulanza, quindi penso che acquistare un'ambulanza per la mia città sia molto importante per me. È la mia città, è mio fratello, mia sorella, il mio amico, la mia famiglia".

Da autista di ambulanze a prolifico attaccante capace di lasciare il segno in due dei principali campionati europei. I connotati della favola ci sono tutti. Cissé ha avuto il merito di farli sfociare nella più entusiasmante delle realtà.

Con la maglia del Newcastle vivrà l'avventura più longeva della sua carriera. L'avvio è da autentico Re Mida: che sia di destro, di sinistro o di testa, qualsiasi pallone che tocca, Cissé fa goal: lo fa all'esordio in Premier League entrando dalla panchina e risolvendo la sfida contro l'Aston Villa. Ne farà altri 12 nei suoi primi (clamorosi) cinque mesi in riva al Tyne.

Newcastle United striker Papiss CisseGetty

La sua è una partenza fulminante. Di quelle che fanno sognare i tifosi bianconeri che già pregustano l'idea di avere tra le mani una nuova macchina da goal, sei anni dopo il ritiro di Shearer. Tuttavia, la vertiginosa media realizzativa è destinata ad assestarsi su frequenze decisamente più basse nelle quattro stagioni successive, per un bottino complessivo di 44 centri in 131 partite.

Numeri tutt'altro che indimenticabili per un attaccante che si toglie comunque la soddisfazione di vincere il premio 'Premier League Goal of the Season': il suo iconico capolavoro è datato 2 maggio 2012, a Stamford Bridge contro il Chelsea. Sugli sviluppi di una rimessa laterale battuta da Taylor, Cissé si avventa sulla sponda di Ameobi e lascia partire una conclusione di esterno destro in controbalzo che supera Cech infilandosi sul palo più lontano.

Un capolavoro assoluto che rappresenta uno dei punti più alti della sua militanza britannica, insieme alla qualificazione alla Champions League sfiorata, sempre nel 2012, e ai quarti di Europa League nel 2013.

A 31 anni saluta la Premier League e anche l'Europa trasferendosi in Cina per vestire la maglia dello Shandong Luneng, con cui segnerà 16 goal in un anno e mezzo.

Rapporto confidenziale con il goal che verrà ulteriormente rimarcato anche dopo il ritorno nel Vecchio Continente, culminato con lo sbarco in Turchia dove, tra il 2018 e il 2022, veste le maglie di Alanyaspor, Fenerbahce e, appunto, Çaykur Rizespor, prima di tornare in Francia per legarsi all'Amiens.

L'ennesimo capitolo di un lungo viaggio iniziato oltre vent'anni prima, quando il calcio era tutto fuorché il punto focale della sua vita.

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