GOAL
Numero 10 sempre ben in evidenza sulle spalle, Roberto De Zerbi, prima di diventare un giovane allenatore di successo sulla panchina del Sassuolo e poi su quella del Brighton, è stato un calciatore di grande talento. Cresciuto nelle Giovanili del grande Milan, su di lui scommettevano in tanti: da Sacchi a Capello, passando per Zaccheroni. Poi però qualcosa non è andato come sembrava: il bresciano è stato mandato in Provincia a fare esperienza, e ha faticato non poco ad affermarsi.
Ha girato tante squadre e tante maglie, prima di diventare un beniamino del Foggia, in Serie C2 e in Serie C1, fra il 2002 e il 2004. Poi una stagione da protagonista a Catania, in Serie B, prima dell'approdo al Napoli, con cui vince nuovamente la Serie B e debutta in Serie A. Ma le soddisfazioni più grandi le ottiene a fine carriera, quando va in Romania per giocare con il Cluj e con un suo goal regala ai rumeni la qualificazione in Champions League.
PROMESSA MANCATA AL MILAN
Nato a Brescia il 6 giugno 1979, Roberto De Zerbi tira i primi calci al pallone nell'Unione Sportiva Oratorio Momplano, squadra del suo quartiere. Nel 1995 gli osservatori del Milan restano incantati dal sinistro magico del giovane lombardo e decidono di portarlo nel Settore giovanile rossonero.
Anche con la maglia rossonera sulle spalle, De Zerbi conferma il suo talento e iniziano ad affibbiarli soprannomi impegnativi. Lo chiamano 'Il Piccolo Genio', in omaggio a Dejan Savicevic, il 'Genio' montenegrino della Prima squadra. Gioca da rifinitore dietro le due punte, come mezzala offensiva o da ala sinistra, e dopo qualche anno approda nella Primavera guidata dalla leggenda del club Mauro Tassotti.
Con lui giocano fra gli altri in quella squadra calciatori che riusciranno ad affermarsi ad alti livelli, come Simone Padoin e Massimo Maccarone. Il rendimento con la Primavera di De Zerbi continua ad essere molto elevato: Roberto segna e fa segnare, e il primo a tesserne le lodi, ad anni di distanza, è lo stesso Tassotti.
"Di quel gruppo che avevo all'epoca De Zerbi era quello con maggiore talento - ha commentato di recente il difensore, oggi vice Shevchenko sulla panchina dell'Ucraina - Ricordo il suo sinistro. Uno con quel piede poteva fare tutto quello che voleva. Gli davi la palla e lui inventava qualcosa".
Viste le qualità indiscusse, all'inizio della stagione 1997/98 De Zerbi è aggregato alla Prima squadra, guidata all'epoca da Fabio Capello. In squadra ci sono campioni come Maldini, Boban, lo stesso Savicevic, Weah, Kluivert e Leonardo, ma il giovane bresciano non sfigura, anzi.
"Roberto era sicuramente un giocatore di grande qualità - assicura Massimo Taibi, portiere di quel Milan - È sempre stato più sveglio rispetto alla media dei suoi coetanei . Era benvoluto da tutti, piaceva moltissimo a Boban e Savicevic . Del resto, in campo parlavano la stessa lingua . Mai presuntuoso, sfrontato ma molto educato. Era un attaccante fenomenale che giocava anche da trequartista. Un sinistro veramente notevole".
In quella stagione De Zerbi gioca alcune partite di precampionato con i grandi. Nel 1998, con Zaccheroni in panchina, il giocatore bresciano è impiegato spesso da titolare nelle amichevoli contro Bellinzona, Panathinaikos, Monza e Standard Liegi in cui gioca bene e si mette in luce, segnando anche 2 goal. Il reparto offensivo dei rossoneri è però super affollato, così la società decide di mandarlo a giocare in prestito al Monza . "Faccio bene e poi conquisto il Milan" , ha sicuramente pensato in quel momento il giovane trequartista. Invece la maglia rossonera non la indosserà mai più
"Sacchi e Capello avevano riposto molte speranze in me. Io spesso, pur giocando in Primavera, ero con la Prima squadra ad allenarmi. Zaccheroni nel '98, sfruttando l'assenza dei nazionali reduci dai Mondiali, mi fece giocare il precampionato da titolare: un bel successo, segnai anche un paio di goal".
"Del Milan mi sono rimasti molti ricordi. Tutti splendidi. Boban era il mio amico. Una specie di fratello maggiore. Lui è un fenomeno: le cose che ho visto fare a 'Zorro' in allenamento non esistono nemmeno nei cartoni animati. Il mio mito, da quando sono bambino, è sempre stato Roberto Mancini. Ma al Milan mi sono innamorato di Roberto Baggio. Un grande giocatore e soprattutto un grande uomo. Ho ancora la sua maglietta, un regalo speciale, con la sua dedica: 'A Roberto, con stima' ".
UNA LUNGA GAVETTA
Per De Zerbi inizia infatti un lungo peregrinare fra l'Italia e l'estero, che lo vedrà vanificare in gran parte le aspettative molto alte che chi lo aveva allenato e visto da giovane aveva riposto in lui. Di fatto cambia 6 squadre in 5 anni, senza mai riuscire ad affermarsi.
Il talento del ragazzo non si discute, ma un po' la struttura fisica minuta (un metro e 75 centimetri per 67 chilogrammi), un po' la scarsa propensione al sacrificio in campo, portano spesso i tecnici che incontra nel suo percorso a non dargli molta fiducia in un calcio molto fisico e tattico come quello italiano di allora. Dal 1998 al mese di gennaio del 2002 gioca (poco) con il Monza, il Como, il Padova (2 volte), l'Avellino e il Lecco fra Serie B, Serie C2 e Serie C1. Dove è finito il 'Piccolo Genio'?
"Il passaggio tra le giovanili ai campionati che contano spesso è fatale. Come nel mio caso", dirà successivamente guardando a quegli anni l'attuale allenatore del Sassuolo.
Finché a gennaio 2002 arriva per lui la svolta, con l'addio definitivo al Milan e l'approdo nel Foggia in Serie C2. In Puglia, infatti, il talento di De Zerbi, improvvisamente sboccia e si impone con una continuità mai vista fino a quel momento.
LA SVOLTA DI FOGGIA
Dopo i primi 6 mesi, che vedono i Diavoletti pugliesi chiudere al 5° posto nel Girone C della C2, in cui segna 3 goal in 11 presenze, nelle due successive stagioni, con l'approdo sulla panchina dei rossoneri di Pasquale Marino, De Zerbi esplode, segnando 15 reti in 45 presenze e sfornando una ventina di assist per i suoi compagni. Numeri importanti, che nel 2003 permettono alla squadra di vincere il campionato e ottenere la promozione in Serie C1 e gli fanno guadagnare il nuovo soprannome di 'Luce' per la sua qualità tecnica e la visione di gioco.
"In molti mi avevano dato per finito. E invece io ho risposto sul campo. - disse De Zerbi dopo la promozione - Ci siamo divertiti e abbiamo vinto. Io posso soltanto ringraziare tutto il gruppo che mi ha fatto tornare a essere un calciatore. Foggia è un palcoscenico abituato ad altre categorie. La C è una costrizione".
In Puglia gioca complessivamente 3 stagioni, poi nel 2004/05 proprio Marino lo vuole con sé nella nuova avventura sulla panchina dell' Arezzo, in Serie B. In Toscana De Zerbi conferma la sua crescita e segna 4 goal in 27 presenze, guadagnandosi, l'anno seguente, la chiamata del Catania.
A volerlo in Sicilia è ancora una volta l'allenatore Marino, con cui evidentemente stabilisce un feeling importante. E i risultati sono ancora una volta positivi: De Zerbi segna 7 goal in 35 gare e dà un apporto importante alla squadra per conquistare la promozione in Serie A.
Getty ImagesLA SERIE A CON IL NAPOLI
La continuità di rendimento delle ultime stagioni fa sì che il Napoli di De Laurentiis decida di puntare su De Zerbi nell' estate 2006. Con i partenopei firma un contratto di 5 anni e nel primo anno conquista subito la promozione dalla Serie B alla Serie A. De Zerbi, sotto la guida tecnica di Edy Reja, è un titolare della squadra azzurra e totalizza 3 reti in 30 presenze, cui se ne aggiungo altre 5 in Coppa Italia.
Il calciatore bresciano può così fare il suo esordio in Serie A contro il Cagliari il 26 agosto 2007 (sconfitta per 2-0 dei campani). Trova però complessivamente poco spazio, totalizzando nei primi 6 mesi appena 3 presenze nel massimo campionato (le altre 2 con il Livorno e la Fiorentina) e 3 presenze con un goal, segnato al Cesena, in Coppa Italia. Nonostante il rapporto di grande affetto che stabilisce con i tifosi napoletani, a gennaio riprende il suo peregrinare in Provincia.
Indossa nuovamente le maglie del Brescia e dell'Avellino, ma a 29 anni la sua carriera sembra aver intrapreso la fase discendente. Fa ritorno al Napoli nel 2009, ma niente. Per lui non c'è spazio, e con Donadoni in panchina finisce fuori rosa. A febbraio però la sua carriera si rivitalizza: il Napoli lo cede in prestito ai rumeni del Cluj, con cui De Zerbi riesce a ritagliarsi un ruolo da protagonista.
“Del Napoli ho ricordi indelebili . - ha dichiarato di recente De Zerbi in conferenza stampa - Vado fiero e orgoglioso del mio passato, con la maglia azzurra ho contribuito a vincere un campionato determinante per la crescita della società e difficile, che ha portato la squadra dalla B alla A".
STELLA CON IL CLUJ
L'ultima parte della carriera da calciatore di Roberto De Zerbi ha dunque come palcoscenico principale la Romania. Con 'I Ferrovieri' vince subito, pur da comprimario, campionato e Coppa di Romania. Totalizza 5 presenze senza reti, preludio di una grande stagione nel 2010/11.
Ad agosto 2010 rescinde il contratto con il Napoli e firma un biennale con i campioni di Romania. Trova più spazio e una buona forma, deliziando i tifosi con goal e assist. In due anni totalizza complessivamente 25 presenze e 8 goal in tutte le competizioni, togliendosi grandi soddisfazioni nonostante qualche problema muscolare.
Il 19 settembre 2010 esordisce in Champions League nello stadio Radulescu, subentrando al 53' a Rafael Bastos contro gli svizzeri del Basilea (vittoria per 2-1 dei rumeni). In Champions totalizza in tutto 5 apparizioni. Ma la soddisfazione più bella arriva in campionato, il 20 maggio 2012. Il Cluj si gioca infatti il titolo di campione di Romania contro lo Steaua Bucarest. Le cose si mettono male per i padroni di casa, che vengono trafitti da Latovlevici poco prima dello scadere del primo tempo.
La partita resta in equilibrio, ma il goal del pari non arriva. Così mister Andone decide di giocarsi la carta De Zerbi nel finale di gara. Manca meno di un quarto d'ora al fischio finale e bisogna fare in fretta. Si arriva al 92' e il punteggio è ancora di 0-1 quando l'arbitro assegna un calcio d'angolo dalla destra al Cluj. Sulla palla va De Zerbi. Il bresciano calcia senza rincorsa direttamente in porta, con una traiettoria tesa e a giro. Il pallone rimbalza nell'area piccola, e senza che nessuno lo tocchi, si infila alle spalle del portiere avversario.
Goal! 1-1, il Cluj è nuovamente campione di Romania. Il nome di De Zerbi è urlato a gran voce dai 25 mila tifosi che affollano lo Stadio Radulescu. Il talentuoso bresciano può salutare da eroe e concludere la sua carriera con grandi successi. Rientrato in Italia, dopo alcuni mesi da svincolato, nel gennaio 2013 decide di firmare con il Trento, in Serie D. Quella è la sua ultima maglia: nell'estate 2013 arriva l'annuncio del ritiro dal calcio agonistico.
Il 'Piccolo Genio', che ha già conseguito il patentino a Coverciano nel 2012, lascia il calcio giocato per intraprendere la nuova carriera di allenatore. Nel nuovo ruolo riesce a far bene fin dall'inizio e a scalare le gerarchie, fino alle esperienze in Serie A con Palermo e Benevento, alla chiamata del Sassuolo nel 2018 e ai mesi trascorsi allo Shakhtar Donetsk. Roberto si consacra della panchina Brighton, con cui conquista la prima e storica qualificazione in Europa.