Ivan Juric Verona RomaGetty

Goal da Bordocampo - La carica del Verona ha un nome: Ivan Juric

Comincia il campionato, è la prima, gioca Mirante, c'è Pedro titolare, Cristante nella difesa a 3, insomma cose da vedere, ma gli occhi sono tutti per chi non gioca. Per Dzeko, per capirne la faccia, gli occhi, l'umore, ma lui spiazza un po' tutti ed entra in campo col sorriso, proprio col sorriso. 

In realtà qualcuno guarda anche la macchina sanifica palloni, che da vicino non avevamo mai visto e che sembra una lavatrice velocissima.

A Verona ci sono 130 tifosi invitati dall'Hellas, è un inizio: applaudono all'entrata in campo e fa effetto anche se sono pochi.

Poi comincia la partita, bruttina nei primi 30'. Ti chiedi quanto peseranno nell'Hellas i big che sono partiti e la risposta è tanto. Poi al 30' capisci cosa manca davvero al Verona. Juric.

É squalificato, ha aspettato 30', per entrare in partita dalla tribuna: quando lo fa inizia a gridare a tutti.

"Respintaaa".

"Marcareeee".

"Tosti Tosti".

È come se la squadra, la panchina e lo stadio si accendesse sotto Juric, l'aggressività cambia già dal primo minuto del secondo tempo. Chiama il pressing a uomo, a ogni spostamento del pallone, alza l'entusiasmo, alza l'energia e se ci sei è bello da ri-vivere. 

All'improvviso il ritmo della partita cresce, non sembra la prima di campionato, Dimarco prende una traversa-palo interno che tu sei tipo: whaaatt??? Poi Spinazzola se la alza e prende una traversa che se di replay ce ne fossero 100, te li guarderesti tutti.

Finisce 0-0, ma finisce tra gli applausi. Applausi, che bell'effetto.
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