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Da Badra ad El Ouaer: il Genoa dei tunisini voluto da Scoglio

Franco Scoglio era un divisivo, piaceva o non piaceva. Un istrionico della panchina che associavi immediatamente al Genoa, lui che della Marassi rossoblù ne ha fatto una seconda casa. Il 'Professore' di Lipari al Grifone si è legato e resterà legato in eterno anche ad anni di distanza dalla sua prematura scomparsa avvenuta nel 2005, a causa di un infarto che lo colpì durante una diretta tv.

Scoglio-Genoa è un binomio che nel 2001/2002 regala un capitolo inusuale, di quelli che solo il compianto Franco poteva pensare: una squadra con influenze nordafricane.

Com'è possibile, direte voi? Merito dell'avventura di Scoglio al timone della Tunisia, che l'allenatore siculo riuscì a condurre al quarto posto nella Coppa d'Africa del 2000 e a qualificare per i Mondiali coreani del 2002. Poi l'addio alla Nazionale senza giocarli, per risposare il suo grande amore e tornare sotto alla Lanterna per la terza volta in carriera (le precedenti liaison risalgono al biennio 1988-1990 ed al 1993/1994), nell'intento di salvare il Grifone da una clamorosa retrocessione in C.

Nella primavera del 2001 la missione del 'Prof' riuscì, con permanenza in Serie B e fondamenta per programmare la nuova stagione: Scoglio così attinse dalle conoscenze maturate in Africa, convincendo il club rossoblù (fresco di passaggio di quote da Gianni Scerni a Luigi Dalla Costa) a mettere sotto contratto cinque calciatori della Nazionale guidata tra il 1998 e il 2001: Chokri El Ouaer, Khaled Badra, Raouf Bouzaiene, Hassen Gabsi ed Imed Mhadhebi.

Franco Scoglio Tunisia 2000Getty ImagesBouzaiene Gabsi Mhadhebi Tunisia GenoaGetty Images

El Ouaer era il custode dei pali dell'Esperance Tunisi, stesso club di provenienza dell'esterno alto Gabsi; Badra, difensore centrale, decise di tentare il salto in Italia salutando i turchi del Denizlispor; il terzino Bouzaiene volò a Genova lasciando il Club Africain; il jolly Mhadhebi, infine, giunse a Pegli dall'Étoile du Sahel.

Se Badra in patria, per personalità e propensione al goal, veniva considerato un sosia di Franco Baresi, il vero beniamino era El Ouaer. Parlando di lui a 'Repubblica', Scoglio fece sognare i tifosi liguri.

"Un fenomeno, è stato determinante nei recenti successi della Nazionale tunisina con almeno un paio di interventi risolutori per partita. Ai Mondiali '98 in Francia, è stato votato come il miglior portiere dopo i tre incontri della prima fase. Come tecnica e struttura fisica ricorda Peruzzi, anche se è un po' più alto. Bravo in porta e straordinario fuori dai pali: credetemi, fargli goal è un problema".
"Un bel personaggio - aggiunse il tecnico, in quei mesi ct della Tunisia - anche fuori dal campo. Se io mi siedo in un bar dove c'è un qualunque altro giocatore della nazionale, tre tifosi vanno da lui e sette vengono da me. Ma se per caso quel giocatore è El Ouaer, la proporzione diventa nove ad uno in suo favore. Chi capitasse in questi giorni a Tunisi vedrebbe la sua faccia su tutti i muri: fa la pubblicità per una marca di frigoriferi".
"Non si contano nemmeno più i campionati che ha vinto. Del resto gioca nell'Esperance, quella che si può definire la Juventus di Tunisi. E sono addirittura nove i giocatori della squadra più titolata della Tunisia che compongono l'ossatura della Nazionale".

I colpi dell'allora direttore sportivo Riccardo Sogliano, furono messi a disposizione di Scoglio nel tentativo di fare la voce grossa nel campionato cadetto sfruttando conoscenze e innovazione, arricchendo un organico che poteva già vantare gente come Cosimo Francioso, Marco Carparelli, Davide Nicola, Giovanni Stroppa e vari Brevi, Ruotolo e Giacchetta. Sulla carta un progetto altisonante, intrigante, che però dopo una partenza a razzo si sgonfiò gradualmente.

Quattro vittorie nelle prime cinque giornate alimentarono il credito nei confronti del Genoa tunisino, compreso il successo nel derby con la Samp deciso da Francioso ed un poker rifilato alla Salernitana, che azzerarono la precedente sfilza di pareggi ottenuta. Una delle sliding doors fu un 2-2 col Vicenza, dove El Ouaer incassò 2 goal nel giro di 3 minuti finendo nell'occhio del ciclone.

"Ha commesso un errore. Sì, ha sbagliato. Si è fatto sorprendere ed è chiaro che lui è lì per non farsi sorprendere - commentò Scoglio in difesa del suo pupillo - Ma non basterà certo un intervento sbagliato a modificare la mia stima per El Ouaer, che è e resta un grandissimo portiere".
"Non è una questione che riguarda El Ouaer. Nel primo quarto d’ora del match c’è stato un buio totale da parte di tutto il reparto difensivo. Certo l’errore lo ha fatto, ma io non giudico un portiere da un errore. Un’incertezza ci può stare. Ma lui è un portiere di grandissima sicurezza. L’errore è stato talmente evidente, che non mi preoccupa. Chokri per me è un fuoriclasse".

La scintilla tra il Ferraris e l'esotico Grifone non scoccò. Dopo aver coccolato El Ouaer, emblematico fu lo sfogo col quale il 'Professore' lanciò un messaggio ai fedelissimi voluti fortemente a Pegli.

"Seguono le regole del Ramadan. Badra in maniera integrale. Si sono svegliati alle 4 di mattina e hanno mangiato per la prima volta alle 18. Ma io sono stato chiaro: se vogliono se ne tornino in Tunisia".

Un segnale che lasciò intendere come nello spogliatoio le acque non fossero proprio calme e divenuto certezza nelle successive cinque giornate, nelle quali il Genoa collezionò 3 pareggi e due sconfitte: l'ultima, un 2-1 rimediato sul campo del Cagliari, rappresentò il capolinea dello Scoglio 'tris'.

Durante le feste natalizie il tecnico messinese rassegnò le proprie dimissioni, rimpiazzato in panchina da Edy Reja a sua volta poi sostituito da Claudio Onofri: risultato? Rossoblù dodicesimi, ad appena +2 sulla Ternana retrocessa in C. Un vero e proprio flop.

Ambizioni dissolte, promesse disattese e Nazionali tunisini che si ritrovarono a vivere dinamiche e destini differenti: le delusioni giunsero dai calciatori più rinomati, ossia El Ouaer (6 presenze ed altrettante reti al passivo) e Badra (18 gare giocate), che fecero le valigie nel mercato di gennaio subito dopo l'addio di Scoglio. Bouzaiene (54 gettoni ed un goal), Gabsi (32 presenze ed una rete) e Mhadhebi (4 timbri in 44 partite), invece, restarono al Genoa fino all'estate del 2003, rivelandosi gli innesti più azzeccati della colonia nordafricana.

Il 'Professore' continuerà a portare avanti le sue idee confermandosi fuori dagli schemi (un po' come il 3-4-3 liquido spesso opposto agli avversari), uno state of mind certificato dal sì alla Libia giunto a stretto giro dal divorzio col Grifone. E dei tunisini, invece, cosa ne è stato?

A far più notizia - manco a dirlo - fu la parabola di El Ouaer, dopo il ritiro entrato in politica e divenuto deputato parlamentare in patria; Badra si divise tra Esperance ed Arabia Saudita; Bouzaiene spese gli ultimi scampoli di carriera all'Étoile du Sahel; Gabsi si ritirò a circa 30 anni ed intraprese il percorso da allenatore; Mhadhebi infine abbozzò un ritorno in Europa, al Nantes, senza lasciare il segno.

Nessun fenomeno, impatto impalpabile sul calcio italiano e connubio fallito: nonostante tutto, però, il Genoa tunisino lo ricordano in molti.

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