Giovanni Giacomo Tedesco Palermo CataniaGetty Images

Fratelli contro: lo storico scontro fra Giacomo e Giovanni Tedesco

A volte il calcio, anziché elemento di unione, come dovrebbe essere, può trasformarsi in causa di scontro fra fratelli. È questo il caso di Giovanni e Giacomo Tedesco, nativi entrambi di Palermo e tutti e due centrocampisti, che ad un certo punto della loro carriera, dopo aver giocato anche insieme con la Salernitana nella stagione 1997/98, negli anni Duemila sono stati accerrimi rivali nel derby di Sicilia, che li vedeva impegnati l'uno con la maglia rosanero, l'altro con quella rossazzurra del Catania.

Era quello un periodo in cui la rivalità fra le due città e le due squadre siciliane, entrambe in Serie A, era molto forte e molto sentita dai due club e dai tifosi. Il 2 febbraio 2007 il dualismo fra le due squadre degenerò anche in gravi fatti di violenza, che portaro alla pagina nerissima dell'omicidio del Commissario Raciti. In questo contesto, si inserisce la storia di due fratelli calciatori, fra i quali, a differenza di molti altri (da Beppe e Franco Baresi ai gemelli Filippini) almeno per un certo periodo della loro vita, privata e da calciatore, non sono intercorsi buoni rapporti.

Giovanni nasce a Palermo il 13 marzo del 1972. Cresciuto nella Reggina, con cui debutta da professionita, passa poi per due stagioni alla Fiorentina e per altre due al Foggia. Quindi una stagione assieme al fratello con la Salernitana, che si conclude con la retrocessione in Serie B. La svolta della sua carriera arriva nel 1998 con il trasferimento al Perugia. Qui gioca per 5 stagioni diventando un pilastro degli umbri, di cui diventa il capitano e con cui vince una Coppa Intertoto. Dopo due stagioni con il Genoa, nel 2006 passa al Palermo, la squadra della sua città. I tifosi rosanero lo considerano un loro beniamino da quando il 20 settembre va in goal nel derby vinto in casa per 5-3 contro il Catania

Giovanni Tedesco, Palermo, Serie AGetty Images

Giacomo, invece, di 4 anni più giovane, essendo nato il 1° febbraio 1976, cresce e debutta fra i professionisti proprio con il Palermo. Considerato più talentuoso di Giovanni, si dimostrerà però anche meno continuo nel rendimento e dal temperamento 'focoso', venendo non di rado sanzionato dagli arbitri. Lascia il Palermo, dopo 3 anni in Serie B, nel 1997, trasferendosi alla Salernitana. Con gli amaranto resta 4 anni e mezzo, intervallati dalla grande occasione di Napoli del 2000/01, da lui non sfruttata e conclusa con 14 presenze senza goal. Poi una toccata e fuga a Cosenza, prima dell'arrivo alla Reggina, altra squadra importante della sua carriera, con cui gioca per 4 stagioni.

Qui, nel marzo del 2006, viene stangato dal Giudice sportivo dopo una rissa con Antonio Langella al termine di un Cagliari-Reggina, nata da una brutta e deplorevole espressione rivolta all'uruguayano Nelson Abeijon all'imbocco del sottopassaggio allo Stadio Sant'Elia: "Cerca di andartene, che c'hai pure una figlia malata". A Giacomo Tedesco per quell'episodio sono inflitte 4 giornate di squalifica. Proprio in quella stagione, con Mazzarri in panchina, ottiene una salvezza che a inizio anno sembrava impossibile per via della penalizzazione, per la quale riceve la cittadinanza onoraria di Reggio Calabria.

Nel 2007 fa ritorno in Sicilia, ma a sorpresa va al Catania e con la maglia degli etnei affronta due volte il fratello Giovanni nella stagione 2007/08. Il primo incrocio nel derby di Sicilia vede il successo casalingo degli etnei per 3-1. Giacomo parte titolare, ma dopo 23' è costretto a chiedere il cambio per un problema muscolare. Suo fratello, invece, partito in panchina, entra in campo nella ripresa al posto di Diana. 

La sfida di ritorno è il casus belli. Il Palermo si impone 1-0 con goal di Miccoli, conquistando la salvezza e inguaiando gli etnei, che si salveranno soltanto all'ultima giornata. I due fratelli Tedesco giocano tutta la partita. Dopo il fischio finale Giovanni esulta per il successo della sua squadra, e a Giacomo il comportamento del fratello, con cui già il rapporto è compromesso, non passa inosservato e non piace. Così, quando prima del primo derby di Sicilia dell'anno successivo, in programma il 19 ottobre, Giovanni dice: "Giacomo è un valore aggiunto del Catania, insieme con Ledesma", suo fratello lo attacca duramente.

"Io e mio fratello non siamo in sintonia. - dichiara - Anzi, da tempo non ci vediamo, non ci parliamo. Mi fa piacere sentire certe cose, ma da Giovanni vorrei sentire ben altro. Le frasi di circostanza non le accetto, mi piacerebbe chiarire altri particolari che non riguardano il calcio. Forse, tra un po' di tempo, chiariremo tutto quanto, perché sono cose che coinvolgono tutta la famiglia e che proprio per questo fanno male".

"Io ho tentato di riappacificarmi, - aggiunge - però i miei passi si sono rivelati inutili. L'anno scorso non si è comportato bene, né prima né dopo la gara: disse che se vinceva il derby si tingeva l'auto di rosanero e andava in giro per l'intera settimana a festeggiare mostrando a tutti il risultato... Vederlo festeggiare la vittoria al Barbera rischiando di fare retrocedere il fratello non è stato bello, per me è stata una doppia amarezza. Anche se gioco nel Catania se nell'ultima giornata il Palermo ha bisogno di punti io faccio di tutto per fare salvare una squadra siciliana".

Parole forti e inaspettate, quelle di Giacomo Tedesco, che hanno ampio risalto in tutta la Sicilia, soprattutto per la rivalità fra le due squadre che appena qualche mese prima aveva causato i tragici fatti di Catania. Tanto che lo stesso club etneo prende immediatamente le distanze dal calciatore:

"Il Calcio Catania si riserva inoltre il diritto di sanzionare il proprio tesserato per le frasi pronunciate ed al contempo intende chiedere scusa ai soggetti perplessi dalle dichiarazioni stesse".

Resosi conto di essere andato oltre, Giacomo Tedesco chiede poi scusa per quanto dichiarato attraverso il sito ufficiale del club rossazzurro.

"Oggi ho concluso con alcune frasi infelici un'intervista che, partendo dalle mie impressioni sul derby Catania-Palermo in programma domenica prossima, ha creato scalpore soprattutto per alcune mie dichiarazioni inopportune dettate dal forte disappunto che mi provoca il  rapporto con mio fratello Giovanni".

"L'essermi accalorato tanto - spiega il centrocampista - mi ha inconsapevolmente portato a pronunciare le frasi che ho detto soltanto perché trascinato dal risentimento verso mio fratello e non certo perché frutto di quanto pensassi realmente". 

"Del resto, sono un professionista che ha lasciato sempre che fosse quello del campo l'unico modo di esprimersi dal punto di vista personale - conclude Giacomo - e quindi chiedo scusa a chiunque possa essersi sentito particolarmente colpito per alcune mie frasi, ripeto ancora, figlie dell'immenso rancore maturato nei confronti di un fratello che, a dispetto di quello che dovrebbe essere un ovvio rapporto tra consanguinei, non ha mai perso l'occasione di manifestare nei miei confronti un astio che mi riempie sempre più di amarezza".

E il derby? Vince 2-0 il Catania, con i fratelli Tedesco nuovamente in campo, ma Giovanni inizialmente in panchina. La sfida di ritorno, giocata il 1° marzo 2009, vedrà un successo ancora più ampio degli etnei a Palermo per 4-0. Per la gioia di Giacomo Tedesco, che, a differenza del fratello, entrato in campo nel secondo tempo, non gioca quella gara, restando in panchina. A fine anno il Palermo conquista l'8° posto, mentre il Catania conquista la salvezza.

Nell'estate 2009 Giacomo saluta il Catania per trasferirsi al Bologna, mentre Giovanni resta in rosanero per un'altra stagione. Il più giovane dei due fratelli passa poi al Trapani, con cui conquista anche una Promozione in Serie B, prima di ritirarsi nel 2013 per motivi familiari dopo aver giocato in Eccellenza con il Serradifalco.

Giovanni Tedesco PalermoGetty

Giovanni invece si ritira nel 2010, conclusa l'avventura con i rosanero. Entrambi i fratelli Tedesco intraprendono poi la carriera da allenatore. Giovanni, dopo esser stato anche sulla panchina del Palermo, attualmente guida il Sirens. Giacomo invece, dopo aver iniziato con la Reggina, ha fatto la sua ultima esperienza in panchina con l'Igea Virtus nel 2018/19.

I loro dissidi personali sfociarono in un clamoroso contrasto proprio prima del sentitissimo derby siciliano. Caso piuttosto singolare di rapporto conflittuale fra fratelli calciatori.

Il tempo, però, può cancellare qualsiasi rancore. Ecco perché negli ultimi tempi Giacomo e Giovanni sono tornati a ristabilire la giusta sintonia. Insomma, la famiglia e i valori prima di tutto e tutti. Accantonando il passato. Accantonando qualche episodio spiacevole che, però, è finito solamente per riconsolidare un legame di sangue.

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