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Quando l'Inter soffiò Lautaro Martinez all'Atletico Madrid: era 'fatta al 99%', il ruolo di Milito e Zanetti e il blitz di Ausilio

“Sliding doors” ovvero "porte scorrevoli”. Una figura retorica applicata al calcio che indica quel bivio che cambiare per sempre la storia. Ciò che poteva essere e non è stato. Una storia riscritta per una questione di circostanze, dettagli, colpi di scena.

Oggi Lautaro Martinez è il capitano dell’Inter e passo dopo passo sta scrivendo la storia del club nerazzurro a suo di goal. Eppure il Toro questa sera, a San Siro, avrebbe potuto vestire la maglia dell’Atletico Madrid e scendere in campo al Meazza da avversario. 

La storia di Lautaro è cambiata tra fine 2017 e inizio 2018, quando dall’essere vicinissimo ai Colchoneros passò per firmare con l’Inter e sbarcare a Milano, iniziando una lunga storia d’amore destinata a proseguire ancora a lungo.

Decisive le ‘intercessioni’ di due leggende del club meneghino, il vice presidente Javier Zanetti e l’eroe del Triplete Diego Milito, cresciuto anche lui nel Racing Avellaneda e a quel tempo direttore sportivo de’ La Academia. 

Senza dimenticare il blitz del direttore sportivo dei nerazzurri, Piero Ausilio, in Argentina, per effettuare il sorpasso decisivo e strappare la firma dell’attaccante di Bahia Blanca, immortalato precedentemente da una foto - pubblicata dal quotidiano catalano Mundo Deportivo - in cui posava con una cartellina di colore rosso su cui figurava il logo dell’Atletico Madrid.

Ma cosa è successo davvero in quelle settimane e ha cambiato la storia di Lautaro Martinez e dell’Inter, arrivando ad un matrimonio che si è rivelato fruttuoso per calciatore e club?

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