Dai, come fai a non conoscerlo? Espressione che sul web è difficile, se non impossibile, da trovare. Del resto prima di una risposta del genere, il diretto interessato cercherebbe su Internet ciò di cui si parla, per non essere intepretato. Diverso in loco, ad un tavolo per un aperi-qualcosa, dopo diversi ettolitri di alcol. Possiamo immaginare questa risposta, all'eventuale caduta dalle nuvole di chi non conosce neanche per sentito dire' Il Pifferaio magico', personaggio della fiaba dei Fratelli Grim. In effetti è veramente assurdo, ma può capitare. Magari si è arrivati a questo punto parlando di Federico Piovaccari , il cui soprannome è proprio quello del mestiere del personaggio di 'Der Rattenfänger von Hameln'. Che poi, a dirla tutta, il termine 'magico' è solo italiano, considerando che già nel titolo gli scrittori mettono in chiaro che si tratta di qualcuno capace di accalappiare i ratti. Vabbè si divaga. Piovaccari, si diceva. Il pifferaio.
Un pifferaio che della fiaba ha poco. Infatti il suo soprannome non è relativo alla narrata dei Grim, considerando come la sua esultanza pifferaia sia nata come tributo a Spongebob, spugnoso personaggio Nickeleodon che al termine della sigla acquatica suona, di fatto, il suo naso come fosse lo strumento della famiglia delle bombarde. Lo fa per il figlio, da anni, considerando l'amore della prole per il cartone di Hillenburg.
Allora cosa hanno in comune, a livello di questione Grim, Piovaccari e il suo pifferaio? Niente, visto che la storia del tizio di Hameln è fatta di vendetta e negatività. L'attaccante di Gallarate si ispira a Spongebob, sorride, accetta destinazioni esotiche, è stato idolo di ragazzini e ragazzine in giro per il mondo. L'unica cosa per cui potrebbe essere accumunato è le note che i suoi goal portano: quelle capaci di portare a sè non piccoli mammiferi, ma le offerte di mezzo globo . Forse non di Real Madrid, Bayern Monaco e Inter, ma che importa?
Tra l'altro Piovaccari, guarda un po', è cresciuto nelle giovanili dell'Inter prima di intraprendere un viaggio mistico, da giramondo vero e proprio, capace di sbarcare in Australia e in Cina, in Romania e Spagna. Di girare anche 'solamente' in Italia, tra la B, la C e D. Per lui, però, zero presenze in nerazzurro e sopratutto zero presenze in Serie A. Il motivo? La sliding door della sua vita è la stagione bomba al Cittadella in Serie B: tante richieste dalla massima serie, ma proposta più che mai interessante per rimanere in cadetteria.
Dopo aver spaccato la Serie B 2010/2011, infatti, Piovaccari accetta la Sampdoria: il Cittadella è ormai troppo poco considerando le 23 reti in 39 gare, la società blucerchiata ha grande fascino anche nella seconda serie. Sembra solo un passo prima della gloria anche in A, ma il destino lo porterà a non essere esaltante a Genova e dopo sole due goal nella prima parte di stagione, finirà nel vortice della Serie B, fino alla prima avventura fuori dai confini, alla Steaua Bucarest.
A 'gianlucadimarzio.com', Piovaccari, anni dopo, racconterà quei sei mesi alla Sampdoria, prima di Brescia e Novara. Prima di Grosseto:
"Venivo da un anno fatto di goal e soddisfazioni e la Sampdoria puntava su di me: potevo dire di no? Tuttavia appena arrivai capii subito che la situazione era difficile: in rosa eravamo in 33. Poi una retrocessione in serie B in una società come la Sampdorianon è mai facile da gestire a livello ambientale. Credo di essermi trovato lì nel momento peggiore dei blucerchiati. Magari ho peccato di esperienza e di errori miei. Però ammetto che mi diede fastidio non avere un'altra chance".
E così Piovaccari gira nel Nord Italia e in Europa, toccando la Romania, dove andrà subito in doppia cifra, in una piazza calda e dura: giocherà davanti a 50.000 persone, in Champions League, segnando quattro reti tra preliminari e fase a gironi. Mica male. Stavolta capita nell'ambiente giusto per lui, guadagnandosi un'altra prima serie, di caratura decisamente maggiore: la Liga.
L'Eibar lo sceglie con grande convinzione e lui, darà vita ad una buona stagione. Non esaltante, visti i sei goal da prima punta, ma sicuramente non negativa. La chiamata, il classe 1984, la riceve quando è ancora di proprietà blucerchiata. Le chances di giocare non esistono dopo i prestiti. Uno più uno fa due. Dirà subito di sì, riuscendo a giocare persino al Bernabeu:
"Sono sogni che si avverano. Normale che da ragazzino la tua speranza è di diventare protagonista in quei campi e quando ci riesci capisci quanta strada hai fatto e che stai facendo qualcosa di speciale. Quando arrivò la chiamata dell'Eibar giocavo nella Sampdoria e non ci misi molto ad accettare. Quando vieni dal basso non capita tutti i giorni".
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All'Eibar, però, non ha continuità negli anni. Da buon pifferaio girovago, ci prende gusto, per suo volere, per mentalità da combattente. Non fa paura andare oltre le proprie conoscenze: trova nuovi stimoli ovunque, va a comprendere nuove culture, nuovi continenti: sono tre, la natia Europa, ma anche Asia e Oceania. Approda in Australia dopo l'Eibar, chiamato da Popovic all'Western Sydney. Una metropoli in rapida ascesa, anche relativamente al pallone rotolante. Qualcuno ha detto Del Piero? Forse.
Piovaccari si ritrova al Western.
"Sono stato in Australia due anni fa, nel Western Sydney, in A-League. Venivo dall'esperienza in Liga con l'Eibar e ci fu questa proposta stimolante, valutata con la famiglia naturalmente. Chi c'era già stato mi disse che il livello era buono e che mi sarei trovato bene e in parte è stato così, ma è sempre difficile paragonare questi campionati a una lega Europa. Ci sono stato quasi un anno poi mi sono ritrasferito in Spagna".
Giramondo sì, ma Piovaccari trova grande fortuna in Spagna, seppur non più nella massima serie, la Liga. Ha un ottimo seguito nel calciomercato della Segunda, trovando estimatori al Coroba e al Rayo Vallecano, con ulteriori interessamenti non sfociati in veri e propri interessamenti. In mezzo alle varie esperienze in maglia biancoverde del Cordoba, una lontanissima da Gallarate, a Shaoxing, cinque milioni di abitanti nella provincia dello Zhejiang. Approda allo Zhejiang Yiteng Zuqiu Julebu, nella seconda serie del paese. Anche qui, un'esperienza altalenante, forse realmente un po' troppo lontana dalle idee del Vecchio Continente. C'è da crescere con la propria famiglia, e non solo sportivamente. Torna in Italia, alla Ternana: zero goal in Serie A e nuovamente Spagna. Rayo, Cordoba.
Mai dire mai, la speranza della Serie A, cullata a lungo, sembra essere diventata utopia: nell'estate 2021 è approdato alla Paganese in C, dunque al Messina, nello stesso torneo, a inizio 2022. Poi il Giugliano, la Cavese in D e la quinta divisione spagnola, al San Cristobal, ultimo atto di una carriera a dir poco istrionica.
A 39 anni Piovaccari ha detto basta, annunciando il ritiro sul proprio profilo Instagram:
"Il momento tanto atteso è arrivato: è giunto il momento di dire addio al calcio professionistico. È stata un viaggio incredibile, fatto di emozioni, sacrifici e soprattutto tantissime gioie".
"Vorrei ringraziare ogni singolo compagno di squadra, allenatori,i membri dello staff,magazzinieri e i tifosi che hanno reso questo viaggio incredibile".
"Un ringraziamento speciale va a tutta la mia famiglia, a mia moglie Elena e ai miei figli per il loro costante sostegno e amore in ogni momento, senza tutti VOI non avrei potuto raggiungere i successi che ho avuto il privilegio di vivere".
"Grazie ancora a tutti voi per aver reso questa carriera indimenticabile".
La vecchia occasione post Cittadella è lontana anni luce, in una luce sempre più fioca e ormai al limite del lumicino. Ha raggiunto vette che molti suoi colleghi hanno sognato inutilmente, appendendo tra tanti rimpianti le scarpette al chiodo.