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Scaricato dal Chelsea, flop in A con Udinese e Frosinone: Perica è rinato a Tel Aviv

Zara, Breda, Londra, Udine, Frosinone, Istanbul, Mouscron e Tel Aviv. Che cosa hanno in comune queste città? Sono le tappe principali dell'itinerario europeo di Stipe Perica, uno degli attaccanti più votati al cambio di maglia che la storia recente ricordi. Un girovago del goal, verrebbe da dire, se si pensa ad un calciatore che in dieci anni da professionista ha firmato per nove squadre differenti.

All'alba dei 27 anni, il centravanti croato sembra aver imboccato il viatico della definitiva maturazione dopo aver accumulato esperienze differenti praticamente in ogni dove, sempre e rigorosamente con un rendimento a corrente alternata. Non è riuscito a lasciare il segno nemmeno sul palcoscenico italiano, ossia quello in cui ha giocato il maggior numero di partite.

I PRIMI PASSI ALLO ZADAR

Come tutti i viaggi, però, c'è sempre un inizio. E quello di Perica non può che cominciare in patria quando a dieci anni entra nel settore giovanile dello Zadar, la formazione della città dove è nato. La proverbiale trafila nel vivaio sfocia nell'esordio in prima squadra in vista della stagione 2012/2013.

Tra i confini nazionali, Perica spicca da subito in termini di precocità: oltre ad una fisicità già imponente rispetto ai suoi coetanei a 16 anni debutta sia con l'Under 21 croata che in massima serie dove con 8 goal in 20 partite - quasi tutti di testa, il piatto forte della casa - contribuisce all'operazione salvezza dei suoi.

IL CHELSEA E I PRESTITI: NAC BREDA E UDINESE

Un anno e una manciata di presenze tra i confini nazionali sono materiale sufficiente per spingere il Chelsea a staccare un assegno da 3.5 milioni di euro e portarlo a Londra. L'approdo Oltremanica, tuttavia, è legato esclusivamente al fatidico nero su bianco, perché in realtà Perica non vestirà mai la maglia dei Blues.

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Il club allora presieduto da Roman Abramovich, infatti, ha in testa altri piani per far crescere il proprio giovane talento. E questi piani conducono verso l'Olanda dove Perica si trasferisce con la formula del prestito. La seconda tappa del suo percorso si chiama NAC Breda. Le ottime premesse, leggasi goal all'esordio in campionato contro il Roda, non trovano però ulteriori riscontri: segna 9 reti in diciotto mesi e alle porte del 2015 viene girato in prestito all'Udinese, sempre sotto l'oculata regia del Chelsea.

I primi sei mesi sul pianeta Serie A, alla corte di Andrea Stramaccioni, sono all'insegna del puro apprendistato: Stipe gioca nove partite, di cui nessuna da titolare, e griffa il suo primo goal italiano contro la Roma. L'anno seguente il prestito viene prorogato, ma le cose vanno proporzionalmente peggio: i friulani con Colantuono prima e De Canio poi, strappano una faticosissima salvezza e Perica segna appena 3 goal in 13 gare.

Un anno e mezzo tutt'altro che pirotecnico, però, non fa cambiare idea dalle parti della Dacia Arena e in estate il giocatore diventa di proprietà bianconera per una cifra vicina ai 4 milioni di euro. Dal punto di vista tecnico, Perica non sembra possedere le stimmate del grande attaccante che aveva fatto intravedere in patria, ma ha il pregio di infondere sempre e comunque il massimo impegno possibile, lavorando in funzione della squadra grazie alla sua grande fisicità. Tanta abnegazione e voglia di migliorarsi. Fattori che scaldano il cuore della tifoseria bianconera.

Proprio così, perché pur senza lasciare il proprio marchio nella storia dell'Udinese, l'attaccante croato diventa un idolo del popolo friulano che ne apprezza il cuore e la generosità. E Perica, dal canto suo, instaura con la gente un rapporto simbiotico.

La terza stagione in quel di Udine, la 2016/2017, parte invece sotto i migliori auspici agli ordini di Iachini: alla prima gara dell'anno in casa segna contro l'Empoli e si ripete subito l'11 settembre quando firma il clamoroso successo di San Siro contro il Milan. Probabilmente il goal più importante del suo soggiorno nostrano.

"Segnare a San Siro è speciale, perché è il più bello stadio italiano", le sue parole nel post partita.
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L'esplosione sembra davvero vicina, ma anche questa volta ci si ritrova alle prese con il più classico dei fuochi di paglia perché Perica, nel corso della stagione, finisce sempre dietro a Duvan Zapata nelle preferenze del tecnico subentrato a campionato in corso, Luigi Delneri. 22 presenze, di cui solo cinque da titolare, e sei squilli complessivi. Troppo poco per scombinare le gerarchie del reparto.

Il campionato successivo, infatti, sarà l'ultimo per il croato con i colori bianconeri addosso. E' un'annata scandita da tre avvicendamenti in panchina: Delneri lascia spazio a Oddo, a sua volta rimpiazzato da Tudor fino a fine anno. Ma la sostanza non cambia: gioca poco più di 900' e realizza un solo goal, quello dell'illusorio vantaggio contro la Juventus prima dello show dei campioni d'Italia capaci di imporsi 6-2 alla Dacia Arena.

LE PARENTESI CON FROSINONE, KASIMPASA, MOUSCRON E WATFORD

Si arriva quindi al fatidico capolinea perché anche in una piazza che ha saputo aspettarlo, coccolarlo e sostenerlo, i jolly sono destinati ad esaurirsi. Nell'estate del 2018 la liaison con l'Udinese si chiude e il classe 1995 viene dirottato in prestito al Frosinone. La parentesi ciociara è materiale da dimenticatoio immediato. Un capitolo da archiviare il più velocemente possibile.

"La Serie A è un inferno, è stata la peggior scelta possibile per un giovane come me. Ho giocato in Croazia, Inghilterra e Olanda e da nessuna parte è difficile imporsi come in Italia", la sua confidenza a '24 Sata'.

Il rapporto si consuma nel giro di sei mesi, otto partite e nessun goal a referto. La successiva finestra di mercato invernale è la scappatoia ideale per fare le valigie e salpare alla volta di Istanbul - sempre in prestito - dove ad attenderlo c'è il Kasimpasa.

Debutta alla ventesima giornata di Super Lig e va subito in goal contro il Sivasspor, di fatto l'unico lampo in un altro matrimonio con i giorni contati.

Perica torna a Udine in estate, ma ovviamente è solo di passaggio. Le coordinate della nuova tappa del suo personalissimo tour in giro per l'Europa lo spingono verso il Royal Excel Mouscron, sempre in prestito ma con opzione di riscatto in favore del club belga. Dopo un avvio stentato e condizionato da un lungo periodo ai box - gioca 24' nei primi tre mesi - Perica si accende all'improvviso e viaggia alla media di una realizzazione ogni due partite, fissando il suo bottino finale a 8 centri in 16 incontri. La tanto agognata continuità all'orizzonte? Nemmeno per sogno. Il Mouscron non esercita alcun diritto di riscatto e rieccoci al punto di partenza.

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L'Udinese, a questo punto, si arrende e opta per la separazione definitiva cedendolo a titolo all'altra squadra gestita dalla famiglia Pozzo, il Watford. La sua prima (e unica) annata in Inghilterra è tutta in salsa agrodolce: gli Hornets centrano la promozione in Premier League, ma il croato tra infortuni, squalifiche e scelte tecniche, salta qualcosa come 30 partite di campionato. L'ennesimo buco nell'acqua dal finale pressoché scontato.

LA RINASCITA AL MACCABI AL TEL AVIV

Agosto 2021. Altro giro e altra ripartenza, questa volta destinazione Israele. Perica firma con il Maccabi Tel Aviv ed entra subito nella storia del calcio continentale segnando il primo goal assoluto nella fase a gironi della neonata Conference League contro l'Alashkert.

Un primato che fa da apripista alla stagione più convincente e prolifica della sua carriera: 15 goal in campionato, di cui 4 nella fase finale, oltre a 2 in Conference League. A 27 anni appena compiuti, Perica sembra aver finalmente trovato la propria dimensione dopo tante, troppe false partenze. La completa maturazione, ora, passa attraverso la capacità di dare continuità di rendimento nel medio-lungo termine. Da sempre il suo più grande punto debole: sarà la volta buona?

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