Gourcuff MilanGetty Images

La parabola di Gourcuff: da Milan-Liverpool 2007 al tennis

Con i campionati fermi, è tempo per le varie squadre dei ritiri di preparazione alla prossima stagione, prima del ritorno in campo. Chi non tornerà, come già da qualche anno, è Yoann Gourcuff, che dopo aver deciso di smettere si è dato al... tennis.

Aveva cambiato idea, in realtà, approdando all'DDMM, l’Etoile du Don Moisdon-la-Rivière. Nella quarta serie transalpina, in pieno caos per il primo Lockdown da coronavirus: alla fine, però, c'è stato solo il tennis tennis.

6-0, 6-0. Un bel rovescio e via, a scagliare la pallina oltre la rete. Se andavate in Francia e cercavate Gourcuff, l'ex Milan, probabilmente l'avreste trovato in un campo con una racchetta stretta tra le mani. Perché in questi ultimi anni è stata questa la sua nuova vita, dopo averne spesa un'altra in giro per i campi di calcio.

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Gourcuff aveva annunciato l'addio al calcio in età relativamente non avanzata, a 33 anni, dopo aver disputato un'ultima stagione con la maglia del Dijon (appena 8 presenze senza reti in Ligue 1).

E dire che Gourcuff, con una palla tra i piedi, qualcosa ha combinato. E vinto, soprattutto. L'highlight della carriera? La Champions League del 2007, quella conquistata dal Milan ad Atene sul Liverpool, remake/rivincita di Istanbul 2005. Lui non c'era, o meglio, è rimasto in panchina per tutto l'incontro. Ma la medaglia al collo, alla fine, se l'è appuntata con orgoglio.

Gourcuff arriva al Milan con un'etichetta scomoda e pesantissima appiccicata al proprio nome: 'il nuovo Zidane'. Proprio nelle settimane in cui Zizou, quello vero, ha lasciato il calcio giocato. E se la nazionale maggiore francese è reduce dalla delusione berlinese, il figlio d'arte Yoann (il padre Christian ha allenato il Nantes) si è messo in luce un anno prima all'Europeo Under 19, conquistato da protagonista assoluto.

Yoann Gourcuff AC Milan 2007getty Images

La sua avventura al Milan non si snoda nel migliore dei modi. Elegante e qualitativo, il francesino di Bretagna, ma troppo timido e troppo acerbo per imporsi tra i mostri sacri di Carlo Ancelotti. Il quale, comunque, un po' di fiducia gliela dà: sono 20 le presenze in A nel primo anno milanese, delle quali 9 da titolare. Con una rete, peraltro ininfluente, messa a segno contro l'Udinese verso la chiusura del campionato.

In Champions League non va molto meglio: 9 presenze, una serata da ricordare contro l'AEK nei gironi, ma quando il gioco si fa duro Ancelotti punta deciso sulla trequarti sulla coppia Seedorf-Kaká, togliendo una punta e affidando a Pippo Inzaghi l'intero peso dell'attacco. È il famoso 'albero di Natale'. E per Gourcuff, che in finale rimane in panchina per tutti i 90 minuti, si fa dura. Un anno dopo, non a caso, sarà addio.

Quindici anni dopo, andando ad analizzare la lista UEFA del Milan 2006/07 compare anche il nome di Gourcuff. Autore di un contributo minore, senza dubbio, ma campione d'Europa alla pari di Dida, di Maldini, di Kaká, di Pirlo, di Gattuso, di Inzaghi. Prima di tornare in Francia e, infine, di cambiare sport. Ma sempre con quella coppa nel cuore.

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