Yonghong Li MilanGetty

Mistero Li per il Milan: in Cina chiesta la bancarotta

Proprio quando sembrava che le cose stessero andando bene al Milan, ecco venire fuori una notizia non proprio incoraggiante sul nuovo proprietario rossonero  Yonghong Li.

Secondo un'inchiesta portata avanti da "Dataroom", la nuova rubrica curata da Milena Gabanelli per il sito del 'Corriere della Sera', l'imprenditore cinese che ha acquistato il Milan sarebbe in debito con due banche e a rischio bancarotta.

Ma andiamo con ordine. Nel gennaio 2015, a fronte di un prestito,  la Jiangsu Bank ha ottenuto in garanzia la partecipazione della società di packaging Zhuhai Zhongfu, detenuta da Li tramite la holding Shenzhen Jie Ande.

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Tuttavia Li non ha mai restituito i soldi alla Jiangsu Bank, che nel maggio 2016 ha fatto causa alla Shenzhen Jie Ande (a quel punto già insolvente), ottenendo nel febbraio 2017 dal tribunale di Fatian la messa all'asta del patrimonio della holding (di circa 60 milioni di euro) su Taaobao, l'ebay cinese.

Nel frattempo, il 13 aprile del 2017, Li acquista il Milan per 740 milioni di euro avvalendosi di un prestito di 300 milioni da parte del fondo americano Elliott, presentando come garanzia proprio quella holding che nel frattempo è stata messa all'asta dal tribunale cinese.

In Italia è tutto a posto, mentre in Cina la situazione precipita ulteriormente. Lo scorso gennaio anche la Banca di Guangzhou accusa Li di non aver saldato i debiti previsti e chiede la liquidazione per bancarotta della holding Jie Ande.

"Non abbiamo riscontrato nulla di pregiudizievole a carico di mister Li Yonghong che dispone di adeguate risorse finanziarie per realizzare l’operazione", assicura nel frattempo Fininvest. Effettivamente Li ha rispettato tutti gli impegni e i pagamenti prefissati, almeno con il Milan.

A 'Mattino Cinque' è invece intervenuto sul tema l'ex amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani: "L'inchiesta del Corriere della Sera su Li? Penso tante cose. - ha dichiarato - Questo signore ha acquisito il Milan investendo una cifra importante. Noi eravamo assistiti da un grande gruppo internazionale e lui da una grande banca internazionale. Ha presentato credenziali in FIGC, al momento dell'acquisto, e queste sono state accettate".

"Poi il fondo Elliott gli ha prestato più di 300 milioni - ha proseguito Galliani - e avranno fatto anche loro le dovute verifiche. Terza cosa: ha fatto una grande campagna acquisti, presentando sempre certificazioni. Non conosco le cose cinesi ma uno più uno, più uno mi lascia credere che sia tutto ok".

Tuttavia è difficile spiegare come un imprenditore proprietario di una holding quasi fallita (ma esibita come fiore all'occhiello nell'ambito della trattativa per l'acquisto del Milan) possa portare a termine un'operazione di tale portata economica.

Li ha garantito che tutto si è svolto "con la massima trasparenza, regolarità e correttezza". Ma in Cina lo scenario appare inversamente proporzionale.

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