Weston McKennie Juventus GFXGetty Images

McKennie ancora a segno: sempre più centrale nella Juventus

Sarà l'atteggiamento scanzonato. Sarà la poliedricità in campo. Sarà semplicemente che Weston McKennie è forte. Trascorrono i mesi e, alla sua prima stagione alla Juve, l'americano continua a convincere. Tesi, questa, suffragata anche dalla ripresa di San Siro: altro giro, altro goal.

Al terzo lampo in bianconero, l'ex Schalke 04 rappresenta per la Madama l'unicità. Un jolly prezioso, fondamentale per perlustrare molteplici orizzonti tattici. Non a caso, finora, il 22enne texano ha dimostrato di saper fare tanto e bene.

Dunque, non sorprende che i dirigenti della Continassa abbiano già deciso di mettere le mani sul cartellino di MCK, comunicando ai suoi agenti l'intenzione di volerlo riscattare.

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Una formalità, a prescindere dagli accordi presi in estate con il club di Gelsenkirchen. Storia: la Juve ha già versato 4,5 milioni nelle casse dei tedeschi. E, inoltre, ha strappato l'obbligo d'acquisto al raggiungimento di determinati obiettivi. Ma c'è di più. C'è, ad esempio, che con altri 18,5 milioni - più un massimo di 7 legati ai bonus - la Signora stia per fare un colpo clamoroso.

Nei momenti decisivi, dote da non trascurare, Weston si esalta. Basti pensare alle reti rifilate a Torino e Barcellona, fondamentali per continuare a rincorrere in campionato e, parallelamente, agguantare il primato nel girone di Champions League. 

Weston McKennie Juventus GFXGetty Images

Intelligenza al potere, sfoggiando letture tra le linee di primo piano. La leggenda, che poi troppo leggenda non è, narra che l'approdo di McKennie a Torino sia nato dietro consiglio di Andrea Pirlo. Che, alla ricerca di un equilibratore con i piedi raffinati, si sarebbe esposto in prima persona circa la bontà della materia.

I margini di crescita, poi, non mancano: sia in termini corali sia in termini individuali. Perché, sebbene lo statunitense si stia rivelando una pedina pressappoco fondamentale, il meglio deve ancora venire.

E poi ci sono gli assist, dipinti con Spezia e Genoa, a evidenziare le grandi capacità d'inserimento di chi, senza paura, attacca sempre e costantemente. Crescendo, magari, alla lunga. McKennie, infatti, ha segnato più goal in Serie A da subentrato (due in quattro gare) che da titolare (zero in otto partite).

Contro il Milan, ancora una volta, il calciatore cresciuto tra Phönix Otterbach e Dallas ha risposto "presente". Prima, siglando il lampo dei sonni tranquilli. Poi, pressando tutto e tutti. Con naturalezza, spontaneità, decisione. Proprio come piace alla Juve, ormai pazza del suo 14.

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