"Il portiere deve essere un po' folle. Nell'indole umana, quando ti arriva addosso qualcosa di forte, il comportamento normale è cercare di evitarla. Io invece cercavo di prenderla" - Matteo Guardalben a 'Fuori gioco' di 'LP Network'
Stagione 2000/01. Il Parma, dopo essere uscito agli ottavi di finale di Coppa UEFA, resta in corsa su due fronti: il campionato, che lo vede in lotta per la zona Champions, e la Coppa Italia, competizione in cui i ducali sono grandi protagonisti.
In panchina si sono succeduti tre allenatori: dopo Alberto Malesani e la breve parentesi di Arrigo Sacchi, alla guida dei gialloblù è approdato Renzo Ulivieri. 'Renzaccio' lotta in campionato e guida la squadra alla finale di Coppa Italia superando nella doppia semifinale l'Udinese (sconfitta per 2-1 fuoricasa e vittoria per 1-0 in casa).
Se in Serie A il portiere titolare è Gianluigi Buffon, in Coppa gioca regolarmente il dodicesimo, Matteo Guardalben. Ora però i ducali sono chiamati a superare l'ultimo ostacolo per alzare il trofeo, la Fiorentina, senonché in città si diffonde la voce incontrollata che per l'occasione anche in Coppa Italia a scendere in campo sarà Buffon.
La voce giunge al numero uno della Nazionale, che a quel punto chiede al suo allenatore di far giocare ancora il suo vice.
"La Coppa Italia era la competizione di Guardalben, il secondo portiere - racconterà Ulivieri a 'Tuttosport' -. Arrivammo in finale e in città si diffuse la voce che per i due big match contro la Fiorentina avrebbe giocato Buffon e non Guardalben. Gigi, seppur avesse 23 anni e non avesse ancora vinto Mondiale e Scudetti, mi chiese un colloquio: 'Mister, se domani avesse mai intenzione di far giocare me, sappia che io mi darò per ammalato'. Io gli dissi di stare tranquillo, gli accordi sono accordi".
"Non avevo mai pensato di escludere Guardalben - assicurerà l'ex tecnico del Parma -. Non era scontato il gesto di Gigi, anzi... Buffon non era ancora l’attuale uomo dei record e degli Scudetti. In Gigi la generosità prevalse sulla possibilità di essere protagonista in una doppia finale di prestigio come quella di Coppa Italia. Guardalben giocò bene nella finale, ma perdemmo. La vittoria fu l’atteggiamento di Buffon".
Quella Coppa Italia se la aggiudicherà la Fiorentina, che vincerà 0-1 l'andata al Tardini, pareggiando poi 1-1 il match di ritorno al Franchi. Ma Guardalben, la riserva di Buffon, avrà comunque il suo momento di gloria, come Gigi desiderava.
DALLA SQUADRA DEL CUORE ALLE VITTORIE COL PARMA
Nato a Nogara, cittadina in provincia di Vittorio Veneto, il 5 giugno 1974, Guardalben, trasferitosi con la famiglia a vivere a Legnago, inizia a giocare a calcio ad alti livelli come portiere nelle Giovanili del Verona, la sua squadra del cuore per la quale fa il tifo, dopo le esperienze giovanili con il Legnago e il Mantova.
"I miei modelli erano Preudhomme e in Italia Zenga e Tacconi - rivela a 'Fuori gioco' di 'LP Network' -. A trasmettermi la passione fu mio padre, calciatore dilettante. Sono cresciuto praticamente con il pallone in mano".
L'ex portiere ricorda molto bene come tutto iniziò a Legnago.
"Ero molto più piccolo del mio vicino di casa, che doveva andare ad allenarsi. Lui aveva 11 anni ed io 7. Io li guardavo da fuori. A un certo punto l'allenatore ha iniziato a far fare gli esercizi al portiere, che era suo figlio. Non ne azzeccava uno".
"Il padre allora fa: 'Prendo uno qualsiasi della squadra e li fa meglio di te. C'è qualcuno che vuol fare il portiere?'. Ed io allora mi proposi: 'Posso provare io?'. Così sono andato dentro e ho fatto gli esercizi e poi la partita, visto che avevano un solo portiere. Era la giornata ideale, con la pioggerellina e il campo leggermente bagnato e andai bene".
"A fine partita mi chiesero: 'Ti andrebbe di giocare con noi?'. Io ero molto piccolo e non potevo essere tesserato, ma i miei genitori firmarono la liberatoria e così iniziò la mia carriera".
Dopo la successiva esperienza al Mantova, a 13 anni Matteo decide di puntare in alto e anziché vincolarsi con i biancorossi chiede di andar via. Fa diversi provini e viene visto da diversi club.
"Avevo quasi l'accordo con il Genoa - racconterà -, poi invece mia madre al momento di accordarsi disse no ad un trasferimento così lontano da casa. Lì fu la mia fortuna perché il segretario del Verona, Bertolini, era di Mantova. Lui veniva a vedere le nostre partite, aveva saputo che non firmavo con i biancorossi e chiese a mio padre se volevo andare a giocare con l'Hellas".
"Mio padre me lo chiese e mi ricordo che andai a Verona, firmai il contratto di 4 anni e così è iniziata la mia avventura. Il sogno era sempre quello di giocare al Bentegodi, volevo arrivare lì".
Passato nelle Giovanili del Verona, il suo percorso è positivo e nel 1991/92 l'estremo difensore si avvicina alla Prima squadra ritagliandosi il ruolo di terzo portiere sotto la gestione della squadra di Eugenio Fascetti nell'anno della retrocessione in B.
Nella stagione 1993/94 si guadagna con Bortolo Mutti il ruolo di dodicesimo in qualità di riserva di Attilio Gregori, ma non scende mai in campo. Per trovare spazio nel 1994/95 Guardalben è così ceduto in prestito alla Massese, che guidata da Aurelio Andreazzoli (che nel corso dell'anno è esonerato e poi richiamato), disputa il Girone A della Serie C1.
Il portiere veneto è il titolare della squadra toscana (27 presenze in campionato), che evita la retrocessione passando dai playout. Guardalben però rientra alla casa madre dopo la stagione regolare ed è ormai pronto a far ritorno nel club scaligero. Nella stagione 1995/96 fa da dodicesimo con Fabrizio Casazza titolare, ma colleziona comunque 5 presenze in Serie B.
L'esordio arriva il 27 agosto 1996 al Bentegodi contro il Genoa. Il Verona, guidato da Attilio Perotti, ottiene il 2° posto finale ed è promosso in Serie A. L'anno seguente, il 1996/97, è il primo da titolare per Guardalben che fa il suo debutto nel massimo campionato il 22 settembre 1996 nella sconfitta esterna con la Fiorentina (2-0).
Il campionato è sciagurato per l'Hellas, che chiude al penultimo posto con 27 punti e torna immediatamente in Serie B. Ma per il suo portiere, che colleziona 25 presenze e pur subendo 44 reti para tutti e 4 i rigori che gli vengono assegnati contro, è una vetrina in cui mettere in mostra le sue qualità.
Così nel 1997/98 l'estremo difensore classe 1974 viene acquistato dal Parma. Matteo abbandona il sogno che aveva da giovane di trascorrere l'intera carriera difendendo la porta della sua squadra del cuore e a 23 anni insegue la propria ambizione. I ducali di Callisto Tanzi sono del resto in quegli anni una grande squadra, che gioca costantemente per le posizioni di vertice della classifica e sogna lo Scudetto.
Ma Guardalben si trova davanti un autentico fenomeno, peraltro più giovane di lui di circa 3 anni e mezzo. Quel 'mostro' di bravura è Gigi Buffon. Carlo Ancelotti mette da subito in chiaro le gerarchie: Gigi titolare, Matteo dodicesimo.
"Mi sentivo forte - dirà a Tuttomercatoweb - ma appena vidi Gigi capii che esser forte era un'altra cosa. Lui era un vero fenomeno".
Inizialmente l'ex portiere del Verona non la prende benissimo.
"Dissi al mio procuratore: 'O mi trovi un'altra squadra oppure guardo Gigi giocare'. Lui è stato eccezionale e mi dispiace che non sia riuscito a conquistare la Champions".
Poi fra titolare e sostituto nasce un bel rapporto di amicizia e stima, tanto che, come abbiamo visto, sarà lo stesso Buffon qualche anno più tardi a chiedere il suo impiego nella finale di Coppa Italia a Ulivieri.
Pur vedendo poche volte il campo, partecipa ai successi dei gialloblù con Alberto Malesani in panchina, rivelandosi anche un elemento importante nello spogliatoio: la Coppa Italia 1998/99 (nella quale gioca fino ai quarti di finale, collezionando 4 gare), la Coppa UEFA nello stesso anno (3-0 sul Marsiglia) e successivamente la Supercoppa Italia 1999 (2-1 sul Milan), questi ultimi trofei da terzo portiere alle spalle anche di Micillo.
In tutto totalizza 18 presenze in tutte le competizioni, prima di fare nuovamente una scelta di vita e professionale diversa e accasarsi al Piacenza per giocare nuovamente da titolare.
TITOLARE A PIACENZA E PALERMO
Con i biancorossi emiliani Guardalben resta per tre stagioni, due in Serie A con altrettante salvezze e una in Serie B, nelle quali colleziona 83 presenze con 91 goal presi e 34 clean sheet e gioca regolarmente da titolare, pur accusando nel febbraio 2003 un problema muscolare che lo terrà lontano dai campi un paio di mesi.
Dopo l'anno vissuto in Serie B, nell'estate 2004 prima ottiene un periodo di prova con l'Arsenal di Wenger, giocando anche un'amichevole estiva con il Peterborough, ma non se ne farà nulla, poi è ingaggiato dal Palermo di Maurizio Zamparini e diventa il primo portiere dei siciliani nell'anno del loro ritorno in Serie A.
Gioca 37 partite nel 2004/05, sotto la gestione di Francesco Guidolin, dando il suo contributo al raggiungimento del 6° posto finale che vale la storica qualificazione dei rosanero alla Coppa UEFA. Nonostante un buon rendimento del portiere, non mancano le critiche e i momenti di tensione con il vulcanico patron, in particolare dopo Palermo-Udinese 1-5 del 13 marzo 2005.
Matteo, qualche ora dopo la gara, guarda e riguarda le immagini dei goal subiti.
"Volevo vedere soprattutto come avevo incassato quei cinque goal - spiegherà -, capire il mio atteggiamento e quello della squadra e trovare una spiegazione. Alla fine credo di avere delle colpe specifiche solo sul quinto goal. In quella occasione non mi sono piaciuto proprio. Magari il goal lo avrei preso lo stesso. Da quella posizione è praticamente impossibile parare un tiro, ma non mi è piaciuto come mi sono tuffato. Non mi è piaciuto l' atteggiamento. Ero molle, quasi rassegnato, come se la partita fosse già finita".
DAL SOGNO AZZURRO AI GRAVI INFORTUNI
Il Ct. dell'Italia Marcello Lippi lo premia e lo convoca 3 volte, per la tournée americana di giugno (partite contro Serbia ed Ecuador), per l'amichevole di metà agosto con l'Eire (dopo l'infortunio di Buffon) e successivamente per le sfide delle Qualificazioni Mondiali contro Scozia e Bielorussia.
Intanto il portiere veneto è partito titolare col Palermo con Gigi Delneri allenatore anche nel 2005/06 ma la sorte, intesa come fatalità negativa, sta per tendergli il primo agguato. Il 29 agosto 2005, infatti, a causa di un'uscita in allenamento su Bernardo Corradi, Guardalben si infortuna alla gamba destra e deve lasciare il ritiro azzurro. Inizialmente si pensa ad una distorsione e ad uno stop di un mese, invece il problema si rivelerà più serio e l'estremo difensore starà fermo 2 mesi e mezzo, perdendo di fatto, la titolarità e la maglia azzurra.
Fa in tempo a debuttare in Coppa UEFA nella fase a gironi il 24 novembre 2005 (1-1 con l'Espanyol) per poi salutare la Sicilia a gennaio dopo 44 gare totali, 50 goal subiti e 14 clean sheet. Torna al Parma e l'8 gennaio 2006 nella sfida di campionato con il Milan (4-3 per i rossoneri a San Siro) fa il suo secondo esordio con i ducali. Ma per lui, quella che poteva condurlo ai Mondiali di Germania, si rivelerà una stagione sfortunata: nuovo infortunio nella gara pareggiata 1-1 contro la Juventus e nuovo lungo stop, fino al termine della stagione.
Chiude la sua seconda avventura come portiere gialloblù con 7 presenze totali, che portano a 25 quelle complessive con la squadra emiliana.
LE ULTIME ESPERIENZE E IL RITIRO A 38 ANNI
Nel 2006/07, l'anno post Calciopoli, Guardalben riparte dal Vicenza, cui viene ceduto a titolo definitivo. I biancorossi sono in Serie B e Matteo diventa il portiere titolare della squadra, ma, a fermarlo, il 5 ottobre 2006, sarà ancora una volta un infortunio, il più grave avuto nella sua carriera calcistica.
"Ho avuto uno scontro in allenamento - racconterà in un'intervista con 'Fuori gioco' di 'LP Network' -, ho sbattuto violentemente testa e collo contro il ginocchio di Trevisan e mi sono rotto la quarta e la quinta vertebra. Sono rimasto totalmente paralizzato per un bel po'. Quest'infortunio mi ha segnato e ha cambiato per sempre la mia vita quotidiana e calcistica Gli anni successivi sono stati duri".
Oltre ad un lungo stop (la sua prima stagione al Vicenza si chiude con le 3 presenze iniziali) per Guardalben è stato complesso il recupero.
"Sono rimasto fermo 6-7 mesi - ricorda - e per riprendermi bene mi ci è voluto qualche anno. Di fatto, anche se giocavo, non ero più io".
L'ex riserva di Buffon torna in campo il 25 agosto 2007 per disputare la gara di campionato contro il Brescia, il Vicenza perde 2-0 e si capisce che Matteo non è ancora pronto. Si allena ma resta fuori un altro mese, diventando la riserva di Zancopè. Torna a giocare con una certa regolarità da novembre 2007 fino a febbraio 2008, poi fa nuovamente panchina.
Colleziona 10 presenze in Serie B e 2 in Coppa Italia, ma dopo appena 16 partite disputate in due stagioni il suo tempo al Menti è già esaurito. Nel settembre 2008 Guardalben è così ceduto al Treviso, sempre in Serie B, e con i veneti riesce a ritrovare spazio e a giocare con buona regolarità.
La squadra tuttavia, afflitta da gravi problemi societari, termina 22ª e retrocede in Lega Pro, prima del fallimento del club, che permette ai giocatori di svincolarsi gratuitamente in estate. Così anche Guardalben, che a quel punto accetta l'offerta della Sampdoria di fare il terzo portiere dei blucerchiati in Serie A.
Con i blucerchiati non scende di fatto mai in campo, così nell'agosto 2010, dopo essersi svincolato dal club genovese, a 36 anni si accorda con il Modena.
"Ho ancora tanta voglia di giocare - assicura l'estremo difensore a 'La Gazzetta di Modena' -, ho firmato un annuale, ma vorrei restare a lungo. Sono venuto qui per starci".
Fa il suo esordio stagionale alla terza giornata, subentrando al posto del portiere titolare Alfonso nel corso di Modena-Padova 1-0. A fine stagione saranno 15 le sue partite in Serie B, con altrettante reti subite, più una presenza in Coppa Italia.
Resta con i Canarini anche nel 2011/12, stagione nella quale aggiunge altre 3 apparizioni in B. A fine stagione resta svincolato e a 38 anni appena compiuti conclude di fatto la sua carriera agonistica, non riuscendo a trovare un accordo con altre società.
Per il portiere di Nogara, in 20 anni da calciatore professionista, un bilancio di 219 presenze fra Serie A e Serie B, con la soddisfazione di esser stato la riserva di Buffon e la sensazione, che forse è qualcosa di più, di esser stato penalizzato non poco dagli infortuni nel momento più alto della sua carriera, quando arrivò a sfiorare la Nazionale.