Leandro Castan Vasco 2018Carlos Gregório Jr./Vasco da Gama

Leandro Castan, professione difensore: da big in Serie A al dramma del cavernoma

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In due stagioni era diventato un pilastro della Roma in Serie A, campionato in cui pensava di giocare a lungo e di togliersi tante soddisfazioni. Ma Leandro Castan non aveva fatto i conti con la sorte, che gli stava per giocare un brutto scherzo.

A causa di un cavernoma al cervello, il difensore brasiliano deve infatti operarsi e fermarsi per un lungo periodo, e il recupero è non è di quelli semplici. Grazie alla sua determinazione, riesce comunque a rientrare e tornare in campo. Ma non è più quello di prima, fa molta panchina e dopo alcuni prestiti, nell'agosto del 2018 torna in Brasile per indossare la fascia da capitano del Vasco da Gama e per regalarsi un'ultima esperienza al Guaranì prima di annunciare il suo ritiro.

L'ESPLOSIONE E L'APPRODO ALLA ROMA

Leandro Castan da Silva nasce a Jaú, nello Stato di San Paolo, in Brasile, il 5 novembre del 1986. Cresce calcisticamente nelle Giovanili dell'Atletico Mineiro, e si afferma come difensore centrale fisico e di personalità. Ha un mancino educato, che lo rende abile anche in fase di impostazione del gioco, e in virtù della sua stazza (è alto un metro e 84 centimetri per 80 chilogrammi) sa farsi valere anche in attacco sugli sviluppi dei calci piazzati.

Con il club alvinegro arriva anche il debutto da professionista nel campionato brasiliano. Dopo due stagioni, nel 2007 fa una breve esperienza in Svezia con l'Helsingborg. Oltre a 4 presenze in campionato, fa il suo esordio nelle Coppe europee giocando 3 gare in Coppa UEFA e segnando anche un goal al PSV Eindhoven.

Nel 2008 fa ritorno in patria, dove viene ingaggiato dal Gremio Barueri, che con le sue prestazioni contribuisce a portare dalla Serie B alla Serie A brasiliana. Nel 2010 su di lui scommette dunque il Corinthians, e per Castan a Rio de Janeiro arriva la svolta della carriera. Con il Timão il difensore fa infatti il salto di qualità definitivo e arrivano i grandi successi: nel 2011 la squadra carioca conquista il campionato brasiliano poche ore dopo la morte del simbolo del club, Socrates, e l'anno seguente completa l'opera con il trionfo in Copa Libertadores.

I brasiliani hanno la meglio sugli argentini del Boca Juniors nella doppia finale (parerggio per 0-0 alla Bombonera e successo per 2-0 all'Estadio Pacaembu) e per Castan, assoluto protagonista di quella cavalcata trionfale, che lo aveva visto giocare tutte le partite, si aprono le porte del ritorno in Europa. La Roma, attraverso il D.s. Walter Sabatini, batte la concorrenza del Fenerbahçe e fa firmare al difensore un contratto quadriennale.

Al Corinthians il club giallorosso stacca un assegno da 5 milioni di euro. Castan del resto è un big e arriva nella capitale per diventare un pilastro della difesa della Lupa, come sottolinea lo stesso Sabatini.

"Perché - chiede il D.s. in sala stampa ai giornalisti - Piqué che ha disputato una finale di Champions League dovrebbe essere un top player e Castán che sta per disputare quella di Libertadores no?".

Il difensore, che sceglie una maglia pesante, la numero 5 che fu del connazionale Falcão, rispetterà le attese, e già con Zeman in panchina, diventa un titolare della Roma. Di recente, ha ricordato il suo approdo in giallorosso in un'intervista rilasciata a 'Calcio2000' nel luglio 2020.

"Ricordo che c’erano tanti rumors in quel periodo. Ufficialmente, avevo due offerte sul piatto. C’era quella della Roma e quella del Fenerbahce. Il club turco mi offriva più soldi ma io, in quel periodo, sognavo la Seleçao e quindi ho preferito andare a giocare alla Roma, in un campionato di primissimo livello e in una squadra conosciutissima in tutto il mondo. - ha sottolineato - È stato un bel periodo, giocavo tanto ed eravamo anche forti".

La stagione con Zeman è però difficile per il difensore e i suoi colleghi di reparto. 

"Giochiamo sulla linea di centrocampo, - dichiara in un'intervista a 'Il Romanista' - mi piace perché il difensore partecipa di più al gioco e penso che sia anche divertente per me, con tanti duelli uno contro uno".

La squadra giallorossa subisce tanti goal: dall'esordio di Castan, il 26 agosto contro il Catania (2-2), fino al 1° febbraio, ultima gara con il tecnico boemo in panchina, sono ben 42 le reti prese dai capitolini. Su 23 gare della gestione zemaniana, il brasiliano ne salta 5, fra cui il disastroso 4-2 subito all'Olimpico dal Cagliari. In mezzo la gioia del primo goal in Serie A l'8 dicembre nella gara casalinga con la Fiorentina.

Per Castan arriva anche la convocazione nella Nazionale brasiliana, con cui gioca 2 amichevoli fra ottobre e novembre.

Il 2012/13 si chiude con l'interregno di Aurelio Andreazzoli, con il quale Castan gioca tutte le restanti gare, fatta eccezione per 3 partite saltate a causa di una distorsione al ginocchio. È in campo il 26 maggio 2013 anche nella finale di Coppa Italia in cui la Lazio, in un derby molto sentito, dà ai rivali un'amara delusione.

A fine anno per lui sono comunque 34 presenze e un goal in tutte le competizioni, preludio di una stagione strepitosa sotto la guida del nuovo allenatore francese Rudi Garcia. La coppia centrale difensiva composta da Castan e Benatia è uno dei segreti della squadra che per ben 21 gare non subisce goal, ottiene il suo record all-time di punti in campionato, 85, e si piazza al 2° posto soltanto perché la Juventus di Conte fa una stagione ancor più impressionante, superando i 100 punti finali nel torneo.

"Onestamente credo che il mio secondo anno in giallorosso sia stato il migliore di tutta la mia carriera. - afferma Castan a 'Calclio2000' - Penso che avremmo anche potuto vincere il campionato, avevamo davvero una bella squadra. Purtroppo, non è andata così e mi dispiace molto perché, lo ripeto, eravamo una bellissima squadra, allenata bene da Rudi Garcia. Siamo arrivati secondi dietro alla Juventus ma potevamo anche vincere".

Il centrale mancino si consacra come uno dei grandi protagonisti del campionato italiano, e chiude l'annata 2013/14 con 40 presenze totali e un rendimento quasi sempre molto elevato. Con il suo compagno di reparto finisce nella top 11 del torneo.

Leandro Castan RomaGetty Images

IL DRAMMA DEL CAVERNOMA: L'OPERAZIONE E IL LUNGO STOP

Castan a 28 anni sembra destinato a consacrarsi ancora per diversi anni come un protagonista della Serie A, e non può immaginare che la sorte, di lì a poco, gli avrebbe teso un terribile agguato. Proprio quando avrebbe dovuto esserci la sua consacrazione a livello europeo, con la Champions League da disputare, infatti, un drammatico problema di salute rischia di costringerlo al ritiro.

È il 13 settembre 2014, e al Castellani si gioca la sfida fra l'Empoli e la Roma, valida per la 2ª giornata di campionato. Castan, che ha saltato il debutto stagionale all'Olimpico, parte titolare in coppia con Manolas. Ma c'è qualcosa che non va. Vaga per il campo disorientato, sta male, e dopo l'intervallo chiede il cambio a Garcia.

"Avevo le vertigini, stavo male… - spiegherà - Non capivo cosa stesse accadendo".

Si pensa a un malore passeggero, ma presto ci si rende conto che dietro c'è qualcosa di ben più grave. Nelle due settimane successive, infatti, Castan continua a non sentirsi bene, vomita di continuo e fatica a reggersi in piedi. Il risultato è che in pochi mesi perde ben 15 chilogrammi. 

La stampa ipotizza un'assenza per un infortunio muscolare e un episodio di otitte e labirintite, ma dopo gli esami specialistici cui si sottopone, arriva il funesto responso.

"Lo stesso giorno in cui mia moglie mi ha detto che era incinta di nostra figlia, i medici mi hanno dato il responso: Cavernoma al cervello. Ero uno dei difensori più forti e in un attimo sono diventato un ex-giocatore, con la paura di morire".

Il cavernoma è cerebrale è una malformazione vascolare benigna presente in circa 5 persone su 1000, può essere congenito o originarsi nel corso della vita con una propria evolutività. È costituito da una serie di piccoli vasi sanguigni dalla parete molto sottile che assumono il tipico aspetto a morula (o mora, come il frutto di bosco).

Visto che hanno una parete particolarmente sottile, questi vasi possono subire complicanze quali sanguinamenti, in rari casi vere e proprie emorragie cerebrali, edemi ed effetto massa sui tessuti circostanti. Nel caso specifico di Castan, questa malformazione era localizzata sul peduncolo cerebellare medio, in una zona dell’encefalo molto delicata, e il giocatore aveva avuto un piccolo sanguimamento con edema tissutale, il quale ha causato la sintomatologia che ha permesso di scoprire il problema.

Il 20 novembre la Roma ufficializza il problema del giocatore. 

“Quando ho appreso la notizia è stata una bella botta, - ha ammesso Castan a 'Contrataque' in un'intervista - dentro di me speravo che non fosse così grave. È stata sicuramente la notizia più brutta che ho ricevuto nella mia vita. Era anche il momento più bello della mia carriera, stavo molto bene fisicamente, avevo appena rinnovato il contratto con la Roma, ma soprattutto è stato molto difficile accettare di avere qualcosa al cervello… Nel calcio siamo abituati a ginocchia o gambe. Passavano i giorni ed iniziavo anche a stare male fisicamente con problemi di stomaco e perdita di peso, insomma ho vissuto un momento davvero difficile". 

Al difensore è prospettato l'intervento chirurgico come soluzione ottimale.

"In quei momenti ti passa ogni cosa per la testa. Ero terrorizzato. Ma volevo riprendere in mano la mia vita e ho accettato di fare l’operazione".

L'intervento chirurgico alla testa è fissato per il 3 dicembre 2014 presso la clinica Quisisana ai Parioli. Accanto a lui c'è la sua famiglia, ma tutto il popolo giallorosso esprime la sua vicinanza al giocatore sui social e nelle tante radio locali. Dopo ore di apprensione, finalmente arriva la buona notizia: l'intervento è perfettamente riuscito.

"Leandro Castan è stato sottoposto ad intervento neurochirurgico dal Professore Giulio Maira, - comunica la Roma con una nota ufficiale - per la rimozione di un cavernoma del peduncolo cerebellare medio di sinistra che aveva sanguinato. L’intervento chirurgico, iniziato alle 8.30, è terminato alle ore 12 ed è stato effettuato con l’ausilio del microscopio chirurgico, del neuronavigatore e con monitoraggio neurofisiologico. Il cavernoma, alla profondità di 3 cm, è stato rimosso completamente come confermato da un esame RM effettuato subito dopo l’intervento. Castan si è svegliato, respira spontaneamente, e si è già informato dell’esito dell’intervento. Rimarrà in terapia intensiva per le prossime 24 ore, dopodiché la prognosi potrà essere sciolta".

Per il difensore brasiliano inizia una lunga riabilitazione, una fase molto difficile in cui non mancano i dubbi sulle sue reali possibilità di rientro. Senza di lui in campo, intanto, la Roma sprofonda, e sembra irriconoscibile rispetto alla stagione precedente. La difesa, priva del suo pilastro, è spesso nell'occhio del ciclone.

La domanda che risuona nella sua testa è sempre la stessa: "Riuscirò a tornare come prima?".

Leandro Castan RomaGetty Images

IL RITORNO E L'ADDIO ALL'ITALIA

Castan si sottopone a un lungo e duro percorso di recupero, sostenuto dal calore di chi gli vuol bene e dalla fede, che non lo ha mai abbandonato.

"La forza è tutta in mia moglie Bruna che mi ha dato tutto. - afferma a 'La Gazzetta dello Sport' - Una grande donna, starò con lei fino alla fine della mia vita. Un giorno racconterò tutto ai miei figli che allora erano troppo piccoli per capire. Io sono atleta di Cristo, credo nella Bibbia. A Roma c’è un piccolo gruppo che fa capo all’ex calciatore Rodrigo che è un pastore. Qualche volta ci siamo trovati a Milano. Ho incontrato anche Nicola Legrottaglie”.

Nell'estate 2015 il difensore può tornare in gruppo. In panchina non c'è più Garcia, ma è arrivato Luciano Spalletti. Il tecnico toscano gli dà fiducia e lo schiera in campo contro il Verona nella prima giornata della stagione 2015/16, la quarta in giallorosso per il difensore. 

La gioia del ritorno in campo lascia presto spazio alla delusione per una prestazione deludente. Appare lento e impacciato, e causa anche il calcio di rigore trasformato dai gialloblù. La velocità non è più quella dei bei tempi. Il difensore continua a lavorare, ma quell'anno colleziona in tutto soltanto 6 presenze, complice anche un problema nel rapporto con Spalletti.

“Il mio più grande rammarico e non essere riuscito a tornare ai miei livelli. - ha rivelato a 'Calcio2000' - Il mio obiettivo, dopo l’operazione, era di recuperare il tempo perduto e dare il mio contributo alla squadra. Ci ho provato in ogni modo ma non ci sono riuscito. Premetto che, se tornassi indietro, rifarei le stesse scelte di allora ma, con il senno di poi, credo di aver affrettato troppo i tempi del mio rientro. Volevo tornare a giocare, volevo aiutare i miei compagni ma, probabilmente, non ero ancora pronto e questo l’ho pagato a caro prezzo, visto che il mio rendimento è stato inferiore rispetto alle mie aspettative”.

Per Castan si profila dunque nell'estate successiva l'ipotesi di una cessione in prestito per trovare il campo con più regolarità. Inizialmente passa alla Sampdoria, con cui la scintilla non scocca. Arriva così, dopo poche settimane, il trasferimento al Torino.

"Alla Samp mi chiamò Montella, ma poi andò al Milan. - racconterà il difensore a 'La Gazzetta dello Sport' - Dopo di lui arrivò Giampaolo e capii che il suo non era il mio stile di gioco, perché a me piace marcare a uomo, fare i contrasti e le scivolate. Allora mi chiamò Mihajlovic per andare a Torino. I primi sei mesi in granata sono stati ottimi anche perché ne vincemmo 9 su 14. Poi mi sono fatto male al flessore e sono tornato a Roma".

Nella capitale però, dove intanto è arrivato Eusebio Di Francesco, Castan, che rinnova fino al 2020, è considerato come quinta opzione per il ruolo di difensore centrale. Nel calciomercato invernale, così, decide di accettare la proposta del Cagliari del presidente Giulini e si trasferisce in Sardegna. In maglia rossoblù dà il suo apporto alla conquista della salvezza della squadra. Le 14 presenze con la maglia rossoblù saranno anche le sue ultime in Serie A: nell'estate 2018, infatti, Castan fa ritorno in Brasile, firmando con il Vasco da Gama dopo aver rescisso il contratto con la Roma.

Leandro Castan, Cagliari, Serie A, 04022018Getty Images

CAPITANO AL VASCO DA GAMA

Lentamente ritrova una buona condizione, ed al Vasco da Gama, squadra della quale diventa anche capitano, che si rilancia sebbene abbia già varcato la soglia delle trenta primavere.

"Ho ritrovato me stesso. Mi sento bene fisicamente e mentalmente. Sono in un club molto noto in Brasile che sta cercando di tornare ai fasti di un tempo e io voglio dare il mio contributo. Sono il capitano della squadra e questo è motivo di grande orgoglio da parte mia".

Dimostratosi sempre un professionista serio, a lui hanno anche dedicato una canzone, 'Xerife da colina', composta da MC Darlan.

"Questo tributo a Castan è arrivato dopo molte richieste dal Vasco. - ha spiegato l'artista - Castan ha onorato la nostra maglia. Mi piace il suo calcio e l’atleta che è. Quello che ha fatto per il Vasco. Se è qui oggi, è perché lo vuole. Dopo quello che gli è successo, tornare a giocare a pallone ad alti livelli è una cosa divina”.

Il giusto tributo per un grande difensore, che, senza l'agguato tesogli dal destino, avrebbe potuto raggiungere vette ancora più elevate nella sua carriera. Quando nell’estate del 2022 ha annunciato il suo addio al calcio giocato, al momento di tirare le somme ha ricordato tutto ciò che di bello e meno bello gli ha riservato la vita, e non ha avuto dubbi nello scegliere quale sia stata la sua vittoria più bella.

“Oggi possono finalmente dire dopo otto anni che è finita. Non sono più riuscito a tornare ad alti livelli, ma l’avversario più duro l’ho sconfitto”.
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