PafundiGetty Images

La stagione di Pafundi: dall'esordio in Nazionale alle due apparizioni in A con Sottil

Il suo è uno dei nomi maggiormente spendibili per il futuro del calcio italiano. Un autentico patrimonio, da tutelare con estrema cura. Sì, perché da tempo, ormai, i riflettori sono decisamente puntati su Simone Pafundi.

Il gioiellino dell'Udinese è alle prese con la sua prima stagione tra i 'grandi', termine che quasi stride al cospetto della sua carta d'identità che recita anni 17, compiuti di fatto una settimana fa.

Tra gli addetti ai lavori il nome di Pafundi non è più una novità, da diverso tempo, specialmente da quando Roberto Mancini l'ha fatto esordire in Nazionale - a 16 anni - nel test amichevole contro l'Albania datato 16 novembre 2022. Una manciata di minuti - quattro per la precisione - impossibili da dimenticare nella notte di Tirana. La prima in Azzurro che l'ha reso il terzo più giovane di sempre a scendere in campo con i colori dei quattro volte Campioni del Mondo.

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PafundiGetty Images

Un debutto in Azzurro diventato realtà a sei mesi di distanza da un altro esordio, quello in Serie A: Pafundi, infatti, aveva assaporato il contesto della massima serie nell'ultima giornata del campionato 2021/22, giocando gli ultimi 22 minuti di Salernitana-Udinese, lo scorso 22 maggio.

Un'attitudine a bruciare le tappe che ha scandito questa primissima parte della sua carriera. Basti pensare che il trequartista ha giocato una partita con l'Under 16 e cinque con l'Under 17, prima del triplo salto che gli ha schiuso le porte dello spogliatoio della Nazionale Campione d'Europa in carica.

Per Mancini è già un pupillo. Al punto da volerlo con sé nonostante il classe 2006 non sia mai sceso in campo né con l'Under 19, né con l'Under 21. Morale della favola, stima incondizionata.

Nella conferenza stampa di lunedì 20 marzo, il tecnico jesino ha ribadito la propria stima nei confronti del gioiellino di Monfalcone, riservandogli parole al miele:

"Prima Pafundi, poi tutti gli altri: questa è la mia idea quando scrivo la lista. Ha qualità incredibili, è un ragazzo che ha compiuto adesso 17 anni e la speranza è che possa giocare in Serie A ed essere un calciatore della Nazionale per i prossimi 20 anni. Crediamo molto in lui".

La Serie A, appunto. Un altro palcoscenico che il fantasista bianconero aveva già imparato a conoscere nella stagione scorsa con il debutto all'Arechi. Dopo qualche sporadica convocazione agli ordini di Andrea Sottil, il primo segmento stagionale l'ha visto prevalentemente impegnato con la Primavera, formazione con cui ha disputato otto gare di campionato mettendo a referto 2 goal e 3 assist.

Al termine della sosta destinata a lasciare spazio ai Mondiali in Qatar, però, Pafundi è diventato a tutti gli effetti un calciatore della prima squadra. Nel mese di gennaio si è sempre seduto in panchina aspettando la grande occasione che si è presentata, puntuale, il 5 febbraio. Giorno del suo secondo gettone in Serie A, maturato sempre in trasferta, ma questa volta contro il Torino.

Pafundi UdineseGetty Images

Dopo i cinque minuti dell'Olimpico Grande Torino, Pafundi ne ha giocati altri quattro la settimana successiva - per la prima volta alla Dacia Arena - contro il Sassuolo.

Sulla stessa linea di Mancini si è posto anche Sottil, il tecnico dell'Udinese al quale è stato affidato il compito di monitorare la crescita quotidiana di un ragazzo che, in prospettiva, può rappresentare un riferimento per l'intero movimento:

"Pafundi è un patrimonio per l’Udinese e la Nazionale Italiana del futuro. Su di lui c’è un progetto tecnico assolutamente impostato e delineato, da me, la Proprietà ed il Direttore, puntando sulla crescita tecnica e fisica, rispettando i giusti step che un ragazzo 2006 debba fare, proprio per salvaguardare la sua crescita e farlo giocare con continuità e con i giusti tempi".

Continuità e giusti tempi. Concetti basilari per non correre il rischio di disperdere il talento di una piccola stella che sembra avere tutte le carte in regola per poter brillare a lungo.

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