Manchester City Gillingham 1999Getty Images

Quando il Manchester City giocava in 3ª serie: l'epica promozione contro il Gillingham

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In Inghilterra c'è un celebre coro con il quale si punta il dito in maniera sprezzante contro i tifosi dei nuovi ricchi, di quei club improvvisamente riempiti di soldi da sceicchi e principi e accusati - spesso a torto - di non avere una storia. Tra essi, per intenderci, c'è anche il Manchester City. Ovvero la squadra che ha appena vinto la sua prima Champions League. "Where were you when you were shit?". Letteralmente (ma non troppo): dove eravate quando facevate schifo?

E dove volete che fossero, quei sostenitori che oggi magari si godono anni di gloria e trofei a pioggia, ma che in passato, un passato magari neppure troppo lontano, erano costretti a guardare gli altri vincere con un misto di impotenza e frustrazione? A soffrire, a patire, a mangiarsi le unghie: ecco dov'erano. E di questa categoria, quella di chi ieri non era nessuno e oggi ha il mondo in mano, fa parte proprio il City. Il City che oggi è di Pep Guardiola, di Erling Haaland, di Kevin de Bruyne e di tanti altri campioni capaci di spingersi fino al trono d'Europa. E che ieri era di Paul Dickov, l'uomo della leggenda.

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Paul Dickov Gillingham Manchester City 1999Getty Images

Non tutti lo ricordano, ma 24 anni fa, molto prima dell'avvento dello sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan e della conseguente trasformazione economica del club, il Manchester City navigava in Second Division. La terza serie inglese, l'equivalente dell'attuale League One. Proprio nel periodo in cui, nella stessa città, la parte rossa di Manchester si stava avviando a vivere la stagione più gloriosa della propria storia.

Il 26 maggio 1999, a Barcellona contro il Bayern, lo United concretizza il più clamoroso comeback a cui si sia mai assistito in una finale di Champions League. E completa il Treble, il Triplete prima della spagnolizzazione del linguaggio calcistico, dopo aver già conquistato Premier League e FA Cup. È l'ennesimo colpo al cuore per il City, reduce da tre stagioni da incubo: nel 1996 era retrocesso dalla Premier alla First Division e nel 1998, dopo un anonimo 14° posto, addirittura in Second. Toccando il fondo.

Però ha dignità, quel City. In un modo o nell'altro chiude al terzo posto la regular season, elimina il Wigan in semifinale e, il 30 maggio del 1999, sfida il Gillingham a Wembley per tornare in First Division. Senza avere la minima idea di come quel pomeriggio diventerà storico, e non solo per la bizzarra maglia a strisce gialle e nere indossate in quell'occasione dagli uomini di Joe Royle.

Dopo 81 minuti poveri di spunti, il finale è una scarica di adrenalina. A 9 dalla fine segna Asaba per il Gillingham. A 4 dalla fine, ecco il 2-0 di Taylor. È finita. Lo pensano tutti, in pratica. E lo pensano anche quei pochi, tra i quasi 40000 arrivati da Manchester, che hanno resistito alla tentazione di uscire in anticipo da Wembley. E invece no, perché i Gills non hanno fatto i conti con Paul Dickov, scozzese di 26 anni arrivato dall'Arsenal tre anni prima. L'uomo della provvidenza.

Al primo dei 5 minuti di recupero va a segno Kevin Horlock, ma non sembra che un inutile punto della bandiera. E così è al 95' che si concretizza l'incredibile: Dickov si ritrova sul destro da pochi passi il pallone del pari e lo spedisce alle spalle di Vince Bartram, il quale, ironia della sorte, era stato il suo testimone di nozze al matrimonio con Janet. È parità. Inimmaginabile, assurda parità.

Ai tempi supplementari non accade nulla, come prevedibile. Il Gillingham è sotto choc, il Manchester City non vuole abusare della buona sorte. E così si va ai rigori. Uno lo calcia anche Dickov, che però è sfortunato: beffardo doppio palo, prima che la palla esca. Ma poco importa: gli avversari trasformano solo un'esecuzione contro le tre del City, che fa festa e torna in First Division. Prima di completare la risalita dagli inferi 12 mesi più tardi, con un secondo posto che significa promozione diretta in Premier League.

"Io credo che quell'impresa sia stata ingigantita dal recente successo del City. Forse 10 anni fa i tifosi mi avrebbero fermato per strada, ringraziandomi per quel goal e stop. Ora che il club sta dominando, giocando un gran calcio, tutto ciò rende più iconico e più bello per loro pensare a dove eravamo 20 anni fa (Dickov all'Independent nel 2019, in occasione del ventennale di City-Gillingham)".

Giocatori diversi, epoche diversissime, ma è piuttosto facile fare il paragone: Horlock e Dickov nel 1999 come Edin Dzeko e Sergio Agüero contro il QPR nel 2012, 13 anni più tardi. Due rimonte impensabili negli ultimissimi minuti, due punti cardine nella storia del Manchester City. Che una storia ce l'aveva anche prima di Mansour e della Champions League. Sofferta, ma ce l'aveva.

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