Walid Cheddira GFXGOAL

Dai goal col Loreto in Promozione al Bari e i Mondiali: alle origini di Cheddira

Un sogno realizzato. Una favola vissuta ad occhi aperti. Walid Cheddira è ai Mondiali con il Marocco e martedì 6 dicembre ha debuttato nella competizione iridata subentrando al minuto 82 della gara contro la Spagna e giocando tutti i tempi supplementari. L’attaccante del Bari, nato e cresciuto a Loreto prima di spiccare il volo nel grande calcio, è tra i 26 calciatori a disposizione del commissario tecnico Hoalid Regragui e della nazionale africana, qualificatasi ai quarti di Qatar 2022.

Cheddira rappresenta i ‘Leoni dell’Atlante’ a pochi mesi dal suo esordio prima tra i professionisti e poi con la nazionale marocchina. Una storia che parte da lontano ed esattamente da Loreto, città marchigiana famosa ai più come meta religiosa per il Santuario della Santa Casa.

È lì che Walid è nato, cresciuto, mosso i primi passi su un campo da calcio e tirato i primi calci ad un pallone.

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Cheddira settore giovanile LoretoGOAL

Una lunga trafila fino all’esordio in prima squadra, nel campionato di Promozione, grazie a Francesco Moriconi, ex calciatore della Fiorentina Primavera - con cui conquistò Scudetto e Coppa Italia di categoria – e con varie esperienze in Lega Pro, che lo lanciò a 15 anni proprio con la maglia del Loreto.

“Mentalmente era più avanti degli altri, fisicamente non aveva paura di nulla” racconta a GOAL.

Il giovane italo-marocchino viene ben presto convocato dalla rappresentativa regionale, dai giovanissimi fino alla Juniores, partecipando al ‘Torneo delle Regioni’ da protagonista. Fu proprio in quell’occasione che realizzò, a Bergamo, una doppietta che gli valse la nomina di miglior giocatore della squadra da parte dell’allenatore avversario.

Quello tra mister Moriconi e Walid, un ragazzo sempre sorridente e pacato fuori ma che si trasformava quando aveva il pallone tra i piedi, fu un colpo di fulmine:

“Avevamo carenza di fuoriquota e il presidente Capodaglio mi portò dei ragazzi. Tra questi c’era anche Cheddira. Gli dissi che lo avrei valutato. Ma subito dopo, vedendolo in allenamento, chiesi stupito al Presidente: da dove esce fuori questo? Da oggi in avanti non si muoverà più da qui. Lo feci giocare subito titolare. Nel campionato di Promozione siamo arrivati secondi. Walid disputò anche la finale spareggio persa contro la Sangiustese per la promozione in Eccellenza (ma il Loreto fu poi ripescato, ndr)”.

Le doti di Walid erano chiare a tutti. Il classe ’98 era stato già convocato da varie rappresentative, trascinando il Loreto verso la vittoria di un campionato della categoria ‘Giovanissimi’.

“A soli 17 anni conquistò un rigore al 90’, prese il pallone e lo calciò sul campo del Montegiorgio. Non era il rigorista ma sotto una fitta nevicata si presentò sul dischetto, senza paura. Una cosa non proprio da tutti” ricorda Moriconi.

Walid ricopriva il ruolo di esterno d’attacco, mezzapunta o centravanti (in caso di assenza del capitano Garbuglia) nel 4-2-3-1 con cui si schierava quel Loreto.

“Spirito di sacrificio e positività. Uno come lui è la fortuna di ogni allenatore - racconta il tecnico -. Aveva buone basi tecniche. Già calciava con il destro e il sinistro e per far male alle difese avversarie ha dovuto imparare ad attaccare lo spazio partendo da lontano e sfruttando le sue qualità fisiche”.

L’italo-marocchino impressiona e diventa ben presto un pilastro della squadra gialloverde, che in quegli anni oscilla tra Promozione ed Eccellenza, con la vittoria del campionato il primo anno e le due stagioni successive in quinta serie con la salvezza al termine del primo e la finale playoff per la Serie D persa contro il Fabriano il secondo anno.

Cheddira LoretoGOAL

"In campo faceva la differenza nonostante fosse un fuoriquota” ricorda a GOAL Luca Agostinelli, suo partner d’attacco nella stagione 2016/2017, quella della finale persa nei playoff per l’Eccellenza. Più giovane degli altri ma già in grado di spostare gli equilibri. In quella stagione realizzerà 10 goal, nonostante lo stop forzato di oltre un mese a causa di infortunio rimediato in occasione di una delle prime gare della stagione.

Il rapporto tra i due è decollato nel giro di poche settimane. Un’intesa dentro e fuori il rettangolo verde di gioco:

"A inizio anno facemmo una scommessa: chi segnava doveva ballare la Dab. In occasione della prima partita in Coppa Italia, lui mi fece l'assist e io segnai e l'abbiamo ballata insieme imitando il gesto di Paul Pogba".

Un diamante da sgrezzare nelle mani di Mister Moriconi e un ragazzo pronto ad apprendere e ‘rubare’ tanti segreti a compagni più esperti:

“La capacità di apprendimento era incredibile. Giorno dopo giorno, grazie a quello che gli veniva insegnato, lui riusciva a migliorare subito. Durante le partite non aveva il timore del ‘ragazzino’. E anche in quelle in cui era più in ombra, era comunque sempre al posto giusto al momento giusto".
Cheddira Loreto EccellenzaGOAL

Dalla Promozione a 15 anni tra Loreto e i campi marchigiani alla Serie B con il Bari. In mezzo un lungo percorso di crescita, fatto di lavoro, sudore e sacrificio giorno dopo giorno, oltre al talento innato. Cheddira ha il merito di aver fatto ricredere anche chi vedeva in lui un potenziale talento, andando ben oltre le aspettative nel giro di pochi anni:

"Ero straconvinto che sarebbe arrivato tra i professionisti, cosa che gli avevo detto pure l'anno in cui era stato cercato da alcune squadre di Serie D. Gli dissi: 'Se resti (al Loreto in Eccellenza, nda) e fai altri 15 goal, vai diretto in Serie C'. Del fatto che sarebbe diventato protagonista assoluto in Serie B ed esordire in nazionale, quello proprio no – ammette Agostinelli –. La sua storia è quasi unica perché è partito dalla Promozione e nell'ultimo anno ha fatto una scalata di categoria ma anche di livello: da buon giocatore di Serie C a top in Serie B".

Grazie a Capodaglio, ancora oggi presidente del club lauretano, e a Moriconi, Cheddira si trasferisce alla Sangiustese, dove assapora per la prima volta il gusto del calcio d’alto livello.

“A Loreto forse mancava un po' nel colpo di testa ma ora è cresciuto anche in quello – ricorda Agostinelli -. Pian piano si è trasformato sempre più in un centravanti puro”.

Proprio con la maglia della Sangiustese, che veste per due stagioni realizzando 21 goal e 4 assist in 76 apparizioni, segna una delle sue reti più importanti, contro il Cesena: “Da opportunista e rapace d'area”.

Poi la chiamata del Parma e il salto tra i professionisti: il primo anno tra Arezzo e Lecco, senza riuscire mai a gonfiare la rete.

"Tra i professionisti sono rimasto impressionato paradossalmente dal suo anno meno positivo, il primo anno tra Arezzo e Lecco e non segnò nemmeno un goal. Nel precampionato i toscani affrontarono la Roma e ricordo che mise in grandissima difficoltà Gianluca Mancini, che commise un fallo da rigore proprio su Walid. Lì ho capito che ‘Walo’ poteva starci a quei livelli, sia dl punto di vista fisico che tecnico, oltre alla freschezza atletica".

Poi l’arrivo a Mantova a cambiare la storia: i 9 goal e 2 assist in 39 partite attirano l'attenzione del Bari, che decide di puntare su di lui. Nella prima stagione da professionista, Walid deve guardarsi dalla concorrenza di calciatori esperti come Antenucci, Simeri e Paponi.

Partito dietro nelle gerarchie, riesce giorno dopo giorno a guadagnarsi la fiducia dell'allenatore e far innamorare i tifosi baresi a suon di goal. Sei per l'esattezza. Secondo miglior cannoniere della squadra dietro Antenucci nella scalata verso la promozione in Serie B.

In estate la lunga trattativa condotta dal direttore sportivo Ciro Polito, che da sempre ha creduto in Cheddira, per riscattarlo dal Parma. Walid è rimasto al 'San Nicola' ed è tornato a segnare con una continuità impressionante. Come non aveva mai fatto da quando ha iniziato a calcare i campi nel professionismo.

Walid Cheddira MoroccoGetty Images

Il 23 settembre scorso ha realizzato il sogno di vestire la maglia del Marocco. Era solo il preludio ad un progetto più grande: quello di volare in Qatar con i 'Leoni dell'Atlanta' e difendere in occasione della Coppa del Mondo i colori del suo Paese d'origine.

Walid è rimasto sempre quel ragazzo che si è costruito il proprio sogno partendo da Loreto.

"Colpiva la sua positività. Era solare, sorrideva sempre e non ha mai avuto comportamenti sopra le righe. Rispettava i ruoli e la sua personalità la vedevi in campo" conferma Agostinelli.

Una favola scritta giorno dopo giorno, con lavoro e sacrifici, per raggiungere un obiettivo prefissato e sognato fin da bambino. Il desiderio coltivato con passione fino a quell’istante indimenticabile, quello in cui il ct Hoalid Regragui ha pronunciato il suo nome davanti a milioni di spettatori tra cui lui, Walid, in attesa davanti alla tv prima di sciogliersi e non frenare un’emozione unica. Quella di chi ce l’ha fatta, un passo alla volta, categoria dopo categoria, dalla Promozione fino alla Coppa del Mondo.

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