"Da bambino non sognavo di giocare in Nazionale ma nel Napoli. E quando si è avverato sono stato l’uomo più felice del mondo. E ricordo tutto di quel momento, l’inizio e persino l’addio in malo modo. Ma se non vivi quelle esperienze è difficile raccontarle" - Antonio Floro Flores, 'Le Bombe di Vlad'
Attaccante potente e veloce, che si è rivelato giovanissimo come promessa, Antonio Floro Flores è un figlio di Napoli, essendo nato e cresciuto nel Rione Traiano fra mille difficoltà e peripezie.
Fame di arrivare e determinazione lo porteranno a coronare il suo sogno di indossare la maglia azzurra da calciatore professionista, e di segnare un goal sotto la Curva del San Paolo davanti ai suoi tifosi.
Ma con i partenopei, che attraversano un periodo difficile di ridimensionamento, Floro Flores ci resta poco, iniziando un lungo peregrinare professionale in giro per la penisola che lo porterà a giocare in carriera per altre 9 squadre italiane: Sampdoria, Perugia, Arezzo, Udinese, Genoa, Sassuolo, Chievo, Bari e Casertana, più una spagnola, il Granada.
Da attaccante puro col tempo si trasformerà in esterno offensivo, non facendo mai mancare il suo apporto di generosità alle squadre in cui ha giocato. Ritiratosi a 36 anni, ha fatto epoca il suo "no" alla Juventus nell'epoca in cui era un giocatore del Genoa.
DALLO SHOCK DELLA SCUOLA CALCIO AL NAPOLI
Antonio Floro Flores nasce a Napoli il 18 giugno 1983 nel Rione Traiano, dove a dispetto di un cognome che richiama lontane origini spagnole, cresce come napoletano verace in una zona della città a metà strada fra il San Paolo e il Centro Paradiso di Soccavo. Il calcio è la sua via di fuga da una realtà difficile e il suo primo campo è la strada, dove gioca con i suoi amici.
"Si sa che da noi non ci sono tante scelte - dichiara in un'intervista alla rivista 'Il Calciatore' -, o prendi la tua strada o c'è quell'altra... Io avevo 10-11 anni quando sono entrato per la prima volta in una scuola calcio, l'Atletico Toledo".
Antonio è un ragazzino molto veloce e determinato, che sogna un giorno di indossare la maglia azzurra del Napoli e di fare goal al San Paolo. Ma deve fare i conti con tanti problemi, fra cui anche l'incontro con un allenatore pedofilo.
"È stato uno dei periodi peggiori della mia vita - racconterà -, i miei lavoravano ma la ditta di mio padre stava per fallire e i soldi per la scuola calcio erano troppi. Ma dopo che mi avevano visto giocare, gli dissero che non c’erano problemi".
"Ricordo che poi non passò molto tempo e saltò fuori che l’allenatore era un pedofilo. Me la rivedo ancora la scena, mentre stavamo giocando, la marea di carabinieri che è arrivata. Così tornai a giocare per strada".
A scuola Floro Flores va solo perché è obbligato, e nella sua testa rimane soltanto il calcio.
"Sono arrivato alla terza media e quel diploma mi è stato regalato - rivelerà -. La mia strada era il calcio, cosa andavo a fare a scuola? Era un ostacolo e sono sicuro che per il 99% dei ragazzi a Napoli sia ancora la stessa cosa. Il primo sogno resta il calcio, non ci sono altre strade".
"Ricordo la volta che un prof voleva parlare con mio padre e io avevo paura perché sapevo che poi a casa le avrei prese. Ma quando dissero a papà che avrebbe dovuto vietarmi di giocare, lui rispose: 'Con che alternativa? Morire ammazzato o in galera?'. Adesso mi viene da sorridere, penso al posto dove giocavamo. Me le ricordo le sparatorie, noi ragazzini che correvamo via e ci nascondevamo".
Il ragazzino del Rione Traiano con la palla ci sa fare e viene tesserato dal Posillipo per il suo settore giovanile, che sarà anche il suo trampolino verso il grande calcio.
L'ESORDIO IN SERIE A CON MONDONICO
Floro Flores al Posillipo esplode e del suo talento si accorge Vincenzo Montefusco, che lo porta nel Settore giovanile del Napoli. L'attaccante parte dagli Allievi, guidati dal tecnico Sandro Abbondanza.
"Oltre alla velocità - dirà questi a 'La Repubblica' - Antonio aveva già i movimenti istintivi dell'attaccante".
Il giovane talento di Rione Traiano completa il suo percorso proprio con Montefusco e Antonio Porta, allenatore della Primavera azzurra, che ne segnala le doti a Zdenek Zeman. È la stagione 2000/01, che vede il Napoli lottare per la permanenza in Serie A.
Il tecnico boemo a 17 anni lo fa esordire in Prima squadra in Coppa Italia il 28 agosto del 2000, quando Floro Flores entra in campo all'89' della sfida di andata del Secondo turno contro la Sampdoria al Ferraris, subentrando a Nicola Amoruso (vittoria per 1-0 dei blucerchiati). Per il debutto in Serie A dello 'scugnizzo' di Rione Traino bisogna invece attendere la gestione di Emiliano Mondonico, subentrato a Zeman dopo la 7ª giornata.
'Mondo' fa esordire l'attaccante nel massimo campionato il 28 gennaio 2001, sempre fuoricasa, all'Olimpico contro la Roma. Antonio in questo caso rileva Checco Moriero al 64' del secondo tempo, in una gara che vede i partenopei soccombere per 3-0 ai giallorossi.
Il primo anno in Prima squadra di Floro Flores si chiude con 3 presenze, visto che il giovane talento fa in tempo anche a debuttare davanti ai propri tifosi al San Paolo l'8 aprile 2001 con il Milan (0-0 il punteggio). In questo caso la punta parte titolare in coppia con il brasiliano Edmundo.
"L'emozione che ho provato la prima volta da calciatore in quello stadio la paragono a quella che si prova per la nascita di un figlio", dichiarerà l'attaccante in una diretta Instagram con 'Calciomercato.com'.
Ma per il Napoli è una stagione disgraziata, che culmina con il penultimo posto e la retrocessione in Serie B. Floro Flores è una delle poche note liete di fronte a problemi societari sempre più gravi. Gli Azzurri ripartono dalla B e con Gigi De Canio in panchina inizia a trovare più spazio, collezionando 15 presenze fra campionato e Coppa Italia nel 2001/02. I partenopei chiudono al 5° posto e non riescono a tornare in Serie A.
La punta partenopea diventa titolare nel suo terzo anno in azzurro, il 2002/03, vissuto ancora in Serie B. La squadra, guidata prima da Franco Colomba, poi dal suo omonimo Scoglio, quindi ancora dal tecnico di Grosseto, si salva a fine stagione con un sofferto 15° posto finale e 2 punti in più del Catania, quarta retrocessa.
Floro Flores fa il suo con 32 presenze e 2 goal più altre 3 gare in Coppa Italia. Benché sottorete si dimostri spesso poco lucido e non confermi le medie importanti che aveva fatto registrare a livello giovanile, il napoletano si guadagna l'affetto dei suoi tifosi e realizza 2 goal pesanti in trasferta contro il Cagliari al Sant'Elia e contro il Verona al Bentegodi, gare terminate entrambe con il punteggio di 2-2.
Lo 'scugnizzo' partenopeo, ormai ventenne, parte titolare anche nel 2003/04, iniziata sotto la gestione di Andrea Agostinelli e proseguita con quella di Gigi Simoni. Dopo aver incantato nel precampionato segnando molte reti, Floro Flores si blocca in campionato e in particolare sembra sentire troppo il peso delle gare casalinghe.
Ma Antonio corona il suo sogno da bambino: è il 30 novembre 2003 quando al San Paolo, con una girata da bomber d'area di rigore, trafigge il portiere del Pescara Santarelli, regala al Napoli la seconda vittoria consecutiva in casa (1-0) e si lancia in una pazza esultanza sotto la Curva.
"Troppe volte avevo sbagliato davanti ai miei tifosi - dirà a 'La Repubblica' -, un altro errore sarebbe stato un disastro. Domenica, prima di scendere in campo, avevo una strana sensazione, mi sentivo addosso una carica positiva: quando ho visto che riuscivo a scattare e a giocare la palla con facilità, ho capito che poteva essere la giornata giusta".
In tribuna, fra i tanti tifosi, anche i suoi genitori e la sua fidanzatina. Oltre, naturalmente, agli amici di Rione Traiano.
"I goal che contano non sono quelli delle amichevoli estive - afferma -, ma quelli nelle gare che contano. Mi piacerebbe segnare 10 reti nelle partite 'vere'. La concorrenza mi stimola, saprò aspettare: sento la fiducia dell' allenatore e dei compagni, mi accorgo di sentirmi più sicuro dei miei mezzi giorno dopo giorno".
Liberatosi del peso psicologico, per Floro Flores il goal al Pescara potrebbe rappresentare l'inizio di una bella favola fra un napoletano e la squadra della sua città, ma le cose andranno diversamente. A gennaio Antonio è infatti mandato in prestito alla Sampdoria. Mentre il Napoli si piazza 15° e conquista sul campo una brillante salvezza in Serie B, lui si toglie la soddisfazione di trovare la prima rete in Serie A in carriera con la casacca blucerchiata. La realizza il 21 febbraio contro il Parma nel debutto con la nuova squadra (sconfitta per 1-2).
Dopo 4 presenze e un goal con la Sampdoria, Floro Flores torna al Napoli ma la società è sull'orlo del baratro per i debiti accumulati e il 30 luglio 2004 viene dichiarata fallita. In attesa di una decisione ufficiale del Tribunale sul futuro della società, il 19 agosto il patron del Perugia porta la squadra, con anche l'attaccante del Rione Traiano, in un ritiro fantasma ad Abbadia San Salvatore. Dopo giorni convulsi e incerti, il 31 agosto il Tribunale boccia il Napoli di Gaucci e il club diventerà Napoli Soccer e ripartirà dalla Serie C con Aurelio De Laurentiis come nuovo patron.
È la fine del rapporto fra il club campano e Floro Flores, che si trasferisce al Perugia di Gaucci e chiude l'avventura con la squadra della sua città con 67 presenze e 3 goal.
"Quell'estate avevamo comprato noi i palloni e fatto aprire il campo per continuare ad allenarci - racconterà a 'Calciomercato.com' -. Dopo il mio passaggio al Perugia ho vissuto un momento pesante, ho preso tanti insulti perché il club disse che avevo rifiutato di tornare ma non andò così. La verità è che De Laurentiis non mi ha mai fatto una chiamata e dall'altra parte c'era il Perugia di Gaucci che mi aveva promesso di fare la squadra intorno a me".
LO STRANO RECORD IN NAZIONALE UNDER 21
Il giovane Floro Flores, mentre tenta di affermarsi a livello di club, inizia anche la trafila nelle Rappresentative giovanili dell'Italia. Milita così nell'Under 17, nell'Under 18, nell'Under 19, nell'Under 20 e nell'Under 21, e con gli Azzurrini fa registrare un record particolare: proprio mentre il Napoli è fallito disputa infatti 2 gare da svincolato con il Ct. Claudio Gentile, segnando anche il goal nella trasferta con la Moldavia (0-1), e diventa l'unico calciatore nella storia delle Nazionali ad aver collezionato presenze da svincolato.
Il bilancio con l'Under 21 del napoletano, che non esordirà mai in Nazionale maggiore, sarà complessivamente di 4 presenze e una rete.
BOMBER GIROVAGO NELLA PENISOLA
Lasciato il Napoli, per Floro Flores inizia da Perugia una sorta di giro d'Italia che lo vedrà indossare le maglie da altre nove squadre. Lontano da casa il bomber ritrova una certa confidenza col goal, e con 8 reti in 27 gare fra stagione regolare e playoff contribuisce alla bella stagione degli umbri, che, tuttavia, falliscono a loro volta.
Ritrovatosi nuovamente senza squadra, la punta napoletana firma per l'Arezzo. Qui, schierato stabilmente da prima punta, sia da Elio Gustinetti, sia nella seconda stagione da Antonio Conte e Maurizio Sarri, esplode definitivamente realizzando per due anni di fila 14 goal in Serie B. Se il primo anno dà un contributo importante per il 7° posto finale, nel 2006/07 aggiunge anche 3 reti in Coppa Italia, portando il suo bottino personale a 17, ma retrocede in Serie C1.
Per lui, invece, che chiude l'avventura in Toscana con 31 goal realizzati in 87 presenze, si riaprono le porte della Serie A: nell'estate 2007 lo acquista l'Udinese per 4 milioni di euro. L'avventura in Friuli, dove resta per 3 stagioni e mezza consecutive, sarà una delle più positive dell'intera carriera di Floro Flores, che, nonostante la concorrenza spietata di attaccanti come Quagliarella e Di Natale prima, di Alexis Sánchez e Di Natale poi, riuscirà a ritagliarsi i suoi spazi.
Getty ImagesIn campionato con i bianconeri colleziona due settimi posti, un 15° e un 4° nel 2010/11, ma, soprattutto, nel 2008/09 ha la possibilità di esordire in Coppa UEFA. È il 18 settembre 2008 quando Floro Flores timbra al Westfalenstadion una delle due reti con cui l'Udinese batte 0-2 il Borussia Dortmund. Un'emozione unica per l'attaccante napoletano.
"È stata una serata fantastica - ricorderà -, la mia prima partita in Europa. Quando sono entrato in campo c'era una muraglia gialla che faceva impressione. Ho la maglia conservata di quella partita".
L'Udinese supera il girone, ed eliminato lo Zenit ai quarti di finale, cade ai quarti contro un'altra tedesca, il Werder Brema.
"Uscimmo contro il Werder Brema che poi arrivò in finale - sottolineerà Floro Flores -, chissà cosa sarebbe successo se fossimo passati".
A livello personale l'attaccante segna 4 goal complessivi il primo anno, 8 nel 2008/09, 9 nel 2009/10, mentre negli ultimi 6 mesi trascorsi in Friuli va a segno altre 5 volte. Lascia l'Udinese in prestito per 6 mesi nel gennaio 2011 perché non rientra più nei piani tattici del tecnico Francesco Guidolin, ma ci ritorna nella magica annata 2011/12, che, sempre con l'allenatore di Castelfranco Veneto, porta i bianconeri al 3° posto in classifica e alla qualificazione alla Champions League.
Per l'attaccante napoletano arrivano altri 6 goal in 34 presenze totali fra Serie A, Coppa Italia ed Europa League, per un ammontare complessivo di 32 centri in 166 partite con l'Udinese.
IL CLAMOROSO "NO" ALLA JUVENTUS
Fra la prima e la seconda esperienza ad Udine, per Floro Flores ci sono 6 mesi molto positivi vissuti con la maglia del Genoa e un clamoroso "no" pronunciato nei confronti della Juventus, la prima a muoversi per lui nel gennaio del 2011.
"Eravamo quasi alle firme, dovevo solo scegliere tra i bianconeri e il Genoa. Avevo 28 anni, venivo da una stagione con l'Udinese nella quale giocai poco e sentivo il bisogno di dimostrare il mio valore. Alla Juve c'erano grandi campioni come Del Piero, non avrei avuto molto spazio. Così ho scelto il Genoa".
Di quella scelta Antonio non si è mai pentito.
"La rifarei 100 volte - ha dichiarato a 'Il Secolo XIX' nel 2021 -. Se fossi andato alla Juventus, avrei fatto la riserva di Del Piero e avrei giocato pochissime partite. Io invece volevo giocare. Avevo bisogno del Genoa e il Genoa aveva bisogno di me".
Snobbata la Vecchia Signora, i pochi mesi trascorsi sotto la Lanterna, stavolta con la divisa rossoblù, sono per il napoletano molto positivi: 10 goal in 18 gare, fra cui spiccano quelli rifilati a Milan, Juventus e Sampdoria nel derby, che contribuiscono a portare la squadra di Ballardini (subentrato a Gasperini) a metà classifica in Serie A, con un 10° posto finale.
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LA BREVE TAPPA AL GRANADA E LA MAGLIA DI MESSI
Rientrato dal prestito al Genoa, e disputata un'ulteriore stagione con l'Udinese, nel 2012/13 il bomber itinerante fa la sua unica esperienza all'estero in carriera. Il club friulano lo gira infatti a titolo temporaneo agli spagnoli del Granada, gestiti anche loro dalla famiglia Pozzo.
"Fu una decisione presa in malo modo per scappare da Guidolin - svelerà in una diretta con 'Calciomercato.com' -. Volevo tornare al Genoa, e per convincermi a rimanere mi aveva promesso di farmi giocare in coppia con Di Natale. Poi faceva giocare sempre Fabbrini e io mi sono sentito preso in giro".
In Spagna il napoletano resterà solo pochi mesi, collezionando 12 presenze fra Liga e Copa del Rey e un goal. Quest'ultimo lo realizza in casa contro il Deportivo La Coruña (1-1), ma la partita che Floro Flores ricorda di più è quella giocata al Camp Nou il 22 settembre 2012 contro il Barcellona di Lionel Messi.
"Il campo è enorme, sembrava quello di Holly e Benji - dirà -. Ero l'unica punta del Granada e affrontavo Piqué, Puyol e Mascherano. C'è poco da raccontare, l'unica cosa che pensavo era 'Che Dio me la mandi buona'...".
"Ho visto da vicino Leo Messi, è il giocatore che mi ha impressionato di più. Ogni volta che aveva la palla tra i piedi sembrava potesse fare qualsiasi cosa".
Il Barcellona vince 2-0 e al fischio finale Floro Flores tenta l'impresa: farsi dare dal numero 10 argentino la sua maglia. Ci riuscirà grazie ad un fido alleato.
"La gente si ammassava intorno a lui - ricorda -, io non sapevo come fare perché non parlavo una parola di spagnolo. Così ho detto ad Alexis Sanchez di rimediarmela e Alexis me l'ha portata. Quando la chiesi ad Higuain, invece, pensava che io fossi spagnolo...".
IL RITIRO E LA NUOVA VITA DA ALLENATORE
Chiusa a dicembre 2012 l'esperienza spagnola, Floro Flores fa ritorno al Genoa nel gennaio 2013 a titolo definitivo, con Merkel e Alhassan che fanno il percorso inverno e raggiungono Udine.
Questa volta, tuttavia, le cose per lui non andranno bene come la prima. A causa di un infortunio che lo costringe a fermarsi per circa due mesi, a fine anno saranno appena 2 i goal segnati, a fronte di 11 partite. L'avventura rossoblù si conclude all'inizio della stagione 2013/14 con 32 partite e 12 goal.
La nuova tappa del giro d'Italia calcistico dell'attaccante napoletano è il Sassuolo, cui passa in prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza. L'impatto con la maglia neroverde è positivo (29 presenze e 7 goal), gli emiliani raggiungono la salvezza (17ª posizione) il riscatto è automatico nella stagione seguente.
Negli anni successivi in cui resta un giocatore neroverde Floro Flores ottiene un 12° e un 6° posto nel 2015/16 che vale la qualificazione all'Europa League della formazione guidata da Eusebio Di Francesco. La punta contribuisce alla causa della squadra con 4 goal realizzati in entrambe le stagioni e chiude l'esperienza con i neroverdi con 15 centri in 78 partite.
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Nel gennaio 2016 passa al Chievo Verona in prestito con obbligo di riscatto. I Mussi (14 presenze e una rete) lo riscattano ma dopo altre 13 partite senza reti nel gennaio 2017 lo mandano in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in Serie A al Bari.
Ormai trentatreenne, il napoletano non riesce più a incidere in zona goal come prima, soprattutto quando deve sacrificarsi con la sua generosità per la squadra. In 6 mesi totalizza 13 presenze e 4 reti con i pugliesi, che giungono solo dodicesimi, e dunque nell'estate 2017 fa ritorno al Chievo.
GettyI veneti lo rigirano però in prestito secco ancora al Bari. Floro Flores colleziona 28 presenze e 3 centri fra stagione regolare e playoff, con i Galletti di Fabio Grosso eliminati nel turno preliminare degli spareggi promozione.
Collezionati 7 goal in 41 presenze in un anno e mezzo con il Bari, nell'estate 2018 deve rientrare nuovamente al Chievo, ma il 13 agosto 2018 rescinde il suo contratto con i gialloblù e si accorda con la Casertana, società con cui sottoscrive un accordo biennale riavvicinandosi a casa.
In Serie C arrivano un 9° e un 15° posto per i Falchetti rossoblù, conditi da 5 goal in 31 presenze e tanti problemi fisici. Proprio questi ultimi lo inducono il 29 gennaio 2020 ad annunciare il ritiro dal calcio giocato all'età di 36 anni.
"Fisicamente non ce la facevo più - dirà -, i giorni post ritiro ho ritrovato la serenità mentale".
Felicemente sposato nella vita privata con la moglie Michela Di Miglio, ha avuto da lei 4 figli, un maschio, Armando, e tre femmine, Aurora, Ginevra ed Helena.
"Ad un certo punto della mia carriera mi stavo perdendo tra facili guadagni e il lusso legato a questa professione - ha rivelato in un'intervista con 'Pianeta Genoa' -, ma quando è nata mia figlia Aurora ho capito che era lei il bene primario, e che dovevo darle un futuro. Da lì in poi il calcio è diventato la mia vita, mi ha insegnato tanti valori: ho imparato a sedermi a tavola con il più ricco e il più povero, non solo in senso economico. Oggi a mio figlio direi di pensare anche alla scuola e non solo al pallone".
Anche dopo il ritiro da calciatore, il calcio è rimasta la sua vita. Dopo aver guidato l'Under 17 della Casertana, esperienza abortita per l'insorgere del Covid-19, Floro Flores ha ripreso nel 2021 con l'Under 17 della Paganese, ha assunto la guida della Prima squadra della Frattese, formazione di Frattamaggiore, che ha condotto al 5° posto nel Girone B di Eccellenza campana, e dunque ha l'allenato l'Angri nel 2022.
Chissà che fra qualche anno l'ex scugnizzo che mandava in tilt le difese con la sua velocità e che rifiutò il trasferimento alla Juventus non riesca a togliersi soddisfazioni importanti nel nuovo ruolo in panchina.