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Akinkunmi Amoo, il 'Piccolo Messi' nigeriano che infiamma il calcio svedese

Quando Akinkunmi Amoo ha firmato il contratto di quattro anni con gli svedesi dell'Hammarby nel giugno 2020, anche lui avrebbe fatto bene a immaginare come sarebbero andati i successivi 17 mesi della sua carriera. Il ragazzo probabilmente prevedeva una lenta integrazione nella squadra dell'allora tecnico Stefan Billborn, ma il suo rapido sviluppo durante la gestione di Milos Milojevic ha cambiato le carte in tavola e ha attirato l'interesse di diversi club europei.

Aiutato dalla partenza di Alexander Kacaniklic verso l'Hajduk Spalato, Amoo ha colto l'occasione per assumere un ruolo importante nella squadra di Stoccolma. Nel corso del 2021, il 19enne ha contribuito con 13 goal e cinque assist alla causa dell'Hammarby, a pochi incontri dal termine dell'annata.

Amoo è cresciuto a Ibadan, in Nigeria, e la storia che lo ha visto conquistare la ribalta in Svezia merita di essere raccontata. L'inclinazione dell'Hammarby alla scoperta di giovani talenti lo ha aiutato, anche se molto del suo successo deriva da un'ambizione personale elevata: lo sbarco in Europa è stato ritardato a causa della pandemia, ma gli eventuali problemi di adattamento sono stati cancellati dalle prestazioni offerte in campo.

"Durante il lockdown ho lavorato duramente in Nigeria per farmi trovare pronto nel calcio professionistico, ho dovuto compiere gli sforzi necessari. Gli allenatori mi hanno accolto come un figlio e con loro parlo regolarmente" aveva dichiarato Amoo poco dopo il suo arrivo in Scandinavia.

Non avendo avuto un rapporto diretto col più competitivo calcio europeo, il fatto che Amoo si sia ambientato quasi alla perfezione in Svezia è un merito da ascrivere alla determinazione mostrata. Prodotto della Brightville Academy di Ibadan, ha lasciato le sue radici per trasferirsi al Sidos FC di Lagos, che nel 2019 gli ha aperto le porte della partecipazione a tornei giovanili di rilievo: la Coppa d'Africa Under 17 ad aprile e i Mondiali Under 17 alcuni mesi dopo.

Anche se la Nigeria non ha vinto alcuna delle due competizioni, un goal in Coppa d'Africa e tre assist ai Mondiali hanno fatto conoscere Amoo ad una platea più ampia. Successivamente ha respinto i corteggiamenti di Milan e Monaco per accettare la proposta dell'Hammarby, club che lo monitorava con attenzione da ormai due anni.

In appena un anno, il giovane - che ricorda con affetto la prima conversazione con il più famoso comproprietario dell'Hammarby, Zlatan Ibrahimovic - è riuscito a diventare uno dei titolari della squadra biancoverde. 

"È stato incredibile. Sono rimasto molto colpito e felice. Zlatan è un giocatore fantastico e lo ammiro, ma soprattutto è una persona molto simpatica", ha dichiarato Amoo ai microfoni di 'SportExpressen' a giugno dello scorso anno. "Abbiamo parlato molto quando ci siamo incontrati e lui mi ha dato consigli per il futuro. Mi è sembrato di diventare ancora più ambizioso dopo la nostra conversazione. Zlatan sostiene che dovrei avere il coraggio di giocare il mio calcio, rimanendo concentrato tutto il tempo e senza avere paura di nessuno perché migliorerò".

I desideri di vincere il secondo Allsvenskan della storia del club (il primo dal 2001) e di giocare la Champions League davanti agli occhi di sua madre, evidenziano in un solo colpo le ambizioni e l'importanza degli affetti nella vita di Amoo. Che, nel frattempo, è stato determinante per la vittoria della Coppa di Svezia da parte dell'Hammarby: prima della finale ha segnato quattro reti, di cui due al debutto nel torneo nel 5-0 rifilato all'FC Gute a dicembre 2020.

La stagione in corso può essere considerata eccezionale per Amoo, che si ispira ad uno dei campioni più forti della storia di questo sport.

"Di solito sento dire che gioco come Leo Messi, quindi a volte vengo chiamato 'Piccolo Messi'", ha detto. "Lui è il mio modello".

In effetti Amoo tende a giocare sulla fascia destra dell'attacco come l'argentino, cercando di accentrarsi per dialogare coi compagni oppure agendo anche sull'altra corsia. 

Detto questo, Amoo non ha di certo la percentuale realizzativa del suo idolo, un normale difetto di gioventù. Uno scenario previsto dal direttore sportivo del club, Jesper Jansson: queste le parole pronunciate subito dopo il tesseramento di Amoo.

"Akin è un giocatore esplosivo, forte, offensivo e con un bel sinistro. Ma ricordiamoci che ha soltanto 18 anni e quindi serve pazienza per lavorare e sviluppare al meglio le sue qualità".

A volte il tocco del pallone può essere impreciso così come i suoi tiri e i passaggi, ma il classe 2002 si è guadagnato l'attenzione di società del calibro di Ajax, Leicester e Valencia, in attesa della prima chiamata della nazionale maggiore nigeriana: anche se non dovesse eguagliare e superare i successi ottenuti da Messi, sarà comunque stimolante assistere all'ascesa di un ragazzo ambizioso come Amoo.

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