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Giroud addio HDGOAL

Girarsi fa rima con Giroud: il Milan saluta il 9 che ha spezzato la maledizione

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Il Milan e Olivier Giroud si salutano. Contro la Salernitana l’attaccante francese chiuderà un percorso dolcissimo con i colori rossoneri addosso, congedandosi da San Siro prima di volare negli Stati Uniti.

Finisce, dunque, una storia d’amore totale, che ha visto protagonista un giocatore arrivato a Milanello con una carta d’identità non certamente verde, ma che ha saputo imporsi: sia in campo, dove ha sempre dato un enorme contributo a Stefano Pioli; sia fuori, dove è sempre stato importante per lo spogliatoio e con la stampa, con parole sempre misurate, intelligenti e da leader vero del gruppo di rampolli rossoneri.

Il Milan adesso dovrà provvederne alla sostituzione: un compito non semplice, considerando che che la punta di Chambéry è stata la prima a infrangere quella che era stata etichettata come “maledizione della numero 9”.

  • L’ARRIVO A MILANO

    "AC Milan è lieto di annunciare di aver acquisito a titolo definitivo le prestazioni sportive del calciatore Olivier Jonathan Giroud dal Chelsea FC. L'attaccante francese vestirà la maglia numero 9”.

    Con questo comunicato, il 17 luglio del 2021, il Milan annunciava l’arrivo dell’attaccante francese. Un giocatore fatto e finito, un elemento dal bagaglio enorme d’esperienza, che potesse alternarsi con Zlatan Ibrahimovic, per dare più soluzioni a Pioli che si apprestava a riportare il Diavolo in Champions League.

    E dire che, come sottolineato dallo stesso Giroud, l’accoglienza dello svedese non fu delle più morbide, come del resto c’era da attendersi. Con il tempo, però, lo svedese ha imparato ad apprezzare il compagno di reparto, sempre tanto umile quanto decisivo in campo, con un rapporto umano pienamente sbocciato.

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  • SCETTICISMO E MALEDIZIONE INFRANTA

    Un acquisto che, però, non scaldò sin da subito i cuori dei tifosi rossoneri. Tante furono le perplessità iniziali: dall’età del ragazzo ai numeri realizzativi, non eccessivamente esplosivi in termini di goal segnati con le maglie di Arsenal e Chelsea.

    Insomma, Giroud arrivò con l’obiettivo di dimostrare che, nonostante un Mondiale vinto, diversi trofei anche continentali come l’Europa League, fosse adatto a sostenere il peso della maglia numero 9 del Milan.

    Un peso, in realtà, che è sembrato essere sconfinato per tutti coloro che l’hanno vestita dal 13 maggio 2012. Quel giorno, infatti, chiudeva un pluridecorato percorso con il Milan Pippo Inzaghi, la cui eredità è stata completamente disattesa negli nove anni successivi. Da lì in avanti tanti flop, anche inaspettati: da Fernando Torres a Luiz Adriano, passando per Piatek, pur strappato a fior di milioni al Genoa.


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  • “SI È GIRATO”

    Eppure, Olivier - anzi, Oliviero - la 9 l’ha onorata sin dal primo vagito della sua vita rossonera. Pronti via: alla prima gara di campionato a San Siro, il francese fa due reti in 42 minuti al Cagliari, indossando la 9. Prima della marcatura del francese di quella sera, il Meazza rossonero non vedeva un proprio 9 segnare da un anno e mezzo.

    Sarà l’inizio di una cavalcata clamorosa, che porterà a Milanello lo Scudetto numero diciannove.

    E nei momenti importanti di quella Serie A, Giroud fu sempre lì, a mettere il timbro: reti pesantissime contro Roma, Napoli e Lazio. Ma soprattutto nel derby di ritorno contro l’Inter, quando la spallata che diede ad Alexis Sanchez per recuperare il pallone fu la stessa che il Milan diede al campionato, rimontando i nerazzurri: decisiva.

    Celebre, poi, la girata per il 2-1, che fece partire il tormentone del “Si è girato Giroud”. E se in inglese la traduzione di “girarsi” è “turn around”, non è un caso che, a proposito di turning point, la maledizione della 9 sia stata rotta proprio da un giocatore capace di segnare goal decisivi per lo Scudetto del Milan.

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  • L’APOTEOSI DI REGGIO EMILIA

    Logica conseguenza, dunque, che il francese abbia messo un mattoncino anche nel match che regalò quel titolo: anzi, facciamo due. La doppietta di Reggio Emilia suggellò un primo anno milanista da urlo, consegnandogli doppia cifra di reti e Scudetto. Nella festa si esaltò, consegnandosi al milanismo, diventando milanista fra i milanisti.

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  • COSTANZA

    I due anni successivi non hanno regalato al Milan le stesse soddisfazioni del 2021/22. Giroud, però, non è mai mancato. Lo testimoniano i numeri: tre stagioni, tre volte in doppia cifra (14, 19 e 15 centri). Il totale parla di 48 goal e 20 assist in 131 presenze. Praticamente una volta ogni due partite, il classe 1986 ha regalato ai rossoneri una partecipazione al goal, sia essa in veste di finalizzatore o fornendo l’ultimo passaggio.

  • LIEVE RIMPIANTO

    E se lo stesso Giroud ha sottolineato di lasciare col rimpianto di non aver regalato al Milan un ulteriore trofeo oltre allo Scudetto numero 19, il Milan vede salutare la punta più costante e decisiva avuta da Pippo Inzaghi in poi.

    Forse, nonostante i 38 anni che saranno compiuti da Giroud a settembre, un’altra stagione non sarebbe stata poi una così brutta idea, ma il richiamo dell’esperienza statunitense, a Los Angeles, era obiettivamente difficile da non cogliere.

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  • L’EREDITÀ DELLA NUMERO 9

    Adesso, però, il Milan avrà una nuova casella numero 9 da riempire. I candidati già ci sono: da Guirassy a Šeško, passando per quel Zirkzee che ha trascinato il Bologna in Champions. Profili molto diversi da quello di Giroud, che arriverebbero a Milano con l’obiettivo di ripercorrere le orme del francese. Chiunque arrivi, comunque, c’è da sottolineare come Giroud lasci tantissimi dolci ricordi ma anche un’eredità pesante. Sperando che stavolta non si trasformi in una nuova maledizione.

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