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Ritorno in viola? Prandelli non si propone, ma… "Amo Firenze e la Fiorentina"

Reduce dalle complicate esperienze al Galatasaray ed al Valencia, Cesare Prandelli è alla ricerca di un club pronto a scommettere su di lui e in grado di proporgli un progetto serio.

L’ex ct Azzurro, intervistato ai microfoni di Violanews, ha spiegato cosa non ha funzionato nel corso della sua recente avventura in Spagna: “Quando c’è un progetto di un certo tipo e poi cambiano le carte in tavola, diventa difficile continuare a lavorare su qualcosa che alla fine non hai costruito. Mi sono chiesto ‘che ci sto a fare?’. Non ho mai fatto niente per i soldi e quel progetto non era più mio ma solo loro. Da un punto di vista ambientale, per la bellezza della città e per il rapporto con i tifosi, è stata esperienza meravigliosa, ma speravo di trovare una società diversa”.

Il nome di Prandelli, nelle ultime settimane, è stato accostato anche a quello della Fiorentina, squadra che ha già guidato tra il 2005 ed il 2010 facendo grandissime cose: “Sono sempre molto in imbarazzo nell’affrontare l’argomento perché amo Firenze e la Fiorentina. Ho fatto 5 anni da tecnico viola e non sarei mai andato via. Detto questo, non mi voglio proporre a nessuno, ma fa comunque piacere essere fermato per strada dalla gente che mi dice di tornare. Mi riempie d’orgoglio”.

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La Fiorentina è stata protagonista di una stagione estremamente deludente: “Mi ricorda la mia ultima sulla panchina viola. A gennaio eravamo quarti in classifica e agli ottavi di Champions, poi si è rotto qualcosa nei rapporti. L’allenatore in questo momento ha poco potere, è un po’ in difficoltà. Normale che sia così quando c’è una rottura con la proprietà, anche perché i giocatori sono gli stessi dell’anno scorso”.

Tra le poche note positive della stagione gigliata, le ottime annate di Chiesi e Bernardeschi: “Fossi io a decidere, per 2 anni cercherei di non vendere nessun giovane, cercando di valorizzarli al massimo. Nella fattispecie parliamo di due giocatori con prospettive importanti che stanno dimostrando di essere già dei leader. Mi è piaciuto molto il comportamento di Bernardeschi quando ha rifiutato sciarpa Juventus durante la cerimonia di apertura del Torneo di Viareggio. Ha personalità e rispetto dei propri tifosi. Chiesa ha carattere, determinazione, qualità e soprattutto continuità. Sono due giocatori dai quali ripartire per la base di un progetto importante”.

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