Arthur GremioGetty Images

Profilo - Arthur, il piccolo Iniesta che ha conquistato il Barcellona

Lo seguiva mezza Europa, lo ha preso il Barcellona. Una responsabilità, quella di giocare nella stessa zona di campo di un certo Andres Iniesta, che non lo spaventa. Perché Arthur, 21 anni, centrocampista-rivelazione del Grêmio che nel 2017 ha conquistato la terza Libertadores della propria storia, è un talento vero. Verissimo.

LA SUA STORIA  

Arthur nasce il 12 agosto 1996 a Goiania, nello Stato di Goiás, zona centrale del Brasile. E proprio nelle giovanili del Goiás si mette in mostra, nonostante qualche episodio che oggi fa sorridere: oltre al calcio, per dire, gioca pure al celeberrimo futsal, il calcio a 5, sport maestro di tecnica e palleggio, ma di nascosto dal proprio club.

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Va avanti così per qualche anno, fino al 2010. Quando lo nota il Grêmio, che nel gennaio successivo decide di portarlo nel Rio Grande do Sul. Un cambio di abitudini drastico per il timido Arthur, che a nemmeno 15 anni è costretto a vivere lontano da casa, dai genitori, dagli amici.

Ma le difficoltà iniziali scompaiono di fronte a un rendimento eccellente dentro il campo: il club tricolor ha già capito di aver tra le mani un gioiello, che nel 2013 arriva terzo col Brasile al Sudamericano Under 17. E un paio d'anni più tardi è Luiz Felipe Scolari, l'ex ct tornato a Porto Alegre dopo quasi 20 anni, a concedergli una chance in prima squadra: 45 minuti nel Gauchão, nulla più.

Chi gli dà davvero fiducia è Renato Portaluppi, al secolo Renato Gaúcho, bidone alla Roma e leggenda al Grêmio: con lui Arthur trova spazio, mettendosi in mostra nella Primeira Liga (torneo a inviti staccato dalla CBF) e diventando un intoccabile. Nel suo primo, vero Brasileirão colleziona 27 presenze da titolare, venendo eletto 'rivelazione del campionato'.

Il momento fin qui più importante della sua carriera, però, arriva quando nel settembre del 2017 il ct Tite lo convoca per le gare di qualificazione contro Bolivia e Cile, spiegando: "Lo comparo a Gabriel Jesus per la rapidità con cui è emerso". E Arthur: "Mi fanno male le mascelle da quanto ho sorriso. È un sogno che si realizza. Mio padre ha pianto".

SCOUTING REPORT

Arthur è un centrocampista moderno: sa distruggere e costruire. Soprattutto costruire, la sua grande qualità. Sfrutta il fisico minuto (è alto appena 1 metro e 72) per muoversi con rapidità in mezzo al campo, fulcro del passing game instaurato da Renato.

È un centrocampista centrale, ma può essere utilizzato anche qualche metro più avanti: grazie a queste caratteristiche, in alcune partite della sua gestione Renato ha schierato il Grêmio con un apparentemente improponibile centrocampo formato unicamente da volantes, ovvero lui, Ramiro, Michel e Maicon, in una sorta di tourbillon di scambi di posizione continui.

Tecnico, sicuro nella giocata, intelligente, dotato di personalità e posizionamento, pulito: Arthur ha tutto per sfondare anche in Europa. Di se stesso dice: "Mi piacciono i passaggi corti, il gioco rapido. Avere la palla tra i piedi".

Uno degli accostamenti più comuni? Quello con don Andres Iniesta, uno dei suoi beniamini: "Ho letto la sua autobiografia: è un personaggio riservato come me", ha detto all'emittente ufficiale del Grêmio. Non è un caso, ora che il delizioso spagnolo non calca più il terreno di gioco del Camp Nou, che proprio il Barcellona abbia scelto proprio lui per il centrocampo.

STATS&FACTS

Arthur GremioGetty Images

FUTURO

Anche l'Inter, tempo fa, aveva messo gli occhi su Arthur. Un talento che avrebbe rappresentato perfettamente il profilo prediletto di Suning: giocatore giovane, di prospettiva ma già in grado di disimpegnarsi ai massimi livelli.

Operazione impossibile da concretizzare, però. Perché in vantaggio su tutti è sempre stato il Barcellona, nonostante il famoso qui pro quo che ha rischiato di provocare un incidente diplomatico tra i catalani e il Grêmio: l'incontro con la famiglia, il giocatore che posa fiero con la maglia azulgrana, la foto che si diffonde su internet, la minaccia di sporgere denuncia alla FIFA.

Tutto rientrato dopo le scuse del Barcellona e in particolare del ds Robert Fernandez, e affare scivolato mese dopo mese verso la chiusura positiva: gli spagnoli hanno ufficializzato l'opzione su Arthur a marzo e ora se lo sono portati al Camp Nou. Con una Libertadores nel palmares e un sogno chiamato Seleção in valigia.

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