Roberto Mancini Gianluca Vialli SampdoriaGetty

Uno Scudetto storico: la Sampdoria di Vialli e Mancini raccontata da Pardo

Tra le imprese più grandi della storia del calcio italiano, un posto è assegnato sicuramente a quella della Sampdoria di Paolo Mantovani che nella stagione 1990/1991 conquistò il suo primo - e finora unico - Scudetto, strappando il tricolore sul petto dei giocatori del Napoli di Maradona.

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Una vittoria raccontata da Pierluigi Pardo nel nuovo appuntamento con il format 'Parto con Pardo' disponibile su DAZN, dedicato interamente ad una squadra indimenticabile guidata dalla carismatica figura di Vujadin Boskov.

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"Marassi è uno stadio all'inglese, 37mila posti, pronto per il Mondiale del 1990: nello stesso momento un uomo nato sul Danubio, Vujadin Boskov, ha in testa la sua idea, il suo progetto architettonico che si chiama Sampdoria. Boskov è oggettivamente un signore molto simpatico e fa breccia nel cuore dei tifosi, le sue frasi sono storiche: 'Non ho bisogno di fare la dieta, ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili' o ancora, 'Io penso che la tua testa sia buona soltanto per tenere il cappello' e soprattutto 'Rigore è quando arbitro fischia'. Lui ha un'ironia che piace ai genovesi, è schietta e senza fronzoli, gioca con il lapalissiano ma anche in campo ha le idee chiare".

Tanti i campioni presenti in quella squadra: su tutti spiccano i gemelli del goal Vialli e Mancini, componenti di una coppia da mille e una notte.

"Le colonne della squadra sono molto precise: Pagliuca, futuro portiere della Nazionale; Vierchowod, un'istituzione al centro della difesa; un maratoneta come Lombardo sulle fasce laterali; e soprattutto i due geni là davanti, i due gemelli del goal, Vialli e Mancini. Nell'estate del 1990, Marassi è pronto per il Mondiale: la Samp, invece, è pronta per lo Scudetto. E' curioso pensare come nell'anno che tutti ricordano come quello d'oro per Vialli e Mancini, il primo goal di questa coppia arrivi soltanto il 21 ottobre nella vittoria a San Siro, poi quella interna contro il Pisa e poi la consacrazione avviene a Napoli, contro quel grande Napoli, in una sfida tra un mare e l'altro: la Samp soffre nella prima mezz'ora, poi dilaga e gioca un calcio straordinario, sono i primi vagiti di quello che sta per arrivare, sono le due doppiette di Vialli e Mancini a decidere la gara".

In quell'annata trovò spazio anche l'ottimo campionato disputato dai cugini del Genoa che però non riuscirono a rubare la scena ai blucerchiati.

"Atmosfera di grande euforia, merito della Samp ovviamente ma anche del Genoa, che chiude quel campionato al quarto posto e volerà verso nuove meravigliose avventure europee - il pensiero va inevitabilmente ad Anfield -, però il trionfo finale in quell'anno è tutto blucerchiato, di una squadra che riesce a giocare un calcio magico, sbarazzino, pieno di allegria e positività con un atteggiamento offensivo che porterà al trionfo".

Un lungo cammino culminato con il 3-0 inflitto al Lecce del 19 maggio 1991 che sancì la matematica vittoria dello Scudetto.

"La partita decisiva per il titolo è quella che la Samp vince in casa dell'Inter a San Siro, la partita che dà la certezza e apre la festa invece è quella contro il Lecce: 3-0 dopo 29 minuti con le reti di Mancini, Cerezo e Vialli che festeggia con una capriola".

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