Europa League Team of the Week TottiGetty Images

Roma, Totti ammette: "Quando c'era Carlos Bianchi ad un passo dalla Sampdoria"

Lunga intervista quella rilasciata ai microfoni di Sky Sport dal capitano della Roma Francesco Totti. Oltre ad affermare di sentirsi bene e di pensare quindi anche ad un'altra eventuale stagione da calciatore nel momento in cui il fisico dovesse rispondere agli stimoli, il Pupone si è soffermato anche su tanti altri argomenti.

In primis il suo modo di lavorare in allenamento: "Lavoro meglio adesso in allenamento rispetto a quando avevo 25 anni, alcune cose sembravano superficiali. Di sicuro se penso a quello che facevo prima avrei potuto fare di più anche in passato. La tecnica è qualcosa che hai o non hai. Adesso riesco ancora a giocare con la testa, a pensare un attimo prima a quello che devo fare". 

Non è ancora sicuro di voler fare l'allenatore quando appenderà le scarpette al chiodo: "In futuro non penso di avere il carattere per fare l'allenatore, sono troppo buono. Vedremo quando appenderò le scarpette al chiodo, mi piacerebbe comunque essere come Lippi, mi rivedo nel suo carattere. Dei miei colleghi Montella si vedeva che avrebbe fatto l'allenatore, non lo avrei invece detto di gente come Materazzi, Inzaghi, Cannavaro, li vedevo più dirigenti.

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Penso che mi piacerebbe giocare con un 4-2-3-1. Dall'altro lato penso anche che mi sentirei maggiormente portato per insegnare calcio ai bambini e per farli crescere".

E' stato molto vicino a lasciare la Roma quando c'era Carlos Bianchi in panchina: "Quando c'era Carlos Bianchi come allenatore sono stato ad un passo dall'andare alla Sampdoria. Penso che se fossi andato lì sarei sicuramente successivamente finito in qualche top club europeo o italiano. Ma ho preso alla fine la decisione di restare alla Roma per tutta la mia carriera, una cosa che considero altamente gratificante, l'ho fatto per rispetto dei tifosi ed anche per rispetto nei miei confronti. Sono romano e morirò a Roma. Essendo conosciuto è chiaro che non mi posso godere al massimo la vita pubblica".

Soddisfatto di aver dimostrato lo scorso anno di essere ancora utile alla causa: "Una delle mie vittorie più belle è stata sicuramente quella di aver dimostrato a tutti nella scorsa stagione che non ero un giocatore finito come molti pensavano già. Non giocavo e non avevo la possibilità di fare cambiare idea, ma per fortuna poi mi è stata data l'occasione. Mi piacerebbe che il mio goal più bello fosse uno che devo ancora fare, in questo momento prendo come migliori quello contro la Sampdoria e quello contro l'Inter. Mi piacerebbe prima di chiudere fare un goal in rovesciata o anche di tacco".

Quest'anno vincere sarà sempre difficile, la Juventus ha qualcosa in più rispetto alla Lupa: "Scudetto o Coppa? Non dipende da noi, la Juventus al momento è prima e tocca a noi essere maggiormente competitivi. A noi manca la tenacia e la cattiveria giusta contro le piccole squadre per poter essere considerata a tutti gli effetti una grande. La forza della Juventus è quella di non mollare mai e di essere sempre affamati". 

Nessuna voglia di tornare sulle ormai famose dichiarazioni di Ilary nei confronti di Spalletti. "Nella vita ci sono momenti e momenti, ma il matrimonio con Ilary è stato sempre saldo. Ognuno può dire quello che ritiene maggiormente opportuno, anche se è chiaro che in quel momento io sono stato in mezzo tra mia moglie ed il mio allenatore. Si è trattato di una intervista che lei ha rilasciato a mia insaputa, esprimendosi nel modo che tutti sappiamo. Ma è un capitolo chiuso del quale non è più necessario parlare".

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