Francesco Flachi, Sampdoria, Serie A, 01282006Getty Images

Rimpianto Flachi: "Volevo essere il Totti di Firenze, sono stato bischero"

Quella di Francesco Flachi è stata una carriera che si è consumata tra molti alti e bassi. Considerato prima uno dei migliori talenti del calcio italiano in seguito, quando la sua definitiva esplosione era ormai giunta, ha visto il suo percorso frenato da alcune gravi vicende.

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Prima infatti nel 2006 è stato squalificato per un caso di calcio sommesse, poi nel 2007 è stato trovato positivo ad un metabolica della cocaina dopo un controllo antidoping e squalificato per ventiquattro mesi ed infine nel 2009 è ricaduto nuovamente nello stesso errore venendo questa volta sanzionato con dodici anni di squalifica.

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L’ex attaccante di Fiorentina e Sampdoria, in un’intervista rilasciata a La Verità, ha raccontato il suo cammino nel mondo del calcio, partendo dal sogno realizzato di giocare a Firenze.

“Avrei davvero voluto essere per Firenze quello che Totti è stato per Roma. Io però sono stato più bischero. Mi ritrovai a giocare con gente come Batistuta, Effenberg, Rui Costa, Baiano”.

Flachi è nato e cresciuto nella Fiorentina, ma è con la Sampdoria che ha fatto vedere le cose più belle.

“E nacque il più bello degli amori. Una città bellissima, una tifoseria unica. Lo stadio è meraviglioso e la città è bellissima. Mi fa male vederla oggi sfregiata dopo la tragedia del Ponte Morandi. In otto anni che ci ho vissuto mai visto un giorno che non c'era un lavoro su quel ponte”.

L’ex attaccante ha parlato della vicende che hanno rappresentato un bivio per la sua carriera.

“Mi ero ritrovato da poco in una storia assurda riguardo carte clonate e combine, ero davvero triste, avevo perso la Nazionale. Volevo urlare che era tutta una pazzia, ma non potevo. Era inutile. E inizi a stare solo. E capita che ti rifugi in una cosa stupida”.

Flachi è stato squalificato fino al gennaio 2022, ma non ha abbandonato definitivamente il calcio.

“A seguito della squalifica non posso entrare in uno stadio, neanche a vederle partite. Alleno il Bagno a Ripoli e sogno di diventare allenatore. Spero di farcela. Se sono bravo lo dirà il campo, sennò sto in famiglia e continuerò a lavorare nella mia paninoteca a Firenze”.

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