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Paul Pogba Manchester United 2020-21Getty

Perché la Juve ha il dovere di provarci per Pogba

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Mino Raiola ha sentenziato: il matrimonio tra Paul Pogba e il Manchester United è giunto al passo d'addio . Insomma, un assegno che cammina, con i Red Devils entrati nell'ordine delle idee di incassarlo. 

Un'esperienza fallimentare che, al di là della componente economica, è sfociata nel disastro sportivo. Il Man Utd, infatti, nel post Sir Alex Ferguson non ha ancora saputo costruire un progetto dedicato alla massima esposizione stilistica nelle competizioni d'élite.

Mentre le prestazioni del francese, progressivamente, sono confluite in un'incredibile regressione. Risultato? Una coppa di Lega inglese e un'Europa League. Insomma, troppo poco a fronte dei 105 milioni investiti.

Dal 9 agosto 2016, data della dolorosissima cessione, la Juventus è cambiata profondamente. Resta, sicuramente, una plusvalenza di circa 72,6 milioni. Ma resta, soprattutto, un centrocampo ben lontano da quello tanto ammirato nella cavalcata di Berlino 2015. 

Pogba, per qualità e interpretazione, non lo si sostuisce facilmente. Da qui, la scelta degli uomini della Continassa di spostare il punto di forza verso l'attacco. Via Paul, dentro Higuain. Per poi, successivamente, assicurarsi un certo Cristiano Ronaldo.

Ma anche facendo esplodere il colpo del secolo, la Juve - in termini strutturali - ha continuato a palesare lacune evidenti. In parole povere, al netto della fresca prova del Camp Nou, la linea metodista non convince. E tuttora le gerarchie appaiono instabili: Rabiot in crescendo,  McKennie acquisto azzeccato , Arthur tra alti e bassi e Bentancur in difficoltà.

In un contesto simile, ancora tutto da decifrare, spicca la possibilità di poter risolvere gran parte dei problemi con un solo innesto. Perché, inevitabilmente, le parole di Raiola hanno rimbalzato anche presso la stanza dei bottoni bianconera. Creando, magari, un filo di speranza

Premessa: mettere le mani su Pogba, specialmente nel mercato di gennaio, potrebbe rappresentare la più pura utopia. Vuoi per i costi complessivi di un affare simile; vuoi soprattutto per le disponibilità (inesistenti). Ma le vie di Mino, si sa, sono infinite. Così come sembra infinito l'attuale stipendio del francese, extra lusso fino al 2022. 

In ritardo in Premier League, e con all'attivo la cocente eliminazione in Champions League , il Manchester United potrebbe decidere di pianificare la partenza del transalpino eclusivamente in funzione del quieto vivere. Spalleggiando, così, il pensiero di  Solskjær, che una frecciatina a Raiola ha voluto mandarla:

" Spero che l’agente di Pogba si renda conto che questo è uno sport di squadra. Più lavoriamo insieme e meglio sarà. Penso che sia l'ultima cosa che dico sull'argomento, non voglio spendere energie per questo. Dovete chiedere a Paul se è felice o no, non parlerò per lui. Paul è concentrato nel fare del suo meglio per la squadra ".

A fuoco lento, e sotto la luce dei riflettori, l'entourage del 27enne di Lagny-sur-Marne ha iniziato a muovere i primi passi. Verso chi, e dove, resta ancora da scoprire. Ragionando sia nell'immediato sia verso i raggi del mercato estivo, che potrebbe rivelarsi una prospettiva più concreta in funzione dell'eventuale trasferimento.

La palla, ora, passa alla Juve e alle altre pretendenti. Con una costante collettiva a confezionare la base primaria di qualsiasi discorso: vendere. Parola chiave, questa, per pensare in grande. O meglio, per pensare a Pogba.

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