"Da giovane ero troppo gentile, troppo cerebrale. Il calcio è la giungla ed io ogni tanto avevo bisogno di essere preso a calci in c**o". Firmato Olivier Giroud.
Centravanti di notevole stazza fisica, alto un metro e 93 centimetri per 88 chilogrammi di peso forma (92 nelle stagioni più recenti), dotato di buoni mezzi tecnici, Olivier Giroud, 37 anni, nella sua carriera da calciatore è partito dal basso ed è stato spesso messo in discussione, ma ha continuato costantemente a migliorarsi fin oltre i 30 anni d'età, diventando uno degli attaccanti più vincenti degli anni Duemiladieci.
Sinonimo di gavetta, sacrifici e forza di volontà, oggi con il suo motto: "Crederci sempre", che ha dato anche il titolo alla sua autobiografia, è considerato un esempio da tutti coloro che nella loro vita si trovano a fare i conti con grandi ostacoli.
LE ORIGINI ITALIANE E IL MITO DI SHEVCHENKO
Nato a Chambéry, nel Dipartimento della Savoia, il 30 settembre 1986, in una città che fino al 24 marzo 1860 faceva parte del Regno di Sardegna, Olivier Giroud cresce nel piccolo villaggio di Froges, che si trova ai piedi delle Alpi francesi e conta poco meno di 3500 anime.
"Non ti abbiamo cercato - gli confesseranno i suoi genitori, Denis Giroud e Viviane Arnaud-Goddet - ma sappi che non appena sei venuto al mondo, siamo stati felici di accoglierti".
Non tutti sanno che nelle sue vene scorre sangue italiano: nonna Antonia Gaiatto è infatti originaria della provincia di Trieste, mentre nonna Yvonne Avogadro di quella di Bergamo. Entrambe, nella loro vita, hanno sposato uomini francesi, pur continuando ad amare l'Italia e le sue tradizioni nella loro famiglia.
"Entrambe le mie nonne erano italiane e sono orgoglioso delle mie origini", dichiarerà una volta approdato al Milan in un'intervista a 'GQ' del 2022.
Olivier ha due fratelli, Bertrand e Romain, e sono proprio loro a dargli da piccolo il soprannome che poi gli sarebbe sempre rimasto: lo chiamano 'Chaussette', 'Il Calzino', da 'Due Calzini', in francese 'Chaussettes', il lupo con le zampette bianche di 'Balla coi Lupi', il celebre film di Kevin Costner.
"Mi chiamarono così in omaggio al film - spiegherà il centravanti una volta diventato celebre - a loro quel lupo faceva tanto ridere".
Fin dalla tenera età il pallone diventa un suo compagno di giochi, tanto che sua sorella Bérengère, l'unica femmina in mezzo a tre maschiacci, glielo avrebbe volentieri bucato.
"Non lo sopportavo", rivelerà.
Come Bertrand e Romain, anche Olivier inizia a giocare nelle Giovanili del Froges, la squadra del suo paese, dove è allenato da Francis Martinez.
"Ha iniziato con noi ma già si vedeva che era di un altro pianeta - rivelerà il suo primo istruttore in un'intervista a 'gianlucadimarzio.com' -. A volte le squadre avversarie si lamentavano perché era troppo forte, segnava a raffica e non c'era partita. Fuori dal campo è sempre stato un ragazzo gentile".
Il suo modello calcistico, del resto, è di prim'ordine:
"Da piccolo, seguivo la Serie A e il Milan in modo particolare - racconterà -. Shevchenko era il mio idolo e tifavo per i rossoneri".
LA GAVETTA IN FRANCIA
Nonostante le capacità indiscutibilmente ci siano, quando è un adolescente non sono in tanti a scommettere su Olivier. A godere di grande considerazione è infatti suo fratello Romain, che gioca da difensore centrale e pare destinato a togliersi grandi soddisfazioni da calciatore professionista.
"Romain aveva talento innato - assicurerà Giroud -. Io ero uno che faceva tanti goal, ma non ero predestinato a una carriera come quella che poi ho fatto. Se ci sono riuscito è solo grazie al mio lavoro e all'aiuto di Dio".
Romain è talmente forte che gioca nelle Rappresentative giovanili Under 15 e Under 17 della Francia, e si allena, fra gli altri, con gente come Henry, Anelka e Trezeguet. Poi però, quando dovrebbe fare il grande salto nel professionismo, Romain non se la sente e abbandona il calcio per fare il nutrizionista.
E Olivier? Continua a giocare da centravanti e, a differenza del fratello, pur non avendo un talento così luminoso ha grande fiducia nei suoi mezzi e crede di poter coronare il sogno di fare un giorno il calciatore professionista.
A 13 anni passa nel Grenoble e divide il suo tempo fra studio e allenamenti. È convocato nella Selezione del Rodano-Alpi, con cui, nel 2001, vince la Coppa Nazionale: in finale Olivier realizza una doppietta nella vittoria complessiva per 4-1 della sua squadra. Inoltre, nell'estate 2001, partecipa ad uno stage con la Francia Under 16. Con lui ci sono anche Yoann Gourcuff e Yohan Cabaye.
Nel 2005, all'età di 18 anni, Olivier firma il suo primo contratto da professionista con il Grenoble, con cui fa l'esordio in Ligue 2 il 24 marzo 2006 nella 31ª giornata, subentrando al 90' e giocando appena un minuto. In quella gara il Grenoble pareggia 1-1 con l'FC Gueugnon.
Nel suo primo anno da professionista colleziona in tutto 6 presenze. Fuori dal campo, invece, conseguita la maturità Economico-sociale (ES), si iscrive alla facoltà di Scienze dello Sport presso l'Università di Grenoble.
"Volevo completare gli studi per diventare un professore di Educazione fisica o un preparatore atletico - spiegherà - e crearmi una seconda possibilità se non avessi sfondato nel calcio".
Nel suo secondo anno nella Prima squadra del Grenoble gioca 17 gare di Ligue 2, segnando i primi 2 goal da professionista contro il Le Havre (vittoria per 2-1 il 26 febbraio 2007) e contro il Digione (successo per 2-1 il 18 maggio 2007), e altre 2 partite fra Coppa di Lega e Coppa di Francia.
Quando sulla panchina del Grenoble approda Mécha Bazdarevic, però, il nuovo tecnico non dà fiducia al giovane Giroud e nella stagione 2007/08 l'attaccante è ceduto in prestito all'Istres, che milita nel Championnat National, il campionato di Terza Divisione.
In tanti al suo posto si sarebbero persi per strada, Olivier, invece, si rimbocca le maniche e inizia a dimostrare il suo valore a suon di goal anche fra i grandi. Ne segna 14 in 33 presenze, così, a fine stagione torna al Grenoble, sempre guidato da Bazdarevic, che nel frattempo ha ottenuto la promozione in Ligue 1.
Giroud spera nella conferma, anche alla luce della buona stagione trascorsa all'Istres, invece dal tecnico bosniaco arriva per lui una sonora bocciatura.
"L’allenatore mi disse: 'Non hai il livello per importi in Ligue 2, figuriamoci in Ligue 1!' - racconterà Olivier -. Io allora mi promisi di smentirlo".
Giroud passa al Tours, scendendo nuovamente in Ligue 2. Avrà ragione lui: va ancora in doppia cifra stagionale, segnando 13 goal in 26 gare. In campionato ne firma 9 in 23 apparizioni, più altri 4 nelle Coppe nazionali.
I primi squilli arrivano con la doppietta rifilata al Lens allo Stadio de la Vallée du Cher. I goal diventano 4 nei Trentaduesimi di finale di Coppa di Francia contro la Jeanne d'Arc, Olivier si ripete con un poker anche alla 7ª giornata di Ligue 2 contro l'Arles-Avignon.
La seconda stagione con il Tours è letteralmente trionfale per il centravanti. I goal salgono infatti a 23 in 41 presenze, con annesso titolo di capocannoniere della Ligue 2. A fine gennaio 2010 Olivier è acquistato dal Montpellier per circa 2 milioni di euro. Gli arancio-blu lasciano comunque Olivier in prestito al Tours fino al termine della stagione.
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L'ESPLOSIONE CON IL MONTPELLIER
Ma il centravanti di Chambéry è ormai pronto a spiccare il volo. La svolta definitiva della sua carriera arriva nel 2010/11, quando con la maglia del Montpellier disputa la sua prima stagione di Ligue 1. A 23 anni, Giroud non ha ancora presenze in massima divisione e non ha mai giocato in Europa.
Il 29 luglio 2010 debutta nelle Coppe europee andando in goal nell'andata del 3° Turno di qualificazione all'Europa League con gli ungheresi del Gyor (vittoria per 1-0), ma questi ultimi passeranno poi il turno ai rigori nel match di ritorno, e l'8 agosto colleziona la prima presenza in Ligue 1 nella vittoria per 1-0 sul Bordeaux.
La stagione vede subito Olivier protagonista: non sente affatto il peso della categoria e firma 14 goal in 43 partite totali fra campionato e Coppe (12 in 37 presenze in Ligue 1). Anche grazie alle sue reti il Montpellier conquista la salvezza, ottenendo il 14° posto finale.
Giroud, che oltre all'idolo Sheva, non nasconde la sua ammirazione per Zlatan Ibrahimovic, non si ferma più. Sposa Jennifer, la compagna di una vita, che aveva conosciuto a scuola, dopo averle fatto la proposta di matrimonio di fronte al portone di Notting Hill, a Londra.
E sul campo nel 2011/12 compie il capolavoro della carriera: titolo di capocannoniere della Ligue 1 ex aequo con Nenê del PSG con 21 reti in 36 gare (unica volta sopra i 20 goal in un torneo di massima divisione) e, anche grazie ai metodi di mister Christophe Galtier, trascina il Montpellier a vincere il 1° Scudetto della sua storia. Nel suo eccezionale exploit, che gli vale anche la chiamata nella Nazionale francese da parte del Ct. Laurent Blanc, figurano anche due triplette: la prima al Digione il 15 ottobre 2011, la seconda il 26 novembre contro il Sochaux.
IL LUPO DELL'AREA DI RIGORE
Nonostante qualcuno continui a storcere il naso di fronte al suo modo di giocare, Giroud ha fatto ormai il salto di qualità. Il 'Calzino' non è più il giovane smaliziato e un po' ingenuo dei primi anni da professionista, attraverso le difficoltà è diventato grande e smaliziato e adesso si muove nelle aree di rigore avversarie in cerca del goal proprio come un lupo quando è pronto a sbranare la sua preda.
I SUCCESSI CON ARSENAL E CHELSEA
Ormai Olivier è pronto a salutare i confini nazionali: il 26 giugno 2012, nonostante l'interesse del Bayern Monaco, è l'Arsenal ad aggiudicarselo. I Gunners per il suo cartellino versano circa 12 milioni di euro nelle casse del Montpellier e portano in Premier League il bomber della Ligue 1.
Dopo 39 reti in 85 gare con gli arancioblu, l'esordio nel massimo campionato inglese del centravanti di Chambéry, che sceglie il numero 12, arriva il 18 agosto 2012 con il Sunderland, quando subentra al posto di Podolski nel corso della ripresa. Il 18 settembre successivo Olivier esordisce anche in Champions League nella fase a gironi contro il Montpellier, sua ex squadra. I gunners si impongono 1-2 in trasferta e il francese partecipa ad entrambi i goal della sua squadra prima di essere richiamato in panchina nel finale.
Giroud realizza il suo primo goal con i londinesi nel terzo turno di League Cup contro il Coventry City il 26 settembre, e poco dopo, il 6 ottobre, trova la prima gioia personale in Premier League nell'1-3 contro il West Ham. Un mese dopo ecco anche la prima marcatura in Champions League nel pareggio per 2-2 con lo Schalke 04. Il francese, eliminato con i compagni negli ottavi di finale di Champions dal Bayern Monaco, chiude la prima stagione in Inghilterra con un bottino consistente di 17 goal e 12 assist in 46 partite giocate.
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Nei 5 anni e mezzo trascorsi con l'Arsenal Olivier fa un ulteriore passo in avanti, affinandosi ulteriormente sul piano tecnico grazie al lavoro con il tecnico suo connazionale Arsene Wenger.
Nel 2013/14 è il titolare dell'attacco dei Gunners e segna a raffica: fa goal al Napoli di Rafa Benitez (vittoria 2-0) e al Borussia Dortmund (sconfitta per 1-2) nel girone di Champions, ma i Gunners sono eliminati ancora una volta agli ottavi dal Bayern Monaco. In campionato segna a ripetizione, totalizzando 16 goal in 36 partite, che sommati al bilancio in Europa e nelle due Coppe nazionali a fine anno fanno complessivamente 22 centri in 51 gare. La ciliegina sulla torta è la vittoria della prima FA Cup, conquistata il 23 maggio 2014 battendo 3-2 in finale l'Hull City.
In estate, il 10 agosto 2014, si aggiudica con l'Arsenal anche il Community Shield. I Gunners travolgono 3-0 il Manchester City di Manuel Pellegrini e il 3° goal porta la firma proprio del centravanti francese, subentrato nel secondo tempo all'ora di gioco. A fine agosto, contro l'Everton, riporta il primo infortunio serio della sua carriera: dopo aver segnato il primo goal stagionale in Premier, si frattura la tibia sinistra e resta fermo oltre 3 mesi.
Il 2014 lo vede protagonista anche fuori dal rettangolo di gioco: il centravanti dell'Arsenal diventa infatti il testimonial del noto profumo per uomo Hugo Boss.
Quando torna a disposizione di Wenger, continua a segnare tanto nonostante spesso non parta titolare e venga impiegato a gara in corso. Lo scalzano nelle gerarchie prima Aubameyang, poi Lacazette, ma lui non fa problemi e quando chiamato in causa cerca sempre di farsi trovare pronto.
"La concorrenza è il mio motore - dichiarerà -. Ne ho bisogno per andare avanti".
In Champions League, nonostante un suo goal nella sfida di ritorno (vittoria per 0-3), il capitombolo casalingo dell'andata (1-3) costa ai Gunners l'ennesima eliminazione agli ottavi per mano del Monaco. Giroud chiude la terza stagione londinese con la vittoria per 4-0 sull'Aston Villa in finale di FA Cup, partita nella quale è mandato in campo negli ultimi 13 minuti e trova il goal del poker e che gli consegna la seconda Coppa d'Inghilterra consecutiva.
La stagione 2014/15 lo vede autore di 19 reti in 36 presenze totali. A dispetto della stazza fisica notevole, colpisce la facilità con cui fa spesso goal in acrobazia. Le donne inglesi lo votano come 'calciatore più sexy della Premier League'.
Il 4° anno, il 2015/16, gli consegna il secondo Community Shield di fila, con i Gunners vittoriosi 1-0 sul Chelsea. L'annata è positiva specialmente in Champions, con il centravanti di Chambéry autore di 5 goal. Due li firma nelle due sfide del girone con il Bayern Monaco, mentre il 9 dicembre 2015 cala il suo primo tris europeo al Pireo contro i greci dell'Olympiacos (0-3 per gli inglesi).
Ancora una volta, tuttavia, l'Arsenal è vittima della maledizione degli ottavi, uscendo nuovamente nel primo turno della fase a eliminazione diretta per opera del Barcellona. Le brillanti prestazioni europee consentono tuttavia a Giroud di registrare sul piano personale la migliore stagione in maglia Gunners, con ben 24 goal complessivi in 53 partite, di cui 16 (performance del 2013/14 eguagliata) in 38 presenze in Premier.
Nel 2016/17 Giroud vince la terza FA Cup grazie ad una vittoria per 2-1 in finale nel Derby con il Chelsea e realizza 16 goal in 40 partite in tutte le competizioni. Lo spettacolare 'colpo dello scorpione' contro il Crystal Palace in Premier League il 1° gennaio 2017 gli varrà anche il Puskas award per il goal più bello dell'anno.
"Tutta fortuna", commenterà lui, con la consueta umiltà.
La delusione è invece rappresentata dalla 5ª eliminazione di fila agli ottavi di Champions: il giustiziere dei Gunners è per la terza volta il Bayern Monaco.
Nell'estate 2017 il francese completa il tris personale di Community Shield: l'Arsenal il 6 agosto supera nuovamente i rivali del Chelsea grazie ad un 6-3 ai calci di rigore. Giroud, entrato in campo a gara in corso nel secondo tempo come suo solito, trasforma con freddezza il penalty decisivo per i Gunners.
Il 28 settembre 2017, realizzando un rigore contro il Bate Borisov in Europa League, firma il suo 100° goal con l'Arsenal. Ma l'avventura con i Gunners è agli sgoccioli e si chiude nel gennaio 2018: dopo aver segnato 105 reti in 253 partite, Giroud, il centravanti venuto dalla Francia, saluta e firma con i rivali del Chelsea, che pagano 18 milioni di euro per aggiudicarselo a titolo definitivo.
Quando sbarca a Stamford Bridge Olivier ha 31 anni ed è un giocatore nel pieno della sua maturità. Qualcuno ancora storce il naso, ma le 3 stagioni e mezza in maglia Blues saranno per lui quelle della consacrazione a livello internazionale e coincideranno con annate particolarmente positive per il club.
chelseafc.comDebutta con la nuova maglia il 5 febbraio nella partita di Premier League persa 4-1 con il Watford, gara in cui subentra come ormai suo solito nel secondo tempo, e segna la prima rete in FA Cup nel rotondo 4-0 rifilato all'Hull City. Proprio la Coppa d'Inghilterra gli regala le prime gioie con i Blues, visto che il 19 maggio 2018 vince da titolare il trofeo per la quarta volta in carriera grazie ad un successo di misura a Wembley per 1-0 sul Manchester United.
È il preludio a stagioni entusiasmanti: nel 2018/19, con il tecnico italiano Maurizio Sarri in panchina, è il mattatore dell'Europa League, competizione di cui si laurea capocannoniere con 11 goal e mette a referto anche 5 assist. Fra le prestazioni memorabili c'è la tripletta nel ritorno degli ottavi di finale contro la Dinamo Kiev (gara vinta 5-0 dagli inglesi).
Il Chelsea, eliminato il Valencia nelle semifinali (7-3 per i Blues il punteggio complessivo), per uno strano incrocio di destini, trova in finale i rivali dell'Arsenal, in una gara speciale soprattutto per Olivier. Allo Stadio Olimpico di Baku Giroud si dimostra spietato, quando, al 49', sblocca le marcature per il Chelsea.
I Blues, rotto l'equilibrio, dilagano, imponendosi 4-2 e aggiudicandosi il trofeo, il primo internazionale per il francese, che chiude il primo anno completo con la nuova squadra con 13 marcature (2 in campionato) in 45 partite.
Nel 2019/20 la panchina del Chelsea è affidata all'ex bandiera Frank Lampard. Inizialmente Giroud trova spazio, e va anche a segno nella sconfitta della Supercoppa europea contro il Liverpool il 14 agosto 2019 a Istanbul. Dopo il 2-2 dei tempi regolamentari, sono i rigori a condannare i londinesi.
Poi però finisce ai margini della rosa fino al mese di febbraio, quando, reintegrato nel gruppo, grazie a 8 goal segnati nelle ultime 12 partite di campionato, compreso uno nel derby londinese con il Tottenham, vinto 2-1 dai Blues, dà un apporto sostanziale alla qualificazione in Champions League della squadra.
GettyNel 2020/21 è così confermato dal club con il ruolo di centravanti di riserva. Il 2 dicembre 2020 entra nella storia del Chelsea, in virtù del poker di goal rifilato in Spagna al Siviglia nella penultima giornata della fase a gironi di Champions League, diventando il primo calciatore nella storia del club a riuscire nell'impresa in una Coppa europea. L'ultimo ad avere realizzato 4 goal in una gara con il Chelsea era stato il suo allenatore Lampard, ma in Premier League.
In tutto Giroud realizza 6 reti nella massima competizione europea, e, pur non disputando la finale, partecipa così della conquista della Coppa dalle grandi orecchie vinta il 29 maggio 2021 contro il Manchester City di Pep Guardiola (1-0 con rete di Havertz). La Champions è per il francese il coronamento di una carriera, la risposta più bella a chi, all'inizio del suo percorso da calciatore, non gli aveva dato fiducia.
LA FRANCIA: DA SOTTOVALUTATO A CAMPIONE DEL MONDO
Se la carriera con i club gli porta fama, soldi e prestigio, è con la Francia che Olivier Giroud coronerà una carriera straordinaria. Mai in campo con le Rappresentative giovanili, è convocato da Laurent Blanc nel 2011 e fa il suo esordio a Montpellier, la città del club per cui gioca in quel momento, l'11 novembre, quando i Bleus superano 1-0 in amichevole gli Stati Uniti. Giroud ha già compiuto 24 anni e, come spesso gli accade, entra in campo nel corso del secondo tempo.
Pur essendo arrivato in alto, l'attaccante non dimentica da dove è partito.
“Un giorno, dopo le prime convocazioni con la Nazionale, è venuto qui da noi e ha iniziato a regalare magliette della Francia a tutti - ha raccontato a 'gianlucadimarzio.com' il suo primo allenatore Francis Martinez -. Non potete immaginare come erano contenti i bambini. È uno di quei momenti che porto con me".
Non sarà l'unico gesto nobile dell'ex bambino del Froges.
"Stavo organizzando una partita in onore di un nostro ex giocatore, amico di Olivier, che ci aveva lasciati da poco. Giocava con suo padre, Giroud ci tiene e non può mancare. Il problema è che si trova dall’altra parte del mondo, in viaggio di nozze con la sua Jennifer. Il suo aereo atterra alle 17, la partita è alle 18, i tempi sono stretti ma lui vuole esserci. A tutti i costi. Così ci contatta: 'Se qualcuno mi viene a prendere a Lione io corro e ci sono'. Affare fatto, e Olivier è venuto a giocare quella partita".
Alla prima gara da titolare con la Francia timbra il cartellino nel successo sulla Germania, sempre in amichevole, il 29 febbraio 2012. Confermato nella rosa anche nella successiva gestione di Didier Deschamps, fino ad oggi ha totalizzato 57 goal in 131 presenze, che lo rendono il miglior marcatore della storia della Nazionale transalpina.
GettyOlivier con la Francia ha partecipato a tre edizioni dei Campionati europei (2012, 2016 e 2020) e ai Mondiali di Brasile 2014, Russia 2018 e Qatar 2022. Ad Euro 2016, edizione del torneo continentale in cui segna anche 3 goal, fra cui una doppietta nel 5-2 dei quarti di finale contro l'Islanda, è sconfitto con i suoi compagni in finale dal Portogallo, mentre i Mondiali 2018 lo consacrano campione del Mondo a 31 anni con il record di aver giocato tutte le partite, inclusa la finalissima vinta 4-2 sulla Croazia, senza esser riuscito a segnare nemmeno una rete. In Qatar, invece, perde il trofeo con l'Argentina e chiude al terzo posto la classifica cannonieri con 4 timbri.
Nel 2018 fu fortemente contestato da una parte della tifoseria, delusa per la mancata convocazione di Karim Benzema.
"Non si possono mettere a confronto una vettura di Formula Uno e un go kart - dichiarò l'attaccante di origini algerine dopo la conquista del titolo mondiale da parte dei Galletti in una chat con i tifosi -, non si possono confondere. E io sono la macchina di Formula Uno".
E la replica di Olivier non si fece attendere:
"Io un go kart? Sì, ma un go kart campione del Mondo".
Fra il centravanti del Real Madrid, più giovane di un anno e mezzo, e Giroud, c'è stato del resto per anni un forte dualismo, riappianatosi soltanto nell'ultimo periodo con il giocatore dei Blancos tornato titolare fisso anche in Nazionale e Olivier relegato spesso a riserva di lusso.
Questo non ha impedito al centravanti di Chambéry di stabilire un altro primato, decisamente più positivo: andando a segno il 22 settembre 2022 nel match di Nations League contro l'Austria (vittoria per 2-0 dei Bleus), è diventato infatti il più anziano goleador della storia dei Galletti, trovando la rete a 35 anni e 357 giorni. Primato, che come quello dei goal complessivi, vorrebbe presto migliorare, dall'alto della sua ossessione per le statistiche.
"Solo i numeri restano", dice spesso ribadendo una delle sue massime preferite.Getty Images
DA SEX SIMBOL A UOMO DI FEDE
I trionfi internazionali non sono casuali nel lungo percorso calcistico di Giroud, e arrivano al termine di un percorso interiore importante. Da sex symbol con qualche scandalo extracalcistico, infatti, che lo ha portato nelle prime pagine dei tabloid nei suoi primi anni inglesi, il francese, che è sempre stato credente, diventa nella maturità un uomo di fede e forte religiosità.
"Il merito del successo che ho ottenuto è mio - dichiarerà -, ma la fede mi ha permesso di prendere le scelte giuste".
"Un giorno, se ne avrò la possibilità, voglio farmi battezzare dov’è stato battezzato Gesù: nelle acque del fiume Giordano".
La metamorfosi è evidente nei tanti tatuaggi che l'attaccante decide di farsi: sul braccio sinistro, fra gli altri simboli, trova spazio una croce, mentre sul braccio destro, scritto in latino, c'è il primo versetto del Salmo 22:
"Dominus Regit Me Et Nihil Mihi Deerit", ovvero "Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla".
In campo, spesso, dopo aver segnato un goal, Giroud esulta alzando le braccia al cielo per ringraziare Dio, a volte recita persino brevi preghiere.
"Lui è con me ogni giorno", ha sottolineato più volte.PUMA
L'APPRODO AL MILAN E LO SCUDETTO
Nel luglio 2021 Olivier Giroud lascia il Chelsea con un bilancio di 39 goal in 119 partite e firma con il Milan, nonostante lo cerchino Inter e Roma e lo sondi anche la Lazio, un contratto biennale da 3,5 milioni. Al Chelsea va un indennizzo di circa un milione. Per il francese, che approda nella squadra che seguiva da giovane tifando per il suo idolo Shevchenko, è un po' un cerchio che si chiude.
Fra i tifosi c'è chi snobba e un po' sorride sull'arrivo di un quasi trentacinquenne che per forza di cose ha già dato il meglio di sé. Ma si sbaglieranno clamorosamente. Partito come al solito in sordina, da riserva di Ibrahimovic, infatti, Giroud dimostra anche in Italia di non aver dimenticato come si segna.
Getty ImagesDebutta in Serie A il 23 agosto 2021 nella vittoria di Genova contro la Sampdoria (0-1) e si ritaglia il suo spazio anche in Champions League. Nonostante il Covid e qualche problema fisico, con il carisma, la personalità e la freddezza che lo contraddistinguono, il lupo dell'area di rigore ha fatto valere la sua legge, trascinando a suon di goal i rossoneri verso uno storico Scudetto 11 anni dopo il precedente.
Le reti di Giroud sono come sempre molto pesanti: doppietta al Cagliari in avvio di stagione, goal (più assist) nel 3-1 casalingo con la Roma il 6 gennaio, e, soprattutto, doppietta contro l'Inter nel Derby di ritorno del 5 febbraio, vinto in rimonta 2-1, zampata vincente al Maradona contro il Napoli, deviando un tiro di Calabria, e altra doppietta nel match con il Sassuolo che consegna matematicamente lo Scudetto al Diavolo. In tutto, ad oggi, il bottino di Giroud col Diavolo recita 130 presenze e 48 goal.
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Nonostante i 37 anni, Olivier ha ancora voglia di smentire con i fatti i suoi detrattori, che lungo la sua carriera lo hanno criticato e sottovalutato. Nonostante non abbia più la brillantezza fisica degli anni migliori, in area di rigore è sempre il vecchio lupo, apparentemente dormiente, e invece sempre pronto a colpire e a far goal, lasciando tutti di stucco.
"Perseverate, con fiducia e umiltà - scrive rivolgendosi ai suoi fans nell'autobiografica -. Credete in voi stessi e credete nella vita. E non permettete mai a niente e a nessuno di distruggere le vostre ambizioni. L’essenziale è crederci, crederci sempre…".
Se Jennifer gli ha regalato 4 figli, Jade, Evan, Aaron e Aria, anche il Ct. della Francia, Didier Deschamps, se lo vuole tener stretto.
"Olivier è un goleador con una mentalità vincente e un carattere d'acciaio".
Un nuovo capitolo della propria vita calcistica, Giroud, si appresta a renderlo a stelle e strisce: 'adieu' Milan, Los Angeles chiama.