Fabio Miretti Juventus 2021-22Getty Images

Miretti giura amore alla Juventus: "Sono 'gobbo' da cima a fondo, lo sono sempre stato"

Gli infortuni e la necessità di attingere da nuove forze fresche gli hanno spalancato le porte della prima squadra, in un momento storico particolarmente complicato: Fabio Miretti sta vivendo un sogno ad occhi aperti alla Juventus, coronando un percorso iniziato nel 2011 con l'ingresso nelle giovanili bianconere.

Guarda l'intervista di Miretti a 'Piedi X Terra' su DAZN

Intervistato da DAZN per il format 'Piedi X Terra', il centrocampista classe 2003 ha rivelato il nome del suo idolo da bambino e non solo: Nedved per l'infanzia, De Bruyne per il presente, col belga che recentemente gli ha fatto recapitare una sua maglia autografata.

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"Il mio idolo da bambino era Nedved, non so perché in realtà. Ero piccolino, guardavo la Juve e mi piaceva: non come può piacermi adesso De Bruyne, mi piaceva perché faceva goal. Volevo farmi crescere i capelli come lui, li portavo a caschetto. Ora il mio punto di riferimento è De Bruyne: di lui mi piacciono la visione e il modo con cui passa la palla, oltre a vedere le cose sa come farti arrivare il pallone, è qualcosa su cui so di dover migliorare e per quello mi ispiro a lui".

Anche Claudio Marchisio è un punto di riferimento, modello da seguire e, perché no, di cui emulare la carriera: l'ex centrocampista è uno dei pochi che possono affermare di avercela fatta nel salto dalle giovanili alla prima squadra.

"L'ho visto per la prima volta davanti ad una pizzeria a Torino, l'anno scorso. Abbiamo parlato un po' e mi ha scritto qualche messaggio dopo la Youth League. E' un punto di riferimento perché, quando sono arrivato al settore giovanile della Juve, tutti dicevano: 'Sono più quelli che non ce la fanno rispetto a chi ce la fa, guarda Marchisio'. Io ce l'ho fatta in questo mini percorso, dal settore giovanile alla prima squadra, adesso però arriva il difficile".

Poco spazio per i giovani in Italia? Il pensiero di Miretti a riguardo è chiaro.

"Secondo me non è vero che i giovani in Italia giocano poco. Adesso ho avuto un po' di spazio in più io, sta giocando Scalvini che è della mia stessa età. Forse all'estero hanno meno paura a buttarli dentro, però poi quello che giudica è sempre il campo. Scalvini mi piace, abbiamo sempre giocato contro nei campionati giovanili e insieme in Nazionale, è molto forte".

Il periodo storico complicato della Juventus può fare da trampolino di lancio per Miretti, anche se le responsabilità restano intatte a prescindere dalla situazione.

"Indipendentemente dal periodo, noi giocatori dobbiamo fare il massimo per vincere. E' una questione di responsabilità e attaccamento alla maglia. Sappiamo che gli infortunati ci potrebbero dare una mano, però quelli che vanno in campo hanno una responsabilità a prescindere dagli assenti. Siamo la Juve e dobbiamo vincere. Sono 'gobbo' da cima a fondo, lo sono sempre stato".
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