Marquinhos - As RomaGetty

Marquinhos alla Roma: l'intuizione vincente di Zeman

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Oggi è uno degli uomini simbolo di una superpotenza del calcio come il PSG, ma a portarlo in Europa quando era appena maggiorenne fu la Roma su indicazione di un allenatore noto più per aver scoperto grandi attaccanti che giovani difensori: Zdenek Zeman.

Lui è Marcos Aoas Correa, noto al pubblico come Marquinhos anche se durante la sua unica stagione alla Roma sulla maglia giallorossa comparirà semplicemente Marcos per evitare di confondersi col quasi omonimo compagno Marquinho. Altro brasiliano che non lascerà traccia nella storia del club.

Walter Sabatini, su indicazione del tecnico boemo, lo pesca dal Corinthians con l'idea di farlo crescere lentamente alle spalle di Castan e Burdisso, ma il ragazzino brucerà le tappe tanto che dopo una sola stagione su di lui piomba il PSG che lo porta in Francia sborsando circa 31 milioni di euro nelle casse della Roma.

LA SEGNALAZIONE DI ZEMAN E UNA STAGIONE DA TITOLARE ALLA ROMA

Cresciuto nel settore giovanile del Corinthians in cui milita dall'età di 8 anni, Marquinhos come detto viene acquistato dopo una segnalazione di Zeman che resta impressionato dalle capacità di quel ragazzino brasiliano tanto che il fratello Luan racconterà: "Gli ha detto che non ha mai visto un giocatore che sa rilanciare l'azione come fa lui". Il costo dell'operazione è di 1,5 milioni per il prestito oneroso con diritto di riscatto da 3 milioni, che diventa obbligo allo scattare dell'ottava presenza. Condizione che si verificherà dopo pochi mesi.

“E’ stata una scelta difficile. Insieme alla mia famiglia e ai miei procuratori ho deciso di accettare il progetto della Roma. All’inizio avevo un po’ paura perché ero giovane. Ciò che mi ha dato fiducia è stata la vicinanza della Roma che ha creduto molto in me. Ho scelto il numero 3 perché mi portava fortuna. Era il numero che portavo nelle giovanili del Corinthians e nel settore giovanile del Brasile. Mi ricorda tante cose belle per questo l’ho scelto”.

Zeman aveva adocchiato Marquinhos già quando giocava nella Seleçao Under 17. Rapido e bravo nell'anticipo, il ragazzino viene scelto dall'allenatore boemo che appena tornato alla Roma dopo averlo visto in un paio di dvd chiede a Sabatini di acquistarlo dal Corinthians, lo stesso club da cui sono già arrivati Castan e Dodò. Il tutto nonostante abbia giocato pochissime partite in Prima squadra. Un'intuizione che si rivelerà a dir poco azzeccata

“Zeman? Non posso dimenticarlo perché mi ha dato grande fiducia e ha creduto in me dandomi la possibilità di giocare da titolare nonostante fossi molto giovane”.

Il 7 ottobre, dopo alcune panchine e un paio di spezzoni, gioca la sua prima partita da titolare in Serie A contro l'Atalanta: la Roma vince 2-0 e Marquinhos convince tutti per personalità e qualità.

"L’emozione dell’esordio è stato unica. Subito dopo sono andato in Vaticano per ringraziare perché è stato bellissimo. Mio padre e mio fratello erano all’Olimpico. L’esordio è stata una gioia. Non è stato semplice considerando che sono un diciottenne. I nerazzurri poi non sono una squadra facile. Ma sono andato benissimo e ho impressionato tutti”.

Da quel momento il ragazzino non uscirà più dal campo mentre ad alternarsi accanto a lui sono Burdisso, Castan e un giovane Alessio Romagnoli, allora ancora solo una promessa del vivaio giallorosso. Un mese dopo, grazie alla presenza contro il Torino, scatta l'obbligo di riscatto dal Corinthians mentre al termine della stagione le partite complessive giocate da Marquinhos tra campionato e Coppa Italia saranno ben 30 di cui 26 in campionato e quattro in Coppa Italia. 

E non sembra un caso che in una delle peggiori sconfitte subite quell'anno dalla Roma, in casa del Napoli, Marquinhos non giochi causa squalifica per un rosso rimediato contro il Milan la settimana prima. Marquinhos diventa talmente fondamentale che durante la stagione la società decide di negare l'autorizzazione per la sua convocazione al sudamericano Under 20, preferendo tenere il ragazzo a disposizione di Zeman.

I giallorossi insomma hanno tra le mani un gioiello sul quale costruire la difesa del futuro ma le sirene del calciomercato e la possibilità di mettere a bilancio una plusvalenza da record è troppo forte, anche perchè intanto sulla panchina della Roma non c'è più il suo mentore Zeman. Marquinhos l'estate successiva va in ritiro ma di fatto non si vede mai, saltando anche la presentazione delle nuove maglie per una febbre che fa storcere il naso ai tifosi e costringe il difensore a postare sui social la foto del termometro.

Alla fine a presentare l'offerta giusta è il PSG, dove raggiunge il connazionale Thiago Silva. Marquinhos diventa così il il quinto difensore più pagato al mondo a soli 19 anni. Cifre da capogiro che non impressionanto un ragazzo con la testa sulle spalle, il cui unico sfizio per il trasferimento sotto la Torre Eiffel è l'acquisto di una Ferrari.

"L'ho comprata quando sono arrivato al PSG, ma è vero che lo uso pochissimo: non mi piace guidare, mi annoia. La Ferrari la uso soprattutto quando c'è la famiglia o gli amici. Mi piace quando ne possiamo  approfittare tutti insieme. Non posso venderla, fa parte della mia storia. Quando ero giovane, la mia famiglia non navigava nell'oro. Questa macchina è un capriccio di un giovane calciatore, ne sono consapevole, ma rende questo sogno realtà. Ho sempre voluto diventare professionista, giocare per un grande club e comprarmi una bella macchina. Quando ho avuto le chiavi della Ferrari in mano, mi sono detto: ‘Ce l'hai fatta!'".

I TRIONFI AL PSG E IL RECORD CONDIVISO CON RONALDO

E in effetti la giovane promessa sbarcata dal Brasile oggi ce l'ha fatta davvero, dato che a Parigi in questi anni Marquinhos è diventato un punto fermo dei transalpini. Il tutto con la fascia da capitano al braccio. Ulteriore segno di come il ragazzino arrivato in Francia nell'estate del 2013 sia un leader.

Anche perché in queste stagioni Marquinhos ha saputo adattarsi alle esigenze della squadra giocando difensore centrale, ruolo che ricopre attualmente con ottimi risultati, ma anche terzino destro e perfino centrocampista centrale come agli inizi della carriera in Brasile. E senza mai abbassare il livello delle sue prestazioni, anzi. Negli ultimi anni Marquinhos ha iniziato a farsi sentire anche nell'area avversaria, come dimostra un record che il difensore brasiliano condivide addirittura con Cristiano Ronaldo e Antoine Griezmann.

Grazie al goal realizzato nella semifinale d'andata contro il Manchester City del 2021, infatti, Marquinhos è diventato il terzo giocatore nella storia della Champions ad aver segnato nei quarti e in semifinale per due stagioni consecutive. Prima di lui, appunto, ci erano riusciti solo CR7 (2011/12, 2012/13, 2013/14) e Griezmann (2015/16, 2016/17). D'altronde fu proprio una rete del brasiliano nei minuti finali a spegnere il sogno dell'Atalanta e in semifinale lo stesso Marquinhos ha punito il Lipsia, trascinando il PSG fino alla sfortunata notte di Lisbona col Bayern.

Il ragazzino appena maggiorenne sbarcato nella Capitale su indicazione di Zeman insomma è diventato grande. In tutti i sensi.

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