Italien Balotelli Mancini 01062018

Mancini promuove Balotelli: "Può essere il leader dell'Italia"

La prima tranche di Roberto Mancini sulla panchina dell'Italia si è conclusa con un bilancio agrodolce: un successo, un pareggio e una sconfitta sul campo della forte Francia, anche se tutto questo era prevedibile per ovvi motivi di organizzazione e tempistiche.

Tra le note più liete figura sicuramente Mario Balotelli, andato subito a segno nell'amichevole d'esordio contro l'Arabia Saudita in cui ha mostrato doti di spessore, non soltanto tecniche.

Una bella notizia per Mancini che, intervistato da 'GQ', ha reso onore a 'Supermario': "Provo affetto per lui, ma il suo ritorno in azzurro ha motivazioni esclusivamente calcistiche. Ha soltanto 28 anni e quindi fa ancora in tempo a prendersi tutte le soddisfazioni che desidera perché al suo background fisico e tecnico ha aggiunto l’esperienza. Insomma, è cresciuto in tutti i sensi".

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L'ex Milan ha tutto per divenire il punto di riferimento del team azzurro: "Considerato che la Nazionale è destinata a perdere, subito o nel giro di un paio d’anni, lo zoccolo duro che ci ha tenuto a galla fino al flop con la Svezia, ho bisogno di nuovi leader. Mario ha l’età e la credibilità tecnica per farlo, e per fortuna non è l'unico".

Solo elogi per Chiesa, tra i talenti più brillanti del nostro movimento: "Ogni tanto mi fermo a osservarlo, perché con lui viaggio nel tempo. Federico è identico al papà Enrico, le stesse finte, la stessa accelerazione, un tiro molto simile. Quest’anno ha segnato poco in relazione alle potenzialità, ma è il classico talento che può esplodere in qualsiasi momento anche dal punto di vista realizzativo. Io me lo aspetto".

L'obiettivo è tornare al Mondiale che da giocatore non è mai arrivato: "Bearzot non mi chiamò nel 1986 perché non chiesi scusa per una notte brava a Manhattan, Sacchi mi lasciò fuori nel 1994 perché non tornai sulla decisione di autoescludermi, nel 1990 Vicini mi convocò ma senza mai schierarmi. Risultato: non ho giocato un minuto di un Mondiale e la trovo un’assurdità anche se in buona parte la colpa è mia. Ora penso a qualificarmi per l’Europeo e poi a disputarlo alla grande, io gioco sempre per vincere. Ma confesso che l’idea del Mondiale, visti i precedenti, già mi frulla in testa".

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