Paul Pogba e Federico Chiesa avranno il compito di cambiare il 2023 della Juventus. Le ultime battute del 2022, invece, serviranno a entrambi per effettuare un proficuo rodaggio. Con vista Mondiale, per il francese, desideroso di conquistare un posto in direzione Qatar. Mentre l’ex Fiorentina utilizzerà la sosta con un unico obiettivo da centrare, ovvero perfezionare la condizione atletica.
Il doppio rientro è ormai dietro l’angolo, ma non passerà per Lecce. Spoiler già effettuato da Max Allegri post eliminazione in Champions League. Lo stesso tecnico, in occasione della conferenza di vigilia pre-trasferta salentina, ha ribadito come i due lungodegenti non saranno dell’imminente spedizione. Insomma, bisogna ancora attendere. Sì, ma quanto? Verona e Lazio. Niente PSG, probabilmente neanche Inter. Da qui non si scappa. E qui, soprattutto, si capirà molto della pericolante stagione bianconera.
“Pogba e Chiesa non saranno convocati, impossibile per mercoledì, al 99% neanche contro l’Inter. Se ci saranno, sarà molto difficile, sarà per il Verona e con la Lazio, ma sarà molto difficile”.
Assente dal 9 gennaio, a causa della ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro post infortunio subìto con la Roma, Chiesa nei giorni scorsi ha effettuato un test – in famiglia – da 45’.
Un allenamento congiunto positivo, a detta dei ben informati, che ha visto il fresco 25enne realizzare una doppietta. Sensazioni rassicuranti, ottime risposte nei cambi di direzione, con annessa duttilità al potere: esterno d’attacco e seconda punta.
Nulla di nuovo all’orizzonte, in quanto Chiesa ha già ampiamente dimostrato di essere un imprescindibile per la Vecchia Signora, ma inevitabilmente il rientro – considerando i mesi di assenza – viene spalleggiato da un unico sostantivo: pazienza.
Sfumature differenti per Pogba, ma con lo stesso concetto di base. Prima la malasorte, con l’infortunio patito negli States, con annessa lesione del menisco laterale. Poi l'errata strategia individuale, la terapia conservativa, con successivo intervento chirurgico agli inizi di settembre. Morale della favola? Il Pogback non è ancora andato in scena e, giocoforza, questa defezione ha condizionato pesantemente i piani di una squadra che – proprio con il suo ritorno – avrebbe dovuto cambiare volto a centrocampo.
Guai però a pensare che il transalpino possa indicare da solo la via maestra. Vuoi perché, al netto dei mostri sacri, il calcio resta uno sport collettivo e solamente a livello corale si possono ottenere determinati risultati. Vuoi perché l’ultimo Pogba di Manchester non è che avesse fornito grandi garanzie fisiche, basti pensare all’ultima partita disputata per intero datata 12 marzo.




