Alessio Romagnoli MilanGetty Images

Greatest Hits: Alessio Romagnoli, una scommessa vinta

Nelle giovanili della Roma era talmente forte che spesso i genitori rinunciavano a giorni di lavoro per accompagnarlo ad allenamento. Alessio Romagnoli è una scommessa vinta in partenza, perchè se tuo figlio arriva a giocare in Primavera con gente di 4 anni piu’ grande, beh sicuramente ha la testa che viaggia veloce. Il divertimento prima tutto certo, ma questo ragazzo era davvero bravo.

Guarda Greatest Hits: Alessio Romagnoli su DAZN

Che il Milan sarebbe stato il suo futuro lo si era capito il giorno dell’esordio in Serie A. 22 dicembre 2012, in campo contro la squadra che qualche anno dopo l’avrebbe fatto capitano. Regalo di Natale di Zeman che cambia la vita: dentro un minorenne, e fuori Totti, punto di riferimento nello spogliatoio, ma non di certo idolo. Quello ha il numero 46... e non sulla maglietta!

L'articolo prosegue qui sotto

Il primo gol in A non si scorda mai: incornata da tre punti al Genoa. E non è un caso, visto che dopo un anno di rodaggio in giallorosso passa in prestito alla Samp: stagione perfetta e derby vinto. Mihajlovic si innamora di lui, lo cresce accanto a Silvestre, lo vuole a tutti costi al Milan. 25 milioni per portarlo in rossonero: si prende la 13 di Nesta, modello da sempre, laziale come lui.

Da bambino giocava in mezzo al campo, piedi buoni e visione di gioco: una sorta di certificato di qualità. Pensa prima, legge le giocate, è maestro nell’anticipare gli avversari. Romagnoli difende elegante, forse troppo per i tempi che corrono, perchè ogni tanto è bene tenere i gomiti alti. Il primo anno al Milan ha il sapore amaro di una finale persa, serve per forgiare malizia e ambizione.

Alessio Romagnoli AC MIlan 2019-20(C)Getty Images

A Doha vince la Supercoppa Italiana, ancora oggi l’unico trofeo della sua carriera. Con Montella che l’aveva allenato pure nei Giovanissimi della Roma vive una stagione in costante crescita, ma forse è l’anno successivo, quello accanto a Bonucci, che lo rende giocatore. Perchè è negli errori che si diventa grandi: altra finale persa e altra delusione. Leo torna alla Juve, lui si prende la fascia. È il capitano piu’ giovane della storia del Milan dopo Baresi. Quell’anno in Europa non esisteva un difensore che subisse meno dribbling di lui: per Roberto Mancini diventa un punto fermo della Nazionale.

Con Gattuso rincorre l’Europa fino all’ultima giornata. Un gol a San Siro, uno all’ultimo respiro, una stagione tutta d’un fiato per arrivare tra le prime quattro. Non bastano tre punti a Ferrara, l’Inter batte l’Empoli. È la stagione dei rimpianti e delle solite voci di mercato che lo vedono in partenza. Con Giampaolo un passo indietro, con Pioli due in avanti. Kjaer è il compagno ideale, il Milan è finalmente l’abito migliore. Lui scende in campo con la stessa ambizione di quando è arrivato: giocare la Champions League. Venticinque anni e una carriera davanti, Romagnoli è ancora quella scommessa vinta.

Pubblicità