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Frank Rijkaard, 'Il Cigno' nero centrocampista dominante di Milan, Ajax e Olanda

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Superarlo nell'uno contro uno era quasi impossibile. Il giocatore avversario si ritrovava di fronte una montagna di muscoli ed esplosività e puntualmente finiva per perdere il pallone ed essere sorpreso. Madre natura aveva dotato del resto Franklin Edmundo Rijkaard, per tutti semplicemente Frank Rijkaard, di un fisico da corazziere: un metro per novanta di altezza per 80 chilogrammi di peso forma, che facevano di lui un vero colosso.

Dotato di gran senso tattico, che affinerà nel corso degli anni, e di qualità tecniche fuori dal comune, specialmente per un calciatore della sua struttura, aveva mezzi balistici notevoli ed era abile nel colpo di testa. Caratteristiche che gli faranno guadagnare il soprannome di 'Cigno Nero'.

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Nella sua brillante carriera da calciatore, ha vinto molto con il Milan e con l'Ajax, le due squadre che hanno caratterizzato il suo percorso nel mondo del calcio: in rossonero 2 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali e 2 Supercoppe italiane, con i lancieri 5 Eredivisie, 3 Coppe e 2 Supercoppe d'Olanda, una Champions League e una Coppa delle Coppe.

Con l'Olanda è campione d'Europa nel 1988. Diventato dopo il ritiro allenatore, vive i suoi anni migliori a metà anni Duemila alla guida del Barcellona, che in 4 anni conduce a vincere 2 volte la Liga spagnola, 2 Supercoppe di Spagna e la Champions League 2005/06.

DAI PRIMI PASSI ALL'AJAX

Rijkaard nasce ad Amsterdam il 30 settembre 1962, nel quartiere Jordaan, appena 29 giorni dopo e a pochi isolati di distanza da Ruud Gullit. Anche suo padre Herman, un ex calciatore professionista, come nel caso del suo futuro compagno di squadra, è originario del Suriname e ha raggiunto l'Olanda nel 1950. Sua madre, invece, Neel Van Der Meulen, è olandese.

Da ragazzi Frank e Ruud si incontrano spesso sui campi della capitale dei Paesi Bassi. Rijkaard inizia il suo percorso nel mondo del calcio entrando a 11 anni nelle Giovanili del Blauw Wit, dove resterà tre stagioni, prima di passare nel DWS, una delle più famose squadre di quartiere di Amsterdam.

Qui divide lo spogliatoio per la prima volta nella sua carriera proprio con Gullit (ci sono foto che li ritraggono uno accanto all'altro), e si mette in grande evidenza, mostrando quelle qualità che lo renderanno uno dei più forti giocatori al Mondo fra fine anni Ottanta e prima metà degli anni Novanta.

Nel 1979 approda così all'Ajax, sempre nel settore giovanile, ma, pur giovanissimo, è già pronto al salto fra i professionisti, che avviene nel 1980 a 17 anni: il tecnico Leo Beenhakker lo fa esordire in Prima squadra contro i Go Ahead Eagles. I lancieri vincono 4-2 e Rijkaard bagna la prima presenza in Eredivisie con un goal.

Mentre Gullit percorre una strada diversa, Frank inizia così il suo percorso nell'Ajax, dove con un gruppo di calciatori che faranno la storia del club e del calcio olandese, fra i quali Marco Van Basten, di 2 anni più piccolo di lui, e i fratelli Koeman, completa la sua formazione calcistica.

Nel 1981/82 e nel 1982/83 la squadra biancorossa, con cui Rijkaard gioca da difensore centrale, sotto la guida di Aad De Mos vince due volte consecutive il campionato olandese e una volta la Coppa d'Olanda. Oltre a distinguersi fra i difensori più forti dell'Eredivisie, il giovane olandese si mette in evidenza anche per la sua confidenza con il goal: ne segna 9 nel 1983/84, 7 nel 1984/85, anno in cui, nonostante i 5 allenatori che si susseguono in panchina, la squadra di Amsterdam si laurea ancora una volta campione dell'Eredivisie.

A partire dall'anno seguente, è Johan Cruijff a intuire che spostato a centrocampo, Rijkaard può essere devastante grazie alla sua fisicità abbinata alla qualità tecnica. Con Rijkaard che si alterna da centrocampista centrale e da ala destra, l'Ajax vince altre due volte la Coppa d'Olanda e la Coppa delle Coppe 1986/87. In finale si impone sulla Lokomotive Lipsia grazie ad una rete di Van Basten.

LO SCONTRO CON CRUIJFF E L'ADDIO AI LANCIERI

La stagione 1986/87, tuttavia, si caratterizza per lo scontro fra Frank e Cruijff: l'ambizioso giocatore dell'Ajax, infatti, a 24 anni capisce che per affermarsi ad alti livelli deve lasciare il club, e, segretamente, firma un precontratto con il PSV Eindhoven, grande rivale dei lancieri, facendo andare su tutte le furie la leggenda olandese.

A fine anno è concesso in prestito per due gare al Milan, club italiano che ha appena acquistato Gullit e Van Basten, e a giugno del 1987 disputa il Mundialito Club. L'olandese gioca due partite di alto livello da centrale difensivo contro Porto e PSG, partite entrambe vinte dalla squadra guidata da Capello, contribuendo a quella che sarà la vittoria finale dei rossoneri. 

Di fatto è il primo dei tre a vestire la maglia rossonera, benché non sia stato ancora acquistato a differenza dei suoi connazionali. Resta estasiato dall'ambiente e dall'accoglienza ricevuta, e da quel momento in poi sogna l'approdo in maglia rossonera. Non subito, però, perché le ferree regole federali impongono solo due stranieri per squadra e, come se non bastasse, il Milan ha già comprato l'argentino Claudio Borghi, altro protagonista di quel Mundialito.

L'Ajax lo mette nella lista dei partenti, ma la firma con lo Sporting arriva oltre i termini consentiti. Resta ancora ad Amsterdam per metà stagione, poi, per uscire dall'impaccio, il club biancorosso lo cede in prestito al Real Saragozza in Spagna.

L'impatto con il calcio spagnolo non è però dei migliori: Rijkaard gioca appena 11 partite, senza reti, e, soprattutto, senza incidere.

Frank RijkaardGetty

L'OLANDA: IL SUCCESSO DI EURO '88 E IL FLOP DI ITALIA '90

Parallelamente alla sua crescita con l'Ajax, Rijkaard inizia a rappresentare fin da giovanissimo anche la Nazionale olandese. Il debutto arriva ad appena 17 anni in amichevole contro la Svizzera (vittoria per 2-1 degli elvetici), chiamato dal Ct. Jan Zwartkruis.

Sotto la successiva gestione del Ct. Rijvers è impiegato meno, ma contro Malta il 17 dicembre 1983, in una gara di qualificazione ad Euro '84, realizza una doppietta. Partecipa alle sfortunate qualificazioni per Messico '86, mentre successivamente è fra i protagonisti della cavalcata che qualifica la squadra di Rinus Michels ad Euro '88.

In Germania, poi, Frank dà un apporto importante alla squadra nella conquista del titolo europeo. La finale vede gli Arancioni prevalere sull'URSS per 2-0. Con la maglia dell'Olanda Rijkaard disputa i Mondiali di Italia '90. La Nazionale dei Paesi Bassi è molto accreditata, e ci arriva da Campione d'Europa in carica, ma, complice un momento di scarsa condizione di alcune sue stelle, non disputerà un bel Mondiale.

Anche le prestazioni di Rijkaard non solo all'altezza, e Frank, ormai impiegato da centrocampista, commette una sciocchezza nella partita degli ottavi di finale contro la Germania Ovest. Dopo aver battibeccato dall'inizio della partita con Rudi Völler, e aver effettuato un'entrata dura sull'avversario che gli costa l'ammonizione, gli sputa una prima volta sui capelli. 

Rudi protesta e l'arbitro, l'argentino Loustau, visto che Rijkaard polemicamente gli fa un gesto con le mani, a voler dire "Sai solo chiacchierare", estrae un giallo anche per l'attaccante tedesco. Völler però non ci sta e indica al direttore di gara di aver ricevuto uno sputo sui capelli.

Sul conseguente calcio di punizione per la Germania, Van Breukelen abbranca la palla in presa, ma Völler, lanciato verso la palla, interviene in maniera scomposta, non riesce a frenare e tocca il portiere avversario. Van Breukelen lo affronta a muso duro e Rijkaard si mette in mezzo fra i due litiganti. Nel terreno di gioco del Meazza si scatena un parapiglia, con Klinsmann che, lucido, cerca di trattenere Völler.

L’arbitro ne ha abbastanza ed estrae il rosso verso Völler e Rijkaard. Ma mentre camminano per lasciare il campo, l’olandese sputa di nuovo sui riccioli di Völler. I due continuano a battibeccare fino agli spogliatoi, ma qualche anno dopo faranno pace e gireranno anche uno spot assieme per una nota marca di burro olandese.

Nello spot, il cui slogan era "Everything better in butter", ovvero "Tutto è meglio nel burro", i due contendenti vestono con un improbabile accappatoio color panna e Rudi domanda a Frank: "Perché mi hai sputato?", sentendosi rispondere: "Per lo sputo ho sbagliato, scusami, ma quella sera sembravi fortissimo, ho dovuto farlo".

Frank Rijkaard Rudi Voller Netherlands West Germany 1990 World CupGetty

Senza Rijkaard l'Olanda perde il suo equilibrio, e la Germania Ovest di Beckenbauer, grazie soprattutto a un Klinsmann scatenato, si impone 2-1 e passa il turno in quella che per molti era stata una finale anticipata.

Successivamente si verrà a sapere che Frank attraversava un momento difficile nella sua vita privata: il giocatore olandese era in crisi con la sua prima moglie Carmen, che aveva deciso di tornare in Olanda con la loro bambina Lindsay. In seguito a questo fatto, Frank, precedentemente sempre molto corretto, aveva iniziato ad avere crisi nervose e ad essere espulso con una certa frequenza.

Il riscatto per Rijkaard arriva ad Euro 92', quando il centrocampista del Milan è una delle stelle del torneo svedese. Nella fase a gironi si prende la rivincita sulla Germania Ovest aprendo le marcature con uno spettacolare colpo di testa nel successo per 3-1 dell'Olanda nella fase a gironi, poi, nella semifinale con la Danimarca, è di gran lunga il migliore in campo dei suoi.

Prima serve di testa l'assist per l'1-1 di Bergkamp dopo il vantaggio iniziale di Henrik Larsen, quindi, in zona Cesarini, acciuffa il pareggio dopo il 2-1 siglato ancora dal giocatore danese del Pisa. La gara si decide ai rigori: Rijkaard con freddezza sigla il secondo penalty degli Arancioni, ma è decisivo l'errore di Van Basten, che si fa neutralizzare il tiro da Schmeichel e condanna la squadra di Michels all'eliminazione.

Pensa al ritiro, ma prolunga la sua permanenza in Nazionale fino ai Mondiali di USA '94. Qui è di nuovo protagonista, ma l'Olanda di Advocaat deve arrendersi ai supplementari nei quarti di finale al Brasile di Parreira, che si impone 3-2 al termine di una delle gare più belle del torneo, e successivamente conquisterà il titolo superando ai rigori l'Italia di Sacchi.

La gara con la Seleção è anche l'ultima di Rijkaard con la Nazionale olandese, che chiude con un bilancio di 10 reti in 73 presenze.

IL ROCAMBOLESCO APPRODO AL MILAN

A livello di club, dopo la controversa stagione 1987/88, Rijkaard cerca una soluzione definitiva per la sua carriera lontano da Amsterdam. L'olandese può finalmente unirsi allo Sporting, ma la sua permanenza in Portogallo durerà poco: Sacchi, allenatore del Milan campione d'Italia, convince Berlusconi a 'scaricare' Borghi e a puntare su Rijkaard come terzo straniero dei rossoneri.

Il Cavaliere manda allora in missione a Lisbona il Direttore generale Ariedo Braida e l'Amministratore delegato Adriano Galliani. I due riusciranno a tornare a Milano con il contratto firmato del giocatore, nonostante un clima infuocato con i tifosi furiosi con la società e intenzionati a bloccare la cessione.

Proprio Braida racconterà in seguito quello che è passato alla storia come il 'Caso mutande'.

"È stato in assoluto l'affare più complicato della mia carriera. - assicurerà il dirigente in un'intervista a 'Il Corriere della Sera' del 2014 - Io e Galliani eravamo allo stadio di Lisbona per le firme. I tifosi, furiosi e contrari alla sua partenza, cercarono di entrare negli uffici. Buttarono giù una porta. Allora misi il contratto nelle mutande per tenerlo al sicuro".

Rijkaard, Van Basten, Gullit - AC MIlanGetty

DA DIFENSORE A DOMINATORE DEL CENTROCAMPO ROSSONERO

Sacchi è dunque accontentato da Berlusconi e Rijkaard può sbarcare a Milano ed affiancare, in un fantastico trio olandese, i connazionali Ruud Gullit e Marco Van Basten. La somma spesa per il suo cartellino è di 5 miliardi e 800 milioni di Lire.

"Aspettavo di raggiungere Marco e Ruud. - dichiara il classe 1962 a 'Forza Milan' - Sono felice: dal mio esordio al Mundialito a oggi il Milan ha fatto passi da gigante e poter giocare la Coppa dei Campioni in questa squadra mi sembra il massimo". 

L'esordio ufficiale in rossonero avviene il 21 agosto 1988 nella Prima fase della Coppa Italia. I rossoneri giocano al Rigamonti di Brescia contro il Licata, e si impongono 2-0. Frank è schierato da Sacchi come difensore centrale marcatore accanto a Baresi.

Presto però il Profeta di Fusignano si rende conto che in quel ruolo è sprecato e preferisce avanzarlo a centrocampo, tenendo come centrale difensivo inizialmente Filippo Galli, quindi, dopo il suo infortunio, il giovane Costacurta, promosso in pianta stabile in Prima squadra nel corso della stagione. 

Il 9 ottobre 1988 il terzo olandese fa il suo esordio in Serie A nel 4-0 casalingo contro la Fiorentina. Il 20 novembre 1988 all'Atleti Azzurri d'Italia segna la sua prima rete in rossonero, benché quest'ultima non eviti la sconfitta per 2-1 dei Campioni d'Italia nel derby lombardo contro l'Atalanta di Mondonico.

Per tutta la prima stagione italiana, comunque, Frank si alterna nelle posizioni di centrale difensivo e centrocampista. Se il campionato registra il dominio dell'Inter 'tedesca' di Trapattoni, i rossoneri danno spettacolo in Coppa dei Campioni. Anche Frank, con i suoi compagni, è protagonista della magica cavalcata dei milanesi fino alla finale di Barcellona.

A Belgrado, nella ripetizione della sfida di ritorno degli ottavi di finale con la Stella Rossa, di dimostra molto freddo dal dischetto, infilando il rigore decisivo. È sempre lui, poi, il 19 aprile 1989, a infilare di testa Buyo nel goal del 2-0 contro il Real Madrid, nella semifinale di ritorno giocata a Milano e stravinta contro i Blancos (5-0). Il 24 maggio al Camp Nou i rossoneri completano l'opera battendo 4-0 la Steaua Bucarest e conquistando la Coppa dei Campioni, primo trofeo conquistato da Rijkaard con il suo nuovo club.

Il 14 giugno 1989 la squadra di Sacchi conquista anche la prima Supercoppa italiana, battendo 3-1 a Milano la Sampdoria di Vialli e Mancini. La stagione si chiude per l'olandese con 47 presenze e 6 goal in tutte le competizioni.

RijkaardGetty

A partire dal 1989/90, Rijkaard è impiegato costantemente da Sacchi come interno di centrocampo. Il campionato sembra poter offrire molto ai rossoneri, ma un calo di rendimento in primavera, e alcuni eventi sfavorevoli, come la monetina di Alemão e la seconda Fatal Verona porteranno lo Scudetto al Napoli di Maradona.

Rijkaard, particolarmente nervoso per vicende personali, si 'macchia' di due espulsioni pesanti, nella gara decisiva del campionato al Bentegodi, nella quale l'arbitro Lo Bello lo accuserà di avergli sputato su una scarpa, e nella finale di andata di Coppa Italia pareggiata 0-0 con Juventus. Il rosso gli impedirà di disputare la gara decisiva di ritorno, che vedrà trionfare i bianconeri di Zoff.

Dove Rijkaard e il Milan si rendono protagonisti è invece ancora in Europa. Frank si ripete contro il Real Madrid, siglando di testa il goal dell'1-0 a San Siro e aprendo le porte al passaggio del turno della squadra di Sacchi. Quest'ultima approda nuovamente in finale, dopo aver estromesso in semifinale il Bayern Monaco, e al Prater di Vienna affronta il Benfica di Eriksson il 23 maggio del 1990. La gara sembra bloccata, Gullit e Van Basten, che non sono al 100%, non riescono a sfondare contro la rocciosa retroguardia portoghese, e allora ci pensa Frank.

È il 68' e Van Basten, ricevuta palla, arretra spalle alla porta sulla trequarti, attirando su di sé i difensori delle Aquile, e aprendo lo spazio per l'inserimento di Rijkaard. Quest'ultimo legge tutto alla perfezione, riceve l'assist del 'Cigno di Utrecht' e infila il portiere Silvino. È un goal pesantissimo, che dà al Milan la seconda Coppa dei Campioni consecutiva e scrive il nome di Rijkaard nella storia. In precedenza il Milan aveva vinto anche la Supercoppa europea, superando il Barcellona, e la Coppa Intercontinentale, prevalendo 1-0 ai supplementari sull'Atletico Nacional di Medellin.

Dopo la delusione dei Mondiali, il 1990/91 porta al giocatore olandese e al Milan una seconda Supercoppa europea, vinta contro la Sampdoria, e una seconda Coppa Intercontinentale. Rijkaard la vince da protagonista, con una prestazione superlativa contro i paraguayani dell'Olimpia di Asunción. Il centrocampista domina in lungo e in largo in mezzo al campo, segna una doppietta e a fine gara è votato come miglior giocatore della sfida.

In Coppa dei Campioni il Marsiglia estromette il Milan ai quarti, e l'abbandono del Velodrome in seguito allo spegnimento di alcuni riflettori costa ai rossoneri un anno di squalifica internazionale. Il periodo fortunato di Rijkaard con il Milan prosegue comunque anche con Fabio Capello in panchina: l'olandese conquista due Scudetti (1991/92 e 1992/93), mentre la terza Champions League sfuma sul più bello: in finale si impone infatti 1-0 il Marsiglia, in quella che sarà l'ultima gara del forte centrocampista con i rossoneri.

Rijkaard ha già deciso infatti di voltare pagina e far ritorno in Olanda. Chiude la sua avventura in rossonero con 26 goal e 25 assist in 201 presenze complessive. Alcune sue reti restano ancora oggi nell'immaginario collettivo dei tifosi: su tutte quella in finale di Coppa dei Campioni del 1990, oltre alle due al Real Madrid, la spettacolare rovesciata contro il Pescara in campionato nel 1988/89, il goal al Napoli nel 5-0 di San Siro del gennaio 1992 e l'ultima, un missile di controbalzo contro l'Ancona il 9 maggio 1993. Curiosamente anche l'ultimo goal di Van Basten sarà realizzato nella stessa partita del Del Conero.

Frank Rijkaard AjaxGetty

IL RITORNO ALL'AJAX E LA CHAMPIONS 1994/95

Rijkaard nel 1993 fa dunque ritorno all'Ajax, la squadra dove il sogno era cominciato, per circa un miliardo e 200 milioni di Lire. Con i Lancieri si ritaglia il ruolo di leader dello spogliatoio e di chioccia per una generazione di giovani talenti che di lì a breve faranno parlare di loro. In due stagioni arricchisce il suo palmarès con altri 2 titoli olandesi (portando a 5 il totale), 2 Supercoppe d'Olanda e, soprattutto, la Champions League 1994/95.

I Lancieri sfidano in finale il Milan di Capello, che arriva alla gara decisiva fortemente 'spuntato'. La gara resta sull'equilibrio ma a spezzarlo è proprio il grande ex in zona Cesarini: Frank serve una palla a centro area per l'inserimento del neo entrato Kluivert, che controlla e batte in uscita Sebastiano Rossi. 

L'ex rossonero è euforico, mentre le lacrime abbondano sui volti dei suoi ex compagni. Dopo il terzo trionfo europeo da calciatore, Rijkaard si ritira dal calcio giocato a 32 anni con un bilancio nell'Ajax di 71 goal in 337 presenze, 

RIJKAARD ALLENATORE: DA EURO 2000 AL BARCELLONA

Appesi gli scarpini al chiodo, Rijkaard diventa assistente di Guus Hiddink nella Nazionale olandese. Dopo i Mondiali 1998, ne eredita la panchina e diventa Commissario tecnico. Guida la squadra agli Europei casalinghi, ma in semifinale incappa in una storica sconfitta ai rigori contro l'Italia di Zoff, rimasta in 10 uomini dopo pochi minuti per l'espulsione di Zambrotta.

L'ex centrocampista si dimette subito dopo il torneo e assume la guida dello Sparta Rotterdam, il più antico club olandese. L'esperienza non è però positiva, e culmina con l'esonero dopo la retrocessione del club. La grande occasione che Rijkaard aspettava arriva invece nel 2003, quando il Barcellona gli offre la sua panchina. Con una squadra che ha in Rafa Marquez, Xavi, Eto'o e Ronaldinho i suoi punti di forza, l'olandese conquista 2 volte la Liga e soprattutto la Champions League 2005/06 con la finale vinta contro l'Arsenal.

Dopo Miguel Muñoz, Giovanni Trapattoni, Johan Cruijff e Carlo Ancelotti, diventa il quinto ad aver vinto la Champions League sia da giocatore sia da allenatore. Viene esonerato il 30 giugno 2008, dopo che la sconfitta per 4-1 nel Clasico costringe i blaugrana ai preliminari della Champions successiva. Nel 2009/10 guida il Galatasaray al 3° posto finale che vale la qualificazione alla Champions League nella Süper Lig turca.

Frank Rijkaard BarcelonaGetty

Rescisso consensualmente il contratto con il club turco il 20 ottobre 2010, nel luglio 2011 assume l'incarico di Commissario tecnico dell'Arabia Saudita, firmando un ricco triennale. Ma dopo l'eliminazione dai Mondiali 2014 ad opera dell'Australia e quella dalla Coppa del Golfo 2013, il 16 gennaio 2013 è esonerato e la sua avventura termina anzitempo. Da allora l'ex rossonero non ha mai più allenato, nonostante il suo nome sia circolato spesso.

Nella vita privata dopo due matrimoni terminati con un divorzio, il primo con Carmen, il secondo con Monique Olgers, si è unito in terze nozze con Stephanie Rucker, da cui ha avuto Ceejay, l'ultimo dei suoi quattro figli (Lindsay, avuta dalla prima moglie, Mitchel, avuto dalla seconda moglie e Santi sono gli altri tre).

Fra i più forti centrocampisti della sua epoca, per due volte, nel 1988 e nel 1989, durante l'avventura al Milan, ha chiuso al 3° posto nella classifica finale del Pallone d'Oro. 

"Ringrazio di cuore Sacchi per avermi dato la possibilità di giocare in una grande squadra. - ha dichiarato di recente al Festival dello Sport di Trento - Ambientarmi è stato più facile. Mi ha insegnato tutto ciò che dovevo fare in campo con grande velocità, così come hanno fatto i miei ex compagni. Ancelotti e Baresi su tutti. Franco era eccezionale, un capitano, un fuoriclasse. Ci diceva di non parlare troppo e concentrarci sul gioco".

"Il mister ha cambiato il calcio italiano, dopo il primo goal si cercava il secondo. Abbiamo compreso presto cos’era la pressione. La finale contro la Steaua fu una partita perfetta, tutti hanno compiuto il proprio lavoro giocando alla grande".

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