Cristiano Ronaldo Manchester City GFXGetty/Goal

Cristiano Ronaldo al Manchester City: i motivi del mancato trasferimento

Nell'arco di quarantotto ore è successo praticamente di tutto. Maturato l'addio alla Juventus, sembrava che per Cristiano Ronaldo stesse per aprirsi uno scenario di mercato clamoroso, ossia il passaggio al Manchester City.

Proprio che lui che dal 2003 al 2009 è diventato un pilastro nonché una bandiera sull'altra sponda, quella tinta di rosso United. Quando il tutto sembrava ormai indirizzato, però, ecco servito il colpo di scena: blitz improvviso proprio del Manchester United, proposta accettata e ricongiungimento avvenuto: CR7, dodici anni dopo, sarà nuovamente un Red Devil.

Niente matrimonio Ronaldo-City, dunque. Ma quanto è stato effettivamente vicino ai Citizens il cinque volte Pallone d'Oro? Secondo quanto raccolto da Goal, l'agente Jorge Mendes ha trascorso l'estate alla ricerca di una papabile destinazione per il proprio assistito, ormai più che deciso a chiudere l'esperienza italiana.

Il procuratore lusitano ha sondato diversi fronti, tra i quali proprio il Manchester City. Il club campione d'Inghilterra era sì alla ricerca di un attaccante ma, dopo l'acquisto di Grealish, l'obiettivo numero uno era diventato Harry Kane del Tottenham. Il club londinese, però, non ha esitato a fare muro ribadendo l'incedibilità del proprio centravanti.

E a quel punto, con un tassello rimasto evidentemente scoperto, Mendes ha provato ad accelerare i tempi: una nuova opportunità per Cristiano e un attaccante nuovo di zecca per Guardiola. Tutti felici e contenti? Non esattamente. I motivi che hanno stoppato sul nascere il possibile affare sono sostanzialmente tre.

Il primo è di natura economica: la Juve avrebbe acconsentito alla cessione del portoghese soltanto a fronte di un'offerta di poco inferiore ai 30 milioni, in modo da non generare una minusvalenza. Dal canto suo il City non ha mai fatto mistero di volere il calciatore soltanto a 'zero'.

Il secondo aspetto considerato è invece di natura anagrafica. Il fuoriclasse portoghese compirà 37 anni il prossimo 5 febbraio e questo dato non scaldava particolarmente lo stato maggiore del City, consapevole di essere alle prese con un investimento a breve termine.

Infine, ha pesato, e non poco, l'aspetto tattico. Il City di Guardiola è una macchina che funziona secondo meccanismi ben precisi. L'estenuante lavoro richiesto dal tecnico in fase di pressing parte proprio dagli attaccanti, meccanismi che probabilmente non sarebbero stati compatibili con la spiccata natura da finalizzatore dell'ex Real Madrid.

"Senza palla, devono correre come se fosse l'ultimo minuto della loro vita - ha dichiarato il tecnico catalano prima della partita con l'Arsenal - Non mi piace quando vedo un giocatore che non corre. Non mi piace per niente".

“Devono convincermi perché gli altri compagni possono correre e questo ragazzo non può correre. Se mi convince di questo e convince i suoi compagni, forse. Se non corre per gli altri, non capisco la teoria".

Nessun riferimento diretto a Ronaldo, sia chiaro, ma soltanto un ragionamento su un ipotetico calciatore. Morale della favola, il City non ha affondato il colpo, a differenza dei rivali concittadini da subito ben disposti a riaprire le porte dell'Old Trafford a chi ha scritto la storia del club.

Il Manchester City chiuderà il proprio mercato senza nuovi innesti nel reparto avanzato. Rimane soltanto tanta curiosità su cosa sarebbe potuto accadere, perché un attaccante da 30 goal stagionali in undici delle ultime dodici annate da professionista avrebbe avuto un impatto decisamente importante anche all'interno della rigida intelaiatura di Pep.
 

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