I vergognosi cori intornati sabato durante Udinese-Roma e Juventus-SPAL fanno tornare di stretta attualità il problema della discriminazione territoriale negli stadi italiani.
A fare chiarezza, intervistato da Rai Radio 1 durante 'Radio Anch'io Sport', è il designatore Nicola Rizzoli: "C'è una procedura ufficiale, stabilita da FIFA e UEFA, per punire gli episodi di razzismo e di discriminazione territoriale: l'arbitro deve fermare la gara per far trasmettere un annuncio pubblico". Proprio come richiesto da Ancelotti qualche settimana fa.
Se i cori dovessero continuare bisognerà "fermare di nuovo la gara, chiamare i giocatori a centrocampo e dare un altro annuncio. Se non ci sono le condizioni l'arbitro fa rientrare le squadre negli spogliatoi, la gara viene sospesa e la palla passa al responsabile dell'ordine pubblico che decide se sospendere la partita".
Infine Rizzoli fa anche il punto sull'evoluzione del VAR grazie a cui i rigori si sono dimezzati e le simulazioni sono diminuite: "I giocatori in area di rigore stanno più attenti perché sanno che c'è un controllo maggiore, sia i difensori che gli attaccanti, che evitano di ricorrere alle simulazioni".
In aumento invece le ammonizioni per proteste: "L'anno scorso la novità aveva attenuato tali atteggiamenti. Quest'anno c'è una ripresa, evidentemente è un problema di cultura sportiva. Dialogare è possibile se ci sono le condizioni. Rivalutiamo la figura del capitano. Se si va in 4-5 contro uno, parlare diventa impossibile".