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Come finirà la stagione: campionato da finire entro il 30 giugno, ipotesi playoff, Europei rinviati

Riuscire a portare a termine i campionati è diventata la nuova grande priorità del calcio italiano. L’emergenza Coronavirus ha portato ad una lunga serie di rinvii degli eventi in programma, che costringeranno a lavorare su una nuova calendarizzazione degli stessi.

Il tutto andrà fatto in tempi rapidi, visto che l’arco temporale nel quale far svolgere tutte le partite ancora da giocare è limitatissimo, ma c’è un problema ancora più grande con il quale fare i conti: quella che stiamo vivendo è una situazione che non permette previsioni.

Nessuno può infatti sapere quando questa terribile emergenza verrà meno, ma intanto tutti sono al lavoro per farsi trovare pronti nel momento in cui si potrà tornare a giocare a calcio e alcuni paletti sono di fatto già stati fissati.

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EURO 2020 RINVIATO

Il rinvio dei Campionati Europei è diventata una scelta obbligata. La massima competizione continentale è in programma tra il 12 giugno ed il 12 luglio, ma è impensabile che si possa pensare di giocare quando ancora non si sa quando le varie Federazioni riusciranno a portare a termine le rispettive stagioni.

Nei giorni scorsi si è fatta largo anche l’ipotesi di un torneo spostato tra novembre e dicembre 2020, ma tale opzione va scartata perché porterebbe ad uno stravolgimento dei calendari della prossima stagione. Già nelle prossime ore, dovrebbe arrivare l’ufficialità del rinvio della competizione al 2021.

A tal proposito, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, parlando ai microfoni di Sportitalia, ha spiegato come lo spostamento di dodici mesi del torneo possa essere la migliore tra le soluzioni.

“Credo che sia la soluzione più giusta. Martedì ci confronteremo con la UEFA e lo faremo avendo qualche certezza in più. Noi abbiamo l’esigenza di chiudere i campionati per avere delle certezze per il futuro”.

CAMPIONATO DA CONCLUDERE ENTRO IL 30 GIUGNO

La stagione 2019-2020 va conclusa entro una data che di fatto è già fissata: il 30 giugno. E’ questa una cosa resa necessaria dal fatto che i contratti dei giocatori scadono proprio quel giorno e affinché si possa ‘sforare’ sarebbero necessari dei provvedimenti presi a livello internazionale.

Anche in questo caso, Gravina è stato chiaro.

“Noi abbiamo l’esigenza di portare a termine il campionato e la deadline deve essere il 30 giugno. E’ entro quella data che si dovrà chiudere il il torneo 2019-20. Andare oltre non sarebbe impossibile, ma è una cosa molto difficile. Potrebbe rendersi necessario un provvedimento di carattere internazionale”.

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SI A PLAYOFF E PLAYOUT IN CASO DI SLITTAMENTO RITORNO IN CAMPO

Affinché si possa riuscire a chiudere il campionato entro il 30 giugno, è necessario che si riparta ad inizio maggio. La speranza è quella di tornare a giocare il 2 maggio, ma la situazione iniziale ha già portato in molti a pensare al 9 maggio come ipotesi più plausibile.

Detto che comunque è complicato fare previsioni, la realtà è che il campionato ripartirà quando ci saranno effettivamente le condizioni per farlo. Nel caso in cui si dovesse effettivamente riprendere il torneo ad inizio maggio, il calendario sarebbe fittissimo e non lascerebbe spazio ad ulteriori stop, ma non è da escludere anche un’altra eventualità: un ulteriore rinvio che porti alla necessità di organizzare playoff e playout.

E’ questa un’opzione che il presidente della FIGC non ha scartato.

“L’unica certezza che abbiamo è che i campionati vanno completati. Tutto dipenderà dal tempo a disposizione ed è per questo che mi sono permesso di consigliare playoff e playout. E’ un’idea che è stata accolta piacevolmente dalla UEFA, anche perché in questo modo i campionati potrebbero avere maggiore appeal”.

ESCLUSA LA NON ASSEGNAZIONE DEL TITOLO

Tra le ipotesi valutate c’è stata anche quella di non portare a termine il campionato e di non assegnare quindi il titolo. Come più volte ribadito, l’obiettivo è quello di portare i tornei alla loro naturale conclusione e quindi questa al momento è un’opzione che, seppur non può essere scartata, va considerata come la più remota.

Ulteriore possibilità è poi quella che porterebbe ad un congelamento dell’attuale classifica, ma la cosa potrebbe ovviamente generare un vero uragano di polemiche.

“Un congelamento della classifica andrebbe a generare delle tensioni che sono facilmente intuibili. L’altra ipotesi è quella della non assegnazione del titolo, ovvero un’opzione che c’è ma che io escludo. Non si tratta solo di dover assegnare il titolo, non abbiamo anche l’obbligo di comunicare alla UEFA quali sono le squadre che vanno in Champions e in Europa League e dobbiamo sapere chi sale e chi scende di categoria”.

NO ALLA SERIE A A 22 SQUADRE

Dalle parole di Gabriele Gravina si evince chiaramente come un’altra delle ipotesi delle quali si è parlato nelle ultime settimane sia da escludere: portare la Serie A a 22 squadre.

In caso di stop del torneo si era pensato alla possibilità di congelare la lotta per non retrocedere e promuovere due squadre dalla Serie B. Questa eventualità avrebbe ovviamente portato ad una rivoluzione in fatto della formula del torneo, oltre che ad un ulteriore intensificarsi di un calendario già estremamente fitto.

“No, noi vogliamo rispettare in maniera categorica il format attuale dei campionati. Non c’è l’intenzione di iniziare una nuova stagione in questo modo”.

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