Pep Guardiola 2020-21Getty

10 goal in 8 partite: il Manchester City non sa più segnare

In Champions fa la voce grossa, in un girone decisamente poco impegnativo. D'altra parte però, la situazione in Premier League è realmente preoccupante per un Manchester City reduce da un nuovo k.o, stavolta contro il Tottenham, e con un quantitativo di reti segnate davvero basso, considerati i numeri dell'ultimo decennio.

Appena dieci, infatti, le reti segnate dal Manchester City nei primi otto turni di Premier. Attualmente il team Guardiola deve recuperare il match contro l'Aston Villa, ma si trova a ben otto lunghezze dalle capolista Tottenham e Liverpool. Distanza siderale dovuta principalmente ad un cambio di marcia: non segna più come prima.

Influisce sui dati del City l'infortunio di Aguero, massimo cannoniere nella storia del club che ha dovuto saltare quasi tutte le gare giocate fin qui dal Manchester in campionato, scendendo in campo per 110 minuti senza trovare la rete. Ma l'assenza del Kun non è l'unica motivazione.

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Del resto il Manchester City è sempre stato abituato a segnare dieci reti nelle prime tre, massimo quattro gare. E' una delle squadre celeberrime capaci di mettere insieme goleade continue. Tanto che chiunque si aspetterebbe dei numeri realizzativi tendenti al solito. Niente da fare stavolta.

Basti pensare che l'anno scorso dopo otto gare il Manchester City aveva realizzato 27 goal, ma con Guardiola è riuscito a spingersi anche a 29. Ora è a meno della metà, lo stesso dato nell'attuale Premier, in cui per vincere non serve superare l'avverario di misura, ma surclassarlo nettamente.

Sterling, Mahrez, Gabriel Jesus e compagnia non sono andati oltre le due reti a testa, in virtù di un centrocampo che fatica enormemente a costruire azioni di goal come in passato, così come non riescono più a fare la voce grossa gli attaccanti, indecisi sotto porta, fermai da difese sempre più organizzate.

Guardiola non traballa, visti i risultati di Champions, ma un primo passo falso in Europa e un dicembre da dimenticare potrebbero realmente metterlo sulla graticola. La lista degli allenatori liberi è del resto folta e per la prima volta nella sua carriera l'ex Barcellona potrebbe rischiare veramente un addio. Allegri, Pochettino e Sarri osservano da lontano.
 

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