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Dybala Roma CagliariGetty

Daniele De Rossi ha già cambiato la Roma?

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Sta tutto nelle standing ovation dell'Olimpico: anzi, soprattutto in una. Quella a Lorenzo Pellegrini: fischiato fino a qualche settimana fa e adesso osannato dai tifosi della Roma. Della "nuova" Roma: quella di Daniele De Rossi che, in poche partite, fa arrossire e sorgere più di un dubbio.

Il principale riguarda una domanda specifica: ma DDR ha già cambiato la Roma? Lo ha davvero fatto o si tratta di un fuoco di paglia?

Non avendo la sfera di cristallo, ci limitiamo solo ad analizzare quanto visto nelle prime tre partite dei giallorossi dopo l'esonero di José Mourinho. Tre vittorie, con quella contro il Cagliari, tra l'altro.

  • DOMINIO TOTALE COL CAGLIARI: NUOVA ROMA?

    Non c'è stato istante, o forse giusto due o tre, molto veloci, in cui all'Olimpico qualcuno ha pensato che la Roma potesse cadere, o anche solo calare, contro il Cagliari.

    E questo la dice lunga: il 4-0 è effettivamente specchio di quel che si è visto in campo, forse anche indirizzato dal goal immediato di Lorenzo Pellegrini. Ma di lui parliamo tra poco.

    Ma cos'è cambiato nella Roma? Va fatta una precisazione: realisticamente, non si può parlare di "mano di De Rossi", dopo così poco tempo.

    Semmai, e questo sì, si può discutere di una squadra molto, ma molto più "leggera" mentalmente. Quasi come se l'esonero di Mourinho avesse "stappato" una formazione bloccata dall'eccessivo nervosismo degli ultimi mesi.

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  • Jose-Mourinho(C)Getty Images

    NO MOU, NO STRESS

    José Mourinho è un simbolo della Roma: lo sarà sempre per quello che è riuscito a compiere in due stagioni e mezzo. Per le due finali europee, la prima vinta, l'altra sappiamo come sia andata, ma anche per tanto altro.

    Si è fatto "protettore" della tifoseria e della piazza e questo i tifosi lo hanno capito, tant'è che al suo esonero la prima reazione è stata quella di accogliere i giocatori giallorossi e chiedergli maggiore impegno. Quasi come se la responsabilità fosse loro.

    Ecco, questo è un dato importante: senza un "parafulmine" come Mou, i calciatori della Roma si sono trovati da soli ad affrontare una situazione senza dubbio complessa. Questo processo di "responsabilizzazione forzata e immediata" sembra aver giovato: e ha reso la squadra più calma, più lucida. Più attenta alle sue potenzialità. No stress.

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  • PELLEGRINI RECUPERATO

    Ritornando sulla standing ovation a Pellegrini, va sottolineata l'importanza, questa tutta firmata De Rossi, del recupero del capitano della Roma.

    Non è stato bene fisicamente, questo bisogna precisarlo: eppure, tre goal in tre partite per un giocatore con le sue caratteristiche aiutano.

    Come contribuisce la risposta di uno stadio pienissimo che si alza in piedi e lo applaude: fondamentale di un collante che sembra aver ritrovato se stesso.

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  • IL MIGLIOR DYBALA

    Contro il Cagliari, poi, è scesa in campo quella che senza dubbio è la migliore versione possibile di Paulo Dybala: imprevedibile, brillante, fisicamente al Top.

    Anche per lui l'Olimpico ha in serbo una standing ovation: più sentita, se possibile. Al termine della partita, a DAZN, ha parlato dell'esonero di Mourinho, a distanza di settimane.

    "Le cose che dovevo dirgli gliele ho dette: non è bello perdere un allenatore a metà stagione. La colpa è di tutti: nel calcio pagano gli allenatori, ma anche noi giocatori dobbiamo guardarci dentro e trovare una ragione per quello che è successo".

    De Rossi, comunque, gli ha cucito addosso nuovi compiti da eseguire, come precisa, anche lui, a DAZN dopo la partita.

    "Gli chiediamo di abbassarsi e fare una sorta di terzino per costruire a quattro, affinché Karsdorp possa sfruttare l'ampiezza lì davanti". Per ora funziona.

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  • IL TABU SFATATO DOPO 95 ANNI

    La partenza di Daniele De Rossi, comunque, anche dal punto di vista statistico è stata importante: segnante.

    L'ultima volta che nella storia della Roma un allenatore subentrato ha vinto tre partite nelle prime tre disputate è stato novantacinque anni fa, nel 1929, nel primo anno del girone unico.

    L'allenatore era Herbert Burgess: se si considera che i giallorossi sono nati nel 1927, si comprende l'importanza del dato.

  • COSA ASPETTARSI D'ORA IN POI DALLA ROMA?

    Non si può prescindere da un po' di astrazione, comunque: la Roma può solo migliorare, con queste basi. La prossima partita, in tal senso, sarà spartiacque.

    Sfidare l'Inter di Simone Inzaghi, adesso, vuol dire senza dubbio presentarsi a un banco di prova decisivo per il prosieguo non solo della stagione giallorossa, ma anche del processo di crescita portato avanti (iniziato da poco, anzi) da De Rossi. Che non ha cambiato la Roma con la bacchetta magica: ma i risultati arrivano.

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